Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    22/10/2020    6 recensioni
“Peter, ma cos’hai là dentro? Spero che tu non stia trasportando un cadavere!” esclamò zia May quando lo vide.
Peter rise, ancora una risata spontanea… ma senza arrivare agli occhi.
“No, niente cadaveri” rispose. “Sono solo cose vecchie di cui era ora che mi liberassi. Avevo bisogno di fare un po’ di spazio nella mia stanza.”
Beh, ad essere sinceri qualche cadavere c’era: il sacco conteneva le prime tute da Spiderman che Peter aveva usato e tutti i ritagli e le riviste su Tony Stark che aveva conservato per anni.
Era come se Peter avesse deciso di seppellire, letteralmente, tutta quella parte del suo passato e metterci una grossa pietra sopra.
Questo è il sequel di Luna my Darling, la mia versione di Endgame: Tony è stato riportato in vita, ma Peter ha sofferto troppo e ha deciso di rinunciare alla sua vita di Avenger. Tony, però, non è affatto d'accordo e farà di tutto per riavere al fianco il ragazzo di cui ormai non può più fare a meno.
Pairing: TonyXPeter
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono al MCU e a chi ne detiene i diritti.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Legends never die'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo quarto

 

There's nothing I fear
You watch over me
You give me advice
Together we fight

Even when I'm feeling blue
I can see myself in you
Everything turns so clear
In your eyes reflection
I find hope…

(“Side by side” – Temperance)

 

Tony tenne stretto Peter in quell’abbraccio, ma ancora una volta evitò di provare a baciarlo o a fare qualsiasi altra cosa. Si rendeva conto, per la prima volta, che quello che nei mesi passati veniva così naturale tra loro adesso non lo era più. Poche ore prima, sulle rive dell’East River, si era trattenuto dal baciare Peter pensando che non voleva turbarlo o imbarazzarlo in un momento tanto delicato, che era molto più importante riuscire a farlo emergere da quel tunnel oscuro in cui si era ritrovato e solo dopo, semmai, abbandonarsi a effusioni e abbracci più intimi. In realtà ora capiva che nemmeno lui sapeva fino a che punto volesse spingersi.

Non che non desiderasse Peter o che non lo amasse più, anzi. Ma aveva compreso che non era stato solo il giovane a cambiare, durante quel periodo terribile in cui lo aveva creduto morto.

Anche lui, Tony, era cambiato ed era inutile che fingesse che morire e tornare indietro non avessero significato nulla.

Peter aveva ragione: non bastava riprendere le abitudini di un tempo, pizze, cheeseburger, patatine e maratone di serie TV o di film di fantascienza per ritrovarsi, magicamente, ad essere il Tony e il Peter di un anno prima.

Non funzionava così, non era tanto semplice.

Tony Stark dovette ammettere che, in fondo al cuore, anche lui non si sentiva completamente a suo agio con Peter, non come prima. Sentiva che il ragazzo era cambiato e che doveva imparare a conoscerlo di nuovo, ma lui stesso non era più lo stesso uomo, aveva attraversato l’inferno per ritornare indietro e adesso aveva un diverso modo di concepire la vita e nuove priorità.

Fino a quel momento aveva ostentato sicurezza, baldanza, i modi di fare del Tony di prima. Si era presentato davanti alla scuola di Peter invitandolo a uscire, lo aveva portato in volo su New York, lo aveva convinto ad andare a prendere una pizza che poi avevano mangiato nell’appartamento del miliardario, aveva proposto la solita serata del venerdì con film horror o serie TV da nerd… ma era stata solo una farsa a beneficio di Peter e di se stesso. La sicurezza che mostrava non era autentica e, in tutta onestà, non aveva alcuna voglia di mettersi a guardare la TV come se niente fosse successo.

I momenti in cui il vero Tony Stark era venuto allo scoperto erano stati quelli in cui aveva parlato a Peter con durezza, con brutalità perfino, ma finalmente e completamente sincero. Doveva ammetterlo, così come Peter si era creato una corazza scegliendo una vita squallida e ripetitiva sperando così di sfuggire a nuovi dolori e sofferenze, lui aveva tentato di riportare indietro le lancette dell’orologio proponendo le stesse cose di un anno prima e sperando che tanto bastasse a ricreare anche loro due e il loro rapporto, come se niente fosse accaduto.

Non era questo ciò di cui Peter aveva bisogno e, in realtà, non serviva nemmeno a lui. Non in quel modo.

Certo, era ancora innamorato di quel ragazzo, sentiva ancora l’assoluta necessità di averlo nella sua vita, ma avrebbe dovuto trovare un modo nuovo non solo per riconquistare il suo amore (ammesso che lo avesse perduto), ma anche per creare un legame più profondo e solido tra loro.

E doveva iniziare proprio da quella sera, parlando sinceramente con Peter, spingendolo a confidarsi e facendo lo stesso con lui, cercando di capire cosa avessero ancora in comune, cosa potesse salvarsi del loro passato e cosa dovesse essere invece costruito partendo da zero.

Tony aveva messo completamente a nudo la sua anima quella sera e adesso era Peter a dover rispondere alla sua domanda: Io sono Iron Man, sono un eroe quando si tratta di combattere, ma sono sempre stato un codardo nella vita reale. Tu cosa vuoi fare, Peter?

I due si sciolsero dall’abbraccio e si guardarono negli occhi. Era il momento della verità, non potevano più nascondersi.

“Io… io credo che lei abbia ragione, signor Stark” rispose il ragazzo, titubante. “Ha detto tante cose giuste stasera e mi rendo conto che anch’io sono stato un codardo finora, rinchiudendomi nella mia stanza, nello studio e nei doveri. Però…”

Peter deglutì, sembrava fare molta fatica a continuare il discorso.

“Però, ecco… non me la sento di riprendere la vita di prima. Insomma, non subito, perlomeno, e non in quel modo. Non sono più la persona che ero prima della battaglia contro Thanos e mi sembra addirittura di non conoscerlo più, quel ragazzo ottimista e entusiasta che voleva salvare il mondo. Per prima cosa devo riflettere su quello che voglio fare della mia vita e… sì, credo di voler fare lo stage alla Stark Foundation come avevamo progettato e poi il college, magari lei mi potrà consigliare.”

“Lo farò con molto piacere, ragazzo” disse Tony, con una voce strana. Era commosso. Si rendeva conto di quanto costasse a Peter ripensare alla sua vita e cercare di combattere le sue paure, nessuno meglio di lui poteva capirlo, ma… Peter aveva pur sempre solo diciannove anni e stava mostrando una forza d’animo non comune. Tony poteva solo assecondarlo e prendere esempio da lui.

“Quindi… questo significa che non voglio escluderla dalla mia vita, non ho mai voluto farlo, avevo solo paura che, se mi fossi attaccato troppo a lei, l’avrei persa di nuovo. Ma ha ragione lei, signor Stark, è un pensiero da codardi e io non voglio esserlo” riprese Peter, sempre più convinto mano a mano che parlava, come se le sue stesse parole lo incoraggiassero e gli infondessero nuova energia e speranza. “E’ vero, ci vuole più fegato a vivere che a fare il supereroe ed è per questo che, ora come ora, quel poco di coraggio che mi rimane devo utilizzarlo tutto per sforzarmi a vivere, cosa che non ho fatto in questi ultimi mesi…”

Stark era ammirato e intenerito insieme. Peter non credeva di essere coraggioso? In realtà gli stava dimostrando di esserlo moltissimo, mille volte di più in quel momento così delicato che tutte le volte in cui aveva indossato la tuta di Spiderman. Fare l’amichevole Spiderman di quartiere era stato il gioco di un ragazzino, la sfida di un adolescente spesso fin troppo entusiasta, ai limiti dell’incoscienza. Scegliere di vivere la vita di ogni giorno affrontandone gioie e inevitabili dolori, quella era la vera prova di coraggio.

E non soltanto per Peter…

“Senti, mi sembra che questo sia un discorso particolarmente difficile, forse è meglio che andiamo a sederci sul divano” propose Tony, per alleggerire un po’ l’atmosfera e dare un attimo di respiro a Peter, che sembrava provato come se avesse appena corso la Maratona di New York.

I due si sedettero sul divano che tante volte li aveva accolti per guardare DVD e serie TV e anche per scambiarsi baci e coccole. Adesso quello stesso divano aveva un compito ancora più importante.

“Mi impegnerò per andare bene a scuola e mantenere la borsa di studio, ma farò in modo di trovare del tempo anche per lo stage alla Stark Foundation” riprese Peter, cercando di riordinare le idee. “E voglio del tempo anche per… per vedere lei, signor Stark, per parlare con lei come stiamo facendo adesso, per capire cosa… cosa è diventato il legame che… insomma…”

Arrossì e non riuscì a finire la frase. Beh, in quello, almeno, Peter non era diverso e Tony sospirò di sollievo nel constatare che certe cose, perlomeno, non cambiavano mai!

“Capisco quello che vuoi dire e sono d’accordo con te, Peter. E’ anche per questo che sono venuto alla tua scuola questo pomeriggio, volevo parlare con te, volevo che ci chiarissimo e tu continuavi a evitarmi” replicò Stark. “So che cosa eravamo prima… prima della battaglia con Thanos, so qual era il rapporto che ci univa. Ma mi rendo conto, proprio come te, del fatto che siamo entrambi cambiati. E non perché io sia un clone, un alieno o chissà che altro, io sono sempre Tony Stark! Ma ho attraversato la morte e adesso vedo le cose sotto una luce diversa. E tu hai passato delle esperienze dolorose e terribili che ti hanno fatto crescere. Dobbiamo imparare a conoscerci di nuovo e vedere se… beh, se possiamo andare d’accordo anche così. Io spero di sì, per quanto mi riguarda.”

Peter accennò un timido sorriso.

“Anch’io… anch’io spero di sì.”

“Dunque abbiamo chiarito diversi punti: farai lo stage alla Stark Foundation, continueremo a vederci per capire se siamo sempre… insomma, diciamo amici, per adesso” ricapitolò Stark. “Però non vuoi più essere un supereroe e non vuoi far parte degli Avengers.”

“No, per ora no” ripeté Peter, questa volta con maggior convinzione. “Non mi sento pronto per questo. Come le ho detto, signor Stark, al momento ci sono diversi altri ambiti della mia vita sui quali devo… ecco, lavorare. Fino a ieri non avrei mai pensato nemmeno di trovarmi qui, con lei, stasera, e invece ci sono. Non avrei mai pensato di riconsiderare la possibilità dello stage alla Stark Foundation e ho capito che invece voglio farlo. Chissà, magari tra qualche tempo riprenderò in considerazione anche l’idea di usare i miei poteri, consapevolmente intendo, e di rimettermi la tuta di Spiderman. Non lo so, non posso dirlo adesso.”

Tony era soddisfatto. Era stata dura, ma adesso vedeva Peter più tranquillo, più rilassato. Riusciva ad intravedere in lui quella luce che, per tanto tempo, era stata soffocata dalla tenebra del dolore. No, probabilmente non sarebbe mai più stato il ragazzino ottimista e pieno di entusiasmo che aveva conosciuto e amato, ma doveva tenere conto anche del fatto che Peter, ormai, si avviava a diventare un giovane uomo e non più un adolescente. Era fisiologico che cambiasse e le esperienze dolorose che aveva dovuto affrontare avevano sicuramente accelerato questo cambiamento.

Questo, però, non era importante.

Ciò che contava era che Peter stesse bene, che si riappropriasse della sua vita e che… che non lo tagliasse fuori. Erano entrambi cambiati e ora dovevano capire se anche il loro legame poteva cambiare ed evolversi con loro. Lui sperava di sì e anche Peter aveva detto che lo sperava. Ci avrebbero provato e, in ogni caso, il rapporto che li aveva uniti non si sarebbe mai spezzato. In quel momento nessuno dei due poteva dire se sarebbe diventato un rapporto di amicizia o se sarebbero ritornati ad essere amanti, ma entrambi sapevano di essersi ritrovati e di poter costruire un futuro in cui l’uno ci sarebbe sempre stato per l’altro.

Avevano superato difficoltà incredibili e strazianti pur di riunirsi in qualche modo, perciò il loro destino era quello di stare fianco a fianco.

In che modo, solo il tempo lo avrebbe potuto dire.

“Beh, direi che ci siamo chiariti, ragazzo” disse Tony, finalmente più rilassato. “Cosa vuoi fare ora? Vuoi tornare a casa subito? Posso chiamare Happy e farti accompagnare.”

Peter lanciò una veloce occhiata all’orologio.

“Non sono ancora nemmeno le nove, signor Stark. Sarò uno sfigato, ma non così tanto da andare a dormire a quest’ora di venerdì sera!” replicò, con un sorrisetto che era un lontano parente dei luminosi sorrisi di un tempo… ma andava bene lo stesso perché era comunque un sorriso. “Abbiamo mangiato la pizza, abbiamo parlato, potremmo guardare qualcosa alla TV, no?”

Tony sentì un calore benefico irradiarglisi per tutto il corpo, partendo dal cuore, ma cercò di non mostrarsi troppo entusiasta.

“Che cosa ti piacerebbe vedere?” domandò, cercando di ostentare una sovrana indifferenza.

“Beh, direi che al momento ne ho abbastanza di storie di alieni e film fantascientifici” rispose Peter. “Preferirei qualcosa di più realistico, qualcosa sugli eroi di tutti i giorni, che combattono il male senza tute e superpoteri. Conosce quella nuova serie TV, FBI, su una squadra di agenti del Bureau che combatte il crimine e i terroristi usando la sua abilità e le nuove tecnologie?”

“Non ancora, ma qualcosa mi dice che la conoscerò presto” sorrise Tony.

La vita stava ricominciando per Tony e Peter; in modo diverso, forse, ma ancora e sempre li avrebbe visti l’uno di fianco all’altro.

 

FINE

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras