Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
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Autore: Sarah_lilith    29/10/2020    1 recensioni
E se una fan di Mo Dao Zu Shi si ritrovasse catapultata nel novel, trovandosi davanti alla possibilità di conoscere e vivere con i suoi personaggi preferiti?
E se si accorgesse di essere lì per una ragione, di essere capitata non in un punto imprecisato, in cui i fatti sono ancora in corso, ma quando tutta la trama si è svolta e la storia procede lenta verso un "vissero felici e contenti"?
E se scoprisse di dover dare il lieto fine a personaggi che non l'hanno avuto, o rendere giustizia e ridare dignità a persone che non l'hanno ricevuta?
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Un nuovo nemico si avvicina e la storia decide di prendere vita per proteggere se stessa e i suoi protagonisti, richiamando un'eroina da un'altro mondo, perché nessuno potrebbe mai eguagliare la sua forza di spirito nel cercare di salvare i personaggi che ama.
Non che lei sia d'accordo...
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan XiChen/Lan Huan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Fool and the Temperance (0 & XIV)

 

 

Riconobbi la persona che mi teneva una lama premuta contro la gola grazie a due particolari che si sarebbero potuti definire bizzarri.

Il primo fu la sensazione di familiarità che provai nel respirare il suo profumo, che grazie alla sua estrema vicinanza mi arrivò alle narici con una zaffata all’aroma di fiori di loto. Arricciai il naso e il dubbio di conoscere quella fragranza germogliò nel mio cervello annebbiato dal panico.

Il secondo motivo fu meno rilevante, ma fu principalmente grazie a quello che arrivai alla conclusione senza dovermi voltare verso l’aggressore. Poche persone che conoscevo avevano infatti dei capelli così lunghi e scompigliati, oltre che morbidi.

Repressi un ringhio rabbioso mentre le mie labbra si socchiudevano, pronte ad invocare colui che aveva infine assunto un’identità, ai miei occhi.

-Bao- mormorai delusa ed amareggiata.

La spada affilata che mi graffiava la gola si allontanò di un centimetro o due, permettendomi di respirare agevolmente per qualche secondo. Non mi rilassai, tuttavia.

Ero stata così stupida a non riconoscere la sua voce, quando mi aveva parlato all’orecchio.

Ero stata così stupida a non accorgermi che era molto, troppo facile convincerlo a condurci lì, a Gusu e alla sua battaglia.

Ero stata così stupida a non accorgermi che la guardia di Yunmeng, grazie alla sua posizione strategica nel consiglio, conosceva ogni nostro movimento e ci aveva seguito in più di una missione.

Ero stata così stupida a non accorgermi che era lui, il traditore che non sapevamo di avere fra le nostre fila.

Razionalmente ci avevo pensato a lungo, all’eventualità di una talpa tra le nostre fila. In fondo la Sacerdotessa Nera sapeva troppo, per essere una che se ne stava ai confini del regno con il suo esercito di non-morti. Doveva esserci un suo ricognitore che la informasse di ciò che accadeva nei territori che voleva conquistare.

Semplicemente, non mi aspettavo si trattasse di Bao.

Fra le guardie che pattugliavano giornalmente la residenza del Capo Clan di Yunmeng, lui era quello a cui ero già legata, oltre a quello con cui avevo più confidenza, come ovvio che fosse. Essendo uno dei più alti in comando fra i soldati di pattuglia, era anche colui che più spesso veniva chiamato al cospetto di Jiang Cheng e quindi al mio.

Maledetto traditore, mi sono fidata a tal punto da non dubitare di te nemmeno per un attimo, pensai mentre la sorpresa e la delusione si trasformavano in rabbia, bruciandomi come lava nelle vene.

-Sapete cosa fare, se non volete che questo segno sulla sua candida pelle diventi più profondo- continuò la guardia senza dare cenno di avermi sentito, premendo la lama sulla mia giugulare fino a costringermi ad inclinare il capo per evitare di tagliarmi.

La frase era rivolta all’uomo in viola che ci stava guardando pallido, immobile come una statua di sale.

Dietro di lui Wei WuXian guardava alternativamente me ed il fratello come se volesse aiutarci ma non sapesse come, stringendo le mani a pugno e nascondendole dietro la schiena forse per impedirsi di intervenire. 

Socchiudendo gli occhi, vidi però le sue iridi brillare di rosso.

Un gioco di luci niente male, fu il mio primo pensiero, sostituito subito dal secondo, più stupefacente e allo stesso tempo ovvio. Sta usando i suoi poteri… e non quelli spirituali.

Ad alcuni metri da lui, ancora nascosto dall’ombra degli edifici, Jin Ling si era sollevato in ginocchio con il compagno semi cosciente fra le braccia. Da quanto potei capire da quella distanza, lo zio gli stava facendo cenno di scappare finché era in tempo.

Wei Ying non voleva che il nipote ed il figlio si trovassero in mezzo a quella situazione, eppure mi stupii la facilità con cui Rulan ubbidì all’ordine.

La veste bianca del giovane Lan gocciolò sangue sul terreno, mentre il discepolo di LanLing si allontanava il più velocemente possibile, anche se di malavoglia e guardandosi più volte indietro.

-Ah si, lo so?- rispose intanto Jiang Cheng rabbioso, lo sguardo fisso sulla spada che mi minacciava -Rinfrescami la memoria e dimmi perché dovrei sapere quello che vuole un cane bastardo come te- continuò alzando il mento e sfregando con il pollice il bordo di Zidian, che brillava di scintille sfrigolanti.

L’inclinazione che il capo di Jiang WanYin assunse, quando piegò il viso per lanciare un’occhiata alla sua mano destra avvolta da fulmini violetti, fece risaltare la smorfia rabbiosa che gli deformava l’espressione. Guardandoci da sotto le ciglia scure, soppresse un ringhio fra i denti.

-Oh, Gran Maestro- rise il suo ex subordinato, facendo vibrare anche me come conseguenza ai suoi singulti divertiti che premevano la mia schiena sul suo petto -Non vi sembra rischioso farmi arrabbiare quando ho qualcosa di così importante fra le mani, soprattuto considerato quanto è delicato questo collo- sibilò mellifluo.

Mi sfuggì un singhiozzo sofferente quando le sue dita premettero contro la mia trachea, mozzandomi per un attimo il respiro. Rilasciò la presa quasi subito, per fortuna, ed a me sfuggì un colpo di tosse involontario che non riuscii a reprimere.

A quel suo gesto seguì un silenzio teso che pareva essere ancora più pesante del precedente. 

Introno a noi la battaglia si stava calmando, le truppe nemiche che si dirigevano più distanti. Lo scontro si spostava insieme ai soldati, e quindi lo facevano anche i possibili aiuti che sarebbero potuti giungere.

-Tranquillizzate i vostri animi- si affrettò a rassicurare Bao abbassando finalmente la lama -Non sono così suscettibile. Ho degli ordini da seguire- ammise diplomatico, nonostante la sua mano stesse ancora stringendo il mio collo abbastanza da impedirmi di fare anche un solo passo in avanti.

Il fatto che avesse dimostrato quanto per lui sarebbe stato facile rompermi le vertebre, però, fece desistere i due uomini difronte a me dal tentare un attacco.

Jiang Cheng alzò i palmi verso l’alto come a dimostrarsi disposto a contrattare e fece un passo avanti con lentezza, evitando così di allarmare il mio aggressore. Poi piegò le labbra in una smorfia e parlò con voce forzata.

-Cosa devo fare?- sputò fra i denti, l’orgoglio dentro di lui che faceva a pugni con il resto dei suoi sentimenti. 

-Sigillate i vostri poteri spirituali- fu la risposta che gli diede la guardia, frase che mi fece sussultare per la sorpresa.

Wei WuXian, al fianco del fratello, si lasciò sfuggire uno sbuffo di fiato che sembrò una risata incredula, ma che si spense quando capì che l’altro faceva sul serio. A quel punto il cultore demoniaco si arrischiò a lanciare uno sguardo in direzione di Jiang Cheng, che intanto aveva spalancato gli occhi in maniera quasi comica.

-Stai scherzando?!- gridò quest’ultimo mentre Zidian cominciava ad emanare tanti fulmini da coprirgli l’intero braccio, risalendogli fino alla spalla con uno sfrigolio inquietante -Come osi chiedermi qualcosa come…- incominciò a chieder prima di interrompersi, la lingua intrappolata fra i denti per impedirsi di proseguire.

Aveva colto qualcosa, negli occhi dell’uomo dietro di me, che lo aveva fatto esitare. Forse una freddezza che non si aspettava, o una determinazione che aveva sottovalutato.

Eppure, qualunque cosa avesse visto, lo aveva zittito.

Indietreggiò di un passo, poi ne fece uno avanti e un’altro di nuovo indietro. Si mosse incerto sulle gambe, spostando il peso dal piede destro a quello sinistro prima di stringere i pugni ed abbassare lo sguardo a terra.

Poi, dopo lunghi secondi di riflessione, rialzò il viso e si portò una mano al petto, l’indice ed il medio tesi per premere sul costato.

Mi rifiutai di guardare, chiudendo gli occhi con il respiro che mi si bloccava in gola per il senso di colpa. Avrei voluto davvero che avesse provato a reagire, ma sapevo che non aveva avuto alternative. 

Furono le parole che pronunciò Bao, ancora troppo vicino al mio orecchio perché ogni suo respiro non mi facesse rabbrividire di disgusto, che mi fecero riaprire le palpebre.

-Ora liberatevi di Zidian- disse infatti il soldato con lieto divertimento nella voce.

A quel punto perfino io mi indignai ed emisi un gemito di disapprovazione che risuonò chiaro nel silenzio che aveva lasciato la battaglia ormai lontana. 

-Perfido bastardo- ringhiai agitandomi quanto potevo nella presa ferrea che mi stringeva, finalmente sicura che non mi avrebbe ucciso anche se mi fossi ribellata un poco -Spero tu bruci all’Inferno, maledetto stronzo- lo apostrofai.

In quel mondo, i miei insulti probabilmente avrebbero fatto arrossire perfino un bandito che andava regolarmente nei bordelli e nelle locande, ma questo non mi impedì di pronunciare una serie di improperi degni di uno scaricatore di porto.

Ad un certo punto venni interrotta da Bao stesso che, piantandomi le unghie più a fondo nella carne tenera della gola, mi intimò di tacere.

-Una donna dovrebbe stare zitta, quando non è interpellata- minacciò mentre io mi mordevo le labbra per non gridare -Gran Maestro, Zidian. Ora- si spazientì.

A quell’ordine, finalmente Jiang Cheng si fece avanti, sfilandosi l’anello dall’indice e porgendomelo nonostante fossimo a qualche metro di distanza. 

Io reagii scuotendo il capo e guardandolo confusa attraverso le lacrime di dolore che mi appannavano la vista, dato che stavo impedendo con tutte le mie forze che mi sgorgassero dagli occhi.

-Cristina, lo terrai tu- insistette davanti alla mia reticenza, avanzando ancora prima che la guardia negasse quel gesto.

-Non se ne parla- affermò infatti Bao, scuotendo anch’egli il capo e facendo sì che i suoi capelli mi sfiorassero le tempie mentre muoveva la testa. 

Mi fecero il solletico, perciò piegai il capo di lato per evitare quel contatto. La guardia però mi strattonò nuovamente perché stessi ferma, stringendomi il collo con risentimento per quella mia piccola ribellione. 

Evitai di protestare ancora, inghiottendo l’amaro che mi invadeva la bocca.

-Lei non lo può usare, quindi cosa ti impedisce di permettermelo?- domandò allora Jiang Cheng, freddo e provocatorio, il braccio ancora teso e lo sguardo grigio determinato.

Il cultore dietro di me esitò per qualche attimo, valutando le parole del suo Capo Clan con attenzione. 

Sapevano tutti che Zidian si faceva attivare solo da chi aveva sangue Jiang nelle vene o, in rari casi, da altri portatori che l’anello stesso decideva. Io non avevo mai toccato quell’arma, ma c’erano poche probabilità che rispondesse al mio potere.

Sembrò pensarlo anche Bao, dato che sospirò stanco, sconfitto da tutto quel sentimentalismo. 

-Non vi farò avvicinare, non sono uno sprovveduto- dichiarò facendo un passo indietro e trascinandomi con se’ -Lanciateglielo, se proprio ci tenete- concesse infine, parlando con voce divertita e piena d’arroganza.

Il Gran Maestro di Yunmeng strinse i denti ma obbedì senza fiatare.

Quando tesi la mano per ricevere l’oggetto, questo mi atterrò sul palmo con un peso considerevole, ancor di più di quanto mi ero immaginata. All’indice mi stava troppo largo, perciò lo indossai sul dito medio, facendomi confortare dal calore costante che il metallo argentato emanava.

A quel punto, la presa che fino a quel momento aveva stretto il mio collo sparì. 

La mano di Bao si spostò sul mio braccio, mentre il soldato mi tirava più vicina a lui ed estraeva dalla tasca un talismano che non faticai a riconoscere. Ne avevo visto uno simile prima del mio rapimento, anche se per pochi istanti.

-Ora è tempo di andare- dichiarò sventolando davanti al mio viso il foglio di carta che avrebbe funto da teletrasporto -Siamo attesi altrove, e la mia Signora non accetta ritardi- disse come per scusarsi della fretta che mi stava mettendo.

Incredula per la follia che l’aveva corroso, mi agitai nella sua presa per liberarmi, ricevendo come risposta uno schiaffo inaspettato che mi fece voltare la faccia dall’altra parte. 

L’orecchio destro, quello colpito, prese a fischiarmi tanto da farmi chiudere gli occhi. Sentii il mio naso prendere a sanguinare poco dopo l’impatto del suo ceffone, mentre un sapore ferroso e salato mi penetrava fra le labbra socchiuse fino a gocciolarmi sulla lingua.

La guancia offesa mi pulsava abbastanza da farmi pensare che tutto il sangue del mio corpo si fosse concentrato lì. Questo non mi impedì però di sollevare il mio sguardo furioso su Bao, l’ostilità che si trasformava in odio. 

Sputai ai suoi piedi senza distogliere gli occhi dai suoi, mancando di poco la punta del suo stivale sinistro con la saliva sporca di sangue che mi uscì di bocca.

-Oh, questo…- iniziò a dire prima di essere interrotto da Jiang Cheng, che attirò la sua attenzione con le iridi che brillavano furiose.

-Non la porterai da nessuna parte- disse con voce ferma, la spada impugnata a due mani nonostante ora fosse solo una fredda lama senza poteri. Sandu brillò sotto la luce della luna sorta da ormai qualche ora, la lama pulita pronta a sporcarsi di nuovo per il padrone.

-E cosa farai per impedirmelo, Gran Maestro?- lo apostrofò sarcastico il mio rapitore, cedendo all’irritazione che gli aveva provocato il mio gesto -Il tuo nucleo d’oro è bloccato dal tuo stesso sigillo, le tue armi sono inutili ed il tuo amato fratello non può richiamare i suoi cadaveri se non vuole che cadano sotto il controllo della mia Signora… come pensi di fermarmi, quindi?- domandò beffardo.

Il suo errore fu quello: perse tempo.

La rabbia che tutti quelle inezie avevano provocato in lui lo accecarono, rendendolo inefficace e distratto. Per questo, impiegò troppo tempo per accorgersi che dietro di lui stava giungendo una minaccia.

In ogni caso, all’ultimo secondo riuscì a schivare Bichen, cavandosela con una ferita superficiale al braccio che comunque l’avrebbe debilitato molto in caso di scontro diretto.

Digrignando i denti per il dolore, il soldato mi trascinò con se’ mentre si faceva indietro, allontanandosi dal nuovo arrivato e cercando insieme di non correre incontro a Wei WuXian e Jiang Cheng. 

Ci riuscì quasi dislocandomi una spalla nel tentativo di farmi muovere.

-Questo avrei voluto evitarlo- mormorò mentre frugava fra le pieghe della propria veste ed estraeva altri talismani, un sorriso maligno sul viso che smentiva le sue parole.

Mentre i tre cultori miei alleati si facevano avanti per impedire un possibile attacco da parte di Bao, questi alzò al cielo i fogli che teneva fra le dita concentrandovi all’interno tutto il suo potere spirituale. 

Un lampo azzurro mi accecò. Persi il contatto con il suolo e la terra sparì da sotto i miei piedi facendomi mancare un battito, poi il silenzio mi avvolse.

Quando tornai alla realtà e potei guardare intorno senza che gli occhi mi lacrimassero, mi ritrovai in una stanza che sapeva di incenso e brillava illuminata delle lanterne cinesi appese al soffitto. 

 

 

Confusa, barcollai in avanti per riprendere l’equilibrio, le pupille che si abituavano alla luce soffusa delle candele coperte di carta.

Cercando di capire cosa fosse successo, posai lo sguardo su Wei Ying e Lan Zhan che, non appena era stato concesso loro respiro, si erano corsi incontro come se non potessero sopportare la lontananza che li divideva.

Appena li vidi vicini, l’uno fra le braccia dell’altro e con lo sguardo perso ad ammirare amorevolmente il viso del compagno, pensai che al mondo non poteva esistere coppia più strana, ma allo stesso tempo equilibrata.

Come il Matto e la Temperanza, uno crea il caos e l’altro professa l’ordine.

Ecco perché, capii, Wei WuXian aveva usato i suoi poteri sul campo di battaglia: con un talismano aveva attirato l’attenzione del marito per farlo correre in nostro soccorso. 

Mi dissi che ero fortunata, ad avere almeno un parente intelligente.

Poi il mio sguardo incrociò quello disperato della figura rannicchiata nell’angolo del padiglione, che fino a pochi secondi prima non avevo notato, ed ogni altro pensiero passò in secondo piano.

-Elisa!- gridai correndole incontro e gettandomi fra le sue braccia, quando si sollevò in ginocchio per accogliermi nel suo abbraccio -Dio, ero così preoccupata- gemetti stringendola come se potesse scomparire da un momento all’altro.

Lei ricambiò il mio entusiasmo soffocando un singhiozzo sulla mia spalla, gli occhi rossi per il pianto che si chiudevano mentre il viso si distendeva in un’espressione sollevata. 

Non si curò del mio naso sanguinante ne’ del taglio sulla mia gola, così come io non prestai attenzione al suo colorito pallido e al tremore incontrollato che la scuoteva.

Eravamo così felici di vederci salve, anche se non sane, che per un attimo dimenticammo in che situazione ci trovavamo. Per un secondo, non importò nulla se non il nostro abbraccio.

Ci pensò però la voce roca di Jiang Cheng a farci tornare alla realtà.

-Ora cos’hai intenzione di fare, traditore?- il suo urlo furioso rimbombò nella stanza con un eco graffiante, le pareti coperte di stoffa che attutivano solo in parte la potenza delle sue grida.

Mi voltai in tempo per vedere il Capo Clan di Yunmeng lanciarsi contro il suo ex subordinato, la spada sguainata e l’espressione deformata dalla rabbia. La lama vibrò veloce in aria, ma perfino io che non ero così esperta nell’arte del combattimento potei capire che mancava qualcosa nei suoi colpi, ora che aveva sigillato i suoi poteri spirituali.

Bao schivò infatti i fendenti con facilità, ridendo della debolezza di quello che era stato il suo Gran Maestro, ora a corto di forza e controllo. Era veloce nonostante tutto il potere che aveva usato per teletrasportarci.

Continuò a beffarsi di lui per poco, però, dato che in quello scontro intervenì presto Lan Wangji, desideroso di mettere fine alla questione e forse anche di aiutare il cognato. Wei Ying preferì invece venere incontro a me ed Elisa, assicurandosi con uno sguardo che le nostre ferite non fossero gravi.

-Non deve fare niente, ormai non serve più- udii pronunciare da una voce femminile distante, eppure chiara come uno specchio d’acqua -Siete tutti qui, al mio cospetto, proprio come desideravo- continuò.

Diressi gli occhi verso la porta appena aperta e intravidi una figura sottile, poco oltre la soglia. Non capii di chi si trattasse, dato che non potevo ancora vederla in viso, eppure un senso di fastidio mi attorcigliò le budella.

Potrebbe essere la donna dell’altare, riflettei ripensando alla statua che avevo intravisto poco dietro di noi che raffigurava una bellissima fanciulla che danzava leggiadra fra mille veli impalpabili. 

Alla vista della nuova arrivata Bao si fece definitivamente indietro, allontanandosi dai due cultori con cui stava combattendo, e si inchinò profondamente al cospetto della donna appena apparsa.

-Mia Signora- salutò con una nota sottomessa nella voce, il tono ovattato per via della posizione servizievole che aveva assunto.

Senza badare all’uomo, la donna vestita di bianco fece il suo ingresso nella stanza con passo fiero, portando con se’ il silenzio che solo un viso come il suo poteva suscitare nella gente. 

Terrificante, riuscii solo a pensare.

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Quindi il traditore era Bao… mi dispiace, avevo quest’idea fin dall’inizio e non l’avrei cambiata per nulla al mondo. Se vi eravate un minimo affezionati mi dispiace, è uno stronzo psicopatico al pari di Xue Yang.
Il grande nemico è apparso, finalmente! E lo ha fatto in una serie di scene che richiamano al novel originale, se notate. Tutto calcolato signori, mi piacciono le citazioni incomprensibili e inutilmente drammatiche.
E niente, avrei molto da dirvi ma preferisco lasciarvi riflettere senza rischiare anticipazioni. Godetevi i pochi capitoli che rimangono, perché saranno intensi :)

Un bacio a tutti, Sarah_lilith

   
 
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