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Autore: funny1723    22/10/2020    0 recensioni
Dal testo:
"Piper cercò di fare un respiro profondo, ma il fiato le si fermò in gola. Aveva la bocca secca e le mani le tremavano impercettibilmente. Non riusciva a controllarsi, il suo corpo non rispondeva più alla sua volontà. Odiava aver perso il controllo. Odiava che Phoebe le avesse fatto perdere il controllo."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Phoebe Halliwell, Piper Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NO SHADE IN THE SHADOWS OF THE CROSS
 








There's blood on that blade, fuck me, I'm falling apart







Piper cercò di fare un respiro profondo, ma il fiato le si fermò in gola. Aveva la bocca secca e le mani le tremavano impercettibilmente. Non riusciva a controllarsi, il suo corpo non rispondeva più alla sua volontà. Odiava aver perso il controllo. Odiava che Phoebe le avesse fatto perdere il controllo.
“Piper ti stai comportando in modo ridicolo, quella ragazza sarà confusa e terrorizzata ed è nostro compito aiutarla. È pur sempre nostra sorella.”
Phoebe incrociò le braccia davanti al petto, mentre nei suoi occhi si accese una scintilla di consapevolezza. “Grazie a lei potremmo ricreare il potere del trio!”
Piper strinse le labbra fino a che non divennero una linea quasi invisibile. Come poteva Phoebe essere così calma? Come poteva comportarsi come se quella fosse una situazione accettabile? Come se quella ragazza potesse diventare veramente parte della loro vita?
“Noi abbiamo già una sorella, Phoebe e non ne voglio un’altra.”
Piper non riuscì più a trattenere le lacrime, le scendevano copiose lungo le guancie fino ad arrivare a bagnarle il collo e la maglietta. Erano anni che non piangeva più così. Forse non aveva mai pianto così in tutta la sua vita.
“Io voglio Prue…” le parole le uscirono sommesse, la voce arrochita. Phoebe le corse in contro, abbracciandola con dolcezza.
“Oh tesoro, lo so. Anche a me manca terribilmente.”
Piper si scostò dall’abbraccio come se qualcosa l’avesse bruciata.
“Davvero? E allora perché sei così tranquilla? Perché non urli o piangi? Ti comporti come se fosse tutto come sempre, come se le cose non fossero cambiate. Come se il mondo non fosse finito.”
Piper sapeva di essere ingiusta, ma no riusciva a trattenersi, era più forte di lei.
Phoebe aveva gestito la morte di Prue così bene. Troppo bene. E Piper questo non riusciva a perdonarglielo. Non riusciva a perdonarle di essere andata avanti con la sua vita, essere stata in grado di tornare a ridere o a uscire o a preoccuparsi di cose come fare la spesa o andare al lavoro. 
“Piper,”
Phoebe la guardava con quello sguardo un po’ triste e un po’ amorevole che gli adulti sono soliti rivolgere ai bambini quando devono spiegargli che a volte le persone semplicemente se ne vanno e non tornano più. Piper sentì la rabbia aumentare. Lei non era una bambina. Lei sapeva perfettamente cos’era la morte, lo sapeva fin troppo bene. Ma il conoscere la morte non la rendeva meno dolorosa o sensata o giusta.  
“No, Phoebe io non ce la faccio, lo capisci? Ogni giorno mi sveglio e la consapevolezza che Prue non c’è più mi toglie il respiro. Mi sembra di essere incompleta, come se insieme a lei fosse morta una parte di me. Mi aggiro per la casa e la rivedo in ogni angolo, a leggere seduta nel solaio, in cucina a preparare il caffè o in camera a scegliere i vestiti da indossare per uscire. A volte mi sembra ancora di sentirla ridere, ma poi mi ricordo che non è possibile, che non la sentirò ridere mai più, perché è morta Phoebe, nostra sorella è morta e io non so come sopravvivere a questo. Io non…” le parole le si fermarono in gola.
Io non voglio sopravvivere a questo, non voglio sopravvivere a Prue.
Un singhiozzo la fece sussultare. Si chiese se le lacrime si sarebbero mai fermate.
Phoebe non disse niente, semplicemente le si avvicinò e l’abbracciò come era solita fare la loro madre. Le posò il mento sulla testa e le carezzò una spalla con dolcezza, dandole piccole strette affettuose. Piper si lasciò andare ad un pianto disperato. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, urlò finché i polmoni non iniziarono a bruciarle. Urlò perché non sapeva cos’altro fare. Sua sorella era morte e lei non poteva fare niente per cambiare le cose. Sua sorella era morta e non c’era altro da dire.
Phoebe non la lasciò andare neanche per un secondo, cullandola con pazienza e comprensione; e Piper allora si aggrappò a lei, la strattonò fino a sformarle la maglia, la trascinò a terra con sé. E poi rimase lì, immobile, con le mani ancora serrate intorno alla stoffa del suo cardigan.
“Come posso andare avanti senza di lei? Io non sono pronta.”
Phoebe le scostò una ciocca di capelli dal viso e le carezzò con dolcezza la fronte.
“Non lo so tesoro, ma so che non devi farlo da sola. Ci proveremo insieme, un passo alla volta. Che ne dici?”
 Piper si asciugò le lacrime con la manica del maglione. Guardò sua sorella e in lei rivide ogni generazione di Halliwell venuta prima di loro.
“Un passo alla volta mi basta.”
 
   
 
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