Salve a tutti, grazie per aver letto e commentato l’ultimo capitolo e per
avere sempre tanta pazienza. Grazie per tutti i vostri complimenti,
per il vostro sostegno e i vostri consigli. Spero che mi aiutino a
migliorare.
Ad Personam
Rory95: sono
contenta che tu abbia cominciato a leggere la mia storia e che ti sia piaciuta,
spero che apprezzerai il finale! Grazie della tua recensione.
MaxT: Ciao
Max! Grazie per la tua gentilissima recensione e per la bella
storia che scrivi e che leggo con tanto piacere. I nodi arriveranno
tutti al pettine in un paio di capitoli e poi metterò la parola fine a questa
lunga avventura. Poi, chissà? Mi piacerebbe scrivere qualcos’altro, ho delle
idee su alcuni corte one-shot
ispirate agli eventi e ai personaggi di Terra Magica, vedremo…
Rainboy: Ti
ringrazio ancora tanto per i consigli e i complimenti, entrambi molto ben
accetti. La trama si dovrebbe definitivamente capire nei prossimi due capitoli,
così poi potrai dirmi cosa ne pensi. Sinceramente io
non la ritengo particolarmente brillante: ho preferito concentrarmi su creare e
gestire dei personaggi che mi piacessero e un’atmosfera drammatica, sapendo che
non sono molto brava con gli intrighi e sarebbero parsi ingenui. Per la parte
sulla regina ti rimando alla risposta che ho dato a Melodie, perché, visto che
anche lei mi ha parlato dello stesso argomento, ma da un altro punto di vista,
preferisco rispondervi insieme. La seconda parte del capitolo è anche la mia
preferita, mi è venuta più scorrevole. Mi piace parlare dell’Oracolo, trovo che nel fumetto sia un personaggio non molto ben
sfruttato, spesso persino incoerente. Ho preferito fa decadere la fortezza al
posto del suo aspetto fisico, in parte per ragioni di trama…. E di parallelismi, ma anche perché preferivo che la sua malattia
rimanesse in qualche modo “invisibile” come lo sono le sue emozioni e le sue
motivazioni: c’è, ma non la mostra, non lui direttamente almeno. Di
Kandrakar in rovina si dovrebbe avere un’ultima immagine in uno dei prossimi
capitoli, poi, la descrizioni principale rimarrà
quella che si legge all’inizio del racconto, nel secondo capitolo. Grazie
ancora!
Melodie:
Mille grazie per la recensione molto… appassionata! Mi fa molto piacere vedere
che il mio racconto intriga chi lo legge! Riguardo alla regina di Kandrakar PENSO che la ragione stia a metà tra la tua recensione e
quella di Rainboy: anche io, come lui, trovo che la
prima parte del capitolo non scorra bene, che l’alternanza di battute fra le
ragazze sia troppo forzata e di non essere riuscita ad esprimere del tutto
quello che si dovrebbe recepire da quella scena. Riguardo ad
Hay Lin credo che, nonostante tutto, la sua reazione sia più o meno plausibile:
tende a prendersi tutte le colpe e a dimenticare quelle degli altri. Quella di
Taranee non mi convince troppo, per certi versi credo, come Melodie, che in effetti stia riflettendo sul suo potere e i suoi stessi
sentimenti e che questo la inibisca un po’, però credo che la sua parte di
dialogo vada comunque sistemata. La regina è un casino… E’ molto difficile
farla parlare ed agire, è una regina, appunto, e parla come tale, ma è anche
antichissima (è già antica quando Haydin diventa
Oracolo) e molto saggia, al tempo stesso però, ha un aspetto molto
“fanciullesco”, quello che la fa piangere quando parla della sua Terra che sta
andando incontro a un disastro inevitabile. E’ come un
malato terminale: sa da un pezzo come deve andare, ma se ne parla piange lo
stesso, non tanto per se stesso, ma per le persone a cui è affezionato. Perciò credo che sia giusto che sembri avere un po’ “il
gobbo”, ma, al tempo stesso, penso che dovrei cercare di farla parlare in modo
più fluido e naturale.
Non
trascorse che una manciata di secondi, prima che le
cinque ragazze scivolassero attraverso la porta aperta dalla chiave di Everlan
nella sala del trono della reggia.
La regina di Everlan sedeva avvolta nei nelle sue ampie vesti multicolori, pesanti di ricami d’oro e
d’argento. I suoi sei Guerrieri la fronteggiavano.
Non era
difficile intuire che qualcosa non andava per il verso giusto: i due ragazzini gemelli piangevano senza
freni tirando su con il naso, il maschio si mordeva il labbro inferiore per non
singhiozzare, mentre la femmina pestava i piedi per terra urlando “No, no, no!
Io non ci sto!”; il dinoccolato Flood si nascondeva la metà inferiore del volto
con una lunga mano bruna, mentre i suoi occhi scuri avevano un’espressione
attonita; sul viso di Ardu era impressa
un’immagine di granitica ostinazione, mentre il cupo Avren
aveva sul volto un’espressione indefinibile e stringeva convulsamente l’elsa
della spada e Efri…
Efri si
voltò verso di loro ululando di rabbia quando entrarono nella stanza, il corpo
asciutto avvolto dalle fiamme.
“E’ tutta
colpa loro! Vi siete fatta traviare dalle loro parole
Vostra Altezza, Vi hanno ingannata e Voi, Voi ci tradite così! Ci abbandonate!” . La donna sollevò la lancia che portava sulle spalle “Ma
non ve lo permetteremo! A morte le Streghe!”.
Quella donna
era una folle pericolosa, Taranee l’aveva sempre pensato ed adesso ne era ancor più convinta. Allungò una mano e l’arma
scagliata contro di loro prese fuoco e si ridusse a poche ceneri prima di
raggiungerle. La fiammata illuminò l’intera sala, facendo danzare le ombre
scure delle colonne con una potenza che colse di sorpresa la Guardiana stessa,
il suo elemento aveva reagito con una furia che l’aveva
colta impreparata.
“Sapevo che
non poteva mento fidarci di voi, maledetti!” gridò Cornelia accanto a lei. Taranee percepì
chiaramente il potere che l’amica richiamava a sé.
“Ragazze,
ferme! Ferme!” ordinò Will con una nota di panico nella voce, che fece perdere
non poco peso alle sue parole. La voce di Nimuel fu poco più di un sussurro, ma si diffuse per
tutto il salone, sovrastando le urla, i singhiozzi, le imprecazioni: “Efri,
amica mia, calmati! Così ho deciso ed è l’unica scelta che possa
o voglia fare”.
La donna si
voltò verso di lei, rapida come un serpente infuriato: “Non ve lo permetteremo,
non possiamo permettervelo”.
“Efri sei
una sciocca” intervenne severamente Ardu “Cosa pensi di fare? Sai bene che non possiamo fare niente
che non sia per il bene della nostra Signora”.
“Tu, borioso
codardo! Adesso ti tiri indietro?” ribatté velenosa la
focosa guerriera.
“Mia
Signora, se permettete due parole” riprese l’uomo, ignorandola e rivolgendosi
alla regina “la nostra compagna manifesta da sempre una riprovevole mancanza di
tatto e ancor più di sangue freddo” . L’uomo fece una
pausa e rivolse a Nimuel uno sguardo carico di affetto
e compassione “Io vi capisco: lasciate che i vostri sentimenti per quel uomo vi
distolgano dai vostri doveri nei confronti della Vostra terra, dei Vostri
sudditi e di Voi stessa” sospirò pesantemente “ Però non possiamo permettervi
di abbandonarci. Il nostro fine ultimo e solo è preservarvi”.
Sollevò
appena le braccia e le colonne del salone si sbriciolarono in un minuto
pulviscolo “Con o contro il vostro parere. E’così deplorevolmente
facile distruggere, adesso”.
“No” esalò
appena la regina coprendosi il volto con le mani “Io non posso lasciarvelo
fare, non costringetemi, vi prego, a lottare contro di voi”.
“Bastardi
traditori” ringhiò Cornelia. La ragazza si lasciò cadere su un ginocchio e
toccò terra con una mano. Un’ ampia
frattura si aprì nel pavimento di granito in direzione della Guardia e del
trono.
Ardu si
volse verso le Guardiane. La terrà tremo leggermente, la
frattura smise di espandersi. Il viso di Cornelia si contorse in una
smorfia di disappunto.
Hay Lin si
sollevò faticosamente da terra di qualche palmo, ma sembrava avere serie
difficoltà a mantenersi in equilibrio “Uh… Uh… Oh dai,
ma cosa…? Oh accidenti!” esclamò alla fine cadendo sul sedere.
Una fiamma
si accese fra le mani di Taranee, così viva e potente che la ragazza la
controllò a fatica, intorno a Irma, con il viso
contratto dallo sforzo, cominciarono a condensarsi gocce d’acqua.
“Vi prego!
Ragazze! Non è il momento! Siamo qui per parlamentare!” Will
si parò davanti alle amiche a braccia spalancate “Altezza” continuò voltando
appena la testa verso Nimuel “L’Oracolo
ci ha dato il permesso. Non c’è più bisogno di combattere”. L’ultima
frase prese un accento quasi disperato e, per un attimo a Taranee parve che gli
occhi di Will corressero al guerriero silenzioso alla sinistra di Nimuel.
“E voi credete che accetteremmo la vostra pietà pulciosa?”
ribatté Efri sfoderando i pugnali.
“E’ da
quando abbiamo capito che la regina complottava con voi che stiamo cercando una
soluzione!” sputò Ire, asciugandosi le
lacrime “Non siamo mica così stupidi”.
“Davvero?” esclamò il gemello accanto a lei, guardandola perplesso “L’abbiamo
fatto?”
“Certo,
cretino! Ma mica venivamo a dirlo a te, saresti corso subito
a dirlo a lei! Te le dai sempre ragione!”.
Flood mosse
qualche passo verso Efri, con le braccia appena aperte e un sorriso timoroso e
accondiscendente “Calma, fratelli… calma… Noi non possiamo ribellarci alla
volontà della regina, troveremo un accordo…” Efri sibilò di rabbia, ma Flood la
ignorò e si rivolse ad Avren “Non è
vero Capitano? Non ci permetteresti mai di venir meno a i
nostri doveri, tu sei qui per questo”.
Will si
voltò verso il giovane, sul volto speranza e angoscia
mischiate insieme nell’attesa della sua risposta. Taranee seguì il suo sguardo:
gli occhi grigi del Comandante della Guardia erano impenetrabili.
Avren
rimase immobile per un alcuni secondi, limitandosi a
stringere con più forza l’elsa della spada.
Flood iniziò ad apparire agitato, rivolse un’occhiata preoccupata alla
sua compagna, che evidentemente non aspettava che un cenno di
assenso da parte del Comandante per aggredirlo.
“No” a quel
monosillabo, Flood si rilassò sensibilmente e sul suo volto si allargò
un’espressione di sollievo, mentre il viso di Will si illuminava.
Avren si
mosse appena, ma un secondo dopo era alle spalle di Flood, la lama pesante
della sua spada che sfiorava il collo nudo dell’altro “Non vi permetterò di
venir meno ai vostri doveri”.
Flood
sgomento non mosse un muscolo, si limitò a fissare con
apprensione, il metallo satinato dell’arma. Ire, dietro a lui, esultò “Grande Capitano, se tu sei con noi abbiamo vinto”.
Efri sollevò uno sopracciglio sottile, mentre un
sorriso sarcastico aleggiava sulle sue labbra “Allora non sei così stupido come
credevo”.
“Cosa sta succedendo?” Irma urlò inviperita e, sospettò
Taranee, preoccupata per la sorte del suo bello “Cosa sta succedendo?! Siamo
qui per portare notizie importanti ! Qualcuno vuole
ascoltarci o no?”
“Siamo
finite nel bel mezzo di un colpo di stato, se non l’hai capito” sibilò
Cornelia, crudelmente “Questi bei tomi, non sono
minimamente intenzionati ad ascoltarci. Ci toccherà
combattere” terminò con un sorrisino quasi soddisfatto.
“No, vi
prego!” Nimuel tentò di alzarsi dal suo trono, ma la sua debolezza doveva
essere eccessiva, perché ricadde a sedere “Non combattete!
Figli miei, anche così debole, io sono la sola signora
di questa terra, non potete niente contro di me”.
“Mi spiace
mia Signora” rispose Ardu con pacata
gentilezza “Ma non è così, in questi lunghi secoli che vi abbiamo servito,
siamo diventati sempre più indipendenti”.
“Lo sapevamo
che non avreste mai voluto andare contro il volere di
quegli stupidi di Kandrakar!” si intromise Ire, la sua vocetta
acuta carica di rabbia e disprezzo “Avete sempre lasciato che facessero quello
che gli pareva, anche quando si sono portati via Haydin!
E ora lui è diventato uno di quei rimbecilliti vestiti
di bianco”. Ire ridacchiò in maniera un po’ isterica
“E allora abbiamo deciso di pensarci noi, abbiamo deciso che ci saremmo
attenuti al piano VERO, qualunque cosa succedesse. Avremmo catturato le
Streghe”.
“Brutta viperella” imprecò Hay Lin sottovoce “Ora
la sistemo io!”. Taranee le posò un una mano sulla
spalla “Ti prego Hay-hey abbi pazienza…
Dobbiamo evitare di peggiorare la situazione.
Ardu sospirò “Scusate la sua scortesia mia Signora, in tutto
questo tempo non sembra essere mai cresciuta. Non erano le parole che avrei
usato per spiegarvi la situazione”
La regina
gli rivolse un lungo sguardo poi spalancò gli occhi
limpidi “Oh! Non… non è possibile… voi non potete! Io…
non posso non essermi accorta!”.
“Invece è così mia Signora. Siete più debole di quanto voi
stessa non vi siate resa conto. Noi, invece, siamo più forti” ribatté tranquillamente Ardu.
“E’ stata la
permanenza sulla Terra” interloquì Efri con una risata folle “Abbiamo ripreso
le forze, in quel mondo ancora giovane, almeno quanto bastava per riuscire ad
agire di nascosto a voi”.
“Ma… ma.. gli stregoni…” Nimuel pareva attonita. Come può esserlo
una creatura millenaria e onnisciente che, improvvisamente, si trova debole e
cieca. “Non potete aver spezzato le loro catene”.
“La vostra
fiducia negli altri è sempre stata mal riposta, mia Signora” continuò Ardu “I vostri sudditi umani non hanno esitato neanche un
istante ad unirsi a noi e ad aiutarci a controllare i Vostri poteri, quando
hanno dovuto scegliere tra andare contro la volontà di Kandrakar e la
Vostra e una fine sicura”.
“Ah” gli
occhi di Nimuel si erano adombrati, ma il viso di Will si era illuminato di
speranza “Ma non è così!” si affrettò a spiegare con
urgenza e sollievo “Non sarà la fine! Dovrete solo andare via di qui, in un
altro luogo che Kandrakar ha scelto per voi!”.
“Will, no!” esclamò la regina “Non è così, non è per questo! Dovete
fuggire, subito!”.
La ragazza,
presa in contropiede, perse un attimo, sufficiente perché Ardu, con un gesto, le avvolgesse le gambe in un
groviglio di rampicanti.
“Che Kandrakar li ha graziati gli Everlaniani non lo sapranno
mai” affermò l’uomo, mentre Will tentava di districarsi “Non devono saperlo,
Everlan non può morire. Quanto a voi” continuò rivolto alle
altre Guardiane che si preparavano a vender cara la pelle “Non muovetevi.
Abbiamo degli ostaggi”.
Avren premette
l’arma sulla gola di Flood con più forza. Il ragazzo deglutì. Irma imprecò.
“Cosa ci importa di quel debosciato!” esclamò Cornelia, mentre
centinaia di frammenti di marmo cominciavano a turbinare minacciosamente
intorno a lei.
“Ma potrebbe importarti di altro, ragazza” ribatté l’uomo
“Non vorrai che le margherite sfioriscano già in
primavera”.
“No” mormorò
la Guardiana della terra, mentre l’orrore le riempiva lo sguardo insieme alla
comprensione “Meg! Cosa le hai
fatto tu, miserabile!” urlò furibonda.
“Niente, per
adesso. Giace addormentata la bella Margareth, in un
luogo segreto” rispose Ardu, tranquillo e
rassicurante “Avvolta dai rovi come una principessa delle vostre fiabe. Ma, se
non vi arrendete, i rovi invece di proteggerla…” strinse
il pugno davanti a sé in un gesto eloquente.
“E insieme a lei” aggiunse ilare Ire “C’è anche un certo musicista… Oh
è così carino, così gentile… proprio un rubacuori, sarebbe un peccato doverlo
fare fuori!”.
“No!” questa
volta fu Hay Lin a urlare, mentre Will aveva smesso
perfino di dibattersi per cercare di liberarsi “Voi non potete fargli male! Anche se siete dei ragazzini… io… io” agitò un pugno
impotente verso Ire.
Zeph si rivolse alla sorella “Tu hai fatto tutto questo senza
dirmelo? Ma come ti sei permessa! Stupida vipera!”.
“Colpa tua,
che non capisci niente” lo rimbeccò lei “Vuoi che
finisca tutto?”.
“Lei… lei ha
deciso così” borbottò il ragazzino non troppo convinto.
“Vedi? Lo
sapevo che non ci saremmo potuti fidare di te”.
Taranee sentì
la rabbia salirle dentro. Per il tradimento che quei sei infidi personaggi
stavano perpetrando, per il modo in cui torturavano le sue amiche e mettevano a rischio innocenti e, un po’, anche perché pareva che
l’avessero totalmente ignorata nelle loro trame. Cosa
credevano, che lei non potesse essere un pericolo?
“Non vi è
passato per la testa, che potrei decidere di sacrificare quei due per salvare
le mie amiche e salvaguardare l’equilibrio? Noi siamo gli emissari di
Kandrakar”.
La risata di Efri fu sguaiata e gioiosa “Provaci allora, mocciosa,
provaci”. Il suo tono di scherno fece ulteriormente infuriare
Taranee “Senti il fuoco? Più ti arrabbi e più lui diventa selvaggio”.
La terra tremò, lontano tremò, rossa nell’atmosfera grigiastra,
l’eruzione di un vulcano.
“E’ prima
della fine che le fiamme sono più alte… Non sei riuscita a controllarle sulla
terra e pensi di riuscirci qui?”
Taranee
ricordò la fiammata in cui era sparita la lancia di Efri
… Hay Lin non riusciva nemmeno a volare in quella atmosfera pesante, lei
sarebbe riuscita a domare il drago che dormiva sotto Everlan?
“Non sai
nemmeno cosa vuoi fare… sono sole vuote minacce le tue”.
Aveva
ragione… sapeva benissimo che non avrebbe rischiato l’incolumità delle sue
amiche richiamando quel fuoco spaventoso. Non avevano bisogno di ostaggi per lei… era lei stessa ostaggio del suo
elemento.
“Avren, ti prego, amico mio, non continuare con questa
follia” la regina di Everlan si rivolse accorata al
suo Capitano “So che ti può sembrare la cosa migliore al momento. Mi spiace
avervi ingannato, non avervi detto subito quali erano le mie intenzioni, ma era
necessario che non ne foste a conoscenza, per convincere le Guardiane e
l’Oracolo” .
Il giovane
si volse brevemente verso di lei e, per un attimo, la decisione nel suo sguardo
sembrò tremare, ma poi si voltò ostinatamente dalla parte opposta, rifiutandosi
di incontrare gli occhi di Nimuel. “Mia Regina, siete stanca e malata, per il
Vostro bene dobbiamo agire così. Adesso non siete in
grado di giudicare”.
“Avren, non c’è altra scelta… Quello che state facendo non
cambierà niente. Peggiorerà solo le cose, scatenerà una guerra, una guerra
tremenda” pregò Nimuel supplichevole.
Il giovane
scosse la chioma corvina “No! Vi sbagliate! E’ l’influenza che ha su di voi
l’Oracolo di Kandrakar. La regina di Everlan che si
lega così a un mortale! Ho sempre saputo che era un errore”.
“Loro, loro
erano INNAMORATI!” l’urlo di Hay Lin era pieno di rabbia impotente “Cosa credi
di saperne tu, dell’amore, specie di ghiacciolo ambulante?”.
“No… Hay
Lin, no… “ Will si volse verso di lei con urgenza “Non dire
così… Lui non è così, davvero, l’ho visto nelle caverne, lui…”.
“Sta zitta,
Strega” ordinò gelido e minaccioso il giovane Capitano “Non azzardarti a dire
un’altra parola”.
Gli occhi di
Taranee si spalancarono per la sorpresa, mentre la comprensione si faceva largo
in lei.
La regina di Everlan non mentiva quando diceva di non c’entrare nulla
con il male che affliggeva Kandrakar, ma non diceva neppure la verità.