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Autore: Nymeria87    20/10/2020    2 recensioni
Finalmente eccovi il fantomatico prequel della long She Wolf:
dopo due anni dalla sua incoronazione quale Regina del Nord e due anni di assoluti silenzi, Sansa viene a sapere che Jon si trova a Nord della barriera con il Popolo Libero; incitata dalle parole di suo fratello Bran decide di intraprendere il viaggio che la porterà a calcare quei terreni selvaggi fino ad incontrare nuovamente lo sguardo di Jon.
Dal testo:
[...]“Non mel’hai resa per niente facile Jon” asserì costernata ma con occhi di ghiaccio.
“Immagino sia stato Bran a scomodarti per riportarmi indietro; mi chiedo solo il perché tu abbia accettato” replicò lui imperturbabile, con una punta di astio nel tono e un mezzo sorriso che non celava l’amarezza di quelle parole.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.

I ricami screziati di blu si originavano dalla parte superiore delle spalle fino a ramificarsi in un roseto di boccioli lungo tutta la schiena; i petali sembravano bagnati dalla rugiada laddove rilucevano i fili d’argento. Nella sua eleganza, avvilupata da quel tessuto dal sapore antico, Sansa era radiosa mentre si spazzolava i lunghi capelli di rame; era seduta su una panca e probabilmente ancora non si era accorta della sua presenza all’interno della tenda, Jon si schiarì quindi la voce per annunciarsi e la ragazza si voltò ad accoglierlo, riponendo la spazzola dentro un panno di velluto rosa.
 
Lo fissò con occhi grandi e immensamente brillanti per un lungo momento, poi abbassò lo sguardo e si lisciò peighe invisibili sulla veste: “ho pensato a lungo a cosa dirti quando ti avrei rivisto” iniziò, non riuscendo ancora ad alzare gli occhi, “quel giorno al porto... è stato così veloce, avrei voluto dirti innumerevoli cose ma tu ti eri già rifugiato dietro uno scudo di freddezza” e finalmente lo guardò, attraversandolo da parte a parte come se i suoi occhi fossero pugnali carichi di risentimento: “stamattina ho avuto la stessa accoglienza Jon e in un momento avrei voluto schiaffeggiarti per avere una reale razione da parte tua” sibilò inarcando le sopraciglia.
Lui rimase a guardarla, pugni serrati lungo i fianchi mentre un peso andava a depositarsi sul petto al richiamo di quel giorno sul molo.
Sansa sospirò prima di alzarsi in piedi, occhi ancorati al pavimento mentre si rigirava l’anello con l’emblema del metalupo all’anulare sinistro; solo in quel momento Jon potè apprezzare la rafinatezza dell’abito che indossava: l’allacciatura laterale partiva dal colletto ed era fermata da tre spille d’argento all’altezza della clavicola, all’attaccatura del seno sinistro e alla vita, come ad avvolgerla in un abbraccio; la casacca terminava a mezza coscia disegnando morbide onde di tessuto lungo i fianchi e la tunica sottostante era di un bianco lattiginoso, tenue e dal sapore di casa. Jon non potè far altro che ammirarla in silenzio e bearsi di quella visione, come tutte le volte che l’aveva vista indossare un abito nuovo, immancabilmente ideato da lei.
Gli tornò alla mente il ricordo dell’abito blu oltremare con lo stemma di casa Stark ricamato sul petto...
Mi piace il disegno del metalupo...
 
Sembrava passato un secolo da quei tentativi di approccio che si erano scambiati al Castello Nero; era successo troppo e si erano nascosti troppe cose nonostante avessero promesso di fidarsi l’uno dell’altra, con un bacio sulla fronte a sugellare quella promessa, un bacio che era durato qualche secondo di troppo e che aveva rivelato ad entrambi qualcosa di più, nonostante nessuno dei due ne avesse mai parlato apertamente.
“E cosa mi diresti se potessi tornare indietro Sans?” disse lui inclinando leggermente il viso per cercare lo sguardo di lei che non tardò ad arrivare: occhi limpidi capaci di vincolarti oltre ogni tempo e spazio, così lucenti da sublimare quel trasporto che lui cercava di celare attraverso il tono amaro della sua voce.
“Cosa poresti aggiungere a tutto quello che già sapevo o che potesse sortire qualche differente responso?” chiese avanzando un passo ed alzando irrimediabilmente il tono della voce.
“Ti urlerei di non andare, idiota!” replicò ancora più acuta lei, mentre gli occhi celesti cercavano di trattenere le lacrime, “ti esorterei ad ignorare tutto e tutti, recandoti a Grande Inverno, con me, al luogo a cui appartieni da sempre” concluse a voce rotta.
Jon si ammutolì di colpo.
Vorrei poter tornare indietro e gridare a me stessa “non andare, idiota!”.
 
Un mezzo sorriso gli illuminò per un istante l’angolo destro delle labbra, mentre il ricordo di loro gli balenò nel cuore.
“Jon, per gli Dei, perchè credi che Bran abbia acconsentito ad esiliarti al Catello Nero, se non per farti tornare in qualche modo a casa? Il Nord è sotto il dominio degli Stark da sempre e i Guardiani della Notte hanno sempre giovato dell’accoglienza di casa nostra, anche per lunghi periodi” continuò lei, ripresa la calma: “ti ho scritto miriadi di lettere in questi due anni chiedendoti di raggiungermi, ma tu hai varcato la Barriera ancora prima che potessero posarmi sul capo la corona del Nord” asserì con amarezza fugando il suo sguardo.
“Sai bene che non avrei mai potuto farlo, non dopo tutto quello che è successo, non dopo aver immolato così tante vite ad Approdo del Re per una causa sbagliata. Troppe vittime innocenti e non sarò mai capace di fare ammenda per questo...” rispose lui in un soffio sofferente.
Sansa lo raggiunse in due ampie falcate, andando a trattenerlo dalle braccia per collimare la sua attenzione: “mi dispiace, mi dispiace per quello a cui hai dovuto assistere quell’infausto giorno; ho cercato di farti capire...”.
“Pensi che non sapessi che era pericolosa? Perchè credi che avessi tutta quella premura di allontarla da Grande Inverno se non per proteg...”
“Per proteggere me?” chiese incredula lei anticipandolo in un’epifania.
Ti proteggerò, lo prometto.
“Hai acconsentito ad accompagnarla a Sud per proteggere me?” domandò con fervida necessità di sapere.
Jon serrò la mascella, assottigliando le labbra mentre si specchiava negli occhi cerulei della cugina: “eri alquanto intenzionata a sfidarla apertamente ogni volta che ne avevi l’opportunità Sansa, ignorando deliberatamente la sua autorità...” cercò di dire lui in giustificazione.
“La sua autorità? Non ha mai avuto diritto di autorità sul Nord, Jon e tu lo sai” ringhiò rabbiosa lei, “inoltre non ha mai fatto niente per meritare la mia fiducia incondizionata” rispose voltandosi prima di allontanarsi nuovamente da lui e riprendere il controllo del suo respiro.
“Come pensi che potessi sedare il suo animo quando tu caparbiamente la contrastavi ogni volta?” chiese lui d’un tratto adirato.
“E tu come pensi che potessi essere d’accordo con lei, quando dimostrava di non avere il minimo senso delle necessità dello stesso popolo che declamava di voler governare e proteggere? Dovevo starmene zitta come tutti quegli incapaci, volutamente ciechi e sordi, di cui si era circondata?” asserì furiosa Sansa, “inoltre, per quanto riguarda il metodo per sedare il suo animo” continuò con un umbra di disgusto sul viso, “sono certa che abbia potuto godere appieno di ogni tuo tentativo” concluse velenosa, senza avere la capacità di trattenersi.
Jon non ci vide più dalla collera a quelle parole, mordendosi le labbra incedette fino a raggiungerla, tanto da farla indietreggiare di qualche passo dal timore di aver osato troppo: “Ho fatto quello che ho dovuto fare per sopravvivere, My Lady” ringhiò lui a fior di labbra, facendo sue quelle stesse parole che Sansa aveva pronunciato tempo addietro in presenza di Lyanna Mormont, quando la ragazzina li aveva ricevuti presso Isola dell’Orso, “e per proteggere la nostra famiglia e i popoli del Nord”concluse lui.
A quel punto fu il turno di Sansa nel trattenere il respiro.
Sbattè ripetutamente le palpebre, riprendendo coscienza della sua voce e dei suoi pensieri: “perdonami, non volevo schernirti... ma fa ancora troppo male Jon” sibilò lei con occhi umidi prima di disancorarsi dai suoi.
“Non ho mai avuto intenzione di tradire il Nord, Sansa. Non mi sono mai davvero inginocchiato a dirla tutta” disse con occhi al soffitto della tenda, mentre tentava di soffocare un sorriso che sarebbe stato alquanto fuori luogo: “pensi che l’abbia amata? Davvero credi che fossi così cieco?” chiese con voce più calma tornando a guardare la cugina, “mi avevi detto di essere più attento e più astuto se non ricordo male”.
Gli occhi di lei si incatenarono ai suoi, soppesando quelle parole e metabolizzando l’implicito significato.
...ora dimmi: chi ha manipolato chi?
 
“Perchè non me ne hai parlato?” domandò infine, galoppando col pensiero.
Jon quasi sorrise incredulo: “meno persone ne fossero state al corrente, più possibilità avrei avuto nel tentare di convincere tutti della realtà della cosa, lei compresa; inoltre non dimenticarti che tra la sua cerchia di consiglieri appariva anche Lord Varis” rispose il ragazzo, quasi sollevato da quella ammissione.
“Davos ne era al corrente?” chiese Sansa guardandolo sotto una luce diversa.
“Forse ha iniziato a sospettarlo, verso la fine” replicò lui valutando nuovamente quella possibilità.
Lesse quasi una luce d’ammirazione negli occhi di lei, tanto da sentirsi rianimato in fondo all’animo, come se una sua approvazione potesse lenirgli le infinite ferite che gli costellavano il cuore.
“Ho sempre pensato che la mente strategica tra noi due fossi io; infondo tu avevi la conoscenza militare, il coraggio sul campo di battaglia, l’innata capacità di maneggiare la spada” sorrise Sansa, “ora mi rendo conto che hai imparto il Gioco del Trono forse ancora meglio di quanto l’avessi imparato io”.
“Si, avevo iniziato a giocare, per quanto il mio obbiettivo fosse completamente estraneo al potere ed esclusivamente rivolto più a Nord rispetto ad Approdo del Re”.
“Mi spiace aver tradito la tua fiducia con Tyrion” ammise Sansa tutto d’un tratto.
Jon rimase in silenzio riuscendo solo a deglutire.
“Speravo potesse salvarti, tutti sapevano quanto tu fossi migliore di lei e Tyrion era l’unico a poter fare la differenza: con Varys avrebbe potuto facilmente indebolire le pretese al trono di quella pazza”.
“Che tu voglia crederlo o no, nonostante tutto ho provato un’infinita pietà per Danerys”.
La Regina del Nord a quelle parole si irrigidi nuovamente: “pietà?” chiese incredula ringhiando.
“Danerys è stata vittima del Gioco del Trono più di chiunque altro, tel’assicuro” tentò di spiegare Jon ad una Sansa riluttante e sconcertata: “per gli Dei Jon, ma ti stai ascoltando?” chiese in preda alla nausea che quelle parole le provocarono.
“No Sansa, ascoltami tu: se fossi sopravvissuta al fuoco e avessi riportato in vita creature che si ritenevano estinte, non ti saresti considerata una predestinata? Se chiunque di fronte a te si fosse inginocchiato con completa devozione e ti avesse adorato come una Dea, inondandoti le orecchie di miele e di facile potere, non avresti pensato di poter avere tutto, semplicemente perchè tutto era sempre stato tuo di diritto? Daenerys era debole e volubile perchè le era stato detto che il mondo era suo per linea dinastica e che in qualche modo, tutta quella grazia le era stata tolta ingiustamente. Si è sempre mossa in favore di chi non aveva niente, agendo d’impulso e senza farsi troppe domande, proprio perchè riteneva che la sua giustizia ed il suo giudizio fosse universale e quindi esule da ogni spiegazione o ragionamento logico. Come avrei potuto non avere pietà della sua drammatica ingenuità. Non ti nego che ho pianto per lei quando le ho conficcato la lama nel cuore: ho pregato tra le lacrime affinchè potesse perdonare il mio tradimento, poichè  anche io, avevo sfuttato la sua debolezza più grande per poterla avvicinare: avvicinare quel tanto che bastava da essere sicuro di non sbagliare il punto in cui trafiggerla” concluse Jon, straziato dal tormento.
Sansa inspirò metabolizzando le sue parole: “eppure l’hai fatto” sottolineò freddamente, non riuscendo a condividere appieno il suo punto di vista, acciecata dalla gelosia nei confronti della Madre dei Draghi.
“Aveva annunciato alle sue truppe che avrebbero marciato fino a Grande Inverno per liberare Westeros da ogni oppressore, certamente Arya te ne avrà parlato” la esaudì lui, muovendo i passi ad incontrarla, “quello che non sai, è che mi ha chiesto di essere al suo fianco in ogni cosa, senza dare possibilità di scelta a chi non l’avesse pensata come lei” sospirò Jon sfinito, “ed entrambi sappiamo che tu eri la prima della lista, l’unica figura in cui aveva trovato ostilità invalicabile e che esigeva risposte concrete a domande a cui non sarebbe stata in grado di rispondere in maniera efficace. Sei sempre stata intelligente Sansa ma hai iniziato a palesarlo fin troppo e soprattutto, a farlo in sua presenza; lei mi ha solo posto di fronte ad un bivio che per me aveva un’unico possibile esito” cocluse in un sorriso amaro.
 
Hai scelto me.
 
Avrei sempre scelto te.
 
Ti proteggerò, lo prometto.
 
Sansa rilasciò un sorriso sospeso in un sospiro: “avevo ragione dopotutto, saresti stato un buon Re...”  affermò lei sedendosi sulla panca mentre continuava a guardare un punto indefinito in lontananza.
Jon si avvicinò prendo posto accanto a lei: “ho sentito molte voci che dicono che te la cavi bene anche tu, Regina dal Nord” le sussurrò accomodante, dandole una leggera spallata d’intesa.
La vide sorridere di un vero sorriso, uno dei suoi, delicato e talmente pieno di grazia da illuminare l’intera stanza: “mi ero fatta una promessa in passato, quando ancora ero ostaggio tra le grinfie di Cersei” confessò lei regalandogli uno sguardo, “mi promisi che se mai fossi diventata Regina avrei fatto in modo che tutti mi amassero” concluse timidamente, come se stesse rivelando il più ingenuo dei suoi sogni di ragazzina.
“É difficile non amarti, Sansa Stark” si lasciò sfuggire lui senza pensarci, quando gli occhi larimar della cugina gli rivelarono l’intensità delle parole che aveva appena pronunciato.
Jon si ritrasse impercettibilmente da lei, realizzando l’elettricità che era passata attraverso i loro sguardi.
La ragazza distolse i suoi e si schiarì leggermente la voce: “quando i raccolti vanno bene, la primavera si avvicina e non si soffre la fame è più facile amare il tuo regnante” soprassedette lei affabile, “non è il popolino a preoccuparmi, quanto i Lord del Nord” ammise in un soffio.
“Cosa vuoi dire?” chiese Jon realmente interessato.
Sansa trattenne il respiro prima di avere il coraggio di pronunciare le parole che stava per dire: “al Nord serve un Erede, Jon”.
In un attimo percepì il sangue risalirgli nelle vene, sobbollire mentre il suo corpo si tese come una corda e gli occhi si assottigliarono; le mascelle contratte per la rabbia mentre già si vedeva armato di Lungo Artiglio, intento a decapitare chiunque avesse osato alzare un dito su di lei.
Maledetti Lord, pensano forse di avere qualche pretesa al seggio degli Stark?
Come se Sansa non avesse sofferto abbastanza per mano di uomini abbietti.
“Spiegati” ringhiò furente, cercando di mantenere il controllo.
“Devo dare un Erede al Nord e la maniera più efficace per farlo...” affermò alzandosi ed incedendo di qualche passo per dargli le spalle, “è per via matrimoniale” disse infine voltandosi a guardarlo.
 
Jon era chiuso in un silenzio di scudo, mentre non smetteva di fissarla.
“Oh...non ho intenzione di risposarmi, te lo assicuro: le gioie del matrimonio sembrano non fare per me” asserì ironica la ragazza, quasi infastidita lei stessa dal dover affrontare tale argomento, “inoltre se prendessi uno dei Lord per marito, sono sicura che il mio ruolo quale Regina del Nord si ridurrebbe, nel giro di qualche anno, ad una mera carica rappresentativa. Se ci fosse qualcuno in grado di regnare onorevolmente e con il cuore buono ma fermo, potrei anche accettarlo, ma nessuno dei Lord al momento possiede queste qualità. Quindi non mi rimane... che un unica altra opzione...”.
Jon si sentì il sangue gelare e la furia scatenarsi nel petto come un divampare di Alto Fuoco, quando i suoi pensieri anticiparono le parole di lei. Deglutì rabbioso per reidratare la sua gola fattasi secca all’improvviso: “e sarebbe? Vuoi per caso trovarti un amante tra i Bruti mentre sei qui?” propruppe velenoso, sconvolgendola con il suo tono strafottente mentre si alzò dalla panca in un gesto di scherno, “non hai che da chiedere sai, faranno a gara per possedere anche solo per una notte la Regina del Nord baciata dal fuoco” ringhiò tra i denti. A quelle parole, veloce la mano di Sansa si mosse per colpirlo sul viso, quando quella di Jon ne arrestò la traiettoria ghermendole il polso. Rimasero a guardarsi con rabbia per un lungo secondo, scambiandosi tutto il risentimento che provavano l’uno per l’altra: ira, delusione e anche qualcosa di più prorompente e simile all’adrenalina ma molto più intensa e pericolosa. Sansa cercò di divincolarsi dalla sua stretta ed indignata, volle calcare ulteriormente la mano, mossa da chissà quale slancio di rivalsa: “ora che ci penso non sarebbe un’idea così spregevole” asserì con un sorriso di sfida, “potrebbe risaldare i rapporti col Popolo Libero senza troppa fatica” replicò letale inarcando un sopraciglio.
Jon in un sorriso di beffa le lasciò il polso, prima di avvicinarsi col viso ad incatenarla all’oscurità delle sue iridi: “credo che sia ora, per te, di andare a dormire Vostra Grazia: la fatica del lungo viaggio ti stà portando a sragionare” le ringhiò in un soffio caldo, così tanto vicino da inondare sue labbra rosee.
Un brivido percorse la schiena della Regina del Nord, sonorizzando il suo respiro accelerato, prima che Jon uscisse in uno scatto dalla tenda, lasciandola sola in compagnia dei suoi pensieri confusi.








Nota dell'autrice:
Io a dire la verita gli abiti di Sansa li ho tutti disegnati per riuscire a descriverli meglio, un giorno quando imparerò ad inserire le immagini, forse riuscirò a pubblicarli!
In questo capitolo direi che finalmente si scoprono le carte in diversi ambiti, la perpetua fedeltà di Jon a casa Stark, la visione che lui aveva di tutta la questione Daenerys e la sua reazione alla confessione di Sansa riguard alla richiesta ricevuta di dare un erede al trono del Nord.
fatemi sapere cosa ne pensate!
   
 
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