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Autore: Felpie    25/10/2020    3 recensioni
In un tempo di università, amicizie, amori ed esperienze nessun giovane può conoscere il proprio destino. E Merlino non sa proprio cosa lo aspetta, quando sceglie di prendersi in casa un viziato figlio di papà - che poi così tanto viziato e tanto figlio di papà non è - che diventerà ben presto molto di più di un semplice conquilino.
Tra litigi, lotte per la supremazia, risate e malintesi la vita in quel semplice, piccolo appartamento turberà la quiete che Merlino ha costruito intorno a sé e lo porterà nella più magica avventura della sua vita.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Una delle peggiori tragedie dell'umanità è quella
di rimandare il momento di cominciare a vivere.
Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell'orizzonte,
invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre
Orazio



Merlino è turbato.

Merlino è turbato. Come potrebbe non esserlo? Come potrebbe non esserlo dopo ciò che è successo? Non che sia successo granché – oh no, giusto Merlino, hai solamente baciato Artù, il tuo coinquilino – ma il moro sente distintamente l’inquietudine attanagliargli il petto. Ma è una sensazione quasi piacevole se ripensa al momento in sé e alla morbidezza delle labbra di Artù.

Ha scritto distrattamente un messaggio ad Alator, il buio della sua stanza squarciato solo dalla bassa luminosità del telefono, mentre era sdraiato sul suo letto, per scusarsi di essere stato assente e per chiedergli qualche giorno per badare al suo coinquilino, prima di fare questo giro in moto tanto sospirato. Ora è proprio lui a sospirare, mentre blocca il telefono e lo appoggia sul comodino: questo viaggio in moto non sa da fare, per citare un grande autore.

Però Merlino si alza con un pensiero positivo, la mattina dopo: conta molto sul fatto che, visto com’è andata la prima volta, anche in questa il fatto passerà nel dimenticatoio molto in fretta e così sarà davvero più facile farci i conti. E lui questa volta non ha alcuna intenzione di parlare con Artù – anche perché sa benissimo chi è stato a prendere l’iniziativa e a baciare per primo e il coraggio che aveva ieri è rimasto tutto nella stanza del suo coinquilino – quindi è contento di sapere che Artù non è il tipo che inizierà una conversazione del genere.

In quel momento bussano alla porta.

“Merlino?” mormora Artù dall’altra parte “So che sei sveglio, ho sentito la tua suoneria prima… possiamo parlare?”

Oh, ma cazzarola!

E maledizione a Gwaine che l’ha chiamato solo per augurargli il buongiorno.

Merlino si alza di scatto, spingendo via le coperte che ha ancora addosso, e si affretta a prendere una felpa dai piedi del letto e ad aprire persiane e finestre, prima di urlare “Entra pure, Artù!”

Il tutto come se non fosse in preda a mille pensieri.

Il biondo apre piano la porta e si guarda un attimo intorno “Questa camera è tremendamente disordinata. E puzza di chiuso”

Merlino, nervi calmi, sono solo le 9 di mattina.

“Non credo tu possa farmi la predica, viste le condizioni in cui è la tua, principino. Ci sono alcuni fazzoletti usati più vecchi di me!”

“Servono, visto che ogni volta che vai a fare la spesa ti dimentichi costantemente di comprarli”

“Nemmeno tu me li ricordi mai” ribatte il moro, sedendosi sul letto “Che succede, comunque? Hai ricevuto notizie dall’ospedale?”

Artù scuote la testa e si siede accanto a lui “No, ma Morgana mi ha mandato un messaggio per dirmi che sta andando lì e che non ha ricevuto chiamate durante la notte. Aveva espressamente lasciato detto di essere chiamata nel caso fosse successo qualcosa”

“Direi che è un buon segno” commenta Merlino con un sorriso “Vedrai che tuo padre sarà fuori prima di quanto pensi”

“Grazie per quello che hai fatto ieri per me” lo interrompe bruscamente Artù, guardandolo serio, mentre Merlino non sa come reagire “Sei stato… fantastico. Davvero. Non avrei voluto nessun altro accanto… e mi dispiace per il tuo impegno con Alator…”

“Non lo pensare nemmeno” lo blocca il moro, prima che l’altro possa aggiungere qualcosa “Sono stato contento di averlo fatto. Alator capirà e potremmo passare la giornata insieme molte altre volte. Tu avevi bisogno di me ieri ed io volevo esserci. Come tu ci sei stato per me a Capodanno e tutte le volte che ne ho avuto bisogno”

“Non sono state poi così tante” sorride Artù, ma viene interrotto di nuovo da Merlino.

“Sono state molte più di quanto tu possa pensare”

Non sa da dove gli derivi questo gran coraggio di aprirsi e confidare certe cose, ma ormai è consapevole di essere arrivato ad un punto molto in alto nel suo rapporto con Artù e pensa che certe cose le debba sapere.

“Ho solo ricambiato il favore” conclude il moro con un dolce sorriso sulle labbra.

Il biondo lo guarda un attimo, prima di annuire “Già…”

Si alza poi in piedi, guardando l’amico “Ho fame, facciamo i pancakes?”

Merlino lo esamina – anzi lo squadra da capo a piedi per essere più precisi: pantaloncini da basket e maglia bianca, come si era addormentato ieri sera, capelli in disordine e il viso un po' sciupato – prima di commentare “Questo pluralis maiestatis cosa starebbe a significare, esattamente?”

“Significa che io ti passerò la farina o qualsiasi altra cosa serva per fare i pancakes e tu li preparerai amorevolmente per il tuo coinquilino affamato” dichiara senza scomporsi Artù.

“Non sai nemmeno dove stia la farina, né qualsiasi altro ingrediente che va dentro i pancakes” ribatte Merlino, alzandosi “Credo di dovermi ritenere soddisfatto se sai dov’è la padella”

“Sotto la dispensa, vero?”

“C’eri quasi, è sopra al lavello perché ieri l’ho usata” Merlino scoppia a ridere, prima di dare una pacca sulle spalle al coinquilino “Forza, andiamo di là e vediamo se hai lasciato un po' di latte per prepararli o se hai abbandonato come al solito il cartone vuoto nel frigo”

Uther esce quello stesso pomeriggio dall’ospedale, con i valori ancora un po' sotto la media ma assolutamente a posto. Artù non gli dice nulla, ma Merlino lo vede, dal corridoio, mentre chiude la conversazione con Morgana e si rilassa sul divano, con un sospiro di sollievo. E il moro è davvero contento per lui.

Non passano che pochi giorni però che Merlino riceve una chiamata inaspettata al telefono: quando gli compare il nome “Morgana” sulla schermata improvvisamente inizia a sentirsi agitato e si domanda all’instante se per caso non è successo qualcosa ad Uther.

“Morgana?” domanda incerto Merlino, rispondendo al telefono: ovviamente è molto amico della ragazza ed è abituato a ricevere chiamate inattese da Freya o da Gwaine, ma dalla sorellastra di Artù non era mai successo e non sa proprio cosa aspettarsi.

“Ciao Merlino, puoi parlare?”

“Sì, certo, dimmi”

“Artù è lì con te?”

“No, è andato alla biblioteca universitaria per studiare”

“Chi l’avrebbe mai detto, eh?” commenta la ragazza, forse più a sé stessa che al ragazzo; infatti dopo solo un attimo cambia tono “Ti ho chiamato perché tra tre giorni è il compleanno di Artù”

“Davvero?” Merlino è stupito di quella frase, ma fa un rapido conto e si accorge che è esattamente passato poco più di un mesetto dal suo compleanno e da quanto Artù gli aveva detto quando era il suo.

“Sì, è questo venerdì. Stavo pensando di organizzare qualcosa”

“Dici che Artù abbia voglia di festeggiare?” domanda il moro “Sai per la faccenda di vostro padre… non so se è proprio dell’umore”

“Tu credi che lui non abbia bisogno di festeggiare?” replica la ragazza e Merlino ci pensa su un attimo: Artù ha una faccia scura da giorni e anche se Uther è tornato a casa subito non sembra essersi tranquillizzato granché. Forse una festa, per quanto magari non gradita, gli farebbe bene. E se ben ricorda, Artù non ha mai avuto una vera festa di compleanno, che non fosse uno stupido ricevimento.

Il ragazzo sospira “Hai ragione”

“Io ho sempre ragione” sottolinea Morgana, con un sorrisetto che l’altro però non può vedere “Allora, hai qualche idea?”

“Io? Pensavo che stessi organizzando tu”

“Io ho fatto la proposta. Sei il primo a cui l’ho detto”

“Perché io?”

“Perché sei il suo miglior amico” dichiara la ragazza e Merlino sente improvvisamente il petto scaldarsi: non si sarebbe mai abituato a quell’etichetta.

“E va bene…” mormora, ormai totalmente convinto, anche se non voleva mostrarlo così apertamente “C’è qualcosa che piace particolarmente ad Artù?”

“Uhm… gli piace il football, i cavalli, la birra… ah sì, gli piace anche nuotare” elenca Morgana, mentre Merlino si siede sul divano con la testa leggermente inclinata all’insù a guardare il soffitto.

“Non sono granché nell’organizzazione di feste, ma credi sarebbe possibile fare una festa in piscina?” propone il moro “Potrebbe essere divertente e sicuramente sarebbe più piacevole per tutti rispetto ad una partita di football. Andare in un locale mi sembra troppo banale e scontato”

La ragazza ridacchia “Non sarebbe una cattiva idea. Credo che Uther abbia dei contatti con una piscina al chiuso poco fuori città, magari riesco ad ottenere il permesso. Saremo i soliti, immagino”

“Credi di riuscire a farcela con così poco preavviso?”

“Per favore, Merlino, sai con chi stai parlando?”

Il moro sorride: sì, lo sa. Domanda sciocca: Morgana Pendragon ottiene sempre tutto ciò che vuole.

“Allora io avviso gli altri di tenersi pronti e di non rovinare la sorpresa. Per caso la piscina ha anche dei locali annessi? Sarebbe carino mangiare qualcosa dopo, senza inquinare completamente tutta l’acqua”

“Mi informerò” lo rassicura Morgana “E in caso organizzo anche il catering”

“Pensi che sarà costoso?”

“Penso che tu non debba preoccuparti”

“Dovremmo dividere le spese” le fa notare il ragazzo.

“Artù è mio fratello e sono certa che Uther mi darà dei soldi per lui. Voi comprategli un bel regalo”

“Credo che io glielo farò da solo…” mormora Merlino, prima di aggiungere “Ma mi raccomanderò con Leon”

“Ti terrò aggiornato sugli sviluppi”

“Sì, anche io” rispose il ragazzo “E Morgana… grazie”

C’è solo un istante di silenzio, prima che la ragazza risponda “No, Merlino. Grazie a te”

Appena riaggancia, il moro si dà immediatamente da fare e chiama tutti per avvisarli: ogni invitato risponde positivamente e con entusiasmo – come più o meno ogni volta che si propone di fare qualcosa di divertente – e Merlino si accorda con Leon perché sia lui ad organizzare il regalo.

“Io mi occupo delle bevande!” esclama subito Gwaine, entusiasta, stordendo il moro con la sua solita voce forte – che il telefono, invece di attenuare, aumenta. E Merlino è parecchio contento di dirgli che al cibo e al rinfresco ci penserà Morgana – anche se, visto quanto tempo passano insieme quei due, non ci sarebbe da sorprendersi se la ragazza gli affibbiasse il compito. Il che porterebbe comunque a troppo alcol. Ma almeno il moro ci ha provato ad evitarlo, di più non può fare.

Quando però chiude l’ultima chiamata Merlino inizia ad agitarsi: si era totalmente dimenticato che quello era il periodo del compleanno di Artù e, di conseguenza, si era totalmente dimenticato il suo regalo. Dannazione.

Il suo coinquilino gliene ha fatti ben due ed entrambi erano bellissimi; lui ha poco budget, zero idee e decisamente troppo poco tempo. Deve mettersi al lavoro e farsi venire in mente qualcosa.

Non si sa come però in quei tre giorni succedono ben tre cose favorevoli e propizie per la grande serata: per prima cosa Morgana riesce a convincere il proprietario della piscina ad affittargliela per quella sera – notizia su cui però Merlino aveva pochi dubbi – poi nessuno degli amici ha spifferato per puro caso la festa a sorpresa – cosa probabilmente di poco conto, ma per nulla scontata – e terza ed ultima informazione – at least but not at last – Merlino ha trovato un regalo per il coinquilino.

Non sa se è il regalo perfetto, né se arriva nemmeno lontanamente al livello di quelli che Artù ha fatto a lui, ma si ritiene abbastanza soddisfatto, soprattutto viste le premesse.

Anche se un po' d’ansia ce l’ha quel venerdì, quando si sforza di comportarsi in maniera assolutamente normale, come se fosse un giorno come un altro; nemmeno Artù fa particolari commenti, non si alza più tardi del solito né pretende di mangiare qualcosa di speciale, anzi, il moro è sicuro di averlo visto guardare alcuni fogli che hanno tutta l’aria di essere appunti.

E invece Merlino si sente più nervoso man mano che il tempo passa e che l’orario della festa si avvicina: il suo regalo non è per niente adatto, l’outfit è ancora da decidere, scoppierà sicuramente a ridere mentre cerca di convincere il suo coinquilino ad uscire o verrà scoperto nel giro di trenta secondi e con una semplice occhiata. Ci sono mille e uno variabili da considerare e il moro ha già ampiamente decretato che andranno tutte malissimo.

E mentre sistema la polo stirata di fresco nell’armadio – che ormai ha deciso di indossare alla festa, dopo lunga incertezza – afferra il telefono e scrive un messaggio ad Alator, nella speranza di distrarsi un po' dalla ormai imminente sorpresa.

Mi dispiace, ci siamo visti poco questi giorni. Ho ancora un paio di giorni impegnati, ma poi che ne dici di fare quella notte fuori e quel giro in moto?

O meglio, oggi ha la festa e visto che sarà Gwaine ad occuparsi dell’alcol – che strano – non gli sembra il caso di partire proprio la mattina dopo: potrebbe non essere nelle condizioni di intendere e di volere e soprattutto di salire su una moto senza vomitare.

Perché stia proponendo di nuovo il giro in moto invece non lo sa, perché davvero non ha voglia di farlo, ma Alator sembra entusiasta della cosa e Merlino crede un po' di doverglielo, in quel momento. E poi ormai dovrebbe essere abituato a quei dannati aggeggi, no? No, questo è poco ma sicuro. Però in montagna magari ci sarà poca gente ed Alator guiderà piano, no? Forse, questo è già più probabile.

Merlino si veste, ignora di proposito il telefono perché non ha proprio voglia di vedere se Alator gli ha risposto, e afferra lo zaino dove, oltre alle chiavi di casa e al cellulare, mette un costume da bagno, il costume da bagno di Artù – non è stato difficile fregarglielo da dentro l’armadio – e il regalo, impacchettato già malamente e che spera con tutto il cuore di non rovinare.

Va bene, non vedo l’ora. Mi manchi.

E lui a te manca, Merlino?

Il ragazzo sospira, ben consapevole che sarebbe stato decisamente meglio ignorare il messaggio, ma doveva assolutamente controllare l’ora: si sta avvicinando il momento di uscire. Ergo deve andare a chiamare il suo coinquilino.

Non si prende nemmeno la briga di bussare – come al solito – ed entra nell’altra stanza.

“Artù”

“Che vuoi?” chiede il biondo, sdraiato sul letto e con il viso schiacciato nel cuscino; il moro si avvicina.

“Forza, alzati, ti porto a fare un giro”

“Tu che porti a fare un giro me?” ridacchia Artù, la voce attutita dalla federa.

“Sì, esatto, io ti porto a fare un giro”

“E come ci andiamo? In bicicletta?” lo prende in giro l’altro.

“Sono disposto anche a salire sulla moto se per una benedetta volta fai quello che ti dico”

“Addirittura?”

Si, effettivamente è da non credere una proposta del genere.

“E dai, Artù, alzati. Da quant’è che non esci di casa se non per andare a lezione, in biblioteca o alla tua villa?”

“Non sono dell’umore”

Merlino sa benissimo che nessun altro oltre a lui poteva ricevere il compito di trascinare Artù fuori di casa, ma quando si era praticamente proposto non pensava che sarebbe stato così difficile.

“Sì, ma io ho disperatamente bisogno di qualcuno che mi accompagni in un posto”

Scusa alquanto ridicola.

“E perché?”

Ecco, appunto.

“Perché è fuori città ed io non posso arrivarci con la bicicletta”

Bravo Merlino, stai imparando a mentire.

“Quindi mi vorresti malamente sfruttare per un passaggio, in pratica” dichiara Artù, sollevando finalmente il viso dal cuscino e girandosi verso il coinquilino.

“Qualcosa del genere, sì. Tu mi sfrutti sempre quando ti annoi”

“Ti stai annoiando o hai bisogno di qualcuno che ti dia un passaggio?”

Ma Artù fa le prove per essere così irritante e fastidioso o gli riesce naturale?

“Entrambe le cose. Allora, mi accompagni? Non mi sembra che tu stia facendo niente di più interessante” insiste il moro “E se vieni con me dopo ci fermiamo al bar di Parsifal e ti offro una birra”

“Due” rilancia il biondo.

“Due birre” gli concede Merlino, felice di aver raggiunto un compromesso “Ora alzati, però”

“Sei davvero fastidioso” sbuffa Artù, ma si alza dal letto, lentamente, cercando intorno un paio di pantaloni da indossare al posto di quelli sportivi che ha sempre in casa “Si può sapere perché ci tieni tanto che venga con te?”

“Perché ogni tanto mi piace stare in tua compagnia?” prova a dire Merlino, prima di ridacchiare “A piccole dosi, s’intende”

“Sei anche davvero simpatico, Merlino, lo sai?” continua a brontolare l’altro, senza però smettere di vestirsi.

“E poi sono convinto che ti faccia bene prendere un po' di fresco”

“Posso sempre uscire in balcone…”

“E poi perché sono convinto che ti faccia bene punto” taglia corto il moro, lanciandogli la felpa che vede sul letto.

Artù la afferra e se la infila, prima di domandare “E perché mai?”

“Hai bisogno di ridere, Artù”

Il biondo lo guarda, senza replicare nulla; si limita ad annuire, afferrare chiavi, portafoglio e cellulare e seguirlo fuori dalla stanza. Percorrono le scale in silenzio e, sempre senza parlare, salgono sulla moto.

“Ho bisogno delle indicazioni” dichiara Artù, non appena sente le braccia di Merlino stringersi intorno alla sua vita.

“Vai in direzione della statale: il posto in cui devo andare è poco fuori città, in direzione sud”

“Ma si può sapere che devi andare a prendere?” urla il biondo per sovrastare il rombo del motore della moto.

“Non fare troppe domande” lo zittisce rapidamente l’altro “Anche se ti dicessi stetoscopio tascabile di quinta categoria che cosa capiresti?”

“Che non è solo la scrittura dei medici ad essere orribile ma anche le loro parole!”

E la risata di Merlino si perde nel vento, mentre sfrecciano sulla moto in direzione sud e si lasciano la città alle spalle.

Il moro ha controllato l’indirizzo e Google Maps prima di uscire e spera vivamente di riconoscere qualcosa una volta arrivati sul posto; la zona sud è una zona industriale ed è piena di edifici grigi e tutti molto simili tra loro, quindi procedono abbastanza lentamente.

“Ma sei sicuro di sapere dove stiamo andando?” chiede Artù per l’ennesima volta e viene nuovamente zittito dall’altro – che sta facendo di tutto per mantenere il sangue freddo e per cercare di capire dove diamine sono finiti.

“Artù, vuoi stare zitto? Sto cercando di concentrarmi”

“Non mi sembra stia funzionando granché” lo prende in giro il biondo “Questa cosa del concentrarti e pensare, sai… non funziona. Almeno con te”

“Quanto siete simpatico, Principino” Merlino gli fa il verso e, proprio in quel momento – finalmente – riesce a scorgere il cartello della piscina; così indica ad Artù la direzione, che la segue senza fare troppo domande e – finalmente pt. 2 – riescono a parcheggiare di fronte all’entrata principale.

L’edificio è grigio come tutti gli altri, ma ha delle ampie vetrate al piano superiore e una scritta con il nome della piscina e dei delfini; Merlino scende dalla moto e si guarda intorno, subito imitato da Artù.

“Perché mi hai portato qui, Merlino?” domanda il ragazzo, dopo aver messo il cavalletto alla moto e con il casco tra le mani.

“Te l’ho detto, Artù. Hai un disperato bisogno di ridere” risponde il moro, senza nemmeno girarsi “E perché devo prendere lo stetoscopio tascabile di quinta categoria. Forza, muoviti”

Non sente la risposta del coinquilino – forse perché non c’è alcuna risposta da parte del coinquilino – ma i suoi passi rimbombano sulle scale dietro di lui, quindi lo sta seguendo senza fiatare. Che strano.

Merlino sorride divertito al pensiero di un Artù docile e obbediente, mentre sale i gradini cercando di capire da che parte andare. Perché non ha fatto prima un giro di ispezione insieme a Morgana? Almeno ora non starebbe vagando senza meta per quel dedalo di scale e corridoi. E poi che diamine è uno stetoscopio tascabile di quinta categoria e come gli è uscito un nome del genere? Artù davvero non si è accorto che è un nome inventato? O è diventato improvvisamente arrendevole alle sue idee? Forse l’età porta saggezza.

Quando finalmente sente odore di cloro, prima che Artù possa commentare o chiedersi perché si trova in un posto del genere – Merlino non riuscirebbe a dire per la terza volta stetoscopio tascabile di quinta categoria senza mettersi a ridere – spinge il maniglione antipanico della porta e si ritrova al buio più totale, con Artù alle sue spalle ed il classico odore della piscina più forte che mai.

“Merlino, sul serio, che cosa ci facciamo…” Artù non riesce a finire la frase che le luci si accendono improvvisamente e una piscina che potrebbe benissimo essere olimpionica appare davanti a loro.

“Sorpresa!”

Morgana, Leon, Parsifal, Gwaine, Lancillotto, Ginevra e Freya sono tutti lì in costume e con vari gonfiabili in mano, mentre agitano le braccia e applaudono; Artù si guarda intorno spaesato e confuso, mentre la sorellastra si avvicina e lo abbraccia.

“Tanti auguri, Artù”

“Morgana…? Che ci fate tutti qui?”

“È una festa a sorpresa, Artù. E tu sei il festeggiato” interviene Gwaine, avvicinandosi a sua volta e dandogli una pacca sulla spalla “Non potevamo organizzarti una cosa banale in un bar”

“Avete… affittato una piscina?” domanda incredulo il festeggiato.

“È stata Morgana, in realtà” risponde Gwen, avvicinandosi “Noi abbiamo solo detto di sì e ci siamo presentati qui”

“Di là c’è una stanza: puoi appoggiare le tue cose e c’è da mangiare e da bere” lo informa Parsifal “Però considera che non avremmo dovuto introdurre né cibo né bevande in questo posto, quindi evita di smollicare nella piscina o sarà divertente andare a raccogliere ogni singola briciola con la maschera da sub”

“E soprattutto da ubriachi” conclude Lancillotto, facendo scoppiare a ridere tutti.

“C’è l’hai fatta ad arrivare, Merlino. Pensavamo non fossi riuscito a convincerlo” commenta Freya, abbracciando il biondo e schioccandogli un bacio sulla guancia.

“È stato difficile: Sua Altezza Reale ha il didietro pesante e parecchio affezionato al suo letto”

“Sì, ma tu non mi avevi mica detto che stavamo andando ad una festa” brontola Artù.

“Era una sor-pre-sa” scandisce il moro.

“Tu mi hai parlato di uno stetoscopio tascabile di quinta categoria” insiste l’altro.

“Un che?” domanda Lancillotto.

“Hai sul serio creduto che esistesse uno strumento da un nome tanto ridicolo?” sogghigna Merlino “Sei davvero ingenuo”

Artù lo fulmina con lo sguardo e prova a dargli una spinta per buttarlo in acqua, ma l’altro lo evita facilmente.

“Fammi prima mettere il costume!” protesta, togliendosi lo zaino dalle spalle e lanciandogli il suo.

“Hai frugato tra le mie cose?”

“Io lavo i tuoi vestiti e li rimetto anche a posto: frugo sempre tra le tue cose”

Questa volta Merlino è costretto ad evitare il costume del biondo che gli arriva contro a tutta velocità e ci riesce per un pelo, allontanandosi poi di qualche passo per evitare altri assalti a sorpresa.

Artù si schiarisce la voce e li guarda uno per uno “Non so davvero cosa dire, non me lo aspettavo proprio. Non sapevo nemmeno sapeste il giorno del mio compleanno”

“Fratellino, hai davvero così poca considerazione di me?” sbuffa Morgana, suscitando delle risate.

Il biondo tossisce “Ehm, sì, cioè, non pensavo avresti fatto una cosa del genere, ecco tutto. Sono contento che siate qui, comunque, e di festeggiare questo giorno insieme a voi”

“Decisamente meglio dei ricevimenti a base di pesce” commenta Leon, mettendogli un braccio intorno alle spalle “Forza, Artù, appoggia le cose nell’altra stanza, infilati il costume e raggiungici. Noi intanto facciamo gli onori ed inauguriamo la piscina, se per voi non è un problema”

Artù ghigna “Fate pure, io e Merlino ci mettiamo un attimo”

Afferra l’amico per le spalle e lo spinge verso la stanza, mentre il moro sente i primi tuffi nella piscina cristallina e le urla di Gwaine – che strano, Gwaine sta urlando – trascinato nella stanza.

“Sei un idiota” è la prima cosa che Artù gli dice, chiudendosi la porta alle spalle.

“Io ti ho detto che uscire ti avrebbe fatto bene” commenta Merlino, senza guardarlo, parecchio concentrato ad analizzare il cibo presente sul tavolo; sente la zip della felpa di Artù e il fruscio dei pantaloni per terra e deve un attimo chiudere gli occhi.

Maledizione Merlino, è il tuo coinquilino.

Sì, ma è bello.

Si sfila lentamente la felpa anche lui, avendo come la sensazione di essere osservato, ma non ha alcuna intenzione di girarsi; si leva la maglietta e si slaccia i pantaloni quando finalmente Artù rompe il silenzio.

“Merlino?”

“Uhm?”

“Grazie”

Il moro sorride, pur rimanendo girato “Sei un idiota, Artù”

Sente l’altro sbuffare con una nota divertita.

“Io vado di là, non vedo l’ora di tuffarmi in piscina. È da parecchio tempo che non mi faccio una bella nuotata come si deve”

“Secondo me non riuscirai a fartela nemmeno oggi”

Artù ride, con la sua risata pura e cristallina “Molto probabile”

È solo quando la porta si chiude alle sue spalle e il moro rimane finalmente da solo che ricomincia a respirare normalmente e può finalmente togliersi i pantaloni ed infilarsi il costume, prima di raggiungere gli altri che sono già in acqua, con tanto di gonfiabili a forma di fenicottero, materassini e tubi galleggianti.

Ovviamente Gwaine lo trascina in piscina, trovando assoluto sostegno in Lancillotto, ed il contatto con l’acqua è come sempre gelido e destabilizzante, ma la confusione che fanno i suoi amici distrae subito Merlino da quel dettaglio e si unisce ai festeggiamenti. Morgana fa partire la musica, Gwaine la lotta a chi si affoga per primo e Parsifal una sfida a chi tiene di più la palla; nella piscina riecheggiano risate, urla e canzoni cantate a squarciagola per parecchi minuti e, anche quando escono dall’acqua tutti infreddoliti, la situazione non cambia. Si spostano nell’altra stanza ed iniziano a mangiucchiare le cose portate da Morgana – e a bere, occupazione sicuramente principale e predominante – e Merlino non riesce a non gettare occhiate di soppiatto ad Artù, che ha un sorriso a trentadue denti, che va da un orecchio all’altro.

Se anche chiude gli occhi, il moro ha perfettamente chiari davanti a sé tutti i muscoli del viso del coinquilino che si contraggono mentre sorride, la fossetta che si crea all’angolo della bocca e le piccole rughe intorno agli occhi – ma perché Artù deve avere degli occhi così magnetici? – che fanno sì che anch’essi sorridano – possono degli occhi sorridere?

La risata cristallina di Artù gli arriva alle orecchie, probabilmente in seguito ad una battuta di Gwaine. E questa volta è il cuore di Merlino a sorridere.

Se un cuore può sorridere perché gli occhi non possono farlo?

Ma certi dettagli a Merlino non interessano granché, non vuole razionalizzare quegli stupidi – molto stupidi – pensieri irrazionali che ogni tanto – sempre più spesso – si ritrova a fare mentre guarda il suo coinquilino.

Perché Artù è davvero bello e lui non riesce a staccare gli occhi di dosso a quel fisico scolpito, a quei muscoli tonici e a quegli addominali definiti. Perché Artù ha la fastidiosa abitudine di stare nudo – almeno per quanto riguarda la maglietta – e ovviamente la piscina gioca a suo favore, anche se sono tutti fuori dall’acqua, stanno bevendo e fa un freddo cane.

Merlino lo guarda, mentre è stretto nella sua felpa, con il cappuccio a coprire i capelli umidi ed infreddolito fin nelle ossa, nonostante la doccia calda che si è fatto.

Come diamine fa a rimanere così mezzo nudo? Fa un freddo fottuto.

Il moro rimane un attimo incantato a guardare le goccioline che rimangono sulle punte dei capelli biondi, inscuriti dall’acqua, del suo coinquilino, le osserva mentre scendono lentamente sulle sue spalle e fanno una gara a chi va giù più velocemente. Un po' come le goccioline sui vetri delle macchine quando fuori piove. Solo che queste sono sul fisico del suo coinquilino, che Merlino sta guardando in maniera ossessiva.

Rischia di strozzarsi con la birra che sta bevendo appena gli viene in mente questa cosa ed inizia a tossire, portandosi la mano davanti alla bocca; fortunatamente, sono tutti occupati a bere e nessuno ne se ne accorge.

Non ci mette molto a svuotare la bottiglia e subito Lancillotto gliene passa un’altra – ma perché Lancillotto, di solito non è Gwaine a fare certe cose? – ma lo fa molto bene e di soppiatto, mentre il moro è impegnato a chiacchierare con Freya e gesticola ossessivamente. Quindi in realtà Merlino non sa perché si ritrova la bottiglia in mano, ma l’amico ha un sorrisetto soddisfatto a distorcergli le labbra che mandano il chiaro messaggio “Questa sera ti devi ubriacare”.
Ed effettivamente è quello che succede. Anche in relativamente poco tempo.

Ci mette un attimo Merlino a capire che le birre gli si sono moltiplicate tra le mani, che gli amici ridono in maniera sempre più sguaiata e che Freya e Gwen lo stanno solo distraendo per non farlo accorgere di quanto effettivamente sta bevendo.

Sente la testa leggera, gli occhi un po' lucidi ed improvvisamente quella felpa enorme che ha addosso gli fa un caldo pazzesco; se la sfila, rimanendo con la maglietta a maniche corte e il costume, prima di buttare giù in un sorso solo il resto della birra che era rimasta nella bottiglia. Si pulisce la bocca con la manica, mentre cerca di mettere a fuoco ciò che ha intorno.

È ubriaco, questo è sicuro. Non ricorda quand’è l’ultima volta che ha bevuto così tanto, ma il fatto che vede sfuocato, ha difficoltà a tenere gli occhi aperti e che non sta pensando minimamente al fatto che dopo dovrà di nuovo salire sulla moto di Artù gli fanno capire che forse ha leggermente esagerato.

È inoltre seduto per terra, anche se forse sdraiato sarebbe la definizione più corretta; non sa bene come ci è finito, ricorda di aver pensato che la panchina era scomoda e di essersi accomodato per terra, per poi scendere lentamente fino ad appoggiarsi al pavimento con il gomito, sorreggendosi la testa con la mano. È decisamente ubriaco.

Ma è il compleanno di Artù e lui è così bello. E così irraggiungibile.

Però gli ha sempre detto che quando beve diventa più simpatico e che altrimenti è tremendamente noioso. Quindi quelle quattro o cinque birre che ha bevuto possono solo far bene, no? O forse erano sei. Comunque, il conto non è importante. Soprattutto quando Artù si avvicina con quel suo sorriso storto ed una bottiglia con un liquido trasparente dentro; si siede accanto a lui e gli dice qualcosa, ma Merlino non capisce assolutamente nulla, sia perché è ubriaco – e questo ormai è appurato – sia perché Artù biascica, si mangia le parole e deve essere anche lui un tantino andato. Lo vede passargli un bicchiere e versarci dentro il contenuto della bottiglia e fare lo stesso con il suo.

“Cin cin, coinquilino”

Non ha smesso un attimo di sorridere, nemmeno mentre appoggiava la bottiglia sul pavimento o mentre si riempiva il bicchiere, ed il suo sorriso è così contagioso che Merlino non può non ricambiarlo.

“Cin cin, asino” risponde il moro, facendo toccare i due bicchieri.

“È una festa pazzesca!” esclama il biondo “Se tutti i miei prossimi compleanni saranno così farò il conto alla rovescia ogni anno”

E dopo aver detto questo beve in un sorso lo shottino, guardando poi l’amico.

Benedetti occhi. E benedetto sorriso che non ha abbandonato nemmeno per un attimo le sue labbra.

Merlino chiude gli occhi e butta giù l’intero bicchierino di vodka.

Così sia. Come si suol dire.






Spazio autrice persona amante dei compleanni pt.2 così va festeggiato (in ritardo) Bradley James
Non sono stata così brava da far coincidere questo capitolo con il compleanno vero di Bradley James, ma va bene, pazienza, l'importante è festeggiare, no? E ci vuole sempre un momento di festa per ricordarci che c'è un arcobaleno dietro ogni nuvola e che è necessario farsi almeno una risata al giorno (qui tra filosofia e latinorum oggi volo proprio).
E come si suol dire, in vino veritas, almeno per Merlino! Può sembrare banale? Sì, forse un po' (ma dai, è un po' che non inserisco un clichè, bisogna che vi ricordiate ogni tanto quanto li ami), ma credo che l'alcol ha dato solo quella spintarella in più a Merlino per fargli dare un nome alle emozioni che prova quando è con Artù. 
Spero che il compleanno di Artù vi sia piaciuto e che le cose non sembrino troppo affrettate: credo di averci messo un po' a pubblicare per paura di aver corso troppo in un solo capitolo, ma, come ho già detto, bisogna che prima o poi qualcosa succeda qui!
Ringrazio Koa__ per la fantastica recensione (anche qui forse Merlino dovrebbe chiedersi se è felice), NorwegianWoodFields che mi rende orgogliosa di ciò che scrivo e CrystalWolf_019 perché mi ha fatto ridere tantissimo con una recensione da mezza riga.
A presto,
Felpie

 
   
 
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