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Autore: rosy03    25/10/2020    2 recensioni
*Storia partecipante alla Challenge Just stop for a minute and smile di Soul_Shine sul forum Efp*
Mallory attende che Nadja torni a casa con del cibo perché sta morendo di fame. Per ingannare l'attesa studia per il suo prossimo esame ma quando la sua amica e coinquilina palesa la sua presenza ecco che Mallory fa fatica a non scoppiarle a ridere in faccia.
La mattinata di Nadja è stata molto movimentata, forse fin troppo.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'M&M's'
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Anatre Assassine
 


 
Mallory sentì la porta d’ingresso aprirsi e poi chiudersi, ma non si disturbò affatto a tirare fuori il naso dal suo libro di giapponese. Aspettò con pazienza che la sua amica e coinquilina la raggiungesse, conscia di doversi sorbire le sue solite lamentele del tipo “la prossima volta ci vai tu a fare la spesa in agosto e non me ne frega un cippirimerlo se sei incinta!”.
Eppure le fece strano il silenzio che se seguì. Al punto che si accigliò. Poi finalmente la vide entrare in cucina abbandonando senza troppa cura i sacchetti contenenti il loro prezioso cibo sul pavimento (Nutella compresa, un vero e proprio insulto nei suoi confronti).
Non ci voleva un genio per capire che qualcosa non andava: Nadja non lasciava mai il cibo sul pavimento e l’ultima volta che l’aveva fatto era perché aveva fretta di dirle che aveva fatto sesso con il responsabile del suo gruppo di studio. Un evento scandaloso che aveva segnato profondamente la loro vita, quella di Mallory principalmente che si era ritrovata nel mezzo di una relazione fatta di tira e molla. Tradotto: Nadja dava continuamente i numeri.
Questa volta però, e Mallory ne sentiva la puzza ancora prima di vederla avanzare verso di lei con il caschetto biondo disfatto e la gonna strappata sull’orlo, doveva essere successo qualcosa che l’aveva sconvolta al punto da lasciare la spesa sul pavimento e chiuderle il libro con foga, lasciandolo cadere di lato.
«Mi devi dire qualcosa?» azzardò a chiedere, trattenendo le risate.
Nadja inspirò profondamente gonfiando il petto, poggiò le mani sul tavolo e la fissò con i suoi enormi occhi bluette; soltanto dopo parlò: «Non indovinerai mai cosa mi è successo!» disse, scandendo ben bene ogni parola.
A quel punto divenne difficile per Mallory sganciarsi da quella situazione. L’unica sua possibilità era quella di starla a sentire e pregare Dio che non fosse nulla di grave. Aveva gli occhi iniettati di sangue, Nadja.
«Io odio le anatre» esclamò all’improvviso.
Mallory si accigliò nuovamente. «In che senso? Che centrano le anatre?»
«Hai presente quelle bestiacce a cui gli anziani e i mocciosi si divertono a tirare le briciole di pane?» cominciò a dire. «Tre di loro mi hanno attaccata stamattina e mi hanno rovinato il mio vestito nuovo!»
Sul serio, Mallory non sapeva se scoppiarle a ridere in faccia o... o.
«E perché ti avrebbero attaccata?»
Nadja batté le mani sul tavolo e quasi le uscirono fuori gli occhi dalle orbite dal nervoso. «Non lo so!»
«Okay, raccontami cos’è successo esattamente.»
La bionda annuì e sospirò. «Ero andata a fare la spesa, okay? Prima di tornare però avevo voglia di una passeggiata nel parco e mi sono detta “Mal non sta mica morendo di fame, può aspettare tranquillamente altri dieci minuti”.»
La interruppe, fu più forte di lei: «Questo è da vedere, sto ancora morendo di fame ed è quasi mezzogiorno.»
«Silenzio» ringhiò in risposta, per poi continuare con il racconto: «Dicevo... sono andata al parco, ho fatto una passeggiata, ho pagato il gelato a un bambino che si era spiccicato a terra perché evidentemente non sa camminare. E poi- Non guardarmi così, sono una brava persona dopotutto e se vedo un bambino piangere con un ginocchio sbucciato come posso fare finta di niente?! Dicevo...? La smetti di interrompermi? Ah, sì. Gli uccelli malvagi. Ero lì a farmi i fatti miei quando dallo stormo di anatre ecco che tre di loro cominciano a fissarmi e mi fissano, mi fissano, mi fissano con una certa insistenza.»
Mallory portò una mano a sostenere il mento nascondendovi dietro un certo sorriso divertito. «Si saranno innamorate di te» scherzò, guadagnandosi un’occhiataccia che la fece sorridere ancora di più.
«A un certo punto queste si avvicinano circospette e io rimango immobile. Sai, si dice di non mostrare paura davanti agli animali, così io me ne sono rimasta ferma. Ma poi quelle stronze hanno iniziato a starnazzare e a beccarmi i piedi, le gambe, la gonna! Dio, ho avuto una paura fottuta!» esclamò balzando in piedi come una molla.
Si portò le mani al viso e cominciò a camminare avanti e indietro, intanto Mallory portò lo sguardo sulle sue gambe notando in effetti alcuni lividi.
«Ti sei fatta male? Sei andata in ospedale?»
«Non mi hanno fatto troppo male, non aveva senso andare in ospedale. Ma sai cos’è successo dopo, mh?!» fece una pausa, come se si aspettasse una risposta da parte sua ma Mallory non osò fiatare finché lei non riprese a raccontare: «Mi hanno inseguita fino alla macchina, una di loro è salita sul tettuccio e mi ha beccata in testa tirandomi tutti i capelli!» strillò indicandosi.
Mallory scoppiò inevitabilmente a ridere, tanto da piegare in avanti il busto e a tenersi la pancia (non più così piatta come cinque mesi prima), scossa dai fremiti e con le lacrime agli occhi.
Ovviamente Nadja si offese. «Cioè, io ho rischiato la morte e tu ridi?»
«S-Scusami ma... che razza di storia! Le a-anatre...»
«Sei un’amica del cazzo, Mal, lasciatelo dire» sibilò incrociando le braccia.
Mallory rise, se possibile, ancora più forte, tanto da farle roteare gli occhi al cielo e costringerla ad andarsene da lì prima di venire accusata di violenza nei confronti di una donna incinta.
«Visto che ti diverti tanto, perché non cucini tu? Io sono sudata, ho i capelli che sembrano paglia e il vestito rovinato! E non venirmi a dire che dopodomani hai un esame importante perché me ne sbatto!» continuò a urlare, dirigendosi in bagno.
Rimasta sola, Mallory si tirò indietro i capelli bruni dalla fronte e cercò di regolarizzare il respiro. Lanciò un’occhiata verso il corridoio, udendo la porta del bagno che veniva chiusa con una certa stizza e un nuovo attacco di ridarella tornò a colpirla.
Quando si fu calmata si alzò, recuperò il libro di giapponese dal pavimento e lo guardò indecisa. Spostò gli occhi sui sacchetti della spesa, poi di nuovo sul tomo e dovette arrendersi all’evidenza.
«Tanto ormai ho perso la concentrazione...» disse in uno sbuffo. Si legò meglio i capelli in uno chignon disordinato e le venne nuovamente da ridere quando tra il bacco di pasta e le fette biscottate trovò una piuma di anatra.
Ma riuscì a trattenersi. Per i primi quindici secondi, poi udì la voce della sua coinquilina urlare da sotto la doccia: «Ti sento, stronza!»
Rise per tutto il giorno.




[1058 parole]







 
Prompt 25: «Non indovinerai mai cosa mi è successo!»
Prompt 30: «Tanto ormai ho perso la concentrazione...»


# Non so perchè è uscita questa cosa... ma a chi di voi è mai capitato di essere attaccati da delle anatre pazze?
A me fortunatamente NO u.u
Ma rimaniamo in silenzio per un minuto e preghiamo perché non accada mai niente del genere e preghiamo anche per chi, al contrario di me, ha avuto il (dis)piacere di avere a che fare con questi uccelli malvagi.
Ringrazio ovviamente Soul per questa Challenge che (ne sono certa) mi permetterà di partorire una valanga di storie nonsense come questa! Un bacio *^*

rosy

 
  
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