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Autore: Little Firestar84    03/11/2020    3 recensioni
Una tranquilla mattinata di shopping. Almeno fino a che Kaori non sente le richieste di aiuto delle povere sciagurate che sono finite nelle "grinfie" di Ryo...
O no?
[STORIA PARTECIPANTE ALLA JUST STOP FOR A MINUTE AND SMILE CHALLENGE]
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Kaori/Greta, Ryo Saeba, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ciao a tutti e tutte! Ennesimo capitoletto, sempre scritto pensando alla Just stop for a minute and smile challenge (link al capitolo 1) di Soul shine, prendendo ispirazione dal ptompt  #34 "Arrivo, dammi il tempo di cambiarmi!"

Una piccola annotazione: Questo capitolo, più che dal manga, ammetto peschi a piene mani dall'anime. Ci sono velati riferimenti alla serie principale, e a City Hunter Private Eyes, del 2019, in cui il miglior sweeper del giappone incontra le sorelle Kisugi, alias le Occhi di Gatto, che consigliano a Kaori di adottare tutine come le loro per facilitarsi nei movimenti... inoltre, in "Arrestate Ryo Saeba", per chi non lo sapesse, quando Ryo faceva il farfallone, Kaori gli rammentava che "Guarda che tu una ragazza ce l'hai già!" al che lui le chiedeva scusa, adducendo i suoi comportamenti alla forza dell'abituine ;)


Dal palazzo in cui avevano trovato rifugio i due sgangherati gruppi di criminali e sweeper stavano tenendo sotto osservazione il covo del mercante della guerra che, a quanto avevano scoperto, era in possesso di dettagli fondamentali per capire cosa fosse successo a Fujiko nelle settimane di cui non ricordava nulla.  

Avevano escogitato il paino, ed erano pronti a metterlo in atto: entrare nel maniero approfittando di un party, mescolandosi allo staff, e poi sparire, aspettando che gli ospiti si fossero ritirati per la notte per ispezionare meglio le camere a cui avevano deciso di restringere la ricerca degli indizi.

Ryo e Lupin erano alla finestra a controllare che tutto stesse andando secondo la tabella di marcia, mentre gli altri erano impegnati e mettere a punto le loro armi, la fedele rivoltella e l’antica spasa.

“Uffa Kaori, ma ti vuoi muovere?” Ryo le sbraitò dalla stanza, alzando gli occhi al cielo e incrociando le mani dietro al capo. Quanto era che la sua ragazza era chiusa nel bagno? Era inutile, Kaori era, contrariamente a quanto le avesse sempre detto, una vera donna, in tutto e per tutto, incluso nel tempo che ci impiegava a prepararsi. Anche solo per un’azione e non per una cenetta romantica a lume di candela… cenetta che le avrebbe fatto preparare da Miki, cuoca provetta, appena fossero tornati a casa, dedicandole tutte le attenzioni del caso.

Magari era pure la volta buona che si comportava da uomo e si inginocchiava, dandole l’anello che Maki gli aveva consegnato per lei, e glielo infilava, e stavolta all’anulare sinistro. Okay, tecnicamente senza una vera identità lui non poteva sposarsi ufficialmente, ma si trattava di fare un gesto, e poi nessuno gli impediva di avere una piccola cerimonia religiosa, no? Giusto per permetterle di camminare verso l’altare- verso di lui - con un abito bianco, e stavolta non sotto copertura ma come se stessi, per davvero. Per Kaori quello era stato uno dei Natali più belli di sempre, Ryo non osava immaginare la gioia che quel  gesto avrebbe portato all’amore della sua vita…

“Uffa Ryo, un attimo di pazienza, devo finire di cambiarmi! Per una volta che ci metto un po’ di più sei subito a rompermi le scatole!” Borbottò lei, la cui voce proveniva ovattata da dietro la porta.

“Guarda che l’unico motivo per cui ti metto fretta è perché sei tu che devi nasconderti dentro al carrello, dato che sei la più minuta di noi!” Sbuffò, un po’ arcigno. “Per me puoi anche passarci una vita dentro al bagno a farti la doccia e metterti la crema idratante e…” E Ryo non finì la frase. Si limitò ad ingoiare a vuoto, con gli occhi grossi come due piattini da caffè, mentre, come in trance, si avvicinava alla porta, pronta a spalancarla per raggiungere la sua donna, e rendere reali tutte quelle deliziose e peccaminose immagini che gli erano passate per il cervello appena si era reso conto che Kaori, avendo fatto la doccia, era nuda a pochi metri di distanza da lui, e lui se ne stava lì con quei tre idioti invece di recuperare il tempo perso e le occasioni sprecate accumulatesi in anni e anni e anni in cui si era negato all’amore della sua vita.

“Ih, ih, ih, Kaori cara, se hai bisogno di aiuto a cambiarti ci pensa Lupin a darti una mano!” Ridacchiando e con lo sguardo allupato, con tanto di gocciolone alla bocca, Lupin si avvicinò al bagno, sorpassando Ryo, pronto a spalancarla e correre in soccorso della dama, ma si fermò quando sentì contro il cranio il freddo metallo della canna della Magnum di Ryo, che si limitava ad alzare un sopracciglio, con il dito piantato sul grilletto, come a sfidarlo anche solo a pensare di aprire la porta. “Ma, ma cosa credi, Saeba, era uno scherzo! Vuoi che mi metta ad insidiare le donne altrui! Ma no, non lo farei mai, ah, ah, ah!” Il ladri si mise a sghignazzare nervosamente, scivolando sul freddo pavimento con la schiena al muro, sudando freddo.

Non solo Saeba era un tipo letale:  a quanto apre aveva pure il grilletto facile. Specie se si trattava di difendere la sua donna.   

All’improvviso, Lupin cadde all’indietro quando la porta venne aperta, e Kaori si limitò a guardare i due uomini con un sopracciglio alzato, quasi delusa, e una mano sul fianco. “Dite un po’, non vi vergognate a comportarvi così alla vostra età? Avete superato tutti e due i quaranta e vi comportate come due adolescenti!”  Li rimproverò, con sommo piacere di Gijen che se la stava ridendo a crepapelle.

I due quarantenni però non risposero, cosa che stupì Kaori, che si era aspettata perlomeno da Ryo una qualche rispostaccia sul fatto che lui aveva ancora vent’anni- nonostante quegli accenni di capelli grigi che aveva alle tempie. Si limitarono a fissarla a bocca aperta- talmente spalancata che si aspettava che le loro mandibole toccassero il pavimento. “Beh, si può sapere cosa vi prende?”

“Ma che… ma da dove….” Ryo sbiascicava senza trovare le giuste parole, incantato ma anche sotto shock, mandandosi nuovamente tutte le maledizioni del mondo e chiedendosi davvero perché si fosse negato l’esplorazione del bel corpicino di quella incantevole e sexy donna che, per sfortuna (di lei) o fortuna (di lui) aveva finito con l’innamorarsi di lui.

“Oh, intendi questo? Me l’hanno regalato Ai e Hitomi dopo che ci hanno dato una mano a fermare quei droni militari.” Sorrise, pizzicando la  stoffa opalescente della tuta aderente in cui il suo corpo era fasciato- un corpo che, non fosse stato per la camiciola che indossava, legata con un nodo in vita, avrebbe lasciato proprio ZERO all’immaginazione.  Col sorriso sulle labbra, Kaori si mise in punta di piedi, e fece una mezza giravolta. “Avevano proprio ragione, sembra scomoda ma invece lascia molta libertà di movimento, e poi il tessuto è fatto per catturare la luce senza rifletterla. L’ideale se si deve prendere qualcuno di sorpresa. Sai, non capisco perché Umi e Miki non ci abbiano presentato le Gatte prima- negli anni ci saremmo risparmiati tanta di quella fatica! ”

E fu allora che sentì un rumore inconfondibile, che faceva quasi parte di lei- qualcosa di pesante che veniva spaccato in testa ad un povero malcapitato.

Stupita, si guardò tra le mani, chiedendosi se magari avesse invocato il suo possente martello in modo qualche inconscio, captando qualche minaccia di pericolo; ma, con sua estrema sorpresa, si rese conto che ad avere in mano il martello, e a tenerlo saldamente incollato alla testa di Lupin, che era spiaccicato al suolo neanche fosse stato uno scarafaggio, era… Ryo, a denti stretti, vene pulsanti  e muscoli tesi.

“Ma che…” si chiese, sbattendo gli occhioni, mentre a Gijen scivolava la sigaretta dalle labbra e Goemon si limitava a sospirare, ad occhi chiusi, scuotendo lievemente il capo, nemmeno troppo stupito da quel siparietto.

BRUTTO MANIACO PERVERTITO, TIENI LONTANE LE TUE LURIDE MANACCE DALLA MIA FIDANZATA!” Ryo sbraitò, premendo sempre con maggiore forza il martello sulla testa del malcapitato.

“E sentiamo, da quand’è che sarei la tua fidanzata, Ryo?” Kaori gli chiese, con un sopracciglio alzato e gli occhi a fessura, perché a quanto pare si era persa qualche cosa per strada. La parte in cui, ad esempio, il suo partner si metteva in ginocchio e le chiedeva di sposarlo- perché lei, alle formalità, ci teneva. E poi, nonostante tutto quello che dicevano tutti, e a dispetto delle apparenze, era una romantica.

 E comunque, con che faccia tosta Ryo chiama Lupin maniaco pervertito, quando lui le bave dietro alle altre le perdeva ancora, di tanto in tanto?

“Uhm, accidenti, mi sono appena ricordato che devo controllare una cosa!” Senza aggiungere altro, Ryo scappò a gambe levate, sbattendosi la porta alle spalle, mentre Kaori sospirava, con un leggero sorriso sul volto.

Certe cose, non cambiavano proprio mai…

   
 
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