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Autore: Moriko_    28/10/2020    4 recensioni
[Writober 2020 | #Changectober]
La vita di ciascuno di noi è ricca di cambiamenti di ogni genere che possono avere un impatto maggiore o minore sui passi che percorriamo ogni giorno.
"Vivere è cambiare, è questa la lezione che ci insegnano le stagioni." (Paulo Coelho)
[Un lungo percorso di brevi riflessioni e ricordi aventi come protagonista Kojiro Hyuga in uno scenario What if. Primo tentativo!]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kojiro Hyuga/Mark, Maki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction

New beginnings.

(#Writober2020 | CHANGEctober)

 

 

28 | Treno

 

 

Realizzare quel sogno non era stato molto semplice, complice la distanza che separava Kojiro da Maki.

All’inizio era una distanza piuttosto ragionevole, perché si trovavano entrambi in Giappone: bastava un aereo, un luogo dove incontrarsi e che non pesasse molto sull’altro, e tutto sarebbe andato bene. In quel progetto, il treno era il mezzo ideale: grazie ad esso si poteva raggiungere ogni angolo del Giappone, in pochi minuti nel caso di viaggi più brevi e riuscendo a rilassarsi in quelli più lunghi. Nessun ritardo e molta serenità: anche se il vagone fosse stato affollato, si riusciva sempre a viaggiare tranquilli e senza alcun problema.

Quando Kojiro si era trasferito in Italia, la distanza con Maki era decisamente aumentata. Il treno non bastava più, e l’aereo era diventato l’unico mezzo con il quale spostarsi da un continente ad un altro; il viaggio durava circa un giorno e la differenza di fuso orario gravava ad ogni arrivo, ma Kojiro iniziava a sentire sempre meno la stanchezza una volta che aveva preso l’abitudine a spostarsi dall’Italia in Giappone, e viceversa.

La distanza tra i due giovani iniziò a ridursi con l’arrivo di Maki in Italia. Entrambi per incontrarsi non avevano più bisogno di un volo intercontinentale - decisamente più costoso - ma sarebbe bastato un semplice treno, come quello che i due avevano sempre visto e utilizzato nella loro terra natia.

Abituato com’era al sistema dei trasporti in Giappone, Kojiro in particolare non aveva mai pensato che il treno italiano fosse diverso da quello giapponese: anche se aveva raccolto informazioni - capendo così che in Italia un ritardo di quel mezzo pubblico era una cosa del tutto ordinaria, impensabile invece nel lontano Giappone - i collegamenti tra una regione e un’altra non sembravano essere estremamente complessi. La prima volta che aveva preso un treno, sulla linea Torino-Milano, il viaggio era stato un successo: partito con puntualità, arrivato con qualche minuto di ritardo, e il percorrere quel tragitto in prima classe era stata nel complesso un’esperienza molto tranquilla.

Kojiro aveva iniziato a ricredersi quando aveva iniziato a frequentare tratte che si sviluppavano a livello regionale e locale: lì aveva toccato con le proprie mani la prima esperienza dei treni italiani che Maki aveva fatto, quando aveva provato a raggiungerlo a Reggio Emilia da Milano ma era arrivata in ritardo a causa di un incidente. Nel caso del calciatore era andata anche peggio: tre ore di ritardo la prima volta per un guasto tecnico del treno, due ore la seconda per il viaggiare su un unico binario non adatto a treni ad alta velocità; senza contare una volta che si era seduto di fronte ad un tizio che aveva il raffreddore e continuava a soffiarsi il naso con grande rumore e utilizzando un solo fazzoletto di stoffa, mentre la volta successiva era stato costretto a scendere dal treno per un cambio forzato dovuto ad un ennesimo guasto di linea.

Tutto questo insieme di esperienze avevano convinto il calciatore a utilizzare il meno possibile il treno per incontrare Maki, e colse subito al volo l’occasione di acquistare una piccola automobile, riuscendo a prendere la patente per guidarla con l’assoluta libertà di movimento e senza più problemi di ritardo. E, per sua fortuna, la distanza con Maki si era accorciata ancora di più fino ad azzerarsi dal giorno in cui entrambi avevano deciso di vivere in un’unica casa, complice il fatto che si erano ritrovati nella stessa città per via della loro professione sportiva.

Da quel momento, il treno non era stato più il mezzo ordinario attraverso il quale riuscivano ad incontrarsi ma un mezzo speciale che i due utilizzavano solo in particolari occasioni della loro vita, dove né il ritardo né qualsiasi guasto avrebbero compromesso il tempo che avrebbero dovuto trascorrere insieme.

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Qualche noticina tecnica prima di proseguire: un volo diretto Italia-Giappone dura circa dodici ore (perciò in realtà metà giornata) però per il cambio di fuso orario la notte arriva in fretta; può subentrare poi il cosiddetto jet lag, che si manifesta facilmente quando si affrontano viaggi intercontinentali come nel nostro caso - per cui la stanchezza accennata qui.

Tutti quanti conosciamo il sistema dei trasporti ferroviari in Giappone. In generale i treni giapponesi sono rinomati per l'alta velocità, il fatto che ci si possa rilassare senza timore di furti e la loro estrema puntualità... un po' l'opposto di ciò che avviene qui (purtroppo per noi): ciascuno di noi sarà salito su un treno che almeno una volta avrà fatto ritardo per via di qualunque problema, per esempio. Inoltre, in questa storia ho fatto accenno a quella che per un giapponese come Kojiro risulta una pessima abitudine: soffiarsi più volte il naso con lo stesso fazzoletto. Potete immaginare come si sia sentito a disagio il povero Kojiro... ^^"

Tornando alle questioni più serie, nel capitolo 147 del Road to 2002 Maki si trova in Italia e decide di salire su un treno per raggiungere Kojiro che nel frattempo sta disputando una partita. Il treno si ferma a causa di un incidente e possiamo immaginare che il ritardo sia stato molto, considerato il fatto che la povera ragazza arriverà allo stadio solo quando ormai la partita si è conclusa da un bel pezzo... ad ogni modo, mi riferisco proprio a questo episodio quando ho scritto che Kojiro si era ricordato della prima esperienza di Maki con i treni - e, giusto per non far mancare nulla in questa raccolta, a Kojiro gliene faccio vivere anche di peggio. Povero personaggio: mi sto prendendo così tanta confidenza con lui al punto di trattarlo un po' male, LOL!

Il "cambiamento", dunque, non è solo fisico ma soprattutto di diverse esperienze che si sperimentano tra una nazione e un'altra: anche i mezzi pubblici variano in ogni angolo del mondo... ;D

A presto!

--- Moriko

 

 

   
 
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