Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: eli_mination    30/10/2020    2 recensioni
[AU Distopico]
Sembrava tutto troppo perfetto per gli abitanti del Satellite. Dopo anni, finalmente si sarebbero riscattati con la costruzione del ponte che collega la zona malfamata alla grande città, Nuova Domino. Qualcosa va però storto, a qualcuno piace giocare con il tempo e inserisce un pezzo mancante nella storia che Allen, neo-diplomato nato nel Satellite che è cresciuto con i cambiamenti del suo luogo, conosce. Perché, improvvisamente, si ritrova in una guerra civile che vuole rivendicare i diritti di quell’isola? Con quale assurda coincidenza si unisce ad una banda di sciroccati del Satellite capitanati da Crow Hogan? E come mai quest’ultimo gli ride in faccia quando Allen gli racconta della lotta contro Z-ONE? In quello che sembra un assurdo sogno, Allen abbraccia la causa e darà un’importantissima mano alla rivoluzione in corso. Il tutto mentre cerca di capire come sia finito in quell’arco temporale a lui totalmente nuovo…
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crow Hogan, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Mi precipito immediatamente fuori dall’appartamento, mentre quei tre stanno discutendo. Non si accorgono di me. D’altronde io mi sono nascosto dietro una colonna, vicino all’ingresso.

“Ascolta, amico…” inizia a parlare Crow. Lo riconosco dalla voce.

“Non siete amici miei, voi!” esclama una voce rauca. Credo che sia il tipo che stavano inseguendo…

“Abbassa quella pistola…” gli ordina il ragazzo dai capelli arancioni. Mi sporgo leggermente per vedere meglio la situazione: il tipo dai capelli rossi continua a puntare l’arma contro quei due, mirando prima verso Crow, poi verso quel ragazzo biondo in sua compagnia. Nessuno dei due sembra avere paura di essere sparato… Al loro posto io sverrei. Non voglio vedere di nuovo quella scena orribile di ieri… Ci deve essere un modo per aiutarli…

“Non è questo il modo di risolvere le cose…” sussurra il biondo, mentre cerca di avanzare verso il rosso. “Puoi vivere anche senza rubare nulla e far male agli innocenti, noi ce la stiamo facendo… Hai bisogno di una famiglia, Rodd…”

La mano che regge la pistola trema, mentre lo sguardo di quel Rodd si assottiglia. Non capisco, sta ridendo o piangendo?

“Volete fare giustizia in questo mondo marcio, eh?” domanda lui, scuotendo la testa. “Cosa ci guadagnate? Ditemelo, vorrei tanto saperlo!”

“Non puoi arrenderti e sottometterti al sistema, dannazione!” esclama Crow, avvicinandosi anche lui. “Che tu ci creda o no, possiamo rendere il Satellite più vivibile, tutti insieme!”

Rodd ride di gusto a quell’ultima affermazione. Intanto il biondo si gira proprio nella mia direzione… Merda, che mi abbia visto? La sua espressione diventa scioccata ma pare non voglia darlo a vedere. Il suo sguardo torna a fissare il tipo dai capelli rossi, mentre, con la mano dietro la schiena, gesticola.

“Devo andarmene…” penso, comprendendo il messaggio che voleva darmi quel ragazzo. No, non posso stare qui senza far niente, non posso fare finta di nulla!

“Crow, lo sai bene anche tu in che merda vivi, suvvia!” continua Rodd, continuando a sbellicarsi ma senza abbassare l’arma. “Sei anche il primo a commettere crimini!”

“Io li commettevo per il bene dei miei più cari amici… A differenza tua, poi, non ho mai fatto del male a nessuno!” ribatte il ragazzo dai capelli arancioni. Rodd sembra alterarsi sempre di più… Che faccio? Mi guardo attorno e valuto la situazione: se corro verso di lui non ci metterà nulla a piantarmi una pallottola nel corpo, mentre se emetto un suono affinché si distragga farò capire che sono qui e mi farà del male. Un pensiero assurdo invade la mia mente… E se morissi? Mi risveglierò nel mio “mondo”? Meglio non rischiare… Il mio piede urta qualcosa di solido… Una pietra? Si, ha anche del sangue sopra… Un momento, che sia quella che mi ha ferito alla testa ieri notte? Non ci penso ulteriormente, la prendo e la scaglio. Corro il rischio.

“Quindi? Si tratta pur sempre di cr-”

Rodd non termina la frase. Il masso colpisce la sua testa, facendolo sbilanciare e cadere a terra, sbattendo nuovamente la testa sul sedile della moto su cui si trovava prima. L’arma che aveva in mano spara un colpo prima di finire anch’essa sull’asfalto sporco… Accidenti, cosa ho combinato?

“Adesso, Tom!” esclama rapido Crow, gettandosi sul tipo e fermandosi poco dopo, notando che il suo amico raccoglie la pistola e la punta contro il nemico. Contro ogni previsione, sono stato davvero utile… Quindi il colpo di pistola è andato a vuoto…

“Rodd, vattene via…” sussurra poi il ragazzo dai capelli arancioni, guardandolo torvo. “Non vogliamo farti del male.”

Il tipo lo guarda inespressivo, senza staccargli gli occhi di dosso. Si rialza lentamente.

“Non finisce qui…” è l’unica cosa che esce dalle sue labbra, prima di salire sulla moto.

“Fidati, è meglio terminare qui la faccenda…”

Tom lo interrompe.

“Vuoi farlo andare via così?” dice a Crow, voltandosi verso di lui mentre Rodd parte sgommando.

“L’hai visto con i tuoi occhi, Tom. È caduto dalla moto e ha ricevuto una botta in testa… A proposito…”

Crow punta lo sguardo verso la mia direzione. Accidenti, mi preparo alla ramanzina. Ricordo perfettamente come si era arrabbiato ieri con Alyssa.

“Si, volevo dirtelo ma non volevo che Rodd lo sparasse.” sostiene Tom, avvicinandosi a me. “Ti sei bevuto il cervello?”

Io non so cosa dire, in compenso…

“Stai calmo, in realtà è stato d’aiuto. L’ha disarmato e non ci ha sparato. Ci siamo anche guadagnati una pistola, Jasper la adorerà!” mi difende Crow, salutandomi con la mano. “Passata la sbornia?”

La sborn- Oh, giusto… Ieri ero “ubriaco”.

“Ehm, credo…” faccio io, avvicinandomi ai due. “Cosa… cosa stava succedendo?”

“Parli di Rodd? Ah, voleva derubare dei ragazzini e noi l’abbiamo inseguito…” spiega, mettendomi una mano sulla spalla. “Comunque, lui è Tom… Tom, lui è l’ubriacone di cui ti abbiamo parlato ieri…”

Porgo una mano al ragazzo e lui me la stringe timidamente, ignorando l’aggettivo affibbiatomi.  

“Mo… molto piacere…” sussurra. Ha gli occhi azzurri e delle occhiaie scure, i capelli spettinati che incorniciano un viso segnato anche dalle cicatrici dell’acne.

“Io sono Allen!” esclamo io, cercando di essere più amichevole possibile.

“Allen… Pensavo ti chiamassi Bacco!” ridacchia Crow, colpendomi sulla spalla con il dorso della mano.

“Spiritoso…” dico io, sarcastico.

Tom si gira verso la sua moto, prendendo il casco. Si ferma, osservando bene un punto del suo veicolo.

“Oh, cazzo! Come faccio ad essere così sfigato, dico io?!” esclama disperato poco dopo. Guardo attentamente e noto un buco sulla gomma anteriore.

“Accidenti, quando hai forato?” domanda Crow, sorpreso. Pensandoci, credo di aver sentito qualcosa che scoppiava proprio quando Rodd ha premuto il grilletto per sbaglio…

“Forse il proiettile di prima è finito lì…” ipotizzo io. Tom si mette le mani nei capelli, imprecando ancora. “Mi dispiace…”

“Quando sarò in grado di provare gioia?!” si lamenta lui, cercando di far partire il mezzo.

“No, tu non la guiderai in quelle condizioni, accidenti!” lo ferma Crow, mettendo le mani sui manubri. “Forza, è ora di spingerla fino al rifugio!”

Chissà quanto sarà lontano quel fantomatico rifugio… In ogni caso, non è un problema mio, quindi faccio per salutarli e tornare a casa quando vengo afferrato per un braccio.

“Aspetta, per caso sei solo? Non vuoi venire con noi nel nostro covo?” domanda Crow, tenendomi per il polso. Dove vorrebbero portarmi?

“Crow! Fai sul serio?!” lo richiama Tom, guardandolo stranito. “Prima lasci andare quel criminale, ora vuoi metterci in mezzo ai guai? Già è tanto che ti abbia visto in compagnia mia e di Alyssa…”

Non capisco in che senso potrei mettere in pericolo queste persone, ma mi sento leggermente offeso. Sono letteralmente la persona più calma e tranquilla dell’universo, pensa un po’! Non ho mai avuto neppure il coraggio di dire in faccia ai miei compagni di classe che mi stavano sulle palle. Ho lanciato quel sasso? Bene, non so quale stregoneria mi abbia fatto compiere quel rischio perché normalmente io evito i guai come la peste.

“Ho un’ottima impressione di questo ragazzo, potrebbe entrare a far parte della nostra squadra!” ribatte Crow, fissando Tom e indicandomi. Quale squadra?

“Oh, maledizione…” commenta il biondo, con una manata in fronte. “Ora non si scappa più, te ne rendi conto?”

Che diavolo intendono dire?!

“Sono io il capo, decido io!” esclama poi il tipo dai capelli arancioni, parlando poi con me. “Senti, salta su in moto. Fidati, starai meglio con noi!”

Io continuo a non capire assolutamente nulla, ma ubbidisco prendendo il casco che Crow mi porge e salendo dietro di lui sulla sua moto.

“Tom, te la senti di spingerla da solo?” domanda poi il “capo”, salendo e mettendosi il casco.

“Mh, tranquillo… Sono solo cinquecento metri, ce la faccio!” bofonchia lui, palesemente innervosito. Senza avvertirmi dell’imminente partenza, vengo sbalzato all’indietro. Accidenti, chissà a che velocità stiamo andando con la sua Blackbird (era così che si chiamava, no?)! Se lo raccontassi a Damien morirebbe d’invidia… Chissà se in questo sogno lui c’è…

Il tragitto non dura molto, dopo due o tre vicoli ci ritroviamo davanti alla saracinesca di un garage, raggiungibile da una piccola discesa, di un edificio pieno di crepe. L’ambiente intorno è pressoché lo stesso, la solita desolazione del Satellite. Fa male vederlo in questo stato, considerando che io ho visto la sua storia e come è cambiato. Quando rimuovo il casco sento un gran trambusto, pare che qualcuno stia facendo un concerto di chitarra elettrica, con varie voci che urlano e cantano. Non so ben dire quale sia la differenza qui…

“Forza, vieni!” mi incita Crow, alzando la saracinesca. Ah, è qui la festa! C’è un ragazzo con i capelli corvini seduto sul divano, un ciuffo che quasi gli copre uno degli occhi viola, l’altro con un segno giallo sul sopracciglio (anche lui un criminale? Accidenti!), con abiti scuri e rovinati, che suona una chitarra elettrica e canta a squarciagola seguito da due ragazze. Una la riconosco subito, anche se girata di spalle è palese che sia Alyssa. L’altra invece ha lunghi capelli scuri, legati in una coda alta, ha la pelle ambrata e gli occhi neri. Veste con una canotta celeste e dei pantaloncini di jeans che le arrivano al ginocchio.

“Oooh, let me live, oh let me live, oh let me dieeee!” gridano in coro, ripetendo la frase più di una volta e muovendo la testa a ritmo. Poco dopo si aggiunge anche Crow mentre chiude la saracinesca. Proprio quando inizia a cantare, tutti si girano nella nostra direzione e si fermano. Vengo colto subito dallo sguardo penetrante della ragazza con la coda di cavallo. I suoi occhi scurissimi mi inquietano e noto che si morde il labbro in corrispondenza di un piercing al lato della bocca.

“E dai, ragazzi! Stavate facendo uno spettacolo fantastico!” si lamenta Crow dopo l’interruzione di quell’esibizione.

“Crow, chi è questo ragazzo?” domanda la ragazza con la coda avvicinandosi a noi. Il ragazzo para una mano davanti a sé, sulla difensiva.

“Rilassati, Lucy, è un nostro amico!” la rassicura lui. La reazione generata dal resto dei ragazzi è abbastanza negativa.

“Mi prendi per il culo?!” esclama rabbioso il ragazzo con la chitarra, posandola velocemente a fianco al divano e alzandosi da quest’ultimo. Che accoglienza…

“Ragazzi, state buoni…” cerca di calmarli Crow, mettendomi un braccio dietro la schiena e facendomi avanzare. “Lui è Allen, ha aiutato me e Tom contro quell’idiota di Rodd.”

“Non mi interessa, io altra gente qui dentro non la voglio vedere. Già è stato un grosso errore prendere Alyssa…” afferma il chitarrista.

“Ehi!” protesta lei, venendo tirata in causa, afferrando il corvino per il colletto. “Dillo un’altra volta e io ti-”

“Fallo, coraggio!” le dice lui, beffardo, aprendo le braccia e invitandola ad attaccare. Ha un sorrisetto veramente antipatico.

“Finitela, bambini!” si spazientisce Crow, separando i due prima che la dark gli regali un occhio nero. “Jasper, la vuoi una pistola nuova?”

Quando sente quella proposta, improvvisamente diventa molto tranquillo e pacato, soprattutto nel momento in cui prende in mano l’arma.

“Automatica… Una Glock 26… Dai, ho visto di meglio…” commenta, analizzandola nel dettaglio. Mi stupisce questa sua conoscenza in materia di armi. “Il suo vecchio proprietario non sapeva nemmeno come si impugna, andiamo. È tenuta malissimo…”

“A me non hai portato nulla?” chiede ironicamente Alyssa.

“Il tuo amico!” risponde il ragazzo dai capelli arancioni, indicandomi e poggiandosi con la schiena al muro. “Se non ti va bene, spero che ti basti almeno la mia presenza!”

Ignorando la mezza provocazione di Crow, lei mi riconosce, a giudicare dall’espressione sorpresa che si è stampata sul suo volto.

“Ciao!” la saluto io, sorridendo.

“Ehilà, Bacco!” mi prende in giro lei.

“Mi hai rubato la battuta!” esclama Crow, grattandosi la guancia. “Comunque, ora lui è parte del team.”

Ancora una volta sento gli sguardi di tutti addosso. Aspetta, cos-

“Quale team?” domando io.

“Crow, più avanti…” inizia a dire Jasper, avanzando verso di noi e guardandomi male. “... ecco, vorrei evitare di dirti ‘te l’avevo detto’…”

“Tanto me lo dirai lo stesso, è la tua fottuta frase preferita!” ribatte lui, fissandolo con un sopracciglio alzato, poi si guarda intorno. “Dov’è Ruby?”

“Eccomi!”

Una voce femminile acuta si aggiunge a noi. Mi giro nella sua direzione e vedo una ragazza dal caschetto biondo miele, con un paio di occhiali tondi, occhi marroni e dei vestiti larghi, un maglione molto colorato infilato dentro un paio di jeans oversize.

“Ho appena finito di portare i biscotti che ho fatto stanotte ai bambini del quartiere!” dice allegra. “Hanno apprezzato tantissimo. Ah, vi salutano!”

Crow sorride sentendo quelle parole, mentre dalla bocca di Jasper esce un brontolio infastidito.

“Ruby, ti dispiacerebbe spiegare al nostro nuovo arrivato come funzionano le cose qui? Io devo aiutare Tom con la sua moto...” le chiede Crow.

“Non ci sono problemi! Ciao, piacere, Ruby!” si presenta lei, con fare felice. “Tu invece come ti chiami?”

Mi presento a lei, sorridendole. Cavolo, è davvero gentile. Finora è l’unica che ha usato questo tono con me, dopo Crow ovviamente. Non le dà neppure fastidio il fatto che io sia il “nuovo arrivato”!

“Allen, che bel nome!” mi sorride lei. “Dunque, ti sembrerà assurda questa storia, ma a quanto pare il nostro capo ti ha scelto per far parte di una banda di protezione del Satellite. Sai cos’è? Ne hai mai sentito parlare?”

Faccio di sì con la testa, essendo che Alyssa me lo ha già spiegato ieri. Ora ci vedo un po’ più chiaro. La motivazione che li spingeva ad operare era questa, allora. Sono una banda.

“Avete un nome?” domando io. Che domanda idiota! Perché non penso mai a quello che devo dire agli sconosciuti?

“Al momento no, diciamo che su questo nessuno sa decidersi… L’ultima volta che abbiamo proposto dei nomi è finita con Jasper e Alyssa sull’orlo di una rissa…”

Come fanno a litigare così tanto rimanendo però nello stesso gruppo? Già prima si è visto quanto si tenessero antipatici!

“Non preoccuparti, tutto sommato andiamo d’accordo!” mi rassicura lei. “Jasper ha un caratteraccio, ma in fondo so che un minimo di sentimenti li prova. Avrai visto che ha coinvolto le ragazze a cantare con lui…”

Ammetto che mi sarebbe piaciuto continuare a vedere “quel” Jasper, ma a quanto pare è fatto così… Mah, che tipo strano!

“Comunque, parlando seriamente…” sussurra lei, conducendomi a fare un giro di quel ritrovo. “Se sei qui devi sottostare ad alcune regole. Fidati, è per garantire la vita tua e degli altri, nonché del Satellite intero…”

Io la ascolto, mentre Tom fa il suo ingresso nella dimora assieme alla sua moto dal pneumatico forato. È sudato per lo sforzo e mi guarda male. Non lo biasimo, dopotutto io ho avuto il lusso di farmi accompagnare su un veicolo utilizzabile.

“Io non ce la faccio più a sistemarti la moto…” si lamenta Lucy, con le mani nei capelli. “Prima il sistema di aspirazione, poi il motore, poi lo scarico e ora anche questo?!”

“Me la vedo io, calma!” esclama Crow, impedendole di mettere le mani sul mezzo.

“Dicevo…” continua Ruby, guardandomi negli occhi. “Ci assicuri che non dirai a nessuno quali sono i nostri piani?”

Mi chiedo per quale motivo dovrei tenere segreto il loro operato. Voglio dire, sono dei protettori dei più deboli, che male c’è? Non mi sembra che sia un crimine aiutare gli altri… Poi realizzo… Ricordo la frase che aveva detto ieri Alyssa…

“Sono nate un sacco di bande che garantiscono la pace nelle vie del Satellite, ma molte sono state distrutte dalle autorità perchè complottavano contro il governo e sono stati scoperti..."

“Assolutamente no!” protesto io. “Non voglio mettermi in mezzo ad una rivoluzione!”

Di nuovo, per l’ennesima volta, si girano tutti verso di me e pare che Jasper stia per aggredirmi.

“Dai, Jas, me la vedo io!” gli dice Ruby, trascinandomi fuori dal garage.

“Voi siete pazzi se pensate che io mi metta a rovesciare un governo. Mi hai per caso visto?! Non ricordo neppure cosa ho mangiato ieri a cena!” esclamo, una volta fuori. La ragazza mi tappa la bocca con la mano.

“Shh!” fa lei. “Senti, Allen, lo so che è difficile, ma guarda come è ridotto il Satellite. Abbiamo un ponte che potrebbe portarci alla libertà, ma non si può attraversare. Abbiamo un sacco di criminalità, ma nessuno se ne preoccupa, se non noi e altre bande. Ogni giorno diventa sempre più difficile sopravvivere qui… Tu per caso vuoi questo?”

Faccio di no con la testa.

“Ciò, però, non significa che io debba tagliare la testa al Grande Capo, o come si fa chiamare lui…” mormoro, molto a disagio.

“Lo so, ma è l’unico modo per farci sentire…” dice tristemente Ruby. “Altrimenti non ci ascoltano, anzi, se proviamo a lamentarci… ecco…”

Si interrompe. Vedo chiaramente che sta facendo di tutto pur di non piangere. La scena di quel massacro torna a tormentarmi… Si, è un’ingiustizia…

“Io vorrei tanto aiutarvi, ma non sono capace di fare nulla…” le dico, mettendole una mano sulla spalla e abbassandomi per guardarla negli occhi. La sua risposta non tarda ad arrivare.

“Non è vero, ci sarà qualcosa che tu sai fare!” esclama lei. “Ad esempio, io cerco di aiutare tutte le persone in zona e di rallegrarle nonostante i tempi difficili…”

Ora che ci penso, in effetti… C’è qualcosa in cui riesco a distinguermi…

“Riflettendoci, mio padre era un medico e mi ha insegnato un sacco di cose a riguardo. Poi ho anche fatto un corso di pronto soccorso avanzato… Certo, non sarò un dottore coi fiocchi, ma penso di saper curare le ferite e salvare qualcuno… credo…”

Il suo volto si rischiara subito, con la bocca aperta per la felicità. Si precipita immediatamente dentro il garage e urla: “Ragazzi, abbiamo un medico in squadra!”

Beh, ora credo di non avere più scuse.


Note dell’autrice

Immagine che contiene parete, persona, uomo, interni

Descrizione generata automaticamenteDevo dire che non vedevo l’ora di far conoscere il resto della banda. Ovviamente, ci tengo a specificare che anche loro avranno spazio in questa storia. Conto di mettere i punti di vista anche degli altri ragazzi, non solo di Allen (ma questo credo di averlo già detto nel prologo ^^’ Nel caso, lo ripeto!). Mi scuso se questi capitoli possono sembrare un po’ lenti ma serve prima un po’ di introduzione per capire a pieno il contesto e iniziare a conoscere i personaggi…

Tra l’altro, sempre a proposito del contesto, questi primi capitoli hanno delle tematiche abbastanza leggere. Ecco, vorrei dirvi che più avanti potrebbero esserci riferimenti a tematiche più delicate, al momento la storia è in corso e non vi posso dire con precisione a che livello di “pesantezza” arriveremo. In ogni caso, vi posso dire con sicurezza che non sfoceremo mai nel rating rosso e che, qualora dovessero esserci, queste non saranno trattate in maniera approfondita ma con leggerezza (però senza essere troppo generici!). Porrò sempre un trigger warning indicando le possibili tematiche che potrebbero dar fastidio anche se minimamente accennate, ci tengo che voi siate in pace con voi stessi durante la lettura ^^

Cooomunque… Il titolo del capitolo, questa volta, è “Let Me Live/Let Me Die”, Des Rocs, ladies and gentlemen! Penso che non ci sia bisogno di specificare cosa abbia ispirato in questo capitolo… xD

È tutto! Ci sentiamo al prossimo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate finora ^^

Ciauuu!

EDIT 21/05/2021: La foto di questo capitolo, invece, mostra il caro Tom! ^^

  
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