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Autore: abbi fede    15/05/2005    2 recensioni
Questa fic. racconta i moti interiori di due personaggi, che si stanno cercando nelle insicurezze e nelle incomprensioni che la loro giovane età comporta. Ogni capitolo avrà un protagonista diverso, e nel finale i protagonisti saranno tutti e due. I protagonisti vogliono rappresentare una verità reale, e a mio avviso non sono lo stereotipo di qualcosa di irragiungibile... Leggete perchè non so se mi sono spiegata molto bene in questa premessa...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti

 

Ciao a tutti!

Sono tornata con una nuova fic. spero vi piaccia! Come al solito i protagonisti sono Ron (nel primo capitolo), Hermione (nel secondo capitolo) e Ron e Hermione (contemporaneamente nell’ultimo capitolo).

In Questa fic. mi sono prefissa di analizzare i moti interioni dei personaggi, quindi se vi aspettate una fic. piena di baci e smancerie varie avete sbagliato fic.

Buona lettura!  

 

abbi fede

 

STORIE

 

E’ strano come storie analoghe convergano in punti morti; di riflessione che servono a tutti per fare chiarezza sulle proprie esperienze…

 

 

 

Gli allenamenti di quidditch si stavano intensificando in previsione dell’incontro con i Serpeverde, e come al solito Harry voleva la squadra al massimo, non gl’importava se qualcuno avesse una vita sociale o degl’impegni scolastici da svolgere; per Harry  tutto questo, passava immediatamente in secondo piano. Era palese il nervosismo di Harry, voleva infliggere una sonora sconfitta alla casa tanto odiata. Per me, il Quidditch era diventato l’unico scopo della mia vita e senza oppormi alle rigide regole che Harry aveva imposto ai membri della squadra, mi avviavo fradicio e infangato verso gli spogliatoi. Harry era rimasto solo con Ginny sul campo, e ormai il resto della squadra già si dirigeva verso il castello.

 

Non avevo proprio voglia di tornare al castello. Sapevo che nella torre dei Grifondoro c’era qualcuno che mi aspettava… In tutti i sensi…

Cominciai levandomi la divisa e le protezioni, avevo schizzi di fango ovunque, un braccio dolorante per il bolide che poco prima mi aveva investito in pieno, ma non riuscivo a fare a meno di pensare… Mi sedetti sulla panca e lanciai la maglietta poco distante da dove mi trovavo. Fuori c’era un tempo da cani, erano più di due giorni che la pioggia batteva violentemente su Hogwarts, e a me non dava affatto fastidio, anzi quasi preferivo questa situazione d’incertezza che circondava il castello da giorni. Poggiai lentamente la testa sull’armadietto dietro di me.

Perché mi ossessionavi così tanto?

 

Un giorno parlavamo e chiacchieravamo tranquillamente e l’altro… E l’altro litigavamo furiosamente… In quel periodo s’intensificarono solo le litigate, ci sentivamo come legati, io non sopportavo più le sue continue critiche sul mio “metodo scolastico”  , ma in particolare non sopportavo più la sua fila di corteggiatori, che armati unicamente di coraggio si facevano avanti uno dopo l’altro… Coraggio… L’unica cosa che a me mancava. Fino a quel momento mi ero ritenuto lo stesso fortunato, perché Hermione non si era ancora dichiarata, o accettato alcun tipo di proposta da nessuno dei suoi pretendenti. Sapevo che stava aspettando me, e lei sapeva che io stavo cercando il modo di convincermi che lei voleva me. Non dimenticherò mai quel giorno quando le chiesi se lei  avesse mai preso in considerazione una delle sue tante proposte, e lei disse semplicemente “No, sto aspettando una persona molto più speciale” e nel dire quest’ultima parola mi fissò con occhi diversi, aveva qualcosa di diverso, voleva farmi capire che molto probabilmente quella persona ero io…

 

Anch’io da parte mia avevo ricevuto numerosi inviti e proposte persino da Chang, ma declinavo le loro proposte senza neanche guardarle negli occhi. Mi sembravano tutte uguali, non avevano quello che cercavo io … Loro non erano Hermione, e anche se avessi accettato, le avrei usate soltanto come ripiego.

 

Erano ormai anni che mi lasciavi messaggi di ogni tipo: sguardi, parole gettate istintivamente qua e là e alla fine come al solito la più coraggiosa sei stata tu. Alla mia prima partita di quidditch, tutta Hogwarts sembrava odiarmi, e in quel momento avevo paura di deludere molte persone compreso me… Tu invece sei stata l’unica a fare qualcosa di veramente concreto, molto semplicemente mi hai baciato sulla guancia… Tu non ti sei scomposta neanche un po’, mentre in me scoppiava la tempesta.

 

L’acqua calda della doccia stava portando a galla tutti questi ricordi, cominciai a strofinare violentemente le mani sulla faccia quasi per cancellarmela. Solo il picchiettare incessante dell’acqua riuscì a distrarmi, chiusi gli occhi; quel picchiettare ti somigliava vagamente, era insistente e imponente proprio come te. Come potevo essere così, così… Impacciato con te, tu sapevi e sai tutto di me, ma in quel momento mi ero promesso di prendere una decisione, di non lasciare tutto al caso o peggio, tutto a te…

Quando si deve dire no a qualcuno è facile, basta solo essere decisi, e non indugiare prima con un forse o con altre frasi dubbiose. Ma quando si tratta di una dichiarazione nessuno è mai certo al cento per cento, mi ero sempre domandato cosa spingesse tutta quella massa d’imbecilli che con facce innamorate venivano bidonati dalle persone che “amavano”.

Anch’io amavo Hermione eppure non riuscivo ad essere come loro, sapevo che questa mia mancanza a lungo andare mi avrebbe ucciso dentro. Prima o poi sarebbe arrivato qualcuno che me l’avrebbe portata via…

E io…

E io sarei stato un vigliacco, perché non mi sarei fatto sotto, non avrei lottato… Questo non me lo sarei mai perdonato.

 

Chiusi l’acqua della doccia, più deciso che mai. Avevo capito. Avrei rischiato la mia sanità mentale per dichiararle i miei sentimenti.

Inspirai con violenza il profumo dell’asciugamano, immaginando vagamente come sarebbe stato il suo di profumo.

Adesso che avevo finalmente capito di essere meritevole di essere un Grifondoro, mi sbrigai ad uscire da quello spogliatoio, mi rivestii rapidamente, gettando tutte le mie cose, compresa la mia Tornado nella sacca, e mi sbrigai ad uscire da quel luogo di meditazione.

Spalancai la porta con un calcio, avevo le palpitazioni ero eccitato ed impaziente di condividere con lei la mia nuovissima scoperta.

 

Era incredibile,

ad appena quattro-cinque metri da me, c’era lei, si vedeva che era affannata, era completamente fradicia, non aveva neanche il mantello. Ci guardammo sotto la pioggia per qualche secondo e lì capii, che lei era lì per me.

 

  
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