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Autore: Elena 1990    03/11/2020    0 recensioni
L'immortalità è un dono e una maledizione. Shadow e Knuckles lo sanno meglio di chiunque altro, e benchè la vivano in modo diverso, essa li ha uniti come non avrebbero mai immaginato.
In un futuro lontano e con una nuova minaccia alle porte, difenderanno il loro mondo. Devono. Lo hanno promesso.
Ma quanto vale una promessa vecchia un millennio?
E soprattutto, ciò che li attende è davvero un nemico come tanti?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, OC, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 23: Project Eve

Il Comandante sentì per prima la voce dell'albino.
- Shadow, sei sconvolto. Ragiona, questo non porterà-
Il riccio nero scostò il lembo di stoffa che faceva da entrata alla tenda del Comandante. E l'albino aveva ragione: lo sguardo cremisi e arrossato dal pianto non era di qualcuno sano di mente.
- Chi è Project Eve?- chiese soltanto.
Il Comandante non perse la calma, abituato a trattare con quel genere di soldati.
Gente sconvolta dal dolore, che dopo aver perso un compagno, un amico o un familiare vedeva nella cattiva gestione della baracca un valido capro espiatorio.
- Lifeform, siediti e calmati.
- Mi calmerò quando risponderà alla domanda.
L'albino stava a distanza, alle sue spalle, preoccupato. Non poteva fare molto: era ancora provato dalla trasformazione e dallo scontro, come tutti loro. La sua telecinesi non era abbastanza forte da trattenere il riccio infuriato.
Ma questo, il Comandante non lo sapeva.
- Lifeform, questo è un ordine.
- Non sono qui come agente.
- In questo caso, sono informazioni riserva-
Non finì la frase. In un battito di ciglia, Shadow scattò in avanti, rovesciando la scrivania e atterrando l'umano, stringendogli la gola.
- Chi. È. Project. Eve?- chiese di nuovo, la stretta che diminuiva quel che bastava a fargli uscire un sussurro.
Il Comandante fissò lo sguardo negli occhi cremisi del riccio, e capì che non stava scherzando: se non avesse avuto risposta, lo avrebbe strangolato sul posto, incurante delle conseguenze. I rapporti dei suoi predecessori non mentivano: era un soggetto pericoloso, una mina vagante, che poteva rivelarsi un alleato o il loro peggior nemico.
- E' un progetto recente, della divisione scientifica.- rispose.
- E qual è il suo scopo? Cosa centra con i golem?
- E io che ne so?
- Allora perchè hai detto che potrebbero cercare lei?
Il Comandante sospirò - Era un'ipotesi. Project Eve è un'echidna.
- Un' echidna?
- Sì. La divisione scientifica ha effettuato degli scavi nella zona di Mystic Ruins, di recente. E hanno trovato una struttura...importante.
- Di che tipo?
- Sembrerebbe un monumento funebre, come una piramide. Nella camera principale c'erano due scheletri, uno era di una femmina, l'altro di un maschio.
Shadow corrugò la fronte.
- La divisione scientifica ha trovato dei campioni di dna, e hanno proposto di creare dei cloni. Questo avrebbe riportato in vita una specie ritenuta estinta.- continuò il Comandante - Abbiamo provato ad accelerarne la crescita ma qualcosa non ha funzionato: i due echidna erano cerebralmente morti e non c'erano campioni sufficienti a creare altri cloni, così abbiamo preso i gameti di entrambi per poter creare nuovi individui.
Più l'altro parlava, più Shadow lo guardava schifato. Il Comandante riusciva a leggere lo sdegno sul volto del Mobian nel sentire come GUN aveva trattato i suoi simili.
Aveva davvero, davvero voglia di spezzargli il collo adesso.
- Project Eve è il primo esemplare sano ottenuto mediante fecondazione in vitro. Una settimana dopo la sua nascita, i golem hanno attaccato la città.
Shadow cercava di unire i puntini e trovare un filo conduttore per dare un senso a quel disegno. Poi ricordò ciò che aveva detto Knuckles.
C'è un solo ordine che può scavalcare l'autorità di un guardiano, ed è l'ordine di protezione di una vita.
L'ordine è attivo finchè la persona che va difesa è ancora in vita. Nel momento in cui questa viene a mancare, l'ordine decade.

- I golem proteggono la bambina.- disse, lasciando andare il Comandante.
L'umano si massaggiò il collo - Cosa?
- Pensaci: due sovrani echidna ordinano ai golem di proteggere la loro progenie. Il tempo passa, loro muoiono, l'ordine decade. Arrivate voi, li clonate e fate nascere un erede. L'ordine riacquista validità, e i golem si risvegliano. Ma il regno non c'è più. Albion non c'è più. E la bambina che devono proteggere non è lì. Quindi marciano per raggiungerla, attaccano la città, la cercano.
- Quindi o l'hanno trovata o l'hanno uccisa per sbaglio facendo crollare il laboratorio.
Shadow scosse il capo - Se l'avessero uccisa si sarebbero spenti di nuovo. E se l'avessero trovata, perchè salire fin quassù? E soprattutto, come facevano a sapere che eravamo quassù, e come ci sono arrivati in assenza di unità aeree?
Il Comandante riflettè: era una buona domanda. Knuckles aveva detto loro quanti tipi di golem esistevano, e quelli che hanno attaccato la città erano tutti golem di arenaria, tranne quello di ferro che li guidava. - Possono teletrasportarsi?
- Non credo. Knuckles ce l'avrebbe detto.- rispose Shadow - Più ci penso, più mi convinco che sia stato qualcos'altro a portarli qui.
- Ad esempio?
- Qui a Mobius esiste un tipo di tecnologia chiamata Warp Ring. In sostanza, caricando un anello con l'energia del Caos è possibile usarlo per creare un portale verso qualsiasi zona del pianeta.
- Non possono aver usato i Warp Rings.
Entrambi si voltarono verso Silver, rimasto in silenzio fino a quel momento.
- Perchè no?- chiese Shadow.
- Solo una forma di vita organica può controllare il Caos ed infonderlo in un oggetto. Un costrutto può assorbirlo, ma non trasferirlo in un altro costrutto.
- Quindi qualcuno ha aperto i portali per loro?- chiese il Comandante - Ma com'è possibile? Attaccano chiunque.
- E se chi ha aperto i portali avesse anche trovato la bambina?- chiese Shadow - Se l'avesse trovata prima di loro e riportata?
- In mancanza di un sovrano, risponderebbero a chi si prende cura del legittimo erede.- disse Silver - E se il legittimo erede è la bambina...
- Colui che l'ha riportata e dimostra di proteggerla viene identificato dai golem come tutore dell'ultimo erede, quindi reggente di un impero che per loro esiste ancora e di conseguenza l'unico con l'autorità di comandarli.- riflettè il riccio scuro.
Silver aggrottò la fronte mentre cominciava ad intravedere il quadro generale - Quindi qualcuno ha trovato Project Eve, l'ha riportata ai golem, ne ha preso il controllo e gli ha ordinato di attaccare Angel Island?- scosse il capo - Ma è assurdo! Doveva essere qualcuno a conoscenza sia del progetto di GUN sia del legame tra la bambina e i golem.
Il Comandante si alzò in piedi - Avvierò un'indagine e vi farò avere notizie. Se conosceva il progetto forse si tratta di qualcuno all'interno dell'organizzazione.
Silver sospirò - Io tornerò in città per coordinare la ricostruzione. Shadow?
- Resterò qui a guardia dell'isola, come ho promesso.- detto ciò, si mosse verso l'entrata della tenda, il suo passo sicuro e veloce sostituito da una camminata lenta e strascicata, come se avesse un peso enorme sulle spalle e non volesse camminare affatto.
- Sei sicuro?- chiese Silver. Shadow non rispose e l'albino lo guardò andar via, preoccupato.
Quando Shadow tornò al santuario, Knuckles era ancora lì, immobile e dormiente, immerso nella tiepida luce dello smeraldo. Il riccio nero lo prese in braccio e lo portò in una delle poche stanze ancora agibili del palazzo nascosto. Lo mise sul letto, lo coprì bene e pensò che forse non era una brutta idea trasferirsi lì. Dopo la tempesta, la grotta era fuori discussione.
Lasciò la stanza sentendo i propri passi pesanti, come se una forza invisibile gli chiedesse di restare lì, di spostarsi su quel grosso letto e mettersi a dormire a sua volta, finchè Knuckles non lo avesse svegliato.
Chiuse la porta dietro di sé e volle solo chiudere gli occhi, lasciarsi scivolare a terra e rimanere lì in eterno.
Ma non poteva.
C'era tanto da fare senza Knuckles. C'erano i ragazzi a cui badare, e ora anche tutti gli sfollati della tendopoli.
Muoversi ora sembrava così difficile, eppure doveva farlo.
Ricordò quella volta in cui lui e Knuckles si erano imbattuti in una tremenda tormenta su Ice Cap, a metà strada dal rifugio. Il sentiero era terribile e non si vedeva ad un palmo dal naso.
Un passo alla volta, aveva detto Knuckles.
- Sempre avanti. Un passo alla volta.- Shadow si staccò dalla porta e fece un passo nel corridoio. Poi un altro, e di nuovo un altro, finchè non fu fuori dal palazzo.
  
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