Iniziativa: Looktober 2020 di LandeDiFandom
Prompt: 20. Ballerine
18. Felicità e fortuna
Ade era ben consapevole che sarebbe stato duro, più di tutto quello che avesse fatto in vita propria, più di tutte e dodici le fatiche di Eracle messe insieme. Sebbene fosse una voluta esagerazione, già risentiva della fatica. Non per colpa del pranzo da re, tra aperitivo all’arrivo, antipasto a buffet, tris di primi, bis di secondi, dessert e torta – be’, pensandosi, forse era anche colpa di tutto quel cibo –, ma percepiva la stanchezza a livello mentale, più che fisico. Al contrario di Persefone che, tra una portata e l’altra, aveva voluto scambiare una parola con gli invitati ai tavoli e, in quel momento, si stava prodigando a ballare con chiunque lo chiedesse.
Sì, un po’ ne era stato geloso ma, finalmente, tutti sapevano che lui era suo marito, tutti avevano ascoltato i loro giuramenti. E Persefone non mancava mai di rivolgergli anche un veloce sguardo, affettuoso e dolce, un sorriso timido e felice.
Era tranquillo così, in uno stato di completa beatitudine, a stomaco e cuore pieni.
Un pochino, molto in fondo, le invidiava tutta quell’energia che sprigionava ancora. Forse era colpa dell’età, anche se non ricordasse di essere stato tanto diverso a vent’anni rispetto ad adesso, ma non sapeva come spiegarselo altrimenti. Persefone pareva instancabile e, provando soltanto a immaginare di essere nei suoi panni, la ammirava per quella forza.
Ade intuì che non aveva più danze prenotate quando la vide avvicinarsi al tavolo dove lui sedeva.
Persefone gli si sedette accanto con un pesante sospiro e lui le accarezzò la mano, facendola sorridere.
«Non ce la faccio più» esternò.
Ade disegnò piccoli cerchi con il pollice sul suo dorso. «Era ora. Mi stavo infatti chiedendo quanto saresti crollata».
Persefone rise. «Sono venuti a festeggiare il nostro matrimonio. Il minimo che possa fare è di farli sentire benvoluti».
Per non rovinarle l’umore, lui tenne a bada il cinismo. Non era convinto che tutti quei parenti e amici fossero venuti per congratularsi con loro – più con lei, forse –, almeno non del tutto. Era certo che cibo, vino e balli gratuiti avessero dato un contributo non indifferente. Per questo, sforzarsi di metterli a loro agio era l’ultima cosa che avrebbe fatto e andava più che bene limitarsi a ricambiare saluti e auguri.
«Ho anche il mio piccolo segreto» rivelò lei, ammiccando.
Ade la guardò incuriosito abbassarsi per raccogliere le gonne dell’abito e sollevarle per rivelare un paio di ballerine basse ai piedi.
«Altrimenti non avrei retto tutti quei balli» scherzò Persefone, muovendo i piedi. «E, lo stesso, non li sento già più».
Ade curvò le labbra in un piccolo sorriso, affascinato dalla sua perfetta organizzazione. «Vorrà dire che dopo ti ricompenserò con un bel massaggio ai piedi». Così, almeno per la prima notte di nozze, avrebbe creduto di aver sposato l’uomo perfetto.
Tuttavia, con la sua risata spensierata nelle orecchie, sentiva di essere lui quello fortunato.