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Autore: C_Totoro    31/10/2020    1 recensioni
One-shot 2/3 della serie Reazioni Collaterali
Molly vuole a tutti i costi aiutare i suoi due fratelli maggiori, Fabian e Gideon, ad avere informazioni su Lord Voldemort. Insieme ad Arthur architetta quindi un piano che ritiene infallibile: assumere la pozione Polisucco e andare a Hogsmeade spacciandosi per Bellatrix la quale è da mesi che si vanta di come sia entrata nelle grazie del Signore Oscuro. Voldemort si farà gabbare da Molly? Oppure capirà subito che la strega davanti a lui non è affatto la sua Bella?
[Arthur/Molly; Bellatrix/Voldemort; Molly/Voldemort]
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Arthur Weasley, Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Arthur/Molly, Bellatrix/Voldemort
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Reazioni Collaterali'
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Un San Valentino particolare

“Molly, non ti capisco” le disse per l’ennesima volta Arthur. Continuava a lanciare occhiate nervose dietro alle sue spalle, come se si aspettasse di vedere comparire qualcuno da un momento all’altro.

“Voglio scoprire cosa fa la Black, tutto qua” rispose Molly mentre trasfigurava la sua divisa da giallo-oro a verde-argento. Erano mesi, ormai, che stava architettando quel piano e non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo. Aveva dovuto rubare ingredienti a Lumacorono e trasgredire non sapeva neanche lei quante regole per distillare la pozione Polisucco… insomma, non era davvero il momento dei ripensamenti.

“E devi farlo proprio oggi? A San Valentino?” brontolò Arthur sporgendosi fuori dalla porta del bagno delle ragazze del secondo piano per assicurarsi che non stesse arrivando nessuno.

“Sì, sono mesi che Bellatrix dice a Rodolphus che non potrà andare con lui a Hogsmeade perché ha già un altro appuntamento e io… ci scommetto Arthur, si deve vedere con quel Mago Oscuro”.

Arthur scosse la testa “A me questo sembra un motivo in più per non andare, Lollymolly” poi, come se non riuscisse a trattenersi aggiunse “E poi volevo portarti in quel locale gestito da Nati Babbani! Pare ci siano modellini di aeroplani appesi al soffitto…”

Molly alzò gli occhi al cielo.

“Voglio solo aiutare Gideon e Fabian” mormorò Molly “Dicono che ogni soffiata può essere loro utile…”

“Sono sicuro che né Gideon né Fabian vorrebbero tu finissi a Hogsmeade con quel mago pazzoide”.

Molly sorrise al fidanzato mentre versava una mestolata di pozione nel calice per poi sfilare con cautela una fialetta con dentro uno spesso capello nero.

“Piuttosto, Arthur, mi raccomando: trova Bellatrix e distraila in qualche modo”.

“Devo farmi affatturare di modo che tu possa andare a ficcanasare a Hogsmeade? Non so, Lollymolly, davvero, mi sembra…”

S’interruppe; Molly stava trangugiando la pozione e, ben presto, Arthur la vide trasformasi sotto i suoi occhi. Il corpo tarchiato di Molly venne sostituito dalla figura alta e longilinea di Bellatrix, i suoi capelli rossi dai capelli scuri della Black, gli occhi luminosi da quello sguardo cupo incorniciato dalle palpebre pesanti… Arthur non riuscì a trattenersi e fece un passo indietro.

“Che ne dici, Arthur?” gli chiese Molly osservandosi in uno degli specchi presenti nel bagno.

“Sembri proprio lei, Molly…” rispose Arthur guardandola attraverso lo specchio “Forse dovresti fare uno sguardo un po’ più carico di disprezzo” aggiunse perché lui, nonostante tutto, riusciva ancora a scorgere Molly sotto le fattezze di Bellatrix. Molly si mise una mano sul fianco e alzò il mento.

“Ecco, così va già meglio!” esclamò Arthur con una strizzatina d’occhi.

“Bene, allora vai Arthur, agisci! Mi raccomando, cerca di distrarre anche Lestrange…”

“Tu vuoi farmi uccidere” borbottò Arthur scuotendo la testa “Quelli sono pazzi, chissà cosa mi fanno…” si avvicinò un po’ di più a Molly e fece per chinarsi su di lei per baciarla.

“Oh, no, non ci provare nemmeno, Weasley!” esclamò Molly scostandosi “Non vorrai baciare Bellatrix?”

Arthur rise “Cosa ti viene in mente!” poi aggiunse “Tu, Molly, sei più affascinante di una presa eclettica”.

Molly alzò un sopracciglio e Arthur, vedendosi squadrato a quel modo da Molly con le fattezze di Bellatrix, non riuscì a reprimere un singulto.

“Voleva essere un complimento?”

Era un complimento, Lollymolly”.

Molly alzò gli occhi al cielo “Ci vediamo stasera in sala comune, Arthur. Mi raccomando, conto su di te!” non aspettò neanche la risposta del suo fidanzato, uscì di fretta dal bagno e iniziò a percorrere i corridoi della scuola fino all’ingresso principale. Molly non aveva mai invidiato nessuno in vita sua e, di certo, non avrebbe iniziato in quel momento. Era una ragazza contenta, contenta di quei chiletti di troppo, contenta dei suoi capelli rossi, contenta di com’era e, tuttavia, si accorse immediatamente della differenza tra essere una Prewett e una Black. La guardavano tutti con sussiego e, alcuni, si azzardavano anche a guardarla con… desiderio. Era strano, lei non aveva mai notato nessun altro ragazzo che non fosse Arthur Weasley e, allo stesso tempo, non era mai stata notata da nessuno che non fosse Arthur Weasley. Invece, in quel momento, con l’aspetto di Bellatrix, sembrava all’improvviso avere addosso una specie di scritta luminosa. Si sentì subito a disagio. Non le piacevano quegli sguardi e quelle attenzioni. Non li voleva, non li desiderava…

Uscì di corsa nel parco, sperando di non incontrare nessuno. Se è vero che Arthur sicuramente avrebbe trovato un modo per trattenere Bellatrix e Rodolphus, c’erano ancora troppe persone che avrebbero potuto mandarle a monte il piano; in primis le due sorelle più piccole di Bellatrix, suo cugino Rosier, l’altro Lestrange… si morse le labbra fasciandosi un po’ meglio con la sciarpa di Serpeverde. E se davvero ci fosse stato Voldemort ad attenderla a Hogsmeade? La Black non faceva che parlarne da mesi ma poteva essere la verità? Magari si stava semplicemente vantando… Voldemort stava iniziando ad acquisire potere, molto potere, e gli Auror erano sicuri lui fosse dietro a molti degli efferati omicidi che avevano scosso recentemente il Mondo Magico e, tuttavia, senza prove, non potevano davvero fare nulla. Bellatrix poteva essere la chiave di volta? Molly era curiosa di scoprirlo, ci teneva così tanto a essere la degna sorellina dei suoi fratelli gemelli più grandi!

S’incamminò veloce per la via principale di Hogsmeade e, stava giusto pensando di non avere la minima idea di dove Bellatrix avesse il suo appuntamento con il mago oscuro, quando si sentì chiamare alle spalle.

“Bellatrix!”

Molly si bloccò di scatto. Il cuore iniziò a palpitare più velocemente e la bocca le si seccò. Era lui. Lentamente si voltò e si trovò di fronte gli occhi rossi di Lord Voldemort. Brillavano in modo sinistro sulla sua pelle pallida, sembrava di parlare con un teschio dalle orbite luminose. Molly cercò di reprimere l’istinto di darsela a gambe levate e osservò Voldemort avvicinarsi a lei, socchiudere gli occhi stranito, dilatare le narici come se stesse fiutando qualcosa e poi vide le sue labbra stiracchiarsi in un sorriso sghembo.

“Sei in ritardo, Bella” la redarguì con tono duro. Molly rimase impietrita, senza sapere cosa rispondere. Ora che se lo trovava di fronte, l’idea di prendere le sembianze di Bellatrix, le sembrava incredibilmente stupida.

“Mi dispiace” pigolò piano. Quell’uomo era inquietante e Molly davvero non riusciva a spiegarsi come Bellatrix potesse parlarne con quel tono sognante.

“Non importa” rispose lui inclinando il capo leggermente di lato “Tre Manici di Scopa?” le chiese sempre sorridendole. Per qualche strano motivo, quel sorriso le faceva più paura che non uno sguardo corrucciato.

“Come vuoi” rispose Molly abbassando un po’ la testa. Il sorriso di Voldemort si allargò.

E chi diamine saresti tu, signorina? Pensò sogghignando divertito. Chiunque fosse, non era di certo Bellatrix. O no, nossignore. Il ritardo, lo sguardo allarmato, spalle leggermente ricurve, e poi quel tu che, decisamente, non apparteneva al rapporto che aveva instaurato con Bellatrix.

I Tre Manici di Scopa erano particolarmente affollati, d’altra parte, era San Valentino e, sebbene molte coppie preferissero la Sala da Tè di Madama Piediburro, molte altre continuavano ad affollare il pub più famoso di Hogsmeade. Non fosse che alla Testa di Porco c’era il fratello del Babbanofilo, Voldemort avrebbe portato la sua nuova preda lì, un posto che, di certo, gli garantiva una certa privacy.

“È tutto pieno” mormorò Molly guardandosi intorno. Una parte di lei era contenta perché magari Voldemort avrebbe deciso di rimandare quell’incontro e lei sarebbe potuta tornare da Arthur e implorargli perdono. Devo imparare ad ascoltare più spesso Weasley, sebbene non sia un Corvonero ha sempre consigli saggi da elargire…

“Non proprio tutti, mia Bella” sibilò Voldemort facendole cenno con la testa verso un tavolino appartato in un angolo.

Mia Bella? Si domandò agghiacciata Molly, che quello fosse un appuntamento romantico? Molly aveva la sensazione che la vera Bellatrix non vi avrebbe rinunciato per nulla al mondo e quindi Molly sentì una spiacevole stretta allo stomaco pensando ad Arthur. E se davvero la Black lo affatturasse?

Voldemort scostò la sedia per farla sedere e Molly arrossì leggermente prima di accomodarsi, vide Voldemort afferrare l’altra sedia e spostarla per sedersi proprio accanto a lei invece che di fronte.

“Buongiorno signori!” esclamò Madama Rosmerta con un taccuino che svolazzava accanto a lei “Cosa posso portarvi?”

“Per me dell’acquaviola, grazie” mormorò Molly.

“Lo stesso” rispose Voldemort e Molly non poté fare a meno di alzare lo sguardo sorpresa su di lui. Si sarebbe aspettata dell’idromele o del Whisky Incendiario…

Non appena Rosmerta si allontanò con la loro ordinazione, Voldemort spostò di nuovo i suoi occhi rossi in quelli di Molly e lei si sentì scoperta, esposta. Non aveva mai provato una sensazione del genere si sentiva come… come… abbassò di nuovo prontamente lo sguardo. Si vergognava terribilmente.

“Allora” iniziò piano Voldemort avvicinandosi ancora di più a lei. Molly ne percepì l’odore, un profumo strano che le ricordò il profumo di foglie degli alberi… “Chi saresti, tu?” domandò ancora facendo scattare una mano sul suo ginocchio e incominciando ad accarezzarla piano. Molly, d’istinto, provò ad allontanarsi ma la mano di Voldemort l’arpionò con forza.

“Non capisco cosa intendi…”

Voldemort ridacchiò di nuovo, mentre le loro ordinazioni si materializzavano sul tavolo.

“No, certo” scosse la testa “Se davvero fossi Bellatrix, in questo momento, mi staresti pregando di sbatterti qui sul tavolo” le sibilò risalendo con la mano piano nel suo interno coscia. “Invece sei rigida e stai provando a sottrarti al mio tocco. No, decisamente, non sei la mia Bella”.

Il cuore di Molly sprofondò in basso. E ora? Come poteva fare? Negare? Socchiuse le palpebre perché, nonostante non si sentisse a suo agio con quella mano che risaliva verso la sua intimità, non poteva negare che le stesse facendo smuovere qualcosa… In qualche modo, Molly rinvenne. No, era arrivata fino a quel punto, e sarebbe andata avanti. Aprì un po’ di più le gambe, alzò il mento come le aveva detto di fare Arthur e gli sussurrò nel modo più lascivo che riuscì a tirare fuori “Sbattimi sul tavolo, allora, ti prego”.

Voldemort rise piano, agguantando con la mano libera il bicchiere di acquaviola.

“Uhmmm, non sono ancora molto convinto” bevve una sorsata “Bellatrix sa bene di dovermi dare del voi e poi mi chiama Padrone, mio Signore…” si leccò le labbra e si chinò sull’orecchio di Molly che rabbrividì sentendo la lingua di quell’uomo sfiorarle il lobo.

“Padrone, vi prego” mormorò Molly diventando rossa dall’imbarazzo. Ma cosa stava dicendo? Era qualcosa di talmente… talmente… il cervello di Molly smise di fare pensieri ponderati, Voldemort aveva iniziato ad accarezzarle il sesso da sopra l’intimo, un tocco fermo e deciso, ben diverso dal tocco un po’ impacciato di Arthur…

“E chi è ora questo Arthur?” le sibilò Voldemort “Devo ingelosirmi?”

Molly spalancò gli occhi (neanche si era resa conto di averli chiusi) e si voltò allarmata verso Voldemort. Il suo viso era un teschio, un teschio mostruoso. Le occhiaie scure gli incorniciavano gli occhi rossi, la pelle bianca sembrava quasi brillare sotto la luce fioca del pub.

“Non so a cosa vi riferite” rispose Molly, allungando una mano tremante verso il bicchiere di acquaviola. Cosa stava facendo? Cercò di acquisire di nuovo lucidità e passare all’attacco, doveva scoprire se Bellatrix era una Mangiamorte, ma quelle dita che stavano scostando le sue mutandine le facevano mozzare il fiato in gola…

“Ma quindi… Padrone…” rantolò Molly “Quando potrò avere il Marchio Nero?”

“Marchio Nero?” domandò Voldemort modulando la voce in un tono confuso, come se non stesse capendo a cosa lei si riferisse “Cos’è il Marchio Nero?”

Molly corrugò le sopracciglia e si morse un labbro. Quelle maledettissime dita la stavano toccando con troppa, decisamente troppa, sapienza.

“Per favore” sussurrò Molly mentre Voldemort la penetrava con due dita e col pollice iniziava a stimolarle il clitoride.

“Cosa?”

Molly scosse la testa. Non sapeva neanche lei per cosa lo stava pregando. Che smettesse? Che continuasse?

“Io…” rabbrividì perché non aveva mai provato quelle sensazioni ma lei non voleva provare quelle sensazioni. Non con lui. Non in un luogo pubblico.

“Datemi il Marchio Nero” provò a tornare all’attacco. Se proprio doveva finire a farsi toccare da quell’uomo orripilante almeno che ne valesse la pena. Avrebbe dato a Gideon e a Fabian ciò di cui avevano bisogno per arrestare lui e quell’altra psicopatica della Black…

“Ti ho già detto, Lollymolly, di non sapere proprio a cosa tu ti stia riferendo”.

Molly sgranò gli occhi e chiuse di scatto le gambe intrappolando, di fatto, la mano di Voldemort tra le sue cosce. Lo sentì ridere divertito ma Molly non ebbe il coraggio di voltarsi a guardarlo.

“Davvero credevi bastasse un po’ di Polisucco per prendere il posto di Bellatrix? Che bastasse un po’ di Polisucco per fregarmi? Merlino, voi Grifondoro siete davvero ottusi…

“Lo sapevi?” chiese Molly in un gemito strozzato “Lo sapevi e hai…?” arrossì ancora di più pensando a cosa si era lasciata fare pur di avere informazioni. Avrebbe voluto darsela a gambe levate, ora, scappare il più lontano possibile. Cosa le avrebbe fatto? Fabian e Gideon le avevano raccontato di morti e torture orribili.

“Ho capito che non potevi essere Bellatrix sin da quando ti sei presentata in ritardo” le rispose Voldemort continuando tuttavia a toccarla. Molly si sentiva sempre più a disagio, non capiva perché continuava a penetrarla quando… quando ormai sapeva che la persona seduta accanto a lui non era “la sua Bella”.

“È divertente toccarti e vederti combattere tra il lasciarti andare al piacere e la consapevolezza di starti lasciando toccare da un uomo che ti disgusta”.

Molly si agitò leggermente sulla sedia ma, quella manovra, non fece altro che facilitare Voldemort nel masturbarla.

“Cosa ti ha fatto diventare così?” chiese Molly provando a prendere tempo, provando a capire. A quel punto, forse, poteva ottenere altre informazioni utili per i suoi fratelli. “Perché ce l’hai tanto con i Babbani? Arthur studia Babbanologia e più impara della loro cultura e del loro modo di essere e più si entusiasma”.

Voldemort prese a toccarla con più vigore e Molly rabbrividì. Come faceva a sapere così bene quali punti toccare, per Godric! Represse a stento un gemito, sentiva l’orgasmo vicino, troppo vicino.

“Informazioni edulcorate, false. I Babbani sono esseri disgustosi, pieni d’invidia per chi ha avuto più di loro…”

“Sei cresciuto insieme a loro, vero?” chiese ancora Molly cercando di non ansimare forte.

Voldemrot smise di mulinare le dita per qualche istante. Quella non era Bellatrix eppure, almeno nell’aspetto, lo sembrava. Adorava vedere le guance di Bella colorarsi di rosso quando la faceva godere e poi conosceva il suo sesso meglio del proprio membro. Non ci aveva messo nulla a portare questa Molly Prewett – chiunque lei fosse – sull’orlo dell’orgasmo: il sesso che stava toccando in quel momento era pur sempre quello di Bellatrix. Il carattere di quest’altra donna, tuttavia, non poteva essere più diverso di quello della sua Bella. Lo aveva intuito sin da subito. In qualche modo perverso, quella donna dall’animo dolce con l’aspetto di Bellatrix gli stava facendo venire voglia di dirle la verità. Quella verità che a tanti altri maghi e streghe aveva taciuto.

“Sì. Sono cresciuto con i Babbani” rispose Voldemort “Mi hanno torturato” aggiunse in un sussurro appena udibile “Sottoposto a esorcismi, umiliazioni… i Babbani non comprendono la magia. Ne hanno paura, la temono. Perché dovremmo essere noi maghi a rimetterci? Perché mai?

Molly trovò la forza di voltarsi verso il suo interlocutore. In quegli occhi spietati ci lesse qualcos’altro, qualcosa che andava al di là dell’odio.

“Sono stato affamato, fustigato, rinchiuso in soffitta al buio e al freddo…”

Molly sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Nella sua testa riusciva solo a vedere un bambino vittima di abusi, maltrattato.

“Esistono anche maghi e streghe malvagi” disse. La mano di Voldemort ormai era tra le sue cosce ma ferma; aveva smesso di darle piacere. “Tu ne sei un esempio” aggiunse in un moto di coraggio.

Voldemort inclinò il capo di lato e la studiò per qualche istante.

“Certamente vero. Sono malvagio, un mostro. Me lo hanno ripetuto fino allo sfinimento da bambino”.

A Molly venne voglia di abbracciare quell’uomo. Quell’uomo che gli stava raccontando qualcosa che per lei, cresciuta in una famiglia amorevole e che voleva costruirsi una famiglia numerosa piena di figli amati e felici, era inconcepibile. Agghiacciante.

“Mi dispiace” disse Molly “Io non so come sia crescere in mezzo al dolore. Non so come sia possibile sopravvivere a certe… certe esperienze. Ma uccidere tutti i Babbani non vedo come possa essere la soluzione”.

“Non voglio uccidere tutti i Babbani” le rispose Voldemort “Voglio il potere, l’immortalità. Voglio tutti – Babbani, Maghi, Streghe, Creature Magiche – inchinati a me e al mio volere”.

Molly rabbrividì e, all’improvviso, ebbe la consapevolezza che l’anima dell’uomo seduto accanto a lei era marcia. Marcia nel profondo, ormai inevitabilmente perduta. E tuttavia… tuttavia non riusciva a rinunciare. Non era nel suo carattere dare per perso qualcuno, chiunque poteva essere salvato. Come le ripeteva sempre sua mamma “L’amore di una madre è indispensabile, solo nella madre possiamo trovare la salvezza dal senso del vuoto”. Molly allungò una mano tremante verso il viso-teschio di Voldemort e vi appoggiò il palmo sulla guancia: era freddo come il ghiaccio.

“Quando fai gli anni?” gli chiese. Qualcosa le diceva che non doveva mai aver ricevuto un regalo di compleanno o di Natale. Anche senza guardarlo negli occhi, si accorse di come la domanda dovesse averlo stupito perché vide la sua bocca socchiudersi leggermente. Poi, del tutto all’improvviso, Molly sentì le proprie fattezze mutare. I capelli si accorciarono, riprese la sua forma fisica, la sua statura si abbassò. Come la sua trasformazione da Bellatrix Black a Molly Prewett fu completata, sentì la mano di Voldemort ritrarsi dal suo sesso. Lo vide portarsi le dita sotto il naso e annusare, poi sibilò “Certo che la Polisucco cambia proprio tutto, questi sono proprio gli umori di Bella…”

Molly arrossì al pensiero di cosa si era lasciata fare da quell’uomo. Poi, lo vide tirare fuori la bacchetta e puntarla contro di lei.

È finita, pensò atterrita Molly. Mi ucciderà qui davanti a tutti senza pensarci due volte. Invece, con suo profondo stupore, quando Voldemort agitò la bacchetta non accadde nulla. Non accadde nulla di spiacevole. Si guardò allarmata intorno cercando di capire cosa fosse successo e, ancora una volta, lo sentì ridacchiare.

“Sei Grifondoro, no? Ti ho solo cambiato i colori della divisa, Lollymolly”.

Molly tirò un sospiro di sollievo “Grazie”.

“TU!”

Voldemort e Molly alzarono lo sguardo sorpresi. Di fronte a loro c’era la vera Bellatrix Black. Inequivocabilmente, la vera Bellatrix.

“Come avete osato tu e Lenticchia farmi questo?” il tono di voce rasentava la disperazione “Non avete idea, non avete idea!

“Bella, calmati, stai facendo una scenata” le ordinò Voldemort, perentorio. Con stupore di Molly, quelle poche parole bastarono a far calmare Bellatrix e fu in quel momento che capì come il mago oscuro fosse riuscito a intuire sin da subito che quella che aveva incontrato un paio di ore prima non potesse essere la “sua Bella”.

“Siediti con noi, vieni” le ordinò ancora e Bellatrix, senza esitazione, prese una sedia da un tavolo lì accanto e si sedette con loro.

“Padrone, imploro il vostro perdono io non so davvero come…” aveva gli occhi pieni di lacrime e Molly non ricordava di aver mai visto la Black così sottomessa.

“Non è successo niente, Bellatrix, rilassati”.

Gli occhi di Bellatrix volarono sulla Prewett e Molly pensò che quello sguardo potesse essere letale quanto quello di un basilisco. Tossicchiò e si alzò in piedi.

“Be’, io andrei” disse “Non vorrei essere di troppo…”

“E io che pensavo avremmo potuto divertirci tutti e tre insieme, Lollymolly”

Il viso di Bellatrix si contrasse come se avesse bevuto una medicina cattiva, Molly invece arrossì.

“Non credo che… io, insomma…”

Voldemort ghignò “Arrivederci, allora. E salutami tanto i tuoi fratelli” aggiunse in un sibilo cattivo. Molly rabbrividì, e se invece di aiutare Gideon e Fabian avesse solo peggiorato la situazione? Scosse la testa e fece per allontanarsi poi però sentì ancora una volta la voce di Voldemort.

“31 dicembre” le disse senza guardarla “Il giorno del mio compleanno è il 31 dicembre”.

 

Ancora questa ‘V’ Molly?” le chiese Arthur osservandola sferruzzare un maglione verde con una “V” argentata nel centro “Si può sapere per chi diamine è?”

Molly alzò le spalle e strinse leggermente le gambe “Per un bambino cattivo che forse ha solo bisogno di un po’ di affetto in più”.

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Ciao a tutti. Inizio col dire che mi vergogno come una ladra per aver pubblicato questa storia ^^' Chiacchierando su fb con altre fanwriter è nata questa coppia improbabile (la Volly, Voldemort/Molly) e ho scritto questa storia come esercizio di scrittura. Solo che la situazione è un po' degenerata e ho deciso di mettere questa OS in una serie "Reazioni Collaterali" della quale fa già parte "Come il Lumaclub può cambiare la vita" e della quale farà parte un'altra OS "Perdere il controllo" che pubblicherò domani. 
Niente, spero vi siate divertiti a leggerla come io mi sono divertita a scriverla!
A presto, 
Clo

  
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