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Autore: LadyHeather83    30/10/2020    3 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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BEST FRIENDS

*

Capitolo 9 – Confessioni

*

Marinette chiuse gli occhi e si abbandonò finalmente al sonno, dopo aver scacciato via l’ologramma del volto di Adrien che si sovrapponeva a quello di Chat Noir.

Le balenò la malsana idea, per l’ennesima volta, che fossero la stessa persona.

Adrien aveva sedici anni.

Chat Noir aveva sedici anni, ma per quanto ne poteva sapere, poteva anche aver mentito.

No.

Era fuori discussione, Chat Noir era sempre stato sincero sia con lei, che con Lady Bug.

Adrien e Chat Noir avevano la stessa età, era l’unica certezza.

Ma non potevano essere la stessa persona, aveva visto una volta, distintamente Adrien, scappare da quello che era la sua guardia del corpo, trasformato da gorilla, e Chat Noir, che combatteva al suo fianco, contro lo stesso personaggio.

Doveva assolutamente parlarne con qualcuno, aveva bisogno di un conforto, di una spalla amica, a cui dire tutto, soprattutto di Chat Noir, e di quello che provava per lui.

Era amore?

Chi può dirlo, l’unica cosa di cui era certa, era che era attratta molto da lui, come le api con il miele.

*

La sveglia suonò, avvertendola che era già ora di alzarsi, le sembrava di aver dormito dieci minuti, e forse era proprio così.

Si guardò allo specchio, e l’unica cosa che saltava subito all’occhio, erano due enormi borse nere sotto gli occhi e quest’ultimi tutti arrossati.

Per quanto si sforzava di essere forte, e nonostante le consolazioni della kwami rossa, Marinette, non riusciva a ricacciare dentro le lacrime, aveva pianto quasi tutta la notta, chiedendosi perché si sentiva così, e tutta per colpa di un ragazzo.

Si ritrovò a pensare, che, se quello significava essere innamorati, forse era meglio non esserlo.

Si bagnò la faccia, cercando di lenire le ferite superficiali e il rossore.

Per le occhiaie, sarebbe bastato un po' di correttore e fondotinta, non era solito usare quei trucchi di bellezza, ma in quel momento, era l’unica soluzione per quell’emergenza.

Si vestì, e di malavoglia, scese per fare colazione.

Spiluccò un pezzo di brioches calda appena sfornata, il suo profumo aveva inebriato tutta la cucina, in un’altra situazione, Marinette si sarebbe beata di quell’essenza, ma quella mattina, le dava anche il volta stomaco.

“Stai bene tesoro? Sei così pallida!” Notò sua madre sorseggiando il cappuccino.

“Ho dormito poco, compito di matematica” Inventò.

“E in più non hai il solito appetito” Disse con tono amorevole prendendole una mano.

“Mi sono ingozzata di schifezze ieri sera, davanti la tv”. Si limitò a dire.

“Tesoro” Sabine era stata giovane prima di lei, e certe espressioni, le conosceva bene “…se è per un ragazzo, a me puoi dirlo. Ti ascolto”.

Marinette non poteva di certo dirle che era per colpa di Chat Noir se si sentiva così, se lo avesse saputo suo padre, probabilmente avrebbe setacciato tutti i tetti di Parigi in cerca di lui, e una volta catturato, probabilmente lo avrebbe fatto a pezzi e cucinato a fuoco lento, aveva anche trovato una ricetta che faceva al caso suo: in casseruola e col salmì.

“Mamma, ora non ho voglia di parlarne” Con tono rassegnato, la mora prese il suo zaino rosa, lo mise sulle spalle e aprì la porta di casa.

Prima di chiuderla, si voltò e volse un sorriso alla madre, ringraziandola.

*

Marinette ed Alya, arrivarono in contemporanea, una proveniva da destra, l’altra da sinistra.

S’incontrarono ai piedi della scalinata all’ingresso di scuola.

“Ciao Marinette” Cinguettò la riccia sistemandosi gli occhiali da vista sul naso.

“Ciao” La salutò tristemente.

“Oh oh! Cos’è successo? Un brutto sogno?” Le chiese iniziando a salire gli scalini con accanto l’amica.

Nel frattempo anche la berlina grigia di Adrien, lo accompagnò davanti l’edificio.

“A più tardi” Salutò il giovane la sua guardia del corpo.

Alzò lo sguardo, e la vide.

Una stretta al cuore e la gola gli si seccò d’improvviso.

Rimase qualche secondo ai piedi della scalinata, aspettando che le due amiche entrassero nell’atrio.

Nino gli diede una pacca alla spalla “Ehi amico, che fai, non entri?” Lo invitò facendo segno con il braccio.

“S-si scusa, ti avevo visto da lontano, e ti ho aspettato”. Si giustificò.

“Sei strano oggi! Tutto bene?”

“Si, credo di si”.

*

“Magari avessi fatto un brutto sogno, sto solo vivendo un incubo!” Sospirò aprendo l’armadietto.

“Ha a che fare con Luka?” Chiese.

Marinette stava per dire qualcosa, quando nella stanza fecero il loro ingresso anche i due amici, e le due ragazze si zittirono all’improvviso.

“Abbiamo interrotto qualcosa?” Chiese il fidanzato di Alya.

“No, no figurati” Lo andò ad abbracciare e baciare sulla guancia.

“Ciao Marinette” La salutò Adrien, dirigendosi verso il suo armadietto, che guarda caso era proprio vicino al suo.

“C-ciao” Balbettò arrossendo.

“Stai bene?” Le chiese vedendola un po' sciupata.

“Ho solo dormito poco”.

“Se ti può consolare, anch’io” Chiuse l’armadietto, dopo aver preso i libri che gli sarebbero serviti.

“Non immagino cosa ti possa aver tenuto sveglio”.

“Ho una gara di scherma oggi pomeriggio, e il sol pensiero di battermi con Kagami…sai è diventata molto brava.”

Non le interessava nulla di Kagami, ma si limitò a sorridergli forzatamente e augurargli di vincere.

D’istinto Adrien la bloccò per il polso.

“Aspetta!” Si sentiva terribilmente in colpa, per quello successo la sera prima, sapeva che Chat Noir non era il ragazzo di cui era follemente innamorata, anche se gli aveva confessato che gli piaceva.

Doveva chiederle scusa, se era stato in qualche modo scortese o se le abbia fatto fare qualcosa che non voleva.

Si voltò volgendo lo sguardo in basso, senza proferire parola, non aveva il coraggio di specchiarsi dentro i suoi occhi smeraldo, si sentiva sporca, come se lo avesse tradito.

Poteva sentire ancora le mani guantate di Chat Noir su di lei, i suoi baci, le sue carezze.

La sensazione più bella del mondo e l’aveva provata con lui, e non con Adrien.

“Volevo chiederti sc…” Fu interrotto dalla campanella, che segnalò l’inizio delle lezioni, impedendogli di fare o dire qualcosa, di cui si sarebbe pentito.

“Dobbiamo andare in classe” Biascicò lei.

*

Le lezioni si susseguirono, una dietro l’altra.

Finalmente le tanto agognate per Marinette le 13.20, e la campanella decretò la fine di quella giornata scolastica.

Alya raccolse gli ultimi libri sul banco e si precipitò a seguire l’amica, che si era alzata prima di lei.

Marinette aspetta”.

La mora si voltò.

“Senti, oggi pomeriggio, ti va se ci vediamo? Due chiacchere tra amiche?”. Era da tanto tempo che le due non si confidavano e le sembrava di aver trascurato la sua migliore amica.

“Mi piacerebbe, ma devo finire…”.

Alya le mise le mani sulle spalle e la guardò dritta negli occhi “Non osare inventarmi la scusa degli abiti della recita di Natale, guarda che lo so che li hai finiti da un pezzo. Oggi sei con me!”.

Come sfuggire a quello sguardo intimidatorio.

“E va bene, se proprio vuoi deprimerti con i miei problemi.” Disse rassegnata

“Sei la mia migliore amica Marinette, se non ti aiuto io, chi lo fa?”.

Qualche mese fa, avrebbe risposto Chat Noir, in quelle sere solitarie, si era dimostrato un ottimo amico, un confidente, un sostituto di Alya.

Invece quell’amicizia, nata quasi per caso, sopra la sua terrazza, si stava rivelando alquanto pericolosa, risvegliando sentimenti, che nemmeno sapeva di provare per lui, fino alla sera prima.

“Nessuno Alya, nessuno”.

*

Si diedero appuntamento al solito posto, al solito parco, dove Alya poté portare le gemelle a giocare, finché lei e Marinette potessero parlare.

Le due amiche, si accomodarono sulla solita panchina, vicino alla giostra dei cavalli, consumando una cioccolata calda con panna, acquistata dal piccolo carretto che si era fermato lì vicino.

Marinette mescolò e rimescolò la panna dentro la cioccolata, così tante volte, da far diventare quella leccornia, ormai un brodo immangiabile.

“Mi vuoi dire cosa ti sta succedendo?” Le chiese Alya togliendosi gli occhiali, appannati dal calore del bicchiere.

“Ti prego di non giudicarmi, ok?”

“E perché dovrei farlo? Sei la mia migliore amica, e sono qui per aiutarti”.

La corvina deglutì rumorosamente, non sapeva da che parte iniziare.

“Ho visto che tra te e Adrien le cose stanno prendendo un’altra piega” Le disse la riccia assottigliando gli occhi.

“No, non credo sia così…Alya…in questo periodo mi sono vista con un ragazzo”.

All’amica quasi le venne un colpo, e l’istinto di schiaffeggiarsi per non averlo capito, in quel momento era molto forte.

“Chi? Quando? Perché? Adrien non ti piace più?” Le pose talmente tante domande, che Marinette, non sapeva da quale cominciare.

“Chat Noir” Sussurrò guardando per terra per la vergogna.

“C-c-Chat Noir?” Balbettò incredula, lei sapeva che aveva una cotta stratosferica per il modello più famoso di Parigi, aveva persino rifiutato Luka, per lui, ma Chat Noir, questa si che fu una sorpresa.

“Si, Chat Noir” Affermò.

“Ma questo è uno scoop”.

“Non scrivere niente sul Lady Blog, ti prego” La guardò dritta negli occhi prendendole le mani guantate.

Faceva freddo in quel periodo, ma il mese di Novembre, regalava ancora qualche pomeriggio soleggiato e con temperature sopra la media del periodo.

“Non avevo intenzione di farlo” La rassicurò subito mettendole una mano sopra la spalla. “…a meno che, tu non abbia intenzione di raccontarmi tutto”.

Marinette annuì con il capo.

“E’ una cosa cominciata quasi per caso”.

Alya stette in silenzio, ascoltando la spiegazione dell’amica.

“…una sera ci siamo fermati a parlare sulla mia terrazza, è stata quella volta che dovevamo uscire tutti assieme”.

“Ah si mi ricordo, tu avevi detto che avresti dovuto lavorare ai vestiti della recita”.

“…ed era così, non vi avevo mentito. Solo che la serata aveva preso una piega diversa, fece capolino sul mio tetto e ci siamo fermati a parlare. Così come quella dopo, quella dopo ancora”.

Omise i dettagli della serata del loro quasi-bacio difronte la Tour Eiffel, forse si, doveva sapere tutto, ma qualcosa lo voleva custodire solo per lei.

“…e così poi quel pomeriggio, Adrien i ha invitata a prendere un gelato, e sono finita col farmi leggere la mano.”

“Bello! E che ti ha detto la chiromante” Ad Alya brillarono gli occhi, credeva molto in queste cose.

Vennero però, interrotte dalle gemelle, che chiesero alla sorella, se potevano fare un paio di giri sulla giostra dei cavalli.

*

continua

 

 

  
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