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Autore: chiara_beri    02/11/2020    0 recensioni
[Lee Minho]
Chloe Rinaldi è una ragazza semplice ma con un sogno: andare in Erasmus in Corea del Sud. E' qui che si farà nuovi amici e incontrerà un amore speciale ma anche un po' complicato.
Genere: Generale, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Driiin, driiin. 

Mi sveglio con il dolce suono, si fa per dire, della sveglia del mio cellulare. Mi alzo con calma e con il sorriso stampato sulle labbra. Dopo l'incontro di ieri mi sento un po' più a casa, meno disorientata da questa città a me completamente nuova. 
Preparo la mia super colazione: un buon caffè e fette biscottate con burro e marmellata. Mentre mangio, scrivo anche il programma della giornata: andare a comprare gli ultimi mobili per la casa e poi passare da Park Jieun per il lavoro. 
Dopo aver mangiato, riordino un po' e poi mi vesto per uscire. Prendo a noleggio la macchina elettrica per una mattina e comincio il mio giro di commissioni: mi reco in quattro negozi diversi per trovare una scrivania componibile che vada bene e poi compro anche qualche aggeggio, un set di pentole e altre piccole cose che mi servono per tutti i giorni. Infine, passo a prendere un regalino a Park Jieun per ringraziarla nuovamente della sua gentilezza. 
Terminate le compere, verso l'ora di pranzo, torno a casa e scarico tutto per poi riportare la macchina al noleggio auto. Una volta tornata all'appartamento, mi preparo un pranzo veloce, salmone e verdure in padella, e nel mentre guardo bene l'orario universitario. 
Questo semestre ho tre lezioni, quindi una media di 3/4 ore settimanali per ognuna e, in aggiunta, devo scegliere un Club per le attività extracurricolari per cui posso avere dei crediti extra. Ho tempo fino a lunedì per scegliere tutto, quindi mi posso prendere tranquillamente un pomeriggio per valutare ogni cosa. 
Metto via il mio blocchetto delle cose da fare, finisco di pranzare e poi sistemo i piatti e le cose appena comprate. Monto la scrivania, che ci sta a pelo, sistemo le pentole nuove e gli altri acquisti e, infine, faccio il pacchettino al regalo per Park Jieun. 

Esco di casa verso le cinque e mezza del pomeriggio e, fortunatamente, arrivo alla caffetteria che non c'è molta gente, quindi posso parlare tranquillamente con Park Jieun. 
«Ciao», la saluto appena entro trovandola al bancone a fare dei conti. Alza la testa e, con un sorriso, mi saluta facendomi cenno di avvicinarmi. 
«Sei arrivata al momento giusto. Non c'è mai molta gente a quest'ora», mi dice una volta che l'ho raggiunta. 
Ordino un bubble tea e ci sediamo ad un tavolino a parlare. 
«Dunque, il ragazzo mi ha confermato che dalla settimana prossima non ci sarà più, quindi c'è un posto vacante. Tu quando saresti disponibile per i turni?», mi chiede subito. 
«Ho 12 ore circa di lezione a settimana, quindi ho molti buchi ma ancora non ho l'orario preciso». 
«Va bene, non importa. Appena ce l'hai ci mettiamo bene d'accordo. Nel frattempo, ti va di fare qualche giorno di prova questa settimana?» 
«Si, va benissimo», e almeno carburo un po' prima di fare anche i turni da sola.
«Benissimo, allora se vuoi, puoi cominciare anche domani mattina dalle 8:30 alle 14:30 e vediamo come va». 
Annuisco energicamente. Non vedo l'ora. 
Finito l'argomento "lavoro", cominciamo a chiacchierare di altro e colgo l'occasione per consegnarle il pensierino che ho acquistato in giro. 
«È una scemenza ma mi sembrava super carino al momento dell'acquisto», dico rendendomi conto che un portachiavi, anche se raffigurante un unicorno carinissimo, non è la cosa migliore per ringraziare una persona che non conosco ma che mi ha aiutata così tanto. 
«Grazie mille!», esclama Park Jieun una volta scartato il regalino. Spalanco gli occhi, mi ha colta di sorpresa perché sembra davvero sincera. Di solito si vede subito quando un regalo non è del tutto gradito. 
In risposta le sorrido anche se un po' mi vergogno della scelta che, al momento, mi sembrava la più azzeccata. 

Alle 19.30, Park Jieun finisce il turno e decidiamo di fare un giro e fermarci a cena fuori. Camminando mi mostra delle parti di Seoul che da sola non avrei mai beccato e chiacchieriamo, senza interruzioni, del più e del meno scoprendo un sacco di cose l'una dell'altra: lei ha un nonno con una piantagione di aglio dietro casa e i suoi genitori lavorano come operatori televisivi, non ha molti amici ma quelli che ha sono molto importanti per lei (caratteristica che condivido) e le piacciono molto i k-Drama (altra cosa che condividiamo e per niente scontata). 
Io le racconto che i miei genitori hanno una libreria a Milano, che non sono figlia unica ma ho una sorella più piccola di me di 3 anni. Le spiego da dove è nato il mio desiderio di studiare in Corea del Sud e tutto il resto. 
Alla fine, giungiamo ad un punto cruciale: i gusti in fatto di ragazzi. Il mio tipo sono uomini come: Ji Changwook, Lee Minho, Jongkook dei BTS. Ovvero tipi dai tratti decisi ma con lineamenti dolci e armoniosi. Lei preferisce soggetti più come: Lee Jongsuk, Kim Myungsoo e Kim Woobin dallo sguardo affilato (epiteto cortesemente aggiunto da me medesima per cui Park Jieun ha riso per dieci minuti buoni). 
«Direi che, per fortuna, non abbiamo gli stessi gusti», afferma Park Jieun ridendo. 
«Vero», rispondo ridendo a mia volta. 
È parlando di questo che, tra una risata e l'altra, mi scontro con un ragazzo, o meglio, con un mezzo gigante. Quasi un metro e novanta di essere umano. 
Istintivamente mi inchino, come si fa qui in Corea, e chiedo scusa ma quando mi rialzo mi ritrovo davanti un tipo estremamente inquietante con: cappello, occhiali da sole scurissimi (e ormai è buio) e mascherina nera. Anche gli abiti sono neri e ha il cappuccio della felpa sopra il cappello. Giusto per restare nel personaggio, ha uno sguardo torvo, per quanto riesco a vedere, in ogni caso dalla tensione che si sente non sembra molto contento. 
Alle mie scuse risponde con un profondo: «Vedi di stare più attenta la prossima volta», e il tutto mentre si gira e ricomincia a camminare. 
«È tutto a posto?», mi chiede Park Jieun. Io riprendo a respirare e le rispondo che va tutto bene. 
«Certo che era un tipo strano, abbastanza inquietante. Tra l'altro ti ha risposto in modo molto sgarbato, mica lo hai fatto apposta», aggiunge indignata.
Nonostante l'incontro spiacevole, ci mettiamo poco a riprendere le nostre chiacchiere da dove le avevamo lasciate. 

Solo tornata a casa mi ritorna in mente il ragazzo contro cui mi sono scontrata e non so perché ma mi ricorda qualcuno. La voce richiama qualcosa nella mia mente perché era molto profonda e anche molto familiare come se l'avessi già sentita un'infinità di volte. 
Per cercare di non pensarci troppo, mi siedo sul letto e mi metto a guardare qualcosa con la convinzione che tanto se cerco di dormire ora sicuramente non ce la faccio.
Accendo la tv e mi ritrovo una puntata di un Drama con Lee Minho: "Legend of the Blue Sea", uno dei primi episodi. Andando avanti con la visione sento la voce di Lee Minho e, automaticamente, penso al ragazzo contro cui mi sono scontrata. Che cosa strana. 
Per togliermi il pensiero che mi martella in testa, scrivo un messaggio a Park Jieun: "Che strano. Sto guardando The Legend of the Blue Sea e la voce di Lee Minho assomiglia tantissimo a quella del tipo strano di prima". 
Dopo poco mi arriva la risposta: "Cavolo, hai ragione. Ma penso che sia abbastanza improbabile che sia lui il tipo contro cui ti sei scontrata perché era davvero scorbutico".
Una volta mandato un messaggio in cui auguro a Park Jieun di dormire bene, decido che è ora di non pensare più a questa storia e di mettermi a nanna, domani ho il mio primo turno in caffetteria. 

Mi sveglio alle 7 e ripenso ancora a quella voce così particolare ma poi, tra colazione e inizio del turno di lavoro, smetto e mi passa totalmente di mente. 
Park Jieun mi insegna il funzionamento di ogni singola macchina e la preparazione per le bevande principali. 
«Poi piano piano le imparerai tutte. Non c'è fretta e se hai bisogno sono qui», mi dice per poi andare a prendere delle scorte di latte e di perle di tapioca nella dispensa.
Servo le prime ordinazioni con un po' di sana ansia e con molta attenzione ma, presto, le preparazioni diventano abbastanza automatiche e comincio a rilassarmi. L'unica cosa che non diventa normale sono io che servo. I clienti, appena mi vedono, hanno un'espressione strana o stupita, non so bene ed è una cosa che mette abbastanza a disagio. 
Esprimo questo sentimento a Park Jieun.
«Tranquilla, è normale. Non si vedono molti europei che lavorano nelle caffetterie o, più in generale, in giro. Ma, comunque, presto non ci faranno più caso perché si abitueranno a te e si renderanno conto che non sei un qualche tipo strano di alieno». 
Sorrido alla battuta e mi tranquillizzo un po' continuando a servire. 
Senza che me ne renda conto arrivano le 14.30 e il ragazzo che sostituirò dalla prossima settimana prende il posto mio e di Park Jieun. 
Uscite dalla caffetteria decidiamo di pranzare insieme e andiamo in un locale dove fanno esclusivamente pollo fritto. 
Chiacchieriamo come sempre un sacco e mi faccio dare qualche dritta per l'inizio dell'Università. 
«Prima di tutto ti consiglio di scegliere un Club. Prendono molto tempo e devi essere presente e attiva ma al di là dei crediti extra ti può aiutare moltissimo a fare nuove conoscenze e così non parli in coreano solo con me», afferma spiegandomi poi i vari Club. 
«Pensavo di partecipare a quello di pallavolo. Ma anche cinema o canto devo dire che mi ispirano molto». 
«Si, lo sport è l'ideale ma mi ricordo che anche canto era fatto bene. Alla fine dell'anno poi si tiene una specie di concorso e parteciparvi è molto divertente». 
Mi spiega un po' come funzionano gli esami e mi fornisce consigli per quanto riguarda lo studio ma mi suggerisce, anche, di godermi l'anno. Le università coreane sono serie si, ma la vita universitaria è movimentata e divertente, devo solo trovare la compagnia giusta. 
«Comunque, se hai bisogno, puoi chiedermi qualsiasi cosa», dice in conclusione dell'argomento "Università". 
«Per ora è tutto chiaro, comunque grazie mille. Mi hai chiarito davvero tanti dubbi perché in Italia l'Università funziona diversamente, soprattutto per alcune facoltà. Per esempio, la mia facoltà funziona a trimestri quindi sembra che tra un esame e l'altro non ci siano pause ed è estenuante».
«Posso immaginare», risponde Park Jieun. 
Finito di pranzare, usciamo dal negozio e facciamo qualche giro. Non resisto e compro oggetti di cancelleria in vista dell'inizio delle lezioni e poi torniamo a casa. 
Park Jieun si ferma per un tè e poi ci salutiamo perché deve andare a lavorare. 

Gli ultimi giorni della settimana passano più o meno nello stesso modo. La mattina lavoro con Park Jieun, poi pranziamo insieme e, dopodiché, io vado a casa e lei al lavoro di nuovo. 
Sento i miei genitori, mia sorella e le mie migliori amiche più o meno ogni sera, anche perché per ora non ho molto altro da fare oltre a lavorare, leggere e continuare a sistemare al meglio il mio appartamentino. 
Comincio a guardare i libri e a farmi un'idea dei corsi che seguirò questo semestre, imposto le materie nei quaderni e controllo di avere abbastanza penne e post-it e mi rendo conto di averne almeno per cinque anni di fila, se non per il resto della vita.
I clienti in caffetteria, come aveva detto Park Jieun, piano piano si abituano alla mia presenza e non fanno più caso al fatto che sono europea. 
La domenica, che è il mio giorno libero, decido di andare al centro commerciale e di fare una vera spesa visto che sto andando avanti di fast food o pasta. Park Jieun mi accompagna e passiamo una bella giornata, come sempre quando sono con lei. 
Dopo il centro commerciale torniamo a casa mia insieme e mi dà un regalo: un libro di ricette di cucina coreana. 
«Ecco perché mi hai fatto prendere tutti questi ingredienti!», esclamo ripensando al lungo giro tra le corsie del supermercato. 
Lei sorride e ci mettiamo sotto per preparare una buona cena ed è la prima volta che mi viene fuori qualcosa di decente. 
Ed è così che finisce la settimana, con una bella giornata tra amiche e una serata con schifezze e Drama. 
L'errore? Non ricordarsi minimamente che è domenica e che l'inizio settimana, tra università e lavoro, potrà essere potenzialmente alquanto faticoso.

Nota dell'autrice:
Ed eccomi qui con il secondo capitolo. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Forse il tutto a primo impatto risulterà un po' lento ma sto cercando di introdurre tutti gli elementi nel modo più completo possibile e, in ogni caso, non temete: presto la storia diventerà (spero) molto interessante. 
Se avete voglia un commento e andate a visitare il mio profilo Instagram: @mybooksandwritingworld e il mio blog 
https://mybooksandwritingworld.home.blog/ .
Ci vediamo alla prossima settimana. 
Con affetto, 
l'Autrice. 
   
 
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