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Autore: Manu_00    20/10/2020    5 recensioni
Raccolta di one-shot legate ai personaggi principali e secondari di JIID: Story of a thief.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Risentimento

L'odio, Theodore lo sapeva, era un sentimento forte, e non valeva la pena provarlo per le piccole incomprensioni che di tanto in tanto potevano scoppiare fra lui e i suoi compagni.
Questo almeno era quello che gli avevano insegnato i suoi eroici cacciatori nei film, nelle serie di animazione e nei telegiornali, ma nel mondo aldilà dello schermo la cosa non sembrava trovare riscontro fra i suoi compagni e le persone che gli vivevano attorno.
Bert il custode non faceva che esplicitare il suo odio per i ragazzini, per gli alcoolici a bassa gradazione e per il suo lavoro in generale, la direttrice invece non aveva bisogno di usare le parole per evidenziare il suo disprezzo per la sua occupazione e le persone di cui si doveva occupare, e in generale i piccoli ospiti dell'orfanotrofio non si facevano problemi a dichiarare apertamente il loro disprezzo per cose e persone.
Lui però aveva cercato di fare suo quell'insegnamento, di essere una persona rispettabile in quella piccola comunità di bestie disagiate, ci aveva provato, davvero.
Ma come non odiare una persona quando questa non si fa problemi ad abbassare ulteriormente la qualità della tua esistenza?
Con due occhi celesti dietro i capelli castani, Theodore sarebbe potuto apparire come un bel bambino di undici anni, se non fosse per due dettagli: i vestiti malconci e tenuti assieme con lo sputo (cosa non rara visto dove si trovava), e l'inchiostro che gli oscurava il viso.
Ah, e poi si potrebbe aggiungere il fatto che era appeso a testa in giù, legato a una vecchia trave arrugginita che sembrava minacciare di cadergli addosso da un momento all'altro.
Beh, la cosa poteva preoccupare soltanto lui, i due monelli lì in basso non parevano tanto preoccupati per la sua incolumità, e come potevano? Lo avevano messo loro in quella situazione.
I suoi occhi chiari si orientarono nell'ambiente degradato della soffitta, cercando di posarsi sui suoi persecutori.
Ion e Laszlo, Pappa e Ciccia, inseparabile duo di aguzzini.
Stavano discutendo animatamente sull'eventualità di lasciarlo lì tutta la notte o lasciarlo lì tutta la settimana, Laszlo pareva orientato per la seconda ipotesi, mentre Ion lamentava che se già puzzava così tanto da vivo, non avrebbe voluto scoprire che fetore emanava da morto.
Spiritosi.
Anche Theodore avrebbe voluto ridere se in quel momento non avesse avuto metà del sangue in circolo concentrato nella zona della testa.
No non era vero, avrebbe voluto piangere, cos'altro potrebbe fare una persona appesa a testa in giù con la faccia scarabocchiata e reduce da una dura sessione di strizzacapezzoli, specialità del robusto Laszlo?
Ma si impose di non farlo, sebbene non poté impedire a qualche lacrima ribelle di scendere giù dal suo occhio destro, per fortuna l'altezza rispetto ai due e la faccia ricoperta d'inchiostro aiutavano a camuffare il suo stato.
Certo, non è che non avesse una sua parte di colpa, aveva chiesto a Ion dei soldi tanto tempo fa, e non li aveva restituiti.
Ion quella volta non la prese bene, e non la prese bene nemmeno quando successe l'anno dopo, ma a differenza della prima volta, nel secondo episodio era stato appeso al ramo dell'albero fuori dal cortile, alla vista di tutti, e con le vecchie mutande di Bert infilate in bocca, quello era stato il peggior giorno della sua vita, nonché quello in cui divenne lo zimbello dell'orfanotrofio.
E se Ion aveva detto che non gli avrebbe negato altri prestiti in futuro, doveva essere perché vederlo umiliato a testa in giù valeva tutti i soldi persi, non che dovesse usare per forza quella scusa, come aveva fatto adesso nel chiedere a Laszlo di ficcarlo in quella situazione.
Laszlo in particolare, pareva godere nell'umiliarlo ogni qualvolta ne avesse l'occasione, sarà perché i soldi prestati in realtà erano i suoi, fatto sta che se il ragazzino più smilzo poteva essere pago per un mese dopo l'ennesima umiliazione, il suo compagno robusto sembrava vivere solo per quello.
Peggio per lui, e per loro, un giorno, Theodore ne era certo, sarebbe diventato un forte cacciatore, e non avrebbe avuto nulla da temere da quei grimm fatti esseri umani che erano i suoi crudeli compagni di stanza, ma per adesso poteva starsene lassù a piagnucolare ed aspettare che Bert lo notasse durante il suo giro diurno, sempre se non era già steso ubriaco sulla neve.
Adulti inutili, anche loro non avrebbero più potuto fargli male una volta che fosse diventato cacciatore, sarebbe stato lui a farla pagare a individui come loro, l'odio non era una bella cosa, ma Ion, Laszlo ed altre bestie come loro, non poteva fare a meno di odiarle, con tutto se stesso.
Che continuassero a tormentare le persone, lui sarebbe cresciuto, sarebbe diventato un eroe e li avrebbe ficcati dietro le sbarre, come meritavano!
Questo pensiero era ridicolo, o almeno questo era quello che gli dicevano tutti, ma la sua speranza in un riscatto futuro gli dava un conforto che non avrebbe trovato da nessuna parte, non dal signor Jeremy, lo psicologo trattava le visite dei ragazzini più come un fastidio che come il proprio lavoro, non dai suoi compagni, non da Bert o da quella zitella acida della direttrice.
Provò a chiudere gli occhi, dimenticando il mal di testa, lo sputo che gli era arrivato sul naso e gli insulti di Laszlo e qualche gruppo di mocciosi che si erano aggiunti per guardare lo spettacolo.
Riuscì a isolarsi dal mondo reale, ed a guardare a un futuro molto diverso dal suo presente, dove lui era il forte e loro i deboli.
Sorrise, un cacciatore, era quello che sarebbe diventato.
<< Ma che gli prende? È morto? >>
Laszlo sputò di nuovo, sta volta la saliva finì sulle labbra del ragazzino appeso.
<< Forse si finge morto, gli opossum lo fanno. >>
Suggerì Simon, indeciso se sollevare qualcosa da terra e aggiungere ulteriore sofferenza a quella subita dal compagno di stanza.
Ion sorrise perfido.
<< Per me sta solo pensando a quanto erano buone le mutande di Bert, dovremmo riprenderle? >>
Le risate ruppero la barriera che Theodore aveva eretto attorno a se, e quelle da sole facevano più male del sangue in testa, della punta della penna che sfregava contro il viso e dello strizzacapezzoli di prima.
Ridete, pensò mentre una seconda lacrima rigava il suo viso, un giorno sarò più forte di voi, e vedremo chi riderà allora.
   
 
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