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Autore: Arvistloe    29/10/2020    0 recensioni
Due capitoli auto conclusivi, per due madri degeneri. Sullo sfondo una detective con un re che sembrano destinati alla tristezza.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Los Angeles. Attico di Lucifer. Pomeriggio.

Lucifer nonostante tutto si sentiva sollevato. Poco prima, nell'ufficio di sua madre la dea, nel corpo di Charlotte, le aveva ribadito che non voleva aiutarla ad attaccare il paradiso. Lui voleva restare con Chloe e Trixie, con gli amici sinceri che si era fatto. Per amore di Chloe si era rivelato a lei nella sua forma diabolica, venendo accettato anche dalla piccola Trixie. Sempre per non perdere quelle due umane che gli erano così care, grazie all'aiuto di sua sorella Azrael, aveva scoperto che Chloe non era nata per lui, ma per consolazione al padre morto da giusto. Non gli importava che Amenadiel fosse d'accordo con la dea sua madre, lui pretendeva di restare tra gli umani.

Il re dell'inferno sorrise, mentre entrava nell'ascensore che dava all'attico, ricordando la faccia scioccata di sua madre, quando le aveva rivelato di aver ridato ad Azrael la sua spada. Si tolse, con il dorso della mano destra, del sangue sotto il naso, quasi non sentendo il dolore per il pestaggio di sua madre, tanta era la soddisfazione.

Aperte le porte dell'ascensore all'attico, vide Trixie seduta al pianoforte, ricordando in quel momento che era giovedì. Lui ogni martedì e giovedì pomeriggio, da due mesi, dava alla bambina lezioni di pianoforte. Lezioni che con sua soddisfazione, gli avevano rivelato una Trixie veramente talentuosa.

Cercando di farsi trovare normale, Lucifer si tolse la giacca rotta in più punti, merito del pestaggio di sua madre, dicendo a Trixie che si era voltata sentendo aprirsi l'ascensore
"Non stare senza fare nulla, mentre cerco degli spartiti, ripeti le scale delle note, non fa mai male. Non perdiamo tempo, tua madre tornerà per portarti via tra un ora circa"
Trixie sorrise, annuendo di sì.

Mezz'ora dopo.

Lucifer era sempre più sorpreso di quanto Trixie, una bambina di appena otto anni, fosse così portata per il pianoforte. Aveva accettato di darle quelle lezioni dietro la richiesta della bambina, venuta con la madre all'attico, affascinata da quel grande pianoforte, dicendogli entusiasta
"Lucifer voglio far cantare il pianoforte come fai tu"
Affascinando il re dell'inferno, con una frase che sembrava così sbagliata, ma si disse Lucifer, in fondo era vero che il pianoforte quasi cantava, immaginando i tasti come i denti e le corde magari le corde vocali.

Sicuro che poteva farlo, Lucifer mostrò a Trixie uno spartito, dicendole, mentre lo sistemava sul leggio
"Sembra difficile, ma devi solo aumentare la velocità della mano destra"
Concentrata, Trixie eseguì piuttosto bene, notando solo alla fine, un segno scuro sulla mascella del suo amico, chiedendogli preoccupata
"Ti sei fatto male?"
Lucifer toccò quel punto dolorante, sorridendo nervosamente a Trixie, annuendo di si. La bambina gli posò la mano destra sulla mano sinistra, dicendogli comprensiva
"Non preoccuparti. Ora sei con un'amica"

Lucifer era sempre stupito di quanto quella bambina tenesse a lui. Gli sorrise, volendo dirle qualcosa, ma sentì l'ascensore aprirsi. Si voltò pensando fosse il detective. Invece trovò sua madre, con il suo sorriso più falso. La dea disse a Trixie
"Come puoi stare vicino a questo mostro? Piccola umana, il suo viso che schifo"
Trixie scosse la testa, guardando accigliata quella donna che aveva fatto scomparire ogni serenità da Lucifer, dicendogli
"La sua faccia non mi spaventa. Solo chi non lo conosce si spaventa"
Lucifer guardò la madre con un sorriso compiaciuto. La dea era sempre più convinta, certa che il suo odio verso gli esseri umani era giusto. Intuendo che sua madre poteva fare di tutto, Lucifer si avvicinò a lei, dicendole con gli occhi ross
i "Vuoi avere a che fare con me? Va bene, ma la bambina non centra. La faccio scendere al Lux. Poi potremmo parlare"
La madre annuì di si, spostandosi di fronte all'ascensore.

Lucifer raccolse lo zaino di Trixie dal divano, dicendole
"Per oggi abbiamo finito. Aspetta nel Lux tua madre"
Trixie si attaccò alla sua camicia
"Non ti lascio solo con lei. Vieni con me"
Lucifer bacio la fronte della bambina, dicendole qualcosa all'orecchio. Quel qualcosa commosse la bambina, che si lasciò portare nell'ascensore.
Rimasto solo con sua madre la dea, Lucifer le disse
"Forza, fai del tuo peggio"

Nel Lux.

Chloe entrò nel Lux preoccupata. A quell'ora nel nightclub c'erano solo i dipendenti. Trixie le aveva detto, usando il cellulare che portava sempre con lei, della madre di Lucifer rimasta con lui all'attico. La bambina era sicura che quella dea potesse fare del male al suo amico.

La detective ritrovò un po' di tranquillità, vedendo Trixie seduta al bancone del bar che parlava con una barista, la donna più tatuata che avesse mai visto. Al Lux tutti i dipendenti o solo conoscenti di Lucifer, sapevano bene che sia Chloe che Trixie erano intoccabili e si dovevano aiutare se avevano bisogno. Vedendola, Trixie le corse incontro, dicendole con voce piagnucolante
"Mamma quella donna era cattiva. Lucifer mi ha detto di dirti una cosa…"
Dicendole scossa da singhiozzi di pianto
"Devo dirti che ti ama, mentre per me…"
La bambina guardò la madre con gli occhi lacrimos
i "... Lucifer ha detto che mi vuole bene come se fossi sua figlia"
Chloe di preoccupò tantissimo, sembravano quasi parole di addio. Sperando fosse Lucifer, vide aprirsi le porte dell'ascensore. Invece vide Amenadiel che tenendo per il braccio destro sua madre la dea, le diceva mentre la portava fuori dal Lux
"Mamma ora basta. Dobbiamo parlare…"
Rivolgendosi a Chloe
"...vai da lui, la lingua tagliente di nostra madre non gli ha fatto bene"
La detective lasciò Trixie alla donna tatuata, precipitandosi nell'ascensore. Con suo sollievo trovò Lucifer seduto al pianoforte. Entrò nell'attico, chiedendogli
"Lucifer, come stai?"
Lucifer si alzò dalla panca, in modo impacciato cercava di raccogliere dei spartiti sul pianoforte, ma li fece cadere goffamente per terra urlando la sua esasperazione. Quegli stessi occhi color del cielo che Lucifer adorava, diventarono lucidi, per lacrime incombenti, quando vide il possente re dell'inferno piegarsi per prendere gli spartiti, ma scosso da singhiozzi di pianto terminò in ginocchio. Chloe si precipitò mettendosi in ginocchio di fronte a lui. Con delicatezza lo accolse in un abbraccio, lasciandogli appoggiare il viso tra i suoi capelli che aveva sciolto. Dopo qualche momento Lucifer le disse con la voce rotta da un pianto sommesso
"Ti prego chiedi scusa a Trixie. Non volevo che ascoltare ulteriormente le cattiverie di mia madre"
Chloe si commosse a sua volta, dicendogli mentre gli accarezzava i capelli
"Su Trixie puoi stare tranquillo, lei non era arrabbiata, era piuttosto preoccupata per te"

Lucifer respiro profondamente, dicendo con la voce rotta
"Forse mia madre, lei potrebbe avere ragione. Vede il mostro che sono, perché mi ha detto che da un essere abietto com'è lei, può nascere solo un mostro, un mostro come sono io"
Chloe odiava profondamente quella dea
"Lucifer tu non devi credergli. Basta sentirti così quando vedi un tuo famigliare. Non devi più sentirti un essere abietto. Devi dirgli, sicuro che si tratta della verità, tu vanti amici che ti stimano e ti vogliono bene. Un demone donna che si farebbe uccidere per te. Una donna con la figlia che ti amano, accettando che tu sia il re dell'inferno…"
Fu sollevata che il respiro di Lucifer diventò più regolare
"... Devi dirglielo che questa donna può vantare di aver fatto ses...no l'amore con la tua versione umana e diabolica, piacendole in tutte due i modi"
Lucifer ridacchio nel suo collo, baciandolo. Chloe avvampò, ma una voce femminile, molto dura disse
"Umana, io sua madre provo disgusto nel guardarlo. Quello stupido di Amenadiel credeva di potermi comandare, che illuso. Figlio indegno sono tornata. Dobbiamo mettere in chiaro molte cose"
Lucifer prima di staccarsi dall'abbraccio di Chloe le disse quasi sottovoce
"Ti prego resta sempre dietro di me"

Chloe annuì di si, mentre Lucifer si alzò, aiutandola per fare altrettanto.
Il re dell'inferno desiderava, con tutto se stesso, proteggere Chloe a ogni costo, anche di morire. Cercando di raccogliere tutte le forze e i poteri, divenne nella sua forma diabolica dicendo a sua madre in piedi vicino all'ascensore
"Mamma vattene, ti ripeto che non farò parte del tuo piano. Ti basta Amenadiel per cercare di attaccare il paradiso"
La madre fece alcuni passi in avanti, dicendogli con sguardo torvo
"Incompetente e disgustoso essere. Tu con tutti questi pensieri così umani. Mi vergogno di averti generato"
Gli occhi di Lucifer divennero rossi incandescenti, dicendo alla madre con voce possente
"Mamma non sono più un angelo indifeso, ora posso farti del male"
La madre rise istericamente
"Sei sempre il mio bambolotto"

Si avvicinò minacciosa a Lucifer che disse a Chloe, usando la sua magia infernale per far aprire l'ascensore
"Chloe, ricorda che qualunque cosa succeda, ti amo. Fai continuare le lezioni di pianoforte a Trixie, può diventare molto talentuosa"
Afferrò la madre per il collo, lanciando Chloe nell'ascensore, che si chiuse scendendo verso il Lux. Chloe tentò di far tornare su l'ascensore, ma era tutto inutile. Appena le porte si aprirono si trovò nel Lux.

Tutti uscirono dall'edificio che tremava pericolosamente. Fuori i vigili del fuoco e la polizia teneva lontane le persone. Dall'altra parte della strada Chloe che teneva per mano una spaventata Trixie per il suo amico Lucifer, vide Amenadiel che non aveva il coraggio di guardarla in faccia. Chloe gli disse con infinito disprezzo
"Non lo aiuterai, vero? Vergognati"
Amenadiel abbassò lo sguardo. Quell'angelo era sempre stato succube di sua madre. In paradiso era entrato nell'esercito angelico solo per starle lontano, come fece Michael. Lucifer, meno propenso alle regole, ma soprattutto per difendere dalla madre i fratelli e le sorelle più piccole, diventando vittima e pedina della dea nella rivolta.

Nell'attico.

Nell'attico quasi nulla era rimasto intatto.
Lucifer nella sua forma diabolica, con le ali da pipistrello giaceva sotto sua madre, che a ogni tocco gli procurava una ferita, dicendogli
"Il mio bambolotto, nessuno mi rilassava come facevi tu"

Un ricordo vivido, tornò nella mente di Lucifer. Lui, appena ragazzo che stava giocando in un giardino del paradiso, con i suoi fratelli e sorelle più piccole. La gioia del momento fu turbato dalla voce della madre, un tono che Lucifer sapeva essere di rabbia. Il ricordo continuò con lui che aiutava i piccoli a salire su degli alberi per salvarli dalla furia della madre. Cercando di fermarla, le andò incontro, finendo colpito infinite volte alla schiena dalla madre, con mani artigliate. Il motivo di tutta quella furia? Perché la madre era furiosa che suo marito non la volesse vedere. Il re dell'inferno era stanco di quei ricordi, delle ferite che ricordavano altre ferite.

Fuori il Lux.

Chloe voleva portare Trixie da sua madre, ma la bambina le disse categoricamente che restava lì
"Sono certa che Lucifer può sentire che siamo vicini a lui"
La detective lo sperava.

Con tutta se stessa, Trixie che era attaccata al braccio della madre, guardava l'edificio del Lux che tremava, pregando mentalmente Dio di salvare suo figlio
"Ti prego Dio, fai per una volta il tuo dovere di padre. Lucifer non merita il dolore"
Con mille ricordi del suo amico Lucifer, che sperava diventasse il patrigno, che lei avrebbe chiamato papà. Ricordò, con un sorriso, le serate guardando film della Disney, film comici o film di fanta horror, dove sua madre si copriva gli occhi la maggior parte delle volte. Ricordò Natali con Lucifer, sua madre e lei. Il capodanno, quando Lucifer organizzò un grande spettacolo di fuochi d'artificio nel loro quartiere, ma Trixie era certa che volesse festeggiare l'avvenuta ufficialità del divorzio di sua madre. Le emozioni divennero vivide nel cuore della bambina. Le strinse il cuore ricordare Lucifer, quando credeva di non essere benvenuto o pensava di disgustare con il suo aspetto demoniaco. Ricordò quando per un incrocio di astri, per due giorni sarebbe rimasto nella sua forma da diavolo. Era certo di spaventarla. Invece Trixie, aveva preteso, d'accordo con sua madre, passasse quei giorni nel loro appartamento.

Nell'attico.

La madre di Lucifer si alzò di scatto. Nell'attico distrutto una nebbia dorata si mosse lievemente come un'onda verso la dea, colpendola diverse volte al volto, lanciandola dall'altra parte dell'attico. La nebbia dorata coprì Lucifer, guarendo le ferite mortali inferte dalla madre, dandogli la forza di alzarsi, respirando profondamente. La nebbia divenne nella sua mano destra la lancia del destino, che suo padre Dio custodiva in paradiso. Lucifer comprese che doveva usarla per uccidere sua madre, ormai del tutto succube del suo odio, nato dalla sua gelosia verso gli umani.

Il re dell'inferno disse, sorridendo alla madre che si alzava a fatica, con crepe un po' ovunque nella pelle
"Madre non puoi battermi. Non sono più solo"
Stava per colpire la madre con la lancia quando comparve Amenadiel che si contrappose tra loro, dicendo a Lucifer
"Non farlo luci, non uccidere la mamma"
Ma con sorpresa dell'angelo, lei gli afferrò la testa da dietro, con le sue dita lunghe e nodose stava per prendergli la forza vitale. Amenadiel, percepì l'anima di sua madre, ormai persa nel male. Non esisteva più nulla che l'oscurità nel corpo di Charlotte. Con disperazione, Amenadiel afferrò la lancia, conficcando lui nel ventre della madre quell'arma angelica.
Subito dopo, Amenadiel si buttò su Lucifer, mentre la dea scoppiò. La deflagrazione fu contenuta dalla lancia, distruggendo solo l'attico.

Tra le macerie, Amenadiel si alzò tutto dolorante, cercando suo fratello, mentre la lancia si dissolse. Sopra l'attico distrutto, un elicottero dei soccorsi volava per riferire se c'erano superstiti. Disperato, Amenadiel trovò Lucifer sotto delle macerie nella sua forma umana. Il re dell'inferno era terribilmente ferito, dal crollo e dal pestaggio della madre. Disperato e pieno di sensi di colpa, Amenadiel tentò di guarire il fratello con una sua piuma nera, ma non funzionò. La disperazione dell'angelo aumentò, appena vide Azrael in piedi accanto a loro, abbracciando disperato il fratello ancora incosciente, dicendo alla sorella che era la morte
"Non puoi portarlo via, ti prego"
Azrael alzò le mani
"Non devi preoccuparti. Prima di tutto non mi vede nessuno tranne te. Sono qui solo per dirti che guarirà, se avrà accanto Chloe e Trixie. Altrimenti gli restano solo ventiquattro ore, prima che torni per andare giù all'inferno, non come re ma come ospite"
Scomparsa la sorella, Amenadiel pregò che il suo cellulare funzionare, mentre i soccorsi erano in arrivo, telefonando a Maze, dicendogli di portare Chloe e Trixie all'ospedale.

Mezz'ora dopo. Ospedale, pronto soccorso.

Amena accolse Trixie e Chloe con un gran sorriso, di fronte la camera dove era Lucifer. Disse alle due umane cosa gli aveva detto Azrael. Con cautela, Chloe aprì la porta della camera, entrando con la figlia. Maze rimase con Amenadiel, sperando che funzioni.
Bastarono pochi minuti, per vedere una raggiante Chloe aprire la porta, dicendo
"Si è svegliato, serve un dottore"

Un ora dopo.

Amenadiel , Linda e Maze sorrisero compiaciuti, mentre guardavano Lucifer felice in quel letto d'ospedale nell'abbraccio di Trixie e Chloe distese una per lato accanto a lui.

Fine
   
 
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