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Autore: Little Firestar84    20/10/2020    8 recensioni
“Dai, Ryo….” Sussurrò lei con aria sognante, allungando una gamba e strofinando col suo delicato piedino, che ancora calzava quei tacchi vertiginosi che lo avevano fatto sbavare di lussuria, il cavallo dei jeans… e lui, beh, lui era un uomo che pensava con la parte bassa, e lei non lo stava massacrando come le poche altre volte che lui aveva dimostrato apprezzamento per le sue forme. Anzi… gli si strofinava contro, facendo le fusa come una gattina. “fallo per me… dopo tutte quelle belle cose che mi hai detto…”
[storia partecipante alla just stop for a minute and smile challenge]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ciao a tutti e tutte! Torno con una veloce e simpatica shottina ambientata nel post  momento manga preferito dalle fanciulle... LA RADURA E LA PSEUDO-DICHIARAZIONE D'AMORE DI RYO!!!! 

La shottina partecipa alla just stop for a minute and smile challenge di SoulShine, che potete trovare nel forum di efp al link che vi lascio, e si basa sul promt 21. "L'unica cosa che vorrei adesso è ricongiungermi al mio letto e dormire per due giorni di fila!"

Il viaggio di ritorno verso il loro appartamento era stato percorso a bordo della mini in assoluto silenzio- un silenzio velato di tranquillità e quiete e leggerezza, perché, nonostante la giornata appena trascorsa, erano usciti tutti incolumi da una situazione che sarebbe potuta essere letale per ognuno di loro- soprattutto per Miki e Kaori.

La rossa se ne stava in silenzio, guardando il paesaggio fuori dal finestrino scorrerle davanti, privata però della cacofonia di suoni della città; era un’esperienza strana, ed era quasi come se lei e Ryo fossero in una loro bolla personale.

Già, Ryo… lui, dopo averla soccorsa, non aveva più detto una sola parola. Si era limitato ad accompagnarla alla macchina, tenendole una mano sulla spalla, quasi a guidarla- no, non guidarla, perché Kaori non aveva nessun bisogno che lui le dicesse cosa doveva e non doveva fare. Lui si era limitato a… a accompagnarla, quasi quella fosse stata un’altra cosa che dovevano fare insieme. Poi però era saliti in macchina, e vuoi perché lui con le parole non ci sapeva proprio fare, vuoi perché sul sedile posteriore stava accartocciato quello che Ryo amava definire lo scimmione- alias Umibozu, fresco, fresco di nozze e di desiderio di vendetta verso il balordo che aveva osato toccare la sua mogliettina- l’argomento io, Ryo Saeba, ammetto davanti ad un intero plotone e a Kaori Makimura di essere innamorato di lei da anni e che non disdegnerei passare il resto della vita con lei (anche se non aveva usato esattamente queste parole)non era più stato toccato.

Anzi- nessun argomento era stato più toccato. Avevano lasciato Umibozu davanti alla clinica, dove un decisamente felice Doc aveva fatto capire loro, con il solo sguardo raggiante ed il segno della vittoria, che Miki ce l’aveva fatta. Kaori aveva chiesto a “Umi” se avesse  voluto che gli tenessero compagnia, ma lui aveva risposto che non fosse necessario, che avevano passato una brutta giornata anche loro e che era meglio che tornassero a casa a riposarsi.  Poi, si era chinato verso il lato guida della macchina, con i suoi begli occhiali da sole scuri calati sugli occhi, e aveva scandito le parole verso Ryo, che stava sudando freddo.

“Ih, ih, ih…  adesso dovrai smetterla con la vita da playboy per davvero! Le hai fatto la dichiarazione e non puoi più nascondere i sentimenti che provi per lei! Ih, ih, ih…”

Ryo, mentre il nemico/amico ancora sghignazzava come un pazzo, partì sgommando, ingioiando a vuoto, e per l’ennesima volta gli passò per la mentre la frase di un suo ex compare di bevute e scorribande, ex donnaiolo incallito che gli aveva detto quanto rimpiangesse di non essersi sposato prima, e non per la prima volta si chiese se la vita da uomo impegnato sarebbe potuta piacere anche a lui. Si voltò verso Kaori, e gli occhi – da bravo maniaco pervertito qual era- gli ricaddero sul decolté e sulle lunghe gambe snelle- tutto sommato, poteva anche starci: Kaori era una bella donna, coraggiosa, leale, altruista… e con la pazienza di una santa.

Sì, è deciso: metto la testa a posto! Basta essere lo stallone ed il fidanzato di tutte! Divento monogamo! Sì, sì, per Kaori lo posso fare! Pensò, alzando un pugno in aria con fare trionfale. “Senti Kaori, adesso che lo scimmione ci ha finalmente lasciati soli… ecco…”Iniziò a balbettare, perché se c’era una cosa in cui Ryo Saeba era del tutto negato, quello era essere sincero e parlare a cuore aperto (soprattutto con Kaori). “Insomma, tu sai cosa ti ho detto nella radura, e  ti ricordi anche cosa è successo sulla nave, quando…” Quando ti ho baciata perché pensavo saremmo morti, avanti Ryo, diglielo, mica è la fine del mondo ammettere i tuoi sentimenti con lei. Tanto, lo hai visto: la rapiscono per ricattarti anche se con lei adesso ci lavori "solo" insieme. Almeno se te la sposi le sarai sempre così appiccicato che niente e nessuno riuscirà più a torcerle nemmeno mezzo capello, che in fin dei conti è quello che ti ha chiesto il fratello quando te l’ha affidata, no? “Sì, insomma, quello che intendo dire, è che quello che ti ho detto io, ecco, quella era la verità, quindi pensavo, magari potremmo parlarne… cioè, io sto parlando, e hai capito quello che penso io, perché io sono… ecco… io penso di essere innamorato di te,  quindi magari potresti dirmi quello che pensi tu e…”

Ma dal lato passeggero della mini rosso fuoco non arrivò risposta, così Ryo, rischiando di andare fuori strada e fare un frontale con una macchina che arrivava dalla direziono opposta, si voltò verso la “sua” bella a cui aveva appena fatto una dichiarazione- pietosa, ma sempre dichiarazione era-  per trovarla…. Nelle braccia di Morfeo. Completamente addormentata.

Digrignò i denti, furibondo con lei, se stesso, Umibozu, il destino e quant’altro, e sbuffò. Poi, però, vide il suo bel visino addormentato, disteso, e notò che, in grembo, teneva ancora il fiore del bouquet che era riuscita ad afferrare, volente o nolente, quel delicato e semplice fiorellino bianco che rappresentava l’amore eterno, e Ryo sospirò. Non poteva certo biasimarla per essere stanca, non dopo la giornata che avevano avuto, sotto, sotto, pure lui non vedeva l’ora di dormire per due giorni di seguito-certo, avrebbe preferito se in quel grosso lettone freddo ci fosse stata pure lei, ma pazienza, avrebbe resistito e fatto il bravo per ancora un po’. Giusto il tempo di rimettersi, entrambi.

 

Kaori iniziò a passare dal sonno alla veglia avvertendo contro il proprio corpo qualcosa di solido e caldo, che la faceva sentire protetta e sicura, quasi fosse in un bozzolo o avvolta in una coperta. Ci si accoccolò contro ancora più decisa, strusciandosi quasi come una gattina affettuosa, ed emettendo un suono piacevole che le fusa le ricordava pure- Ryo arrossì come un ragazzetto alla prima cotta, e quasi si sentì mancare, mentre avvertiva un certo rimescolio nelle parti basse che  gli faceva capire che non era solo il suo io cosciente ad apprezzare quei deliziosi suoni che uscivano dalla gola di Kaori, ma anche il suo amichetto. Ogni scalino che faceva con la compagna in braccio era una vera tortura- lei era leggera come una piuma, ma gli si stava strusciando contro, e aveva premuto quel delicato seno pieno contro il suo petto facendogli battere il cuore talmente forte che temeva che le coronarie gli potessero scoppiare da un momento all’altro. Lei poi aveva peggiorato ulteriormente la situazione mettendogli inconsciamente le braccia al collo, e sfiorando con quelle belle labbra soffici la sua giugulare.

Ryo non sapeva cosa fare, se piangere o saltare di gioia: se Kaori era così brava a farlo impazzire da addormentata, cosa sarebbe stata in grado di fare da sveglia?

“Mm…Ryo?”  Kaori sospirò il suo nome, con quella voce tipica della camera da letto e delle nottate infuocate tra amanti, che non fecero altro che peggiorare la situazione del pover’uomo. “Dove siamo?” Mormorò, senza rendersi conto che gli stava respirando sulla pelle- altra cosa che gli faceva venire i brividi di piacere. Ryo pregò tutte le divinità che conosceva che Kaori non si rendesse conto di cosa stava accadendo in basso, perché non era decisamente dell’umore per farsi menare. E poi, non voleva che pensasse che lui si volesse togliere uno sfizio, o che avesse voglia di divertirsi e che una donna qualsiasi avrebbe fatto al caso suo.

“Ehm, a casa. Ho pensato volessi riposarti. Io personalmente non vedo l’ora di ricongiungermi col mio letto e dormire per due giorni di fila! Ah, ah, ah…” provò a buttarla sul ridere, ma era chiaro che era imbarazzato. Lei, in risposta, arrossì, e si accoccolò ancora di più contro di lui, con risultato che Ryo era diventato dello stesso rosso della sua macchina. “Posso venire con te?” Gli chiese lei, stringendolo forte- così forte che Ryo giurò di poter sentire il battito pazzo del cuore di lei.

“Beh, ecco, io, insomma…”

“Per favore….” Gli fece il broncio, con quei occhi nocciola che sembravano appartenere ad un cucciolo. “Ho tanta voglia di dormire abbracciata a te…”

Ryo era quasi del tutto certo di essere dello stesso colore, e della stessa temperatura, di un’aragosta appena messa a bollire. Quello era davvero troppo. Davvero Kaori si stava… offrendo a lui? Sapeva che se l’avesse avuta nel letto non avrebbe saputo resisterle, vero? Okay, lui l’amava, ma era fatto di carne, e si era sempre lasciato guidare dai suoi più bassi istinti, e lei doveva saperlo…

“Dai, Ryo….” Sussurrò lei con aria sognante, allungando una gamba e strofinando col suo delicato piedino, che ancora calzava quei tacchi vertiginosi che lo avevano fatto sbavare di lussuria, il cavallo dei jeans… e lui, beh, lui era un uomo che pensava con la parte bassa, e Kaori non lo stava massacrando come le poche altre volte che lui aveva dimostrato apprezzamento per le sue forme. Anzi… gli si strofinava contro, facendo le fusa come una gattina. “Fallo per me… dopo tutte quelle belle cose che mi hai detto in macchina…”

“Sciocchina, allora facevi finta di dormire! Cos’è, avevi paura che se fossi stata sveglia mi sarei di nuovo rimangiato tutto?” Le disse col sorriso sulle labbra, un po’ più tranquillo. Ryo la guardava intensamente, con un’espressione decisa- quella da playboy incallito e gran seduttore, a cui le donne difficilmente resistevano, e lei arrossì, stringendosi sempre di più a lui che la guardava dolce e tenero. Erano intanto arrivati davanti alla porta di casa, e lei era ancora… appiccicata a lui, e francamente, Ryo non aveva alcuna voglia di lasciarla andare. Lui alzò un sopracciglio, e fece l’unica cosa che gli venne in mente….

…ovvero dare un calcio ben assestato alla porta facendola cedere, cosicché dovette solo spingerla leggermente  con una spallata per aprirla.

“Eh?” Kaori fu solo capace di dire, mentre sbatteva quelle belle ciglia lunghe ancora incredula - Ryo era strano, ma faticava a credere che lo fosse così tanto- e tutto allegro lui trotterellò dentro, sempre con lei in braccio, saltellando verso la zona notte. “Eh? Ryo, ma si può sapere dove mi stai portando?”

“Ih, ih, ih…” Sghignazzò lui. “Ma te l’ho detto, no, che non vedo l’ora di ricongiungermi col mio letto e non lasciarlo per due giorni? Solo che col cavolo che voglio dormire! Sono sette lunghi anni che mi trattengo e ho intenzione di iniziare e rimediare stanotte! Ah, ah, ah! Preparati, Kaori, stanotte sarai iniziata ai piaceri della carne! Ah, aha, ah!”

In un’altra occasione, Kaori gliela avrebbe fatta pagare, e pure cara. Ma, sapere che era lei che lo mandava in visibilio, e che erano anni che lui resisteva alla tentazione di provarci – per usare un eufemismo-era quasi… gratificante.

Perciò, si limitò a sospirare, trattenendo le risale, accoccolandosi per bene contro Ryo mentre lui la portava nella di lui camera da letto-aveva il letto matrimoniale, lui, e quella loro prima notte insieme voleva godersela per bene, non spaccarsi la schiena, mica aveva più vent’anni, nonostante quello che gli piacesse dire- pronta a testare lei stessa, dopo tanto averne sentito parlare, nel bene e nel male, le doti dello stallone di Shinjuku. Ed è pure ora…

   
 
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