Ouija
La casa era
silenziosa e immersa nell’oscurità quando Peter
fece
ritorno, una busta di plastica penzolante dal pugno destro, pieno di
patatine e
birra. Era stato mandato al minimarket a comprare rifornimenti per la
serata
solo una ventina di minuti prima, lasciandosi alle spalle la musica
sparata a
tutto volume, le luci accese e gli schiamazzi dei suoi coinquilini.
Il ragazzo
ignorò la paura, che subito sembrò fare capolino
dalla soglia buia; era uno scherzo di pessimo gusto, poco ma sicuro,
così percorse
il breve corridoio che terminava nello spazio comune della casa, che
comprendeva un piccolo salotto e la cucina. E quello che vide lo
impietrì sul
posto.
Phil ed Eve
erano stravaccati sul divano, braccia e gambe
divaricate e teste girate a 180 gradi; Mark era a terra, riverso con la
faccia
a contatto con le mattonelle, i frammenti di un bicchiere di vetro
conficcati
nella schiena.
Sul vecchio
tavolo al centro della stanza, una tavola Ouija.
E, mentre il
cervello di Peter arrancava per capire cosa fosse
esattamente accaduto, non poteva sapere che di lì a pochi
istanti sarebbe
finito a fare compagnia ai suoi amici.
Che la paura stava per trascinarlo con sé nelle viscere della terra.
Angolo dell'autrice:
buonasera a tutti! Ventottesimo giorno del #writober2020
indetto da fanwriter.it!
Il prompt di oggi è "ouija".
Mi sto mettendo alla prova cimentandomi in vari 'esperimenti', quindi
non esitate a farmi sapere cosa ne pensate c:
Grazie per aver letto e alla prossima♥
Frix