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Autore: NotAdele_    30/10/2020    1 recensioni
Anna ha vent'anni, e nella vita non ha mai sbagliato niente, figlia perfetta, studentessa modello.
Isolatasi dal mondo per concentrarsi sul suo futuro si era scordata di vivere finché l'incontro con una vecchia conoscenza non le apre le porte per una nuova vita.
Dalla storia:
-Io non sono mai stata con nessuno, non so niente di queste cose, non ho idea di quello che devo fare, e tu hai avuto diverse esperienze a quanto ho capito, non so se sono in grado di gestire una relazione, non saprei neanche da dove iniziare.- Parlava velocemente come suo solito, e la punta di panico che aveva nella voce, era la solita che appariva quando le cose andavano in modo diverso da quanto programmato.
-Senti io non ti sto dicendo che ci dobbiamo giurare amore eterno, perché magari non ti piaccio neanche, oppure insieme saremo un disastro, però ti chiedo di darmi una possibilità, frequentiamoci e vediamo come va.- Era tranquillo e pacato come suo solito, le dava sicurezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Anna'
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Capitolo 13

 

Spiegare

 

Capire? Che cosa dovrebbe comprendere? Che lui voleva essere li con lei perché interessato? Federico aveva forse ragione? Assurdo. 

Prima che potesse chiedere delucidazioni il cameriere si palesò chiedendo le loro ordinazioni, inutile dire che nessuno dei due aveva neanche accennato ad aprire il menù, quindi decise di improvvisare prendendo il “piatto unico”, qualsiasi cosa fosse, e il ragazzo di fronte a lei la imitò.

 

Mentre parlava si rese conto che era così tesa e piena di ansia, che non aveva minimamente prestato attenzione al locale, una ventina di tavolini, tutto arredato in stile molto semplice, legno grezzo, tovaglie a quadrettoni, chiacchiericcio diffuso ma dai toni pacati, era un posto tranquillo, che sapeva di casa in campagna e domeniche passate in famiglia, le piaceva.

 

Quando rimasero nuovamente soli, dovette concentrarsi per decidere quale domanda voleva porgere per prima, era difficile pensare quando qualcuno ti osservava così intensamente, era abituata a stare al centro dell’attenzione, ma erano occasioni ufficiali, e di solito aveva il tempo di prepararsi.

 

-Quindi ehm, ti piaccio? Sei voluto uscire con me per questo?- Era stata diretta, e aveva colto una specie di sorriso sul volto di Ettore.

 

-Beh se non mi piacessi non ti avrei chiesto di uscire no?- Era una conferma, ma non si sentiva molto soddisfatta, cosa significava? Perchè adesso?

 

-Ma io non capisco, siamo stati nella stessa stanza per anni, perché me lo dici ora?- Prima che il ragazzo potesse risponderle si illuminò.

 

Era stata così sciocca! Probabilmente il drastico cambio del suo aspetto fisico era stata una variabile importante, prima non era mai neanche stata considerata come una ragazza.

 

-E’ perché sono dimagrita?- Sarebbe stata una spiegazione semplice ma fastidiosa, non aveva mai puntato sull’aspetto fisico, e mettersi con qualcuno che cambiava idea su una persona sulla base di quel fattore era fuori discussione.

 

-Ascoltami bene, non sono cieco, anzi ci vedo anche troppo bene, specialmente stasera.-  Lanciò un’occhiata significativa alla camicetta che lasciava intravedere qualche brandello di pelle in più rispetto al suo solito abbigliamento.

 

-Quindi ovvio che ho notato il tuo nuovo aspetto e l’ho apprezzato, ma posso dirti che tu non sei mai stata brutta, fidati, c’è una grossa differenza tra essere in carne e avere dei lineamenti sgradevoli, tu eri già molto carina, e qualsiasi cosa tu abbia fatto ti ha solo resa migliore.-

 

Le venne da sorridere, cercò di reprimerlo per non sembrare una ragazzina alle prime armi, ma infondo, la descrizione le calzava a pennello.

 

-In ogni caso mi hai sempre intrigato, se vogliamo dirla così, il tuo modo di fare, la tua intelligenza, sei fuori dal comune, sei come fatta di luce, ed io come uno stupido insetto mi sono fatto fregare, però se ti ricordi bene avevi una regola alle superiori.-

 

Era come una luce? Sentiva un tremolio nello stomaco, doveva calmarsi, non poteva farsi condizionare così da qualche parola era lei la diplomatica, e lui da quando parlava così bene?

 

Annuì ricordandosi della sua stupida lista fatta ai tempi del primo anno di liceo.

 

-Mai farsi coinvolgere nel dramma.- L’aveva detta ad alta voce, era qualcosa in cui credeva ancora, la scuola era la sua priorità, e non poteva rischiare di distrarsi a causa di faide e litigi adolescenziali.

 

-Esattamente, se ti ricordi all’inizio della prima ti scrivevo spesso e ti stavo dietro, poi quando ho visto quanto eri brava e ho capito dove potevi arrivare, ho pensato che non sarebbe stato giusto metterti i bastoni tra le ruote, e mi sono allontanato, ho lasciato che realizzasi i tuoi obiettivi.-

 

Pensò che non riusciva a trovare un passaggio inesatto nella narrazione, e le venne in mente che forse pian piano i tasselli stavano tornando al loro posto.

 

-Sei stato tu a chiedere ad Andrea di coinvolgermi nei lavori di gruppo quindi? Ed è per questo che mi chiedevi aiuto per studiare?- Questo le spiegava perché il suo gruppo avesse parlato di lei, anche se sembrava fin troppo elaborato come progetto.

 

-Vedo che stai unendo i pezzi, sapevo che vi conoscevate fin da piccoli e gli ho chiesto un favore.- Perfetto, però si chiedeva perché avesse aspettato quasi due anni per invitarla, aveva finito la scuola a diciotto anni, ora ne aveva venti, mancava ancora qualche pezzo.

 

-Se ti stai chiedendo perché non ti ho proposto di uscire subito dopo il diploma, semplicemente non ci avevo pensato, tu stavi sempre per le tue, non sapevo neanche se saresti restata a Bologna per l’università, poi ci siamo persi di vista, ma quando quella sera ti ho trovata sul terrazzo, ho sinceramente pensato di dover fare un tentativo.-

 

Era forse finita in qualche scherzo televisivo? Le sembrava assurdo che stesse succedendo proprio a lei, era una specie di dichiarazione? La testa le girava vagamente, il suo cervello si stava surriscaldando.

 

-Ho un’altra domanda, perché se Andrea sapeva tutte queste cose ha cercato di farmi avvicinare a Davide? Mi sembra un pò un controsenso.-

 

Effettivamente poteva essere anche tutto un siparietto ben architettato quello del moro, sembrava tutto troppo bello, di solito le cose non erano così facili.

 

-Beh onestamente ho sempre pensato fosse un pò un coglione, poi ovviamente durante i periodo in cui ti ho lasciata perdere, ho avuto altre, ehm, esperienze, e pensava fossi andato oltre.- Fece spallucce, bevendo l’acqua che il cameriere aveva portato durante la loro fitta conversazione, il tavolino era piccolo, ma era grata al ragazzo per essersi messo di fronte e non accanto a lei, o avrebbe sentito il suo cuore battere per come andava veloce.

 

-Io non sono mai stata con nessuno, non so niente di queste cose, non ho idea di quello che devo fare, e tu hai avuto diverse esperienze a quanto ho capito, non so se sono in grado di gestire una relazione, non saprei neanche da dove iniziare.-

 

Parlava velocemente come suo solito, e la punta di panico che aveva nella voce era la solita che appariva quando le cose andavano in modo diverso da quanto programmato.

 

-Senti io non ti sto dicendo che ci dobbiamo giurare amore eterno, perché magari non ti piaccio neanche, oppure insieme saremo un disastro, però ti chiedo di darmi una possibilità, frequentiamoci e vediamo come va.- Era tranquillo e pacato come suo solito, le dava sicurezza.

 

Pensò che infondo una chance poteva concedersela, una volta tanto poteva provare a vedere come sarebbe stata la vita con un pizzico di normalità in più.

 

Era pronta a mettersi in gioco? Si sarebbe impegnata, lo aveva promesso a se stessa e a Fede, lui le piaceva? La realtà è che non ci aveva mai pensato, era un ragazzo oggettivamente carino, e lei non aveva un “tipo” prediletto, si trovò a domandarsi che effetto avrebbe fatto passargli la mano nei capelli scuri, ma distolse velocemente l’attenzione da quella distrazione.

Aveva deciso.

 

-Va bene, proviamoci.- Si sentiva più leggera, e anche leggermente in ansia per la serie di cose ambigue che avrebbe dovuto affrontare nell’imminente futuro, ma ormai era un pò tardi per tirarsi indietro.

Era un sorriso quello sulle labbra di Ettore? Non proprio, ma forse era il meglio che poteva fare, ricambiò sfoggiando la sua fossetta, andava tutto bene, doveva rimanere positiva.

 

-I vostri piatti sono pronti.-

 

 

 

 


Note: Commento solo dicendo a nome di tutti FINALMENTE. Come sempre un vostro parere è gradito, e grazie mille per essere passati di qui!

  
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