Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    27/10/2020    2 recensioni
Finalmente eccovi il fantomatico prequel della long She Wolf:
dopo due anni dalla sua incoronazione quale Regina del Nord e due anni di assoluti silenzi, Sansa viene a sapere che Jon si trova a Nord della barriera con il Popolo Libero; incitata dalle parole di suo fratello Bran decide di intraprendere il viaggio che la porterà a calcare quei terreni selvaggi fino ad incontrare nuovamente lo sguardo di Jon.
Dal testo:
[...]“Non mel’hai resa per niente facile Jon” asserì costernata ma con occhi di ghiaccio.
“Immagino sia stato Bran a scomodarti per riportarmi indietro; mi chiedo solo il perché tu abbia accettato” replicò lui imperturbabile, con una punta di astio nel tono e un mezzo sorriso che non celava l’amarezza di quelle parole.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’aria del mattino fuori dalla tenda, profumava di legna e pane caldo, una brezza frizzante le carezzò le guance e attraversò i capelli di Tharon, pronto a scortarla ovunque avesse voluto andare.
Sansa gli sorrise amabilmente e lui chinò il volto in rispetto, fu in quel momento che sopraggiunse Meera riferendo alla giovane Regina dove avrebbe potuto trovare Thormund Veleno dei Giganti. Sansa la ringraziò e la lasciò alle sue occupazioni mentre si diresse verso la parte più a Nord dell’accampamento.
Il suolo era perennemente umido, ma ormai la neve si stava sciogliendo e sottili fili d’erba novella iniziavano a fare capolino tra le rocce e il terreno; non c’era bisogno del mantello: il calore dei fuochi e gli assembramenti garantivano una temperatura piacevole sin dal mattino. Sansa si sistemò la stola di pelliccia sulla spalla destra mentre incedeva tra i bruti: quando gli occhi del Popolo Libero si scontravano con la sua figura, il brusio di voci si placava e il fruscio delle sue vesti sembrava accompagnare il suo nobile avanzare come una musica antica; prodigava sorrisi affabili e sguardi carichi di rispetto per quel popolo che aveva dato così tanto aiuto in ogni loro battaglia; Tharon la seguiva a pochi passi di distanza comprendendo quanto Sansa avesse bisogno di camminare tra quella gente e ripristinare la fiducia che li aveva legati un tempo. Alcuni azzardavano qualche gesto di rispetto verso la giovane Stark, qualche bambino si prodigò addirittura a scortarla per un breve tratto ponendole domande sulla grande battaglia avvenuta due anni prima contro gli Estranei. Sansa accolse tutti con estrema dolcezza e quando chiese ad una donna se era giusta la direzione da seguire per trovare Thormund, questa le rispose chiamandola Regina Lupo.
Lo trovarono nella prima radura, intento a brandire un’ascia e a spaccare legna.
“Thormund Veleno dei Giganti” lo chiamò con un sorriso lei.
Il Bruto si bloccò con l’ascia a mezz’aria a guardarla, poi un sorriso gli si allargò sul volto e l’ascia finì conficcata subito dopo nella corteccia di un tronco di quercia in un colpo secco: “ce ne hai messo di tempo Lupa Rossa” ghignò lui, prima di dare uno sguardo a Tharon, “anche se preferivo la tua precedente guardia del corpo” constatò leggermente deluso, prima di riprendere a colpire il tronco.
“Brienne manca molto anche a me” sorrise Sansa ricordando le dubbie attenzioni che quel gigante rosso prodigava all’erede di Tarth, “ma Tharon la sostituisce egregiamente, ha combattuto al nostro fianco nella battaglia di Grande Inverno” continuò la ragazza prima che Thormund intervenisse nuovamente, “ecco dove l’avevo gia visto, i due anni del tuo regno sembrano avergli giovato, o forse era solo il fango e il sangue di quella notte infinita che lo guastavano in viso”.
“Quella è stata una battaglia che ha sfigurato anima e corpo di molti; mi ritengo fortunato ad esserne uscito bene” replicò Tharon con un sorriso affabile.
“Una grande battaglia ragazzo, qualcosa che sicuramente racconterai ai tuoi figli!” sorrise di rimando il Bruto, avvicinandosi un poco. Le parole di Thormund riportarono alla mente di Sansa la discussione della sera prima con Jon e sentì l’esigenza di parlargli in tutta discrezione. Allontanò Tharon, chiedendogli di attenderla all’accampamento.
Il rosso non le tolse gli occhi di dosso per tutto il tempo, come a voler registrare ogni micro espressione del suo viso e quando Tharon fu abbastanza lontano, Sansa si voltò finalmente a guardarlo con occhi intensi ma senza sapere da dove cominciare.
“Vuoi sapere del ragazzo vero? Di come sel’è cavata quando è arrivato al Castello dei Corvi” domandò lui retorico, poggiandosi l’ascia sulla spalla.
Sansa si strinse nella stola e si umettò impercettibilmente le labbra come per parlare: “prova risentimento nei miei confronti e non lo biasimo, davvero...”.
“Senti ragazza, se pensi che cel’abbia con te per essere stato mandato in quell’umida e fetida roccaforte, sei totalmente fuori pista” la esaudì lui.
Lo sguardo fulgido di Sansa si ancorò agli occhi azzurri del Bruto: due toni di celeste a specchio gli uni degli altri come a leggersi dentro: “non ho avuto una bella accoglienza Thormund, come posso pensare che non cel’abbia con me?”.
“Oh, ma lui cel’ha con te, cel’ha a morte con te Lupa Rossa, ma non per il motivo che credi tu!” ghigno lui equivoco, “avrebbe potuto farti dormire ovunque ma ha voluto concederti la sua tenda e ti assicuro che sei la prima femmina che ne ha varcato la soglia; in compenso ora devo sopportare io i continui movimenti delle sue notti insonni” concluse lamentandosi mente riprendeva a spaccare la legna.
Sansa metabolizzò quelle parole in silenzio,
cel’ha a morte con me?
Eppure fu un’altra la domanda a cui diede voce per prima: “mi stai dicendo che dopo di lei non c’è stata nessun’altra?” chiese con occhi fissi al suolo.
“Dipende cosa intendi ragazza, ma in entrambi i casi la risposta sarebbe no” rispose criptico lui.
“Come sarebbe a dire in entrambi i casi?” chiese Sansa non comprendendo.
“Se mi chiedi se il suo letto è stato scaldato da qualche altra femmina dopo la Madre dei Draghi, la risposta è no. Se mi chiedi se il suo cuore è stato mai occupato da qualche altra donna al di fuori di te e di tua sorella Arya, la risposta è sempre no” Sansa cercò di trattenere lo slancio interno che quelle parole le provocarono quando il bruto continuò: “oh, non che non ci siano state ragazze attratte dal suo bel viso e dai suoi ricci scuri, più di una ha cercato di coinvolgerlo in qualcosa di più di un bagno, alla fonte nella grotta...”
Sansa arrossì di colpo.
“...ma Jon è stato cresciuto al sud e a volte ha troppo rispetto per le grazie altrui, anche quando gli vengono offerte senza troppe cerimonie” sogghignò Thormund.
Sansa sorrise a sua volta, sarebbe stato inutile ricordare al bruto che Grande Inverno era il nord per loro, inoltre quel sorriso fu utile a mascherare il sollievo che la riscaldò, prima che il rosso tornasse a provocarla: “ora dimmi tu, Regina del Nord, sei forse venuta a riprenderti ciò che è tuo?” chiese sornione inchiodandola al suo sguardo penetrante. Sansa si sentì quasi mancare a quell’attacco frontale, serrò le labbra alzando il mento come a riprendere possesso del suo ruolo: “Jon deve tornare al Castello Nero, è li che è stato mandato a...” scosse la testa come a rifiutare le parole che stava per pronunciare, “scontare la sua punizione” continuò con tono ironico, “ma ho intenzione di garantire per lui con mio fratello Bran, lasciandogli così libero movimento lungo tutti i domini del Nord” rispose remissiva.
Thormund la soppesò per un momento prima di affondare nuovamente l’ascia nella corteccia della quercia: “dovrai offrirgli qualcosa di più di una passeggiata di tanto in tanto al di fuori di quel castello; i confini sono pur sempre confini e si trasformano in gabbie agli occhi di un uomo che ha assaporato bellezza della libertà”.
Sansa lo ascoltò in silenzio osservandolo prodigarsi per il suo lavoro: “ha trascorso troppo tempo con il Popolo Libero per potersi inginocchiare di nuovo, ma questo la ragazza dai capelli d’argento non lo sapeva” disse Thormund tornando a guardarla: “neanche la straordinaria bellezza dei suoi occhi viola è riuscita a confonderlo” concluse prima di ammucchiare la legna da un lato.
Sansa si morse impercettibilmente le labbra a sentir nominare Daenerys in quei termini, eppure anche Thormund sembrava a conoscenza del fatto che Jon non l’avesse mai amata veramente, ne tantomeno riconosciuta come legittima erede al Trono di Spade.
D’un tratto le balenò in mente la seconda domanda: “quindi tu sai perchè cel’ha con me?” chiese quasi reticente.
Thormund in tutta risosta riprese con i colpi d’ascia, senza voltarsi a guardarla: “lo destabilizzi Lupa Rossa, l’hai sempre fatto anche senza saperlo, lo mandi fuori di testa e questo lo fa infuriare a morte perchè sei l’unica che riesce a sconvolgerlo a tal punto”.
“Beh lui non è certo da meno” replicò lei indispettita mentre incrociava le braccia al petto, cercando di dominare il nervosismo; Thormund ridacchio sotto i baffi nel vederla agitarsi: “dagli tempo, fatti un giro nell’accampamento, gli parlerai stasera! Per il momento lascialo riflettere: la tua visita è stata inaspettata anche se prevedibile”.
Sansa accolse le sue parole con un sospiro, quando sentì dei passi avvicinarsi; voltandosi vide Gherte accompagnata da Meera: “ne servirà molta di più per la festa, Rosso” chiamò la Bruta rivolgendosi a Thormund.
“Di che parli ragazza?” chiese lui neanche voltandosi.
“Marran, Damian e gli altri sono tronati dalla caccia; pare che si siano fatti seguire da un orso alto più di tre metri fino ai pressi dell’accampamento, per poi braccarlo dai lati e finirlo con un colpo di lancia dritto nel collo. Secondo Svalla la carne d’orso aiuta la virilità lo sapevi?’” ridacchiò la bionda.
“Se è della mia virilità che ti preoccupi posso dartene prova in qualunque momento” rispose il bruto scoccandole un’occhiata laterale ma senza darle troppa attenzione.
“Non è la mia virtù che sono venuta a preservare, Rosso...”,
“allora probabilmente ti sei dimenticata della fine che questa dolce Lady ha fatto fare al suo precedente marito: si sa difendere da sola Gherte e sa difendere il suo branco tel’assicuro” asserì Thormund guardando Sansa negli occhi, che quasi percepì una velata approvazione.
La bionda serrò le labbra accusando il colpo.
“Inoltre, devo dedurre che non hai notato la belva dal manto grigio che si sta aggirando anche in questo momento tra gli alberi”, a quelle parole anche Sansa andò a cercare tra le fronde con lo sguardo, finchè non riconobbe Nymerya e i suoi occhi gialli.
“C’è sempre un metalupo in difesa di lei” concluse Thormund tornando nuovamente su Sansa, occhi al suo viso dove ancora giaceva l’ombra di un sorriso a scaldarla.
“Sarà meglio che ti lasciamo finire il lavoro” sentenziò Gherte amara, prima di voltarsi in direzione dell’accampamento. Sansa fece un cenno a Meera e insieme si incamminarono dietro la bruta.
“Lupa Rossa” vociò Thormund facendola voltare: “lascialo riflettere, alla festa avrai modo di parlargli”.
Sansa gli fece un cenno in assenso: “sono felice che abbia potuto contare sulla tua amicizia, Thormund Veleno dei Giganti” gli cantò lei prima di raggiungere Meera.













Note dell'autrice:
rieccoci con uno squarcio su Thormund; ho voluto sfruttarlo a dovere essendo l'ultima spalla rimasta a Jon. Sansa aveva bisogno di qualche rassicurazione e di una visione esterna che potesse arrivare dalla persona che è stata più vicina al cugino e con cui ha condiviso gli ultimi due anni. Inutile dire che Thormund patteggia decisamente per la Jonsa! 
La presenza di Nymeria mi è anch'essa fondamentale, è come se Arya fosse li per lei anche quando non può esserci fisicamente e riesce a ricondurmi sempre alla She Wolf.
Rimango in attesa dei vostri pareri!!!
Baci appassionati dalla cima della Barriera a tutti!!!
   
 
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