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Autore: Soleil et lune    06/11/2020    2 recensioni
Il ritorno di una guerra e la minaccia di un mostro da sventare, il tutto ambientato in una foresta dai toni fiabeschi. L'avventura e i colpi di scena si susseguono in un tornado di emozioni e strategie, il tutto per recuperare l'unico oggetto in grado di dare speranza al pianeta Terra: Chaos e i suoi servi sono tornati per riportare lo scompiglio nell'universo, ai cui estremi si trova il suo più grande e fatale alleato.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Sono tremendamente in ritardo!!", continuava quello mentre correva, io lo seguii: indossava un completo da borghese rosso e aveva un fazzoletto giallo legato al collo e continuava a correre tutto trafelato guardando l'orologio. "Mi scusi signor coniglio..." chiesi quando gli fui vicino "per cosa siete in ritardo?".
Lui si fermò un attimo e mi guardò interdetto da capo a piedi, poi esordì: "Sei troppo giovane, non puoi capire".
Continuò poi a correre e si recò presso un'enorme quercia, io lo seguii e vidi che sulla quercia c'era il disegno della porta. Beh, quantomeno avevo già trovato il portale.
Lui si mise a cercare in giro e si soffermò tra alcuni cespugli, e io notai una strana scritta sulla porta, quindi mi avvicinai e lessi:

"Per me si va nella città dolente,
per me si va nell'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e 'l primo amore;

dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, o voi ch'intrate."

Rimasi interdetto, quella era la scritta integrale sulla porta dell'Inferno della Commedia di Dante, ma come mai recitava così su quella porta? L'ultimo verso non era forse presente anche sulla porta dell'Inferno di Hades?
Il coniglio continuò a correre, allontanandosi dal cespuglio. Rimasi in silenzio e lo seguii con lo sguardo, però, preso dalla curiosità, decisi di sbirciare...cosa c'era di tanto interessante in quel cespuglio?
Spostai leggermente i rami e la luce del sole si infranse sul metallo di un particolare flauto color arancione.
Sgranai gli occhi e lo afferrai, poi urlai:"Catena di Andromeda!", e la mia fedele catena sfrecciò tra gli alberi, tagliò i rami e le foglie, dopo pochi secondi tornò con quel coniglio, strillante, legato e sospeso a mezz'aria.
"Lasciami! Ragazzaccio! Incivile!", urlava e scalciava quello, io lo afferrai per il retro della giacchetta e gli porsi sotto il naso il flauto, dicendo:"Si come ti pare, ora, dimmi dove hai preso questo flauto"
"Non lo so, l'ho trovato!"
"E lo hai nascosto in un cespuglio per quale motivo?", chiesi poi con fare inquisitorio poggiando la mano stretta a pugno con cui tenevo l'oggetto incriminato sul fianco.
"Era bello, non ho il tempo di tornare a casa, quindi l'ho preso e l'ho nascosto".
La cosa non mi convinceva, un coniglio vestito di tutto punto che correva a destra e manca dicendo di essere in ritardo con la Chimera a piede libero non perderebbe tempo con un flauto.
"Mettimi giù! Sono in ritardo!!", continuò, diamine, mi pareva di essere entrato in Alice nel Paese delle Meraviglie...
"In ritardo per cosa?" gli chiesi esasperato, lui non pareva voler rispondere, certo che di situazioni strane ne avevo viste, ma quel coniglio mi stava facendo perdere la mia solita pazienza, però poteva essermi utile...
"Senti un po'", gli chiesi "conosci questo posto?", "Come le mie tasche!", disse lui convinto, e io proseguii:"Allora ti propongo un accordo: tu mi aiuti in questo posto e in cambio io...", io?
Lui alzò un sopracciglio, allora, guardando l'orologio, trovai l'illuminazione:"Ti regalerò un orologio con cui riavvolgere il tempo tutte le volte che vorrai, così non sarai più in ritardo".
Al coniglio si illuminarono gli occhi, la cosa reggeva, del resto poteva aiutarmi, tanto avrebbe riavvolto il tempo...ma con quale orologio?! Ho sparato una sciocchezza tale che ci aveva creduto...ma dove diamine avrei preso un orologio simile?
"Allora ti aiuterò, si aiutano sempre le persone in difficoltà!", "Si ci credo...", pensavo io nella mia testa, avevo fatto una cretinata, di nuovo, mai come allora ebbi voglia di una sigaretta...
Sospirai, poi per prima cosa gli posi davanti al muso la scritta del muro:"Perché c'é questa scritta? Spero che la porta non conduca all'Inferno...!"
"No, no", fece lui "in realtà Chaos e Hades non si sono mai sopportati, aggiungi l'amore per la Commedia di Dante Alighieri e hai creato l'unione perfetta: è come se Chaos definisse i piani successivi come peggiori dell'Inferno, onestamente non so nemmeno come tu possa essere qui"
"Me lo sto chiedendo anch'io...", aggiunsi, poi lo lasciai a terra, mi ero reso conto che ok, avevo la guida, ma dove andare?
Probabilmente sarebbe stato meglio cercare gli altri, ma come? Quel piano pareva sconfinato e non percepivo uno straccio di cosmo. Quello che a tutti gli effetti era il Bianconiglio mi guardava e muoveva leggermente le morbide orecchie, esasperato gli chiesi:"Riesci a percepire i cosmi?", e lui:"I che?", "Lascia perdere..." sospirai poi io, ero ad un punto cieco.
Effettivamente ero come un bambino che prendeva un righello per la prima volta: avevo lo strumento, ma come usarlo?
"Senti...", gli chiesi "per caso le strade hanno un punto d'incrocio?"
"Sei un suicida che vuole finire tra le fauci della Chimera?", mi chiese piegando la testa di lato, io feci segno di no con la testa, poi esasperato mi sedetti con la testa tra le mani.
Tirai un lungo sospiro, disperato, non sapevo davvero che pesci prendere, ero al limite, ed eravamo solo a metà! Mi pareva di essere lì da giorni, settimane...forse Lady Saori era già morta...no, lo avrei percepito, non poteva essere morta.
Il coniglio mi si avvicinò e mi diede un paio di colpetti sulla testa, attirando la mia attenzione: "Si può sapere che succede?", mi chiese in tono calmo e pacato. Avrei voluto piangere ma la mia razionalità mi disse di non farlo e di restare operativo, ero restìo a raccontargli tutto, ma lui mi precedette:"So che sei un cavaliere, qui si parla della vostra avanzata, stai tranquillo, voglio aiutarti, anche se sono solo un coniglio".
Lo guardai sbattendo più volte le palpebre, confuso, poi lui proseguì:"Sembri un bravo ragazzo, anche se un po' maleducato, ma un bravo ragazzo, e poi non ho nulla da perdere, quindi puoi raccontarmi tutto quello che vuoi". Ero rincuorato, poi lui continuò:"Dai...dalla una possibilità a questo vecchio coniglio", e tese le braccia verso di me. Io non ci pensai due volte e lo strinsi fortissimo, tanto che appena lo feci lui mi ammonì:"Calmo, calmo così soffoco!", quindi allentai la presa, avevo davvero bisogno di un abbraccio. 
"Ho perso i miei amici dopo essere stati inseguiti dalla Chimera, non so dove mi trovi e poi ho trovato il flauto che con ogni probabilità appartiene ad un mio amico, quindi sono estremamente preoccupato!", dissi trattenendo appena le lacrime, poi continuai:"Non percepisco i loro cosmi, sono stanco, ho paura, inoltre ho fatto un sogno orribile qualche giorno fa, quindi sono ancora più preoccupato, inoltre temo per la mia dea...!", poi la voce si incrinò e mi tappai la bocca con la mano, pur di non far sentire la mia voce, poi non riuscii a proseguire. Il mio stravagante compagno mi guardò con fare paterno, poi mi diede una pacca sulla spalla e mi chiese:"Sei un fumatore?"
"Si...come lo sai?"
"Non lo sapevo, ma qui ne sono passati tanti, e ne conosco tanti, quindi me lo sono chiesto. Avanti, prenditi una pausa di cinque minuti e fumati una sigaretta"
"Aspetta io non posso-"
"Fidati di me, accenditi una sigaretta".
Lo guardai stranito, poi mi resi conto di non averle con me, quindi lui frugò nella tasca della sua giacca, allora prese un sigaro. Io lo guardai stranito e lo presi tra le mani, non era molto invitante, allora lui mi porse anche l'accendino, poi prese un sigaro a sua volta. Fumarlo fu strano, quasi nuovo, non come la prima sigaretta, in cui mi lacrimavano gli occhi, ma quasi, non potei trattenere un colpo di tosse. 
Il coniglio mi osservò senza dire nulla, poi continuò a fumare il suo sigaro. Passarono minuti interminabili, mi pareva che quel sigaro non finisse mai.
Quell'insieme di gas che usciva sottoforma di nuvola più o meno scura da quel rotolo di tabacco e sostanze in combustione e il suo aroma mi davano una sensazione di malinconia, ma quantomeno mi calmai. Lasciai cadere il sigaro a terra e lo schiacciai col piede, come facevo con le sigarette. "Zotico..." disse il Bianconiglio prendendo da terra il mio sigaro e mettendolo in una scatolina che aveva tirato fuori dalla tasca della giacca...ma quante tasche doveva tenere quella giacca?
"Perfetto", disse lui "pausa fatta, ora andiamo dal mio amico"
"Amico?"
"Sicuramente lui ha visto qualche cosa" disse poi lui scrollando le spalle e incamminandosi.
Lo seguii, in quel mondo così strano e sconosciuto lui mi parve una manna dal cielo, anche se all'inizio lo trovai altamente insopportabile. 
Camminammo per lunghissimi sentieri, il bosco era davvero fitto ma bellissimo, il sole riscaldava l'aria, il vento trasportava il dolce aroma dei fiori e potevamo sentire, in lontananza, il ruscello che andava e mai si fermava produrre un dolce cantare infinito, come il tempo, che scorre ininterrotto, esattamente come quelle acque. 
Improvvisamente si fermò, guardandosi intorno per qualche secondo, io feci per pralre ma mi zittì con un movimento veloce del braccio, poi sentii un ruggito e vidi la Chimera correre verso di noi.
Cominciai a correre prendendo Bianconiglio in braccio, ripresi a correre alla cieca, ma la sentivo sempre più vicina, sempre più pericolosa e vogliosa di affondare le sue fauci nella carne mia e del mio amico, poi cominciai a percorrere una strada in salita e la corsa divenne sempre più difficoltosa. "Corri ragazzo, corri!", diceva il mio amico, io continuavo a correre ma era sempre più difficile, il cuore cominciò a farmi male, ero troppo stanco.
"Continua a correre!", Bianconiglio era disperato e la sua voce rasentava l'isterico, ma il mio fiato era sempre più corto, sempre più corto...alla fine inciampai e rotolai giù per il monte, colpii numerose pietre, mi tagliai, gemetti di dolore, poi quando feci per rialzarmi reinciampai di nuovo, ormai non riuscivo a vedere più nulla, il sangue che mi colava dalla fronte mi copriva interamente gli occhi e dopo un po' non riuscii più a vedere per gli occhi chiusi. Inciampai nuovamente e mi sentii cadere nel vuoto, poi riuscii ad aprire gli occhi e l'ultima cosa che ricordo è il salto mostruoso della Chimera e le sue fauci spalancate verso di me. L'ultima cosa che riuscii a sentire fu il grido disperato di Bianconiglio, che tenevo ben stretto tra le braccia:"SVEGLIATI RAGAZZO!".

Note autrice:Allora, mi ero ripromessa di concludere Whiterabbit oggi, però non ci sono riuscita e tra l'altro anche ieri volevo scrivere ma non ho avuto proprio tempo. Sto andando di fretta perché il capitolo in sè per sè è davvero lungo e quindi lo sto dividendo siccome scrivo la sera, e sono spesso piuttosto stanca ^-^'''.
Cercherò di concludere la voltaa prossima, non andrò oltre la quarta parte di Whiterabbit, promesso!
Detto questo pero che il capitolo vi sia piaciuto, nel caso scrivetemelo con una recensione, se è troppo breve o se ci sono errori perdonatemi, sappiate che non lo faccio apposta, ma aspetto sempre che voi leggiate con ansia anche solo per alleggerirvi la giornata!
Detto questo io vi saluto, anche se avete delle critiche scirvetemelo, io sono  qui!
Un bacio dalla vostra Soleil!



 
   
 
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