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Autore: NotAdele_    07/11/2020    1 recensioni
Anna ha vent'anni, e nella vita non ha mai sbagliato niente, figlia perfetta, studentessa modello.
Isolatasi dal mondo per concentrarsi sul suo futuro si era scordata di vivere finché l'incontro con una vecchia conoscenza non le apre le porte per una nuova vita.
Dalla storia:
-Io non sono mai stata con nessuno, non so niente di queste cose, non ho idea di quello che devo fare, e tu hai avuto diverse esperienze a quanto ho capito, non so se sono in grado di gestire una relazione, non saprei neanche da dove iniziare.- Parlava velocemente come suo solito, e la punta di panico che aveva nella voce, era la solita che appariva quando le cose andavano in modo diverso da quanto programmato.
-Senti io non ti sto dicendo che ci dobbiamo giurare amore eterno, perché magari non ti piaccio neanche, oppure insieme saremo un disastro, però ti chiedo di darmi una possibilità, frequentiamoci e vediamo come va.- Era tranquillo e pacato come suo solito, le dava sicurezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Anna'
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Capitolo 21

 

Blu

 

 

Erano passate diverse settimane da quello che Anna definiva “l’incidente”, si era ristabilita e  aveva fatto un corso accelerato ad Ettore su come gestire le situazioni drammatiche.

 

In seguito alla conoscenza casuale di suo padre con il giovane, aveva colto la palla al balzo per invitarlo a cena e fargli conoscere la sua famiglia.

 

Certo, il dottore avrebbe preferito uno dei suoi tanti specializzandi come innamorato della figlia, ma doveva ammettere che sembrava una brava persona, e che teneva a lei, questo poteva bastare.

 

Era il dodici dicembre, un sabato sera, il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno, i suoi  erano fuori città a causa di un convegno sulla medicina rigenerativa a Parigi, e lei era stata invitata dalla famiglia di Ettore a cena.

 

Niente di strano se non che, appena capito che nessuno era in casa, Marta le aveva suggerito di rimanere a dormire da loro, perchè “Tanto la camera di Ettore è molto grande”.

 

Come poteva affrontare con la madre del suo ragazzo un discorso su tutte le sue insicurezze e problematiche varie? Era stato più semplice accettare, e mentre preparava la sua borsa, con tutto il necessario per passare la notte fuori, si chiedeva dove fosse finito il suo cervello durante quella conversazione di qualche giorno prima.

 

La cena era andata bene, e adesso si trovava seduta sul divano a chiacchierare con Giada, le stava spiegando come funzionava il sensore sul suo braccio, visto che aveva notato il particolare interesse.

 

-Com’è davvero avere questa malattia? Ettore ci ha spiegato i sintomi, ma dico, tu come ti senti?- 

 

“Come ti senti.” Tre parole, che le dimostravano per l’ennesima volta come quella famiglia fosse costituita da persone con un cuore grande.

 

Le avevano chiesto tante cose su diversi sintomi, ma nessuno si era mai interessato alle sue sensazioni riguardo a quella zavorra che si portava dietro.

 

-Io ehm, dipende dai giorni, ma di solito c’è un leggero senso di impotenza, è una cosa che non posso controllare, e questo mi fa arrabbiare.-

 

Era stata onesta, e la voce le aveva tirato un brutto scherzo, era tremolante, lei odiava piangere.

 

-E per compensare controlli tutto il resto come un’ossessionata.- La voce di Ettore arrivò dietro di lei, e sentì le mani del ragazzo appoggiarsi sulle spalle.

 

Tutti scoppiarono a ridere, era uno di quei bei momenti di serenità che aveva tanto imparato ad apprezzare negli ultimi mesi.

 

La sua relazione procedeva a gonfie vele, avevano avuto solo una discussione, che era stata risolta velocemente.

 

Con il tempo aveva iniziato a sentirsi meno impacciata durante i momenti di intimità, che comunque per ora si limitavano a lunghe sessioni di baci. Forse era il momento di fare qualche passo avanti.

 

Dopo un’altra mezzora decisero tutti di dirigersi nelle rispettive camere, erano le undici passate e qualche sbadiglio si faceva sentire, lei era piuttosto stanca, aveva studiato molto quel pomeriggio per potersi permettere la domenica libera.

 

La casa era su tre piani, e la stanza di Ettore era stata stabilita in mansarda, l’aveva già vista altre volte, ma era strano pensare che avrebbe dormito li.

 

Si sedette sul grande letto che invidiava al giovane, il suo era letteralmente la metà, si stava sfilando la scarpa con il tacco blu che aveva abbinato al vestito dello stesso colore, quando il giovane si accomodò accanto a lei.

 

-Sei molto bella stasera sai? Questo vestito ti sta d’incanto.- Gli sorrise leggermente imbarazzata, non si era ancora abituata a ricevere complimenti, l’abito indossato era semplice ma elegante, la gonna ambia sopra al ginocchio e lo scollo a barca la facevano sentire a suo agio, ma come al solito non si aspettava che lui lo notasse.

 

-Me lo dici tutte le volte, inizio a credere che tu me lo faccia solo per farmi contenta!- Gli fece la linguaccia mentre lui le si avvicinava mettendole una mano sul ginocchio.

 

Non si sentiva più preoccupata come prima quando succedeva, aveva iniziato a fidarsi, sapeva che non l’avrebbe mai forzata.

 

Calciò via l’altra scarpa mentre si appoggiava ai cuscini che si trovavano alle sue spalle, il ragazzo la baciò, le sensazioni che provava avevano sempre la stessa intensità, sentiva il cuore in gola, non riusciva ad abituarsi, non era diventato noioso, era pura adrenalina, lo adorava.

 

La mano di Ettore continuò a salire, fino che ad un certo punto arrivato nella parte alta della coscia non si staccò da lei guardandola sconvolto.

 

-Hai le autoreggenti?- Cosa? Era confusa, le aveva indossate altre volte e lui non si era mai dimostrato particolarmente interessato, le trovava più comode rispetto ai classici collant.

 

-Ehm si, perché?- Non capiva quale fosse il problema, e la faccia sconsolotata di Ettore non era di grande aiuto, ancora non riusciva a capirlo, incredibile.

 

-Perchè adesso avrò un sacco di pensieri indecenti a frullarmi nella testa, mentre tu sei qui che dormi nel mio letto.- Anna, inutile dirlo, scoppiò a ridere facendo sorridere anche il suo interlocutore.

 

La sessione di baci andava avanti da una ventina di minuti quando Ettore, che si trovava sdraiato sul letto con la ragazza che stazionava sulle sue gambe, chiamò un time out.

 

-Ho davvero bisogno di una pausa adesso, oppure penso non sarò più in grado di controllarmi.- Anna ci aveva pensato in questi giorni, e aveva deciso che solo perché lei non si sentiva pronta, non poteva chiedere al ragazzo di trattenersi sempre, era davvero molto paziente, ma era pur sempre una persona.

 

Decise di lasciargli un caldo bacio sulle labbra, mentre faceva combaciare il tessuto delle sue mutandine con quello dei pantaloni di lui.

 

Si era informata su diversi blog, e a quanto pare, nonostante gli strati di vestiti, con gli giusti stimoli si potevano ottenere buoni risultati.

 

Si complimentò con se stessa per la scelta della calze, Ettore aveva messo la mano sul bordo di quest’ultime senza mai spostarla, gli piacevano parecchio evidentemente.

 

-Nana cosa stai facendo?- La ragazza mosse leggermente i fianchi ricevendo un sussulto da parte del giovane.

 

Continuò con quel movimento, che aveva visto essere gradito, e slacciò il bottone dei jeans del ragazzo con le mani tremanti, era nervosa, ma determinata.

 

Lui le afferrò le mani prima che lei potesse abbassare la zip.

 

-Non devi farlo per accontentarmi, ti ho detto che aspetterò e ho intenzione di mantenere la parola data.- La guardava negli occhi, era serio, e questo la convinceva ancora di più, voleva farlo sentire bene.




Note: Il capitolo dice tutto e non mi sento di aggiungere altro! Ci sentiamo domani per il momento clou hahahaha
Fatemi sapere cosa ne pensate! E grazie mille di cuore per essere passati:)
  
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