Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    01/11/2020    2 recensioni
Finalmente eccovi il fantomatico prequel della long She Wolf:
dopo due anni dalla sua incoronazione quale Regina del Nord e due anni di assoluti silenzi, Sansa viene a sapere che Jon si trova a Nord della barriera con il Popolo Libero; incitata dalle parole di suo fratello Bran decide di intraprendere il viaggio che la porterà a calcare quei terreni selvaggi fino ad incontrare nuovamente lo sguardo di Jon.
Dal testo:
[...]“Non mel’hai resa per niente facile Jon” asserì costernata ma con occhi di ghiaccio.
“Immagino sia stato Bran a scomodarti per riportarmi indietro; mi chiedo solo il perché tu abbia accettato” replicò lui imperturbabile, con una punta di astio nel tono e un mezzo sorriso che non celava l’amarezza di quelle parole.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sapevi che ha fatto rimettere in sesto il giardino di vetro?” chiese Tharon a Jon, mentre questi finiva di correggere un ragazzino sull’inclinazione da mantenere per un giusto affondo laterale.
“Come dici?” rispose Jon avvicinandosi per lasciare campo libero ai ragazzi per esercitarsi.
“La Regina Sansa, ha ripristinato il giardino di vetro, ci coltiviamo ortaggi e limoni e ovviamente le rose d’inverno” continuò il giovane.
“Mi ricordo del giardino di vetro, ma Lord Stark non ci permetteva di andarci, era in disuso a quel tempo...” cerò di ricordare Jon.
“Mia madre mi disse che era sorto in celebrazione alla nascita di Lady Lyanna; lei era solita passarci il suo tempo quando non era a cavallo o non giocava con i fratelli”.
Jon si irrigidì sentendo parlare di sua madre in maniera del tutto inaspettata, non che Tharon potesse saperlo ovviamente.
Fu a quel punto che la vide, Sansa stava rientrando dalla prima radura, scortata dalla bruta Gherte e da Meera; la regalità le si addiceva, le donava come la stola di pelliccia che si trovava adagiata sulla sua spalla destra. Indossava una casacca con chiusura asimmettrica sul fianco, color antracite e decorata con bottoni d’argento, la spalla sinistra era rinforzata da uno spallino da cui si originavano numerosi fili ritorti come catene, che lo collegavano alla chiusura del bavero; il punto vita era ben delineato ed ogni piega e ripresa sembrava esserle stata cucita addosso. Il drappeggio del tessuto ricadeva lungo i fianchi in morbide onde come ad avvolgerla delicatamente e lasciarle spazio per i movimenti grazie alla veste sottostante, di un grigio più chiaro, che componeva la gonna fino alle caviglie.
Il fatto che fosse così bella era per lui una maledizione, non riusciva a distaccare lo sguardo dalla sua figura longilinea mentre una fitta di aspra gelosia gli annebbiò la mente al pensiero che potesse presto concedersi a chicchessia; nessuno era degno di lei, nessuno adeguato o minimamente adatto a toccare quella pelle di alabastro o a concedere le giuste intime carezze al suo corpo, nessuno avrebbe avuto la capacità di venerarla come lei meritava, nessuno.
Jon arricciò le labbra, infastidito dai suoi stessi pensieri, si rivolse repentino a Tharon: “ti va di allenarti con me?” chiese diretto, nella speranza che un po’ di esercizio potesse liberargli la mente.
“É sempre un onore potermi battere con te” gli sorrise lui con un guizzo di sfida negli occhi bruni, mentre si liberava la cinta dal fodero della spada.
 
 
Sansa era intenta a chiedere a Gherte delle usanze dei bruti nei momenti di festa, voleva sapere di più di quel popolo che l’aveva di continuo affascinata durante i racconti di Jon; “non aspettarti di contare i passi per ballare Regina Lupo, durante le nostre feste è la musica che ti trasporta col suo ritmo, non abbiamo mosse prestabilite, devi solo lasciarti andare alla melodia e al ritmo, sempre che tu ci riesca” le sorrise provocante la bruta passandole davanti prima di deviare il suo percorso, “aspettami nella tenda di Jon, ti porterò una sorpresa” vociò a gran voce prima di dileguarsi.
Sansa si fermò ad osservarla con un sorriso stupito prima che Meera le si accostasse: “mi è simpatica, ci intendiamo ma la capisco poco” disse la ragazza rivolgendosi alla sua Lady che rilasciò una risata sommessa, “Sans ti dispiace se passo dai cavalli? Voglio essere sicura che siano trattati a dovere” chiese incontrando il suo sguardo. “Vai pure Meera, non ti distoglierò dalla tua visita quotidiana alle stalle” sorrise la Lady conoscendo bene la delicata inclinazione alla cura dell’amica di casa Reed.
Guardò Meera allontanarsi, costeggiare lo steccato che delimitava il campo per le esercitazioni e con un tuffo al cuore si accorse dei ricci scuri di Jon, del suo corpo in movimento mentre assestava colpi vigorosi con la spada da allenamento; neanche si prestò ad osservare il suo avversario, era calamitata da lui, dal suo sguardo concentrato e dai colpi di fendete che prodigava coinvolto. La mente corse ad un passato che sembrava lontanissimo, quando lo aveva visto allenarsi a Grande Inverno, in vista della battaglia della Lunga Notte e il solo pensiero la dilaniò spezzandola in due: sentì il petto farsi pesante e le lacrime mozzarle il respiro; un nodo alla gola stretto e pungente e non riuscì a fare altro se non voltarsi e dirigersi nell’intimità della tenda di Jon prima di crollare per terra e scoppiare in singhiozzi, annegando nella malinconia di tempi che non sarebbero più tornati.
Non seppe quanto tempo passò ma piano piano sentì un calore avvolgerla, un respiro caldo a calmarla e quando aprì nuovamente gli occhi, si specchiò in quelli rubini di Spettro, accoccolato a lei, in attesa di lei.
Sansa neanche pensarci lo abbracciò sprofondando nel suo pelo di latte, una nuoola calda e soffice che era sempre stata di conforto per lei, soppratutto nel periodo in cui Jon era a lontano Roccia del Drago; ben presto, sentì la ruvida lingua del lupo leccarle la faccia prima che potesse infrangere i suoi tormenti in una risata d’argento.
 
Gherte giunse poco dopo, accompagnata da una donna anziana di nome Yrga: “devi indossare qualcosa di più adatto Mia Signora o nessuno avrà il coraggio di farti ballare stasera, avvolta in quei vestiti raffinati” le sorrise la giovane bruta mentre l’altra adagiava sul giaciglio alcuni abiti che aveva rimediato per lei, “Yrga non è istruita ma non sbaglia mai una misura di abiti” le spiegò la ragazza.
“Mi serve qualcosa per stringere l’abito Gherte, e una fascia lunga per acconciarle i capelli” decretò la donna senza neanche guardare Sansa.
“Ma non c’è bisogno, davvero...” tentò invano la ragazza.
“Sei sempre una Regina e il nostro popolo non è così stolto da dimenticare Lady Stark, ti aiuterò io stessa a preparati e concedimi di acconciare quei meravigliosi crini di fuoco: sii buona e rendi felice questa povera vecchia” le sorrise mestamente l’anziana donna.
Sansa sorrise grata di rimando, sentendosi lusingata dal particolare trattamento che tutti sembravano riservarle.
Il Nord non dimentica, ma neanche il Popolo Libero.
“Sarò felice di accontentarti allora” rispose la giovane Lady, “e per quanto riguarda la cintura per l’abito, potete utilizzare una delle mie se vi compiace” suggerì delicata mentre si lasciò svestire, sentendosi tornare ancora ragazza.
 
Quando Jon tornò dal suo bagno post allenamento, trovò Thormund ad attenderlo nella tenda: “allora sei pronto per uno stufato di Orso ragazzo?” chiese ghignando accogliendolo con una sonora pacca sulla schiena.
“Non sono molto in vena di festeggiamenti a dire il vero...” rispose Jon agitandosi i capelli con la mano per eliminare le ultime gocce d’acqua; “tu no, ma io sì!” rispose il bruto in una grossa risata, “ho avuto diversi segnali da una certa Moglie di Lancia prima che venissi qui” gli confessò con malizia scoccandogli un’occhiata degna di lui.
“Ti ricordo che l’hai detto anche due lune fa e alla fine non hai concluso niente” gli sorrise sarcastico Jon,
“Taci ragazzo, piuttosto vedi di sistemare le cose con la tua Lupa Rossa o ti toccherà dormire all’aperto stanotte” asserì diretto il bruto.
Jon rimase inchiodato a fissarlo, “beh che ti prende? qualcosa dev’essere successo tra voi se la fanciulla è venuta dritta a chiedermi di te questa mattina; vi siete azzannati di nuovo vero?” constatò il rosso senza troppe cerimonie.
Jon deglutì, incapace di decidere da dove iniziare: “i Lord vogliono che Sansa dia al più presto un erede al trono del Nord” disse sprezzante, incapace di guardare il bruto negli occhi.
La grassa risata di Thormund non tardò ad arrivare: “ecco spiegato il tuo muso lungo Snow!”.
“Non c’è niente da ridere Thormund” replicò lui con sguardo adombrato e disgusto in gola.
“Oh si invece, mi chiedo se questo basterà a farti venire a patti con quello che veramente vuoi ragazzo, perchè tu, io, e lui” sottolineò il bruto afferrandogli il cavallo delle braghe, “sappiamo che lei non è tua sorella e che mai la è stata, non quanto la giovane Arya” continuò staccando la presa e fissandolo nelle iridi scure, “quindi fai pace con il tuo onore perchè non è mai venuto meno e reclamala come l’uomo che sei, prima che qualcun altro lo faccia al tuo posto” concluse il rosso prima di uscire dalla tenda.













Nota dell'autrice:
piccolo capitolo di transizione.
 
   
 
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