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Autore: flyerthanwind    03/11/2020    2 recensioni
Rose Weasley.
Saccente, orgogliosa, Grifondoro.
Scorpius Malfoy.
Saccente, orgoglioso, Serpeverde.
Cosa succede quando Hermione e Asteria decidono che le due famiglie più differenti dell'intero Mondo Magico devono andare d'accordo?
E cosa succede quando Voci oscure mettono in pericolo i giovani studenti di Hogwarts?
Di cugini impiccioni, balli in maschera disastrosi e aitanti Cavalieri misteriosi.
Di Voci ignote, misteri impenetrabili e attacchi potenzialmente mortali.
Essere adolescenti non è mai facile; essere adolescenti ad Hogwarts... beh, mette decisamente a rischio la salute mentale -e anche quella fisica, ma questo Rose Weasley proprio non poteva prevederlo!
Perché è scientificamente provato che ad Hogwarts ogni vent'anni deve accadere qualcosa...
Dal testo:
Era rabbia verso una società che l'aveva sempre esaltata solo per il suo cognome e verso una società che l'aveva sempre condannato solo per il suo cognome. Una società retrograda, incapace del progresso, in cui le vecchie radicate convinzioni sono dure a morire e in cui i buoni sono sempre i buoni e i cattivi non posso cambiare mai idea, ma quei due erano decisi a dimostrare il contrario, pur senza saperlo.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Lo scontro finale


Incredibile quanto il tempo sia importante e le persone non se ne rendano minimamente conto. Si perde gran parte della propria vita in occupazioni frivole, inconsapevoli del fatto che nel momento della morte si ripensa sole alle emozioni più intense. Sono pochi quei ricordi che riaffiorano alla mente, pochi attimi che scorrono veloci davanti agli occhi prima di essere sostituiti dal nulla.
Pare sia uno scherzo della psiche concentrarsi su tutto ciò che fa più sentire vivi proprio nel momento in cui si sta per abbandonare la vita, un centrifugato di emozioni che rivolta i visceri e manda in corto circuito il cervello pur di non lasciare che la consapevolezza di star abbandonando questo mondo rovini gli ultimi istanti in cui si può godere di esso.
Scorpius pensava che, dopo essersi gettato su Seline, sarebbe morto. Nonostante quel timore, era consapevole che le due ragazze, insieme, avrebbero potuto dare del filo da torcere a quello psicopatico, almeno fino all'arrivo dei professori.
"A proposito, dove diavolo sono quando servono?! A momenti sfasciamo l'aula di Trasfigurazione e loro pensano beatamente ai fatti loro" pensò con stizza, l'ultimo barlume di lucidità ormai perduto poiché la sua mente si rifiutava di elaborare quell'epilogo funesto.
Tuttavia, le cose non andarono effettivamente come aveva previsto. Riuscì infatti ad atterrare Seline, ma l'ingresso dei professori nell'aula di Trasfigurazione distrasse la Voce e dunque l'incantesimo che lo colpì perse potenza, affievolendo i suoi effetti letali. Un dolore lancinante gli attraverso comunque la spalla, costringendolo a fermarsi e a desiderare di staccare l'arto dal resto del corpo. Sembrava che milioni di aghi lo stesso trafiggendo nello stesso identico punto, contemporaneamente, e il dolore era talmente intenso da fargli serrare gli occhi e dimenticare di aver sbattuto la testa. Non riusciva a pensare ad altro se non al fuoco che sembrava bruciare il suo corpo, fiamme roventi che dilaniavano la carne e parevano volerla ridurre in brandelli.
L'uomo fu travolto da Rose, la quale gli finì addosso e lo fece rotolare a terra, lontano dalla sua bacchetta. Nonostante ciò, nessuno sembrava intenzionato a toglierla di mezzo. L'azione della rossa, se non altro, pose fine alle sue fitte di dolore, lasciando che alle fiamme ardenti si sostituisse un dolore sordo che lo divorava dall'interno.
Si ribellò in fretta e riuscì a scaraventarla violentemente a terra, spingendola contro un tavolo. Il respiro le morì in gola mentre muoveva freneticamente gli occhi dai professori, che non riuscivano a raggiungerli a causa di chissà incantesimo, all'espressione dolorante di Scorpius.
La Voce, il cappuccio ancora tirato che impediva di scorgerne i lineamenti, stava ringhiando con i denti digrignati. Quel suono stridulo disturbava gli apparati uditivi degli adepti, ma nessuno sembrava intenzionato a farglielo notare attirando su di sé la sua collera.
Se Rose avesse avuto la forza di respirare gli avrebbe detto qualcosa, ma l'angolo spigoloso di un tavolo si era conficcato nel suo costato con troppo vigore.
«Flinch-Fletchley» lo apostrofò il piccolo preside, facendosi avanti rispetto a tutti gli altri. Le ragazze non comprendevano il motivo per cui nessuno osasse fare un passo in più, ma supposero che fossero a conoscenza di qualcosa a loro ignota.
Scorpius, d'altra parte, si stava ancora contorcendo per il dolore, anche se sembrava starsi attenuando col tempo. O forse il fatto che si stava conficcando ripetutamente le unghie nella pelle, causandosi dei graffi profondi da cui strabordavano stille rubino, lo stava distraendo dalle fitte continue alla spalla. Il sangue gli colava copiosamente lungo le braccia, ma nessuno sembrava farci troppo caso, lui stesso compreso.
«Hai già perso, Justin» continuò il preside, calcando sul suo nome. Un nome molto diffuso che aveva la facoltà di omologarlo al resto della comunità magica e non. Non si chiamava Ninphadora o Lupin, non era morto da eroe, era esattamente come tutti gli altri. Un nome comune, come Harry o Ronald.
«Non credo proprio» rise nervosamente l'uomo, calandosi il cappuccio. Il viso da adulto era ombreggiato da una barba scura, i capelli corvini tenuti più lunghi del solito gli ricadevano dinanzi gli occhi, luccicanti per la vendetta che aveva messo in atto. La sua bacchetta era ancora sollevata a mezz'aria, ma stavolta puntava sulla coltre di professori che si mantenevano lontani.
«I Tiratori Scelti saranno qui a momenti, sanno che hai degli studenti in ostaggio» continuò il professor Rüfus, certamente suo vecchio insegnante.
L'uomo parve spaventato e per alcuni momenti osservò la scena intorno a sé spaesato: i professori schierati davanti l'unica via di uscita; i suoi ragazzi terrorizzati e inermi addossati lungo le mura della stanza; la Weasley che sotto il suo naso era sgattaiolata accanto a Malfoy e la Goth che tentava di aiutarlo.
L'unico modo per portare a compimento la sua impresa era agire in quel momento, davanti a tutti quei testimoni, almeno in quel modo la sua impresa avrebbe potuto essere portata a termine dai suoi posteri. Non gli importava di morire lì, trafitto da tutti i loro incantesimi. L'importante era preservare i suoi ideali, riferirgli agli altri, far valere la propria parola in quanto conoscitori di entrambi i mondi.
Levò la bacchetta contro i ragazzi: la Goth era impassibilmente terrorizzata, scossa solamente dai singhiozzi; Malfoy continuava a sanguinare e di quel passo si sarebbe suicidato con le sue stesse mani; la Weasley lo guardava in cagnesco, il petto che si alzava e si abbassava ritmicamente a causa del colpo precedentemente incassato che le ancora le impediva di proferir parola.
Strinse gli occhi, deciso a colpire lei per prima, la più forte tra i tre, certamente la vittima che avrebbe sancito più scalpore e gli avrebbe donato una maggiore notorietà. Serrò la presa sulla sua arma, pronto a scagliare l'incantesimo contro la minuta figura rossa che stava rannicchiata a terra, nella medesima posizione in cui si era trovata prima, svenuta, con l'unica differenza che adesso lo osservava con disprezzo.
Tuttavia, in un impeto di terrore, il ragazzo si era alzato di scatto e si era buttato addosso a lui, proprio mentre i Tiratori Scelti facevano il loro ingresso nella stanza e la squadra Spezza-Incantesimi si preparava ad annullare la barriera che aveva innalzato per tenerli lontani.
Adesso era arrabbiato perché tutto il suo piano era andato in fumo per colpa di due ragazzini ficcanaso che avrebbero dovuto essere morti già da un pezzo. Era arrabbiato perché aveva messo in conto ogni dettaglio tranne quei due idioti che non sapevano stare al loro posto. Era arrabbiato perché per colpa loro nessuno avrebbe tenuto conto delle sue idee. Era arrabbiato perché il piano era fallito.
Com'era stato possibile farsi fregare da due sedicenni? Perché nessuno dei suoi adepti era accorso in suo aiuto? Quando, esattamente, aveva firmato la sua disfatta?
Aveva appena iniziato a scagliare una Cruciatus contro il ragazzo quando i Tiratori gli erano arrivati addosso, sommergendolo. Le urla di Malfoy erano state ovattate da tutti gli incantesimi, ma Rose le sentiva risuonare nelle orecchie anche se erano durate solo pochi istanti. Gli avrebbe volentieri risparmiato quella maledizione, ma i Tiratori -e a dovere, aggiungerei- erano stati più veloci di lei
Era davvero tutto finito?


N.d'A.
Ebbene eccoci qui, penultimo capitolo, la fine di tutto?
Vorrei chiarire la questione dei nomi, che fin dalla saga originale hanno un ruolo importante. Il professore chiama Finch-Fletchley per nome per omologarlo al resto, ma poi cito anche Ronald e Harry. Ciò che spero si sia compreso è che anche Harry e Ron, due eroi di guerra, sono esattamente come tutti gli altri: due uomini che hanno commesso errori, ma hanno scelto di sostenere degli ideali per cui erano pronti a morire.
Anche Justin combatte per degli ideali, ma in essi vi è una gerarchia, una supremazia che egli desiderava stabilire, e che è stata la causa della sua disfatta: si è creduto migliore in quanto Nato-babbano, in realtà ha perso perché solo.
Non è un caso che siano proprio Rose e Scorpius a causare la sua disfatta, non era semplice esigenza di trama (e perché io amo la scorose), ma ho scelto loro due per ciò che rappresentano: un Purosangue e una Mezzosangue, due ragazzi che non si tollerano ma che collaborano creando un fronte comune quando qualcuno minaccia Hogwarts. Insieme sono più forti.
Spero di aver reso l'idea, mi farebbe piacere conoscere anche la vostra interpretazione, su cosa vi ho invitato a riflettere con le mie parole 🦋
Luna Freya Nives

   
 
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