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Autore: Shireith    21/10/2020    2 recensioni
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Raccolta partecipante al Writober di Fanwriter.
Tanti personaggi (soprattutto Shiho), tante ship (di nuovo, soprattutto con Shiho).
01. Backstory [Elena e Atsushi]
02. Cerchio [Shinichi, Shiho, Gin]
03. Scultura [Rei e Akemi]
04. Lettere [Akemi e Shiho]
05. Diventare genitore [James e Jodie]
06. 1k [Eisuke e Masumi]
07. Bromance [Heiji, Shinichi, Shiho]
08. Sera [Kir e Bourbon]
09. Rare ship [Shiho e Higo]
10. Lingua [Vermouth]
11. Favola [Akemi e Shiho]
12. Angst ending [Mary ed Elena]
13. Piatto preferito [Yukiko e Subaru]
14. Carte [Kaito e Aoko]
15. Scuola [Detective Boys]
16. Passato [Rei e Shiho]
17. Matrimonio [Takagi e Sato]
18. Amicizia [Ayumi e Ai/Shiho]
19. Vestiti [Shinichi e Sonoko]
20. Credo [personaggi a sorpresa]
21. Ruolo [Shiho, Atsushi, Agasa]
22. Sentimento [Yukiko e Ai]
23. Abitudine [Ran e Shinichi]
24. Occhiali [Conan e Ai]
25. Posto preferito [Rei e Hidemi]
26. Mutual pining [CoAi/ShinShiho]
27. Sogni [Gin e Sherry]
28. Treno [Bourbon e Vermouth]
29. Relazione [Heiji e Kazuha]
30. Pianto [Gin]
31. Futuro [Elena e Atsushi]
Genere: Angst, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Atsushi Miyano, Elena Miyano, Rei Furuya, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Prompt: ruolo
Personaggi: Shiho Miyano,
Hiroshi Agasa
Pairing: nessuno
Rating: verde

Di padre in padre


 Due – ne mancavano solo due.
 Sua madre le aveva lasciato in totale venti cassette e Shiho avrebbe finito di ascoltarle l’anno prossimo, al compiere dei suoi vent’anni – non credeva nemmeno che ci sarebbe mai arrivata. C’era stato un periodo in cui aveva accarezzato l’idea della morte come mai una ragazza dovrebbe fare, convinta che solo in quella avrebbe trovato la pace che non aveva mai conosciuto.
 Ora il solo pensiero di perdere tutto la spaventava e il timore di vedere sgretolarsi la piccola realtà che si era costruita non l’abbandonava mai, si nascondeva dietro l’angolo come una belva in agguato pronta a saltarle addosso.
 Sapere che le mancavano solo due cassette era strano – triste, in un certo senso. Le avrebbe ascoltate all’infinito, lasciandosi cullare dalla voce di quella madre che mai aveva conosciuto e che ogni giorno le mancava; ma allo stesso tempo non voleva che finissero, perché avrebbe significato allora che di quella madre non le rimaneva niente.
 Tornò a osservare la diciannovesima cassetta poggiata sul tavolo, sfiorandone la superficie con polpastrelli delicati, quasi timidi, come se temesse di romperla. Si ricordò che il professore era uscito di prima mattina e, sapendo che non sarebbe tornato prima di pranzo, decise che non poteva aspettare oltre.
 In cucina andava bene, non c’era nessuno.
 Inserì la cassetta nello stereo che il professore teneva su uno scaffale per ascoltare musica mentre cucinava – aveva abitudini strane – e, con un attimo di incertezza, premette il tasto play.
 A parlare fu una voce diversa, profonda, maschile – non Elena.
 
Ciao, figlia mia.
 
 Il tempo parve fermarsi, congelarsi, mentre il cuore era indeciso se imitarlo o iniziare a battere all’impazzata – scelse la seconda. Shiho lo sentì premere contro il petto come un tamburo mentre lentamente arrivava a una semplice quanto spiazzante deduzione.
Papà?
 La voce proseguì, rivolgendole parole che a Shiho arrivarono confuse e vaghe. Riuscì a riacquistare lucidità solo dopo vari secondi e ascoltò il padre che si lamentava perché Elena l’aveva costretto a registrarsi.
 Atsushi rise – Shiho rise con lui.
 
È strano, Shiho, parlarti come se avessi già diciannove anni. Per me sei solo la neonata che sta dormendo nell’altra stanza. Sei così piccola, così fragile.
Tua madre, sai… è un po’ pessimista.
 
 Shiho avvertì subito l’esitazione nella sua voce, la nota bugiarda che la macchiò. Le tremarono le labbra.
 
Teme che tutto andrà per il verso sbagliato. Ma forse ce la faremo. Ci proveremo, quantomeno. Per te, per Akemi, per noi.
 
 Atsushi continuò a parlare, ma di nuovo Shiho faticava ad ascoltare: la mente si annebbiò e la realtà la colpì come uno schiaffo in pieno volto, rubandole quel poco di conforto che per un attimo l’aveva avvolta come una calda coperta.
 Della voce di suo padre avrebbe dovuto riconoscere ogni sfumatura, ogni intonazione, e invece era nuova, quasi strana – non l’aveva riconosciuta, non aveva potuto.
 Odiava quella cassetta. Non voleva più ascoltarla, no – le aveva raccontato di quel padre che aveva sempre voluto, che non c’era mai stato, che sempre avrebbe pianto.
 La mente catturata da pensieri neri e maligni, Shiho non seppe nemmeno dire il momento esatto in cui la cassetta terminò. Rimase immobile a osservare il vuoto, il groppo alla gola tanto ingombrante da poterla quasi strozzare, e così come non aveva sentito più nulla delle parole del padre non sentì nemmeno la porta di casa aprirsi e richiudersi.
 Il professore entrò e si diresse da lei con un sorriso che gli catturava mezza faccia. Era già pronto a stupirla con la notizia della festa che lui e Shinichi le avevano organizzato – mai le avrebbero permesso di sottrarsi all’importante tradizione dei compleanni! – ma quello che vide lo spiazzò.
 «Shiho?»
 Lei si voltò e parve sinceramente accorgersi solo in quel momento della sua presenza. Aveva gli occhi lucidi, il labbro inferiore stretto tra i denti, e le dita sottili si stringevano disperatamente attorno alla carne fino a renderla bianchissima. Agasa poté giurare di sentire mille lame trafiggergli il petto solo nel guardarla.
 Poggiò le buste sul tavolo e le si avvicinò di alcuni passi, lasciandola fare quando Shiho, senza chiedere, si buttò tra le sue braccia e scoppiò in un pianto trattenuto tanto a lungo da far male.
 «Shh, shh», fu tutto quello che il professore riuscì a formulare, picchiettando una mano sulla sua schiena.
 Non aveva un padre, Shiho, non l’aveva mai avuto – eppure non si era nemmeno accorta che già da un po’ qualcun altro ricopriva quel ruolo.

 
NOTE ➳ Mi è piaciuto scrivere ogni singola storia di questa raccolta (sto ancora pensando a quella Kir/Bourbon e aaah!), però un po’ mi viene da pensare che fare uno Shiho!october (o un Miyano!october) non sarebbe stata una cattiva idea. Quant’è bello questo personaggio, quanto? Scriverei di lei all'infinito.
 Purtroppo non sono sicura che la storia sia venuta un granché bene, c’è qualcosa che non mi convince, ma non posso farci niente.
 Come sempre vi ringrazio per aver letto; a domani!
   
 
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