Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Nikita Danaan    23/10/2020    2 recensioni
[La Bella e la Bestia AU!]
"C’era una volta, tanto tempo fa, uno splendido castello in cui viveva un principe di bell’aspetto. Aveva i capelli neri come le ali dei corvi, occhi profondi e scuri, ma era terribilmente egoista e senza cuore, tanto che una notte una vecchia chiese asilo nel suo castello. Inuyasha – questo era il nome del principe crudele – glielo negò, inorridito dal suo aspetto.
Quest’ultima, adirata, rivelò il suo vero aspetto, ovvero quello di una sacerdotessa nera che aveva venduto l’anima ai demoni per poter acquistare la bellezza e la vita eterna.
Tsubaki, la sacerdotessa, gli disse “Non bisogna mai giudicare una persona dall’aspetto esteriore”."
***
Kagome è una ragazza molto bella che adora leggere. Immergersi nei libri è l'unico modo che conosce per vivere una vita piena di avventure. Un giorno il nonno, mentre si reca ad una esposizione sulla scienza, si perde e finisce prigioniero in un castello. La ragazza lo andrà a cercare ma si imbatterà in una creatura, che tutti definiscono una bestia.
[GLI AGGIORNAMENTI SARANNO LENTI]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il signor Higurashi era ancora sconvolto da ciò che aveva visto nel bosco. Sentiva ancora i brividi freddi lungo la schiena e una sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco.
Gli girava la testa, aveva la nausea e aveva perso il suo cavallo, o meglio il cavallo l'aveva bellamente abbandonato lasciandolo al suo destino. Vagava senza meta, guardandosi intorno impaurito, stringendosi tra le braccia.
Era partito indossando dei vestiti leggeri, ovvero una maglia a maniche corte e pantaloni di tela. Rimpianse di non essersi portato dietro il suo mantello, ma non lo aveva fatto poiché sperava di arrivare prima del tramonto. In quel momento, invece, era notte fonda e tirava un forte vento freddo.
Quanto avrebbe voluto una minestra calda e una coperta, seduto sulla sua bella poltrona comoda davanti al camino! 
A un certo punto si trovò davanti a un cancello in ferro che si estendeva a perdita d'occhio nella notte. Era parecchio alto e, dalla fattura della costruzione, il signor Higurashi intuì che doveva precedere la soglia o di un castello o di una villa di un qualche nobile decaduto.
Infatti, gli venne in mente che, qualche tempo fa, quella fosse una zona di scontri tra i vari signorotti locali che desideravano quei territori, che erano fertili e quindi si prestavano bene all'agricoltura. In aggiunta, nel paesino dove si stava dirigendo vi era un porto di mare, dunque faceva gola ai signori per motivi commerciali.
Quei tempi erano finiti da un po', tuttavia il signor Higurashi si ricordò che in quel territorio un tempo vi abitava addirittura un principe che fu maledetto da una strega, ma era una storiella che lui stesso raccontava a Kagome, quando era piccola, come fiaba della buonanotte.
Scosse la testa, pensando che a quel punto non gli importava molto. Decise che non aveva nulla da perdere e anche se la villa era stata sicuramente abbandonata almeno avrebbe avuto un tetto sopra la testa, dove avrebbe potuto dormire fino all'alba.
Così si fece coraggio e fece per spingere il cancello, ma esso si spalancò senza che lui lo toccasse. Rimase per un attimo perplesso, tuttavia era troppo esausto per porsi delle domande. Decise comunque di entrare.
Si trovò in un giardino, in cui si trovavano delle siepi circondanti un maniero. Avvicinandosi e mettendo a fuoco, il signor Higurashi notò che si trattava di un castello.
Le alte torri verticali a punta si innalzavano verso il cielo quasi a toccarlo. Essendo buio non riusciva a vederlo nella sua interezza, però poteva distinguere tranquillamente la forma dei contrafforti e l’aspetto rettangolare e massiccio dell’edificio.
Nonostante ciò, il vecchio rimase sbalordito dalla maestosità del castello. Ripresosi un poco dallo shock, si avviò verso il portone, che stranamente era già aperto. Spinse con la mano l’uscio e si trovò in un salone immenso. Sulla sua testa pendeva un grosso lampadario di quelli che facevano cristalli. “Chissà se sono veri” pensò il signor Higurashi.
Il soffitto era altissimo, per via dell’eccessiva altezza delle torri esterne, le pareti erano fatte in marmo bianco ed era supportato da un arco a sesto acuto. Era decorato da moltissime statue. Vi erano parecchi putti dalle guance paffute e lisce come porcellana, statue di donne vestite di tuniche svolazzanti e con corone di fiori tra i capelli e decorazioni, le quali richiamavano elementi naturali, come delle edere in marmo che si arrampicavano sui muri. C’era un’immensa scalinata al centro della stanza, che si diramava lungo le quattro pareti laterali, creando delle sorte di balconcini, sulle cui sporgenze si trovavano varie Gargoyle dall’aspetto grottesco oppure terrificante.
Una volta Kagome stava leggendo un libro, dove vi erano delle immagini di opere d’arte realizzate in quello stesso stile e gli disse che venivano denominate usando l’aggettivo sublime, ovvero qualcosa di meraviglioso, ma allo stesso tempo inquietante.
Quel castello era per l’appunto sublime.
Il signore Higurashi ingoiò la saliva, sentendosi all’improvviso a disagio. Gli pareva che le statue lo osservassero con il loro sguardo fisso.
A un certo punto notò il barlume di alcune fiammelle che si muovevano. Rimase sconcertato vedendo che stavano scendendo le scale. Poi realizzò che quello che si stava avvicinando era un piccolo candelabro, che stava camminando verso di lui!
Il vecchio sgranò gli occhi, iniziando a tremare e a sudare.
Il candelabro gli stava rivolgendo la parola!
   
 
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