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Autore: padme83    31/10/2020    7 recensioni
Raccolta di flash!AU
Prompt #1: TriWizard Tournament/Hunger Games!AU
Prompt #2: Pride and Prejudice!AU
Prompt #3: Flower shop and Tattoo Parlor!AU
Prompt #4: Romeo and Juliet!AU
Prompt #5: Vampire and Lycan!AU
Prompt #6: Star Wars!AU
Prompt #7: College!AU
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: AU, Lime, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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Prompt #5: Vampire and Lycan!AU;
grazie a Elgas <3
Nota esplicativa in fondo}
 
 
 
- La morte è la madre della bellezza - disse Henry.
- E cos'è la bellezza? -
- Terrore. -

(Donna Tartt – Dio di Illusioni) 
 


 
 
~ Cuore di tenebra rossa ~
 
 
 
 
 
 
I look inside myself and see my heart is black.
I see my red door, I must have it painted black.
Maybe then I'll fade away and not have to face the facts
it's not easy facing up when your whole world is black.
 
 
 
 
 
 
La luce fioca delle candele tremola nell'ombra, e disegna macabri arabeschi sopra il suo corpo teso ed eretto, fieramente ancorato al tuo – pelle di seta e avorio, la sua, ultimo baluardo contro l’oscurità nera che vi avvolge e ghermisce e inghiotte.
Anche se.
Siete voi, in questa fortezza desolata e battuta dal vento, dimenticata da Dio e temuta dagli uomini, a portarvi addosso il buio più fitto e terribile. Siete voi – angeli osceni e furiosi – le creature più abiette, più pericolose. Siete voi i mostri, gli scarti d'Inferno, le anime dannate, cadute, spezzate. Siete voi e lo sapete – lo sapete bene – eppure.
Non si odono tuoni, ma dalle ampie vetrate filtra il baluginio insistente dei lampi, che guizzano scintillanti nel cielo tetro, simili a draghi dalle vermiglie ali di fuoco.
Steso sotto di lui, incastrato fra le sue cosce pallide, ti compiaci della sua bellezza ambigua, sfuggente, magnifica, ti godi (oh quanto, quanto, quanto godi!) i suoi movimenti lenti, intensi, eterei e sensuali al contempo, ti lasci cullare dal mormorio ipnotico della sua voce – una nenia suadente e dolcissima, in grado di catturarti, penetrarti e trascinarti via con sé, giù, giù, giù, fino a raggiungere il fulcro più intimo e segreto di te stesso. Inarchi la schiena e una scarica di piacere, improvvisa e violenta, ti attraversa da capo a piedi – la senti, la accogli, brucia e scortica e deflagra ovunque; dalla gola sfuggono rantoli bassi, sibili rochi, feroci – l’unica melodia che vuoi ascoltare, il solo canto da cui scegli di farti sedurre, rapire, ammaliare.
Ti sollevi appena e avvicini una mano al suo volto, sfiori una guancia serica con la punta delle dita e dal mento scivoli piano sull’incavo candido del collo, per poi tornare alla bocca e infine offrirle la sottile piega del polso, laddove le vene palpitano e assecondano il ritmo accelerato del tuo cuore; ti immoli al tocco freddo e imperioso delle sue labbra, in un gesto antico che ha le precise cadenze di un rito, perché a Gellert non basta averti dentro, piantato a fondo tra lembi di carne e muscoli contratti, no, lui ha bisogno di te, della tua linfa vitale e preziosa – deve nutrirsi, rimettersi in forze, saziarsi, con te, che sei lo scrigno del suo vigore di notte e, di giorno, il custode irrinunciabile dei suoi abissali sonni di morte. La prossima luna piena è lontana, e soltanto allora potrete correre insieme, cacciare di nuovo l’uno al fianco dell’altro; il silenzio, ancora una volta, sarà squarciato da urla di angoscia e terrore e le vostre zanne – così diverse, opposte quasi, e tuttavia tanto affini – gronderanno del medesimo sangue[1].
Un morso deciso, affilato e durissimo, a lacerare l’epidermide d’acciaio – bacerà le cicatrici, dopo, le leccherà tutte, una per una – e i tuoi pensieri si tingono di tenebra rossa, si colmano di immagini e ricordi fumosi, visioni sbiadite di una guerra millenaria e crudele, una tragedia perduta di cui il mondo, ormai, non conserva alcuna memoria.
«Non è tempo per noi» salmodiava, ridendo e danzando sui cadaveri smembrati dei vostri nemici, dei vostri fratelli. Eravate un affronto, un abominio ai loro occhi, e il vostro legame un’onta da lavare nel sangue – hanno provato a dividervi, a uccidervi. Non ci sono riusciti. Nessuno è sopravvissuto, nessuno ha saputo – potuto – arginare la vostra follia, la vostra sete di libertà e vendetta. Due clan estinti, cancellati per sempre – le loro vestigia distrutte, le loro ossa spolpate, le loro esistenze dissolte e condannate ad un oblio eterno, impietoso.
Non è tempo per voi, questo sancivano, cieche e incuranti, le Stelle tessitrici di destini. Le avete interrogate a lungo, ostinati, disperati, ma la risposta, incisa a chiare lettere in quel loro sfolgorio distante e maligno, nei secoli ha perdurato e non è mai, mai, mai cambiata – solo che.
 
Tra la volontà delle Stelle e la vostra non c’è confronto.
 
 
 
 
 
 
 
“No more will my green sea go turn a deeper blue,
I could not foresee this thing happening to you.
If I look hard enough into the setting sun
my love will laugh with me before the morning comes.
.



 
 
 
{Words Count: 636}
 


 
[1] il prompt questa volta richiedeva “semplicemente” che Gellert fosse un vampiro e Albus un licantropo; ora, la mia cultura in fatto di vampiri e licantropi è davvero ridotta all’osso (ahahaha che battutona), quindi vi pregherei di non prendere eccessivamente sul serio questo piccolo racconto. Però, il prompt era troppo perfetto per questa giornata e io non ho saputo resistere alla tentazione XD Sono comunque contentissima di essere riuscita a scrivere qualcosa, per una volta che bene o male sto dentro nei tempi, posso dirmi moderatamente soddisfatta.
Con questa flash ho anche tentato – assai maldestramente – di partecipare al gioco A scatola chiusa del gruppo fb Caffè e calderotti: la traccia della sfida a tema Harry Potter era “Non è tempo per noi” (da intendersi riferita alle dinamiche tra due o più personaggi legati da un rapporto forte, saldo, che ha la parvenza di essere irrinunciabile. Sono bene accetti tutti i legami: amici, nemici, innamorati, familiari. Ciò che conta è che il rapporto protagonista sia importante e che per qualche ragione “non sia il suo tempo”). Non credo di essere riuscita a centrare il punto (anche perché è un tema che, riferito a questi due zucconi, ho già affrontato più volte e non volevo ripetermi troppo), spero comunque che si sia capito che, in questo caso particolare, sono Albus e Gellert a decidere se è oppure no il tempo per loro, nessun altro può, nemmeno le stelle, il destino o altra "forza esterna" ad esso assimilabile. Ho anche sforato di un bel po’ il limite di parole, giusto per non smentirmi e riuscire a scrivere di più solo quando è richiesto di scrivere meno. E va beh.
Il racconto partecipa anche a Una challenge in zucca indetta dal gruppo fb Il Giardino di Efp.
Prompt 35: morso.
Il titolo è un richiamo al celebre romanzo di Conrad.
 
 

 
 
Nota:

Buonasera!

Spero di avervi allietato un po’ questo Halloween decisamente sottotono.

Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate di questo breve racconto (nella speranza che non lo troviate troppo trash) ^^

Soundtrack: Paint it black, (nella versione degli) Hidden Citizen.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
Un bacio grande e…
 
)O( BLESSED SAMHAIN TO ALL! )O(
 
 
 
 
padme
 
 
 
Disclaimer:
(scusate ma, vista l’aria che tira ultimamente, si rende necessario ribadire il concetto)
Non concedo, in nessuna circostanza, né
l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie
altrove, anche se creditate e anche con link
all'originale su EFP, né quella
a rielaborarne passaggi, concetti o trarne
ispirazione in qualsivoglia modo senza mio
consenso esplicito.


 
 
 
   
 
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