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Autore: bimbarossa    01/11/2020    4 recensioni
Un test di gravidanza positivo e quattro possibili padri.
Tra sospetti, paure e timori di nuove responsabilità, chi di loro avrà la vita sconvolta?
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, Jakotsu, Miroku, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le novità portate dal bonzo amico di suo figlio lo avevano, all'inizio, gelato fino alle ossa.

Ayame aspettava un figlio suo? Possibile? E perché guardarsi bene dal farne alcun cenno?

Aveva passato le ore seguenti a pensare, cavillare su come potesse essere successo.

Nessuno dei due era uno sprovveduto, nonostante la sua compagna avesse molti meno secoli di lui, avevano sempre usato le dovute precauzioni, entrambi consapevoli che il rapporto tra loro era fin troppo fresco e recente per solo minimamente contemplare uno sconvolgimento simile.

Senza contare l'enorme divario generazionale che li separava, e il fatto che lui avesse già due figli avuti da due rispettivi e diversi legami sentimentali.

Non era facile né piacevole dover ammettere che qualcosa doveva essergli sfuggito, proprio a lui che prevedeva sempre tutto.

L'unica occasione -perché si, una volta c'era stata ora che ci pensava bene- in cui non erano stati attenti si era verificata circa un mese prima, un giorno in cui aveva trovato Ayame davanti lo specchio che si stava provando un dannato vestito di jeans rosa shocking, così aderente da sembrare dipinto addosso, e due tacchi a spillo in tinta che le slanciavano le caviglie come a voler instillare in un uomo solo l'idea di sentirseli premere attorno ai fianchi.

Quella volta tutta la sua assennatezza e prudenza le aveva messe da parte, e si era lasciato andare dopo molto, moltissimo tempo in cui aveva tenuto tutto a freno, in cui si era sforzato di contenere gioie e dolori, sofferenza e spensieratezza.

Non poteva quindi dare tutta la colpa ad Ayame e all'esuberanza tipica della sua giovane età, quando persino lui stesso si era lasciato trascinare dalla passione e dal testardo bisogno d'affetto che continuava altresì a cercare anche sotto tutto il peso dei millenni che aveva e dopo la sofferta perdita di Izayoi.

Sì, si sarebbe preso le sue responsabilità e fatto ciò che era giusto, anche se Chōrō, il nonno di Ayame, avrebbe voluto probabilmente la sua testa. Già lui e il giovane Kōga non vedevano di buon occhio la relazione tra il “capo di quei cani immondi” e l'amata nipote del patriarca del nord; il sapere che sarebbe nato un essere mezzo cane e mezzo lupo dalla sua progenie sarebbe stata una potenziale mina che poteva esplodere in faccia a tutto il concilio dei demoni.

Un senso di disappunto gli si instillò nelle vene, mettendolo in allarme, ovvero la natura del bambino che sarebbe nato.

Da quello che sapeva il sangue demoniaco era un fattore dominante, che prevaleva quasi sempre su quello umano in vari modi quando si mescolavano – e questo aveva creato tantissimi problemi con InuYasha al principio, capire come gestirlo tramite la vicinanza con Tessaiga- tuttavia lui e Ayame era entrambi demoni, demoni di due specie diverse.

Il non sapere cosa questo avrebbe potuto comportare lo spinse ad indossare con calma apprensione l'elegante soprabito di pelle, e nell'uscire si accorse che aveva dato quasi per scontato il fatto di stare per diventar padre per la terza volta.

InuYasha, Sesshōmaru.

Avrebbe scommesso che anche loro in quel momento si stessero confrontando con loro stessi e con i dilemmi che li si prospettavano, e una parte di lui avrebbe voluto aiutarli.

Tuttavia non sarebbe stato giusto, erano grandi, erano consapevoli, erano pronti, per qualsiasi scelta avrebbero preso.

 

Miroku premette con agitata fermezza i numeri sul display dello smartphone.

Gentile cliente, la preghiamo di rimanere in linea.”

Con uno sbuffo si preparò ad aspettare, e con la cornetta appoggiata tra l'orecchio e la spalla cominciò a preparare la cena, chiedendosi se una donna incinta avesse delle voglie particolari.

Sango in quelle settimane aveva mangiato spesso bambù piccante -che di solito non assaggiava mai- mentre non aveva toccato pesce, soprattutto quello crudo che era la sua passione.

Gentile cliente, prema il tasto apposito per la destinazione da lei scelta.”

Perché Sango non gli aveva detto niente? Se quel test era suo, perché il suo tono era suonato così angosciato?

Il bambù e le altre verdure sfrigolarono quasi con un ronzio mentre le faceva saltare in padella.

La sua compagna era una una specie di consulente per chi aveva a che fare con demoni problematici, yōkai che avevano violato pesantemente le varie e complesse leggi che regolavano la vita di umani e altre creature. Era un lavoro difficile, che richiedeva un lungo addestramento, ma che Sango adorava, un lavoro che richiedeva energie e poco tempo libero, un lavoro poco adatto ad una madre.

Come era potuto succedere?

Lo aveva sempre rassicurato, dicendo che ci avrebbe pensato lei con un agghiacciante affare chiamato spirale -era andato ad informarsi su internet scoprendo che per tutto quel tempo era stato un ignorante in materia- che pur tuttavia aveva i suoi limiti e la sua percentuale di fallibilità.

Che fosse stata la serata in cui avevano litigato di brutto per dopo fare pace con del “sesso arrabbiato”? Praticamente Sango si era quasi sfogata quella volta, e di sicuro Miroku non si era azzardato a protestare. Non sapeva perché ma era stato diverso, un miscuglio di sensazioni spesse, solide, quasi tangibili.

Il biglietto per Ōsaka prenotato a suo nome le verrà spedito via email nell'indirizzo di posta elettronica da lei fornito. La ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia.”

Presto sarebbe tornata, si sarebbe lamentata delle caviglie gonfie come faceva ultimamente e avrebbe fatto una lunga chiamata via Skype con suo fratello Kohaku. Con metodica precisione Miroku apparecchiò la tavola, il cibo fumante pronto per l'unica donna che aveva mai amato in vita sua.

Era stato un donnaiolo impenitente fino a che non l'aveva incontrata, e anche dopo c'era voluto del tempo affinché le sue pessime abitudini fossero addomesticate.

Forse era per quello che non si fidava di lui, forse era per quello che la sola idea di fare un bambino con lui le metteva tutto quel terrore.

Controllò l'email. Il biglietto del treno super-veloce era arrivato. I bagagli erano fatti.

Doveva soltanto lasciare quel cazzo di foglio sulla tavola accanto alla cena con scritto qualcosa, qualunque cosa che lo facesse sembrare meno stronzo di quello che era, anche se dubitava che esistessero delle frasi adeguate per un tale miracolo.

Perché Sango aveva ragione, lui era un vigliacco, un fuggiasco, uno che scappava di fronte a certe responsabilità. Uno che di sicuro non si meritava una ragazza come lei, uno che di sicuro non si sarebbe meritato i tre bambini che gli avrebbe dato -due bellissime gemelle e infine un maschio, il suo erede- perché era esattamente come era. Un irresponsabile ciarlatano tirato su a riso, sakè e imbrogli.

Un uomo pessimo, e di sicuro un pessimo padre.

 

Quando Miroku aveva sganciato la bomba, InuYasha si era sentito il cuore sprofondare nello stomaco, ma dopo un attimo di puro panico mai provato prima, aveva fatto quello che faceva sempre.

Sminuire il problema con la sua solita spacconeria.

Lui e Kagome non erano degli scemi, facevano sesso sicuro perché l'ultima cosa che volevano era un marmocchio quando erano ancora così giovani.

A volte però era capitato che il preservativo si fosse rotto, o avevano avuto il sospetto che non fosse più integro, soprattutto quando lei lo guardava con quegli occhi dolci e sereni e il suo profumo gli faceva battere più forte il cuore rendendolo più focoso del solito -dei, si sentiva arrossire solo pensandoci- e allora si abbandonava a quel lato del suo carattere istintivo e senza freni, per poi vergognarsi e scusarsi, costringendosi a penosi periodi di astinenza per compensare.

Guarda che non mi hai fatto niente che non volessi, smettila di sentirti in colpa.

Erano per l'appunto appena usciti da uno di quei periodi in cui non l'avevano fatto da un bel po', tanto che si sentiva abbastanza sicuro da poter escludere eventuali sorpresine, però...

Certo, nell'ultimo periodo non era stata bene, ma solo perché si ostinava ad andare in quella specie di bettola malfamata che vendeva ramen, giusto?

Aveva passato ore su internet a fare ricerche, del tipo “come si riconosce una donna incinta” o “i sintomi più strani quando sei incinta” e si era ritrovato più confuso di prima.

Forse avrebbe solo dovuto chiederglielo, farle una semplice domanda, ma non appena si era immaginato in quella situazione aveva capito che non era pronto, che l'intera faccenda lo spaventava, e non voleva che Kagome pensasse che era un fifone codardo.

Peggio, se non era lei quella-che-aveva-fatto-pipì-nello-stick avrebbe fatto la più colossale figura di merda della storia, e questo lo spaventava molto di più.

Ma su ogni cosa, quello che lo spaventava davvero e gli faceva provare un sentimento viscido nelle budella, era il pensiero che se tutto ciò era vero, se Kagome aspettava davvero un bambino, allora non aveva avuto abbastanza fiducia in lui da dirglielo.

 

Se per sconsiderata avventatezza qualcuno si fosse avvicinato a Sesshōmaru, in quel momento, probabilmente sarebbe stato travolto dalla furente onda d'urto dello spaventoso yōki che sprigionava da lui, subendone persino danni fisici.

In un'altra era, per esempio nell'epoca Sengoku, dove non fosse stato costretto a mettere al guinzaglio il suo potere avrebbe preso quel bonzo pervertito e lo avrebbe torturato senza pietà per sapere precisamente quello che aveva visto e sentito.

Un figlio.

La sola idea aveva fatto scattare un che di nuovo dentro di lui, che non era esattamente piacevole, una specie di disagio pieno di oscurità e sospetti, qualcosa che aveva sperato di non provare mai, non con Rin almeno.

Quegli strani estratti conto, il malessere avuto nelle settimane precedenti, e poi la sensazione fredda e strisciante che lei gli nascondesse parte della storia, tutto portava in un'unica direzione.

Più di tutto però una domanda lo tormentava: come poteva essere avvenuto.

Avevano stabilito di avere rapporti rigorosamente protetti, con Rin che aveva optato per la contraccezione orale, dato che tutti e due non si risparmiavano da quel punto di vista, cedevano a quella folle attrazione nelle occasioni più strane e imprevedibili, e di sicuro non voleva trattenersi solo perché non aveva un profilattico a disposizione.

Un metodo perfetto per l'unico paletto che le aveva imposto. Niente figli.

Perché lui, Sesshōmaru, non avrebbe mai messo al mondo dei mezzosangue.

Non contava che avesse dopo tanto tempo preso atto dell'esistenza di InuYasha, non contava che Rin fosse diventata la persona, alla stregua di suo padre, a cui fosse più legato, non contava che avesse rinunciato ad ereditare il titolo che gli spettava come Signore delle Terre dell'Ovest e proseguire la sua dinastia di puri Demoni Cane per stare con un'umana.

Un mezzodemone era sempre un mezzodemone, una creatura inferiore, un'aberrazione.

Anche se non ne avevano parlato apertamente, quella dannata ragazzina aveva tacitamente accettato questo compromesso, o almeno credeva che lo avesse accettato.

Gli umani sono infidi, meschini, bugiardi.

La sensazione di essere stato incastrato, raggirato, proprio da lei poi, era come un miscuglio acido nelle viscere, e il bisogno di sapere la verità, sapere fino a quanto la sua fiducia negli umani fosse stata mal riposta, impellente.

Rin gli doveva una spiegazione, e in un modo o nell'altro l'avrebbe avuta.





Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo questa storia tra le preferite e seguite, e soprattutto chi ha lasciato una recensione, sappiate che avete tutta la mia gratitudine, siete fantastici

 

  
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