Un compromesso.
Quindici minuti di felicità.
Sogni che svaniscono e vengono ridotti in cenere.
Un accordo tra Julian e i dottori come l'unica alternativa per continuare a correre, dietro quel pallone, verso un futuro che sembrava perfetto.
"Se il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni, allora io sono destinato a fallire. A vivere in una deprimente quotidianità!"
Julian è un'anima delicata e lo scoraggiamento e la delusione sono indiscutibili dopo aver appreso quella diagnosi infausta che gli ha sconvolto tutti i progetti.
Prima che si rimbocchi le maniche e inizi ad agire per cambiare le cose, sua nonna è disposta tutto il tempo che gli serve per crogiolarsi nell'autocommiserazione
Piangersi addosso infatti, secondo lei, ha dei sottili vantaggi.
Con gli occhi ancora arrossati, il ragazzino riemerge dal suo vittimismo mettendosi a sedere dritto sul divano.
"Hai mai avuto dei sogni che non si sono avverati, nonna?"
"I vecchi sogni erano bei sogni...Anche se non si sono avverati, li ho comunque avuti!"
Lo asseconda compiacente per preparare il terreno al suo saggio messaggio di incoraggiamento.
"Non uccidere i tuoi sogni, Julian! Stai attraversando momenti duri ma, se ti darai da fare, tutto quello che desideri si avvererà!
Non lasciare che niente ti scoraggi. Persino un calcio nel sedere ti spinge avanti!"