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Autore: Arvistloe    07/11/2020    1 recensioni
Tre capitoli, tre storie, tre piccole favole dove tristezza, felicità, amore, comprensione, sogni, redenzione...formano tre piccoli momenti, dove si può anche sorridere.
Colonna sonora: listen to your heart (roxette)
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amenadiel, Chloe Decker, Lucifer Morningstar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era apparso Dio, fermando i suoi tre figli dal continuare la battaglia. Istintivamente, Michael arretro, immaginando tutta la rabbia di suo padre Dio per quello che aveva fatto. Amenadiel, invece sempre pieno di speranza, avanzò verso il padre Dio, per spiegargli perché aveva fermato tutto il pianeta Terra, non riuscendo più a sbloccarlo. Ma quel Dio, alzò la mano per fermare Amenadiel, avanzando verso Lucifer svelto, colpendolo con un fortissimo schiavo, facendolo volare dall'altra parte della centrale, atterrando proprio sulla scrivania di Chloe distruggendola.

Sotto gli occhi esterrefatti di Michael, Amenadiel e Maze che si era ripresa, quel Dio afferrò per il collo Lucifer, colpendolo con una sequela di pugni che la centrale tremo.

Quel pestaggio feroce continuò per qualche minuto, rendendo inutili tutti i tentativi di Michael, Amenadiel e Maze di fermare quel Dio impazzito. Quel Dio che si fermò, ma solo quando Lucifer era ormai un pezzo di carne sanguinante.

Totalmente incosciente, Lucifer non si accorse che suo padre Dio lo aveva afferrato per il collo, tenendolo bloccato con le spalle contro il muro, dove dall'altra parte c'era Chloe nella stanza delle prove.

Solo che quel Dio, voleva che Lucifer fosse cosciente, guarendo le sue ferite quel tanto da svegliarlo, dicendo con evidente odio
"Io ti condanno, per l'eternità, mai potrai toccare in alcun modo Chloe o Trixie, seppur la tua pelle sarà coperta, ogni tua vicinanza per loro dolore diventerà…"
Lucifer era terrorizzato, non credeva possibile che suo padre Dio fosse capace di tanto, dividendolo definitivamente dalla sua piccola famiglia. Il re dell'inferno cercò di liberarsi dalla mano destra del padre, sempre arpionata al suo collo, tenendolo contro il muro, ma fu tutto inutile, suo padre continuava nella maledizione
"...Il tuo tocco sia solo dolore per loro. Ti condanno fino a che non troverai un vice re dell'inferno degno, che non sia un angelico, un demoniaco o umano"
Lucifer urlò tutta la sua disperazione, un gemito dal suo cuore oramai frantumato, un lamento di dolore che scosse profondamente Amenadiel e Maze. Vicino la scala della centrale, Michael si copriva le orecchie, con una smorfia di dolore in faccia. L'arcangelo stava percependo un mare di paura, mista a dolore e disperazione che gli rimbombava nel cervello. Cercò di uscire dalla centrale, salendo le scale, ma rovino sui primi scalini, pregando di morire, così era intenso il dolore di suo fratello.

Ridendo, Dio lasciò andare Lucifer. Il re dell'inferno cade rovinosamente a terra, fissandosi le mani con la dolorosa consapevolezza che oramai era veleno per Chloe e Trixie, finendo scosso da singhiozzi di pianto.

Guardandolo divertito, Dio stava per dire qualcosa, ma si bloccò, fissando spaventato la scala della centrale. Un esausto Michael, seduto per terra vicino la scala della centrale, vide un altro Dio comparire in una nuova luce divina, seguito da padre Frank, quest'ultimo con una evidente aureola dorata sulla testa. Quel Dio vicino la scala, urlò a quel falso Dio
"Non sono io. Si tratta della mia ex moglie, la Dea"

Amenadiel non poteva credere che sua madre, potesse arrivare a tanto. Lucifer disperato, si aggrappò al falso Dio, supplicandolo
"Ti prego, se tu sei mia madre, una volta, una sola volta abbi pietà di me, toglimi questa maledizione"
Ma il falso Dio gli disse con voce femminile
"Mio caro figlio, non potrei farlo neanche se volessi, cosa che non voglio. Così capirai cosa vuol dire perdere le cose importanti, come divenire l'unica sovrana del paradiso"

Un furente vero Dio, si pose di fronte al suo doppio, quella ex moglie celata nelle sue fattezze, dicendole, mentre Lucifer era in ginocchio, scosso da singhiozzi di pianto, con le mani sulla faccia
"Dea, nulla può fermarti, vuoi troppo il potere del paradiso. Mia ex moglie ti invio in una prigione senza possibilità di fuga. La tua prigione eterna sarà il mio cuore, dove c'era l'amore per te"
Scomparendo in uno scintillio dorato quel falso Dio nel suo petto.

Con fatica, Michael tornò in piedi. Stava per dire qualcosa a suo padre Dio, ma si bloccò vedendo Lucifer, in via di guarigione dal pestaggio del falso Dio, correre nella stanza delle prove, intercettato da Amenadiel prima di aprire la porta, che quasi gli urlò
"Non farlo Luci, non farlo. Ti sarebbe impossibile non toccarla. Risparmiati questo dolore"
Lucifer appoggio la fronte sulla spalla destra di Amenadiel, sussurrando qualcosa all'angelo che sorrise amaramente, facendo segno al padre Dio di avvicinarsi.

Un devastato Lucifer, si voltò verso suo padre Dio, appoggiato ad Amenadiel, dicendo
"Papà, comprendo che non puoi togliere questa maledizione. Ti chiedo solo di accogliere questa mia preghiera…"
Lucifer guardò la porta oltre cui c'era Chloe
"...usa qualunque tua magia, per far credere a Chloe che le abbia detto che non l'amo, che mi sono solo divertito con lei. Che era un falso tutto l'affetto paterno verso Trixie…"
Lucifer chiuse gli occhi, lasciando che calde lacrime gli bagnassero le guance
"...Papà preferisco che mi odi, così potrà rifarsi una vita. Non voglio che si illuda minimamente di poter togliere questa maledizione. Ti prego papà devi farlo"

Dio appoggiò la mano destra sulla spalla del suo tristissimo figlio, annuendo di si, con Michael che credeva d'impazzire. L'arcangelo era abituato ai sentimenti fatti di paura, risentimento, dolore. Solo che i sentimenti che percepiva da Lucifer, erano più intensi, elevati alla massima potenza, un mare di ricordi felici che si frantumavano dolorosamente. Un immagine sciocco Michael, era come una foto che sfumo nella disperazione, Lucifer e Chloe che si baciavano in piedi su una spiaggia, guardati da una Trixie raggiante.

Come svegliato da un incubo, Michael percepii la sua mente sul punto di rompersi. Una rottura diventata realtà in un momento specifico. Fu quando Lucifer, dopo aver chiesto a Maze di vegliare su Chloe e Trixie, si rivolse a lui
"Michael prima di tornare all'inferno per sempre, ti chiedo scusa per averti rovinato la spalla destra con l'ala e quel segno sulla faccia. Ti perdono ogni male fattomi. Addio"
L'ultimo sguardo fu verso la stanza delle prove dove era ancora Chloe, scomparendo in una fiammata con un gesto.

Nello stesso istante, Amenadiel tornò accanto Linda e il figlio, guardando Maze correre nella stanza delle prove per stare con Chloe. Infine Dio con un gesto della mano, aggiusto tutto nella centrale, facendo ripartire il tempo, con Michael che corse via, spaventato da tutte le emozioni percepite.

Nei tre mesi che trascorsero, Michael era diventato un barbone, sopravvivendo con altri senzatetto sotto un vecchio pontile della spiaggia.

Amenadiel e Maze, gli unici a conoscere la verità oltre Michael, dovettero convivere con un mare di odio verso Lucifer, convinti tutti dalla magia di Dio, che l'unico scopo del re dell'inferno era fare sesso con Chloe, abbandonandola appena ebbe successo.

Molta consolazione Chloe e Trixie la trovarono in Ella, venuta a conoscenza di quel mondo tra paradiso e inferno, accettandolo, ma giurando vendetta contro Lucifer.

Un pomeriggio, sia Ella che Chloe, si trovarono al vecchio pontile sulla spiaggia, per indagare sulla morte di un senzatetto, trovato sgozzato proprio accanto al rifugio. Non potevano immaginare che un irriconoscibile Michael vedendo le due donne importanti per suo fratello Lucifer, stava cercando di allontanarsi, non volendo avere più nulla a che fare con i sentimenti di nessun tipo, trovando i senzatetto molto appaganti, con l'unica voglia di bere o mangiare.

L'arcangelo da mesi si trascinava sperando di finire la sua eternità, quasi non ricordando neanche di essere un angelo, come usare le ali o il suo potere.

Con passo svelto, Michael lasciò il suo rifugio sotto il vecchio pontile, arrivando al marciapiede vicino la strada. Con facilità si confuse tra dei grossi sacchi di spazzatura neri, oramai vestito di stracci, capelli lunghi oltre le spalle, barba non meno lunga, coperto da tanta sporcizia. Stava per correre lontano da quel luogo, quando un intenso odore di caffè lo bloccò. Non poteva sbagliarsi, era l'inconfondibile odore del caffè che si portava da casa Ella Lopez, forse l'unica cosa che aveva apprezzato quando cercava di prendere il posto di Lucifer. Vide la patologa versare nel bicchiere di un thermos quel caffè, seduta in una panchina pubblica. Quando la vide lasciare il thermos sulla panchina, chiamata per fotografare delle prove, Michael si avvicinò alla panchina, bevendo avidamente quel caffè caldo dal thermos. Con paura, Michael prima di svenire, percepì un terribile dolore allo stomaco.

Stanza d'ospedale. La mattina del giorno dopo.

Michael si svegliò, non avendo il coraggio di aprire gli occhi. Si tranquillizzò tastando qualcosa di morbido sotto di lui. Con cautela apri gli occhi, sentendo un intenso dolore allo stomaco e alla testa. Con sua sorpresa scoprì di essere in una stanza d'ospedale, completamente nudo sotto un leggero lenzuolo bianco, non percependo freddo essendo la stanza climatizzata. Si toccò i capelli, il viso trovandosi pulito.

Stava per richiudere gli occhi, quando sentì aprirsi la porta, vedendo una spumeggiante Ella entrare, dicendo all'arcangelo con un ampio sorriso
"Finalmente sei sveglio. Ben quattro giorni dormendo, ma forse ne avevi bisogno. Ricorda, non bere il caffè caldo così in fretta…"
Mostrandogli una grande busta di plastica bianca molto piena, che Ella appoggiò su una poltrona nella stanza. Con entusiasmo la Lopez mostrò a un sorpreso Michael, vari pantaloni, dolcevita, t shirt. Infine gli posò sul ventre un pigiama di seta blu scuro, dicendogli
"Tutto pagato da Amenadiel. Quel mascalzone di tuo fratello, il re infernale…"
Facendo una smorfia
"...almeno ebbe la buona idea di lasciare tutto ad Amenadiel…"
Ella alzò le spalle, come per allontanare la tristezza, continuando verso Michael
"...ora devi solo riprenderti. Non credere di essere solo. Solo non prenderla a male se Trixie e Chloe ti eviteranno, purtroppo la tua faccia gli ricorda troppo quel loco di tuo fratello. Ora vado, si deve lavorare. Torno domani che sarà domenica. Trascorrerò tutta la giornata con te..."
Lo bacio sulla guancia destra
"...se necessiti aiuto per mettere il pigiama, chiama una infermiera. A domani"
Per Michael fu come una ventata di aria fresca, dicendo in un sussurro quando ormai era andata via
"Resta ti prego"

Il giorno dopo.

Quasi a mezzogiorno, Michael si acciglio, spostando di lato il tavolino con sopra il vassoio del cibo. Ella non si era vista, facendolo sentire un po' abbandonato.
Ancora un po' debole, si alzo dal letto, guardandosi nel riflesso della finestra. Ammise che Ella aveva buon gusto, scegliendo un pigiama che gli piaceva. Crollando nuovamente in mille dubbi, tornò a quei sentimenti di paura, incertezza su cosa fare. Il dubbio soprattutto di cosa fare, non volendo tornare in paradiso, neanche tra i senzatetto.
Sentendo aprire la porta, spero fosse Ella, invece vide entrare Amenadiel con un ampio sorriso. Quell'atteggiamento sembrò strano a Michael, che gli disse, cercando di non fargli capire che era debole
"Vuoi finire quello che stavamo facendo nella centrale di polizia?"
Amenadiel, con grande sorpresa di Michael lo abbraccio, dicendogli mentre non gli permetteva di staccarsi
"Michael basta con tutto questo malcuore. Nostro padre Dio ha detto che quel giorno alla centrale, sei riuscito nel comprendere tutto quello che provava nostro fratello Luci"

I ricordi inondarono di emozioni Michael, chiedendo ad Amenadiel
"Come faccio a liberarmene?"
Amenadiel accarezzo le spalle del fratello, sentendolo scosso da singhiozzi di pianto, cercando di dargli un po di conforto, dicendogli
"Accetta tutte le emozioni che senti. Non contrastarle. Michael, comprendi finalmente, la verità che siamo cresciuti pensando gli esseri umani come un obbrobrio di nostro padre, invece noi siamo sempre stati un obbrobrio tra le mani di nostra madre, quella arpia. Tu purtroppo se capitato con il potere più difficile, che ti aveva asciugato tutti i sentimenti belli, anche quelli tristi ma per malinconia, non odio. Pensa questo periodo come un rito di passaggio"

Michael si staccò dall'abbraccio del fratello, stendendosi nel letto supino, stanco ma volendo capire, anche accettare i sentimenti piacevoli, divertenti che percepiva.

Come non succedeva da eoni, Michael e Amenadiel parlarono amichevolmente un po di tutto. Ancora molto debole, senza accorgersene, Michael si addormento, facendo tenerezza ad Amenadiel, non perché poteva sembrare Lucifer, ma perché era Michael, un fratello che non immaginava quanto fosse solo e triste.

Michael si svegliò, sentendo un lieve russare. Guardando alla sua destra, scopri Elĺa Lopez che dormiva rannichiata al suo fianco. Le piaceva quella piccola donna, che comunque tutto sperava sempre nel futuro. Sorridendo, Michael tornò nel sonno.

Ella si svegliò al suono della sirena di un'ambulanza fuori l'ospedale, scoprendo dall'orologio appeso alla parete nella stanza che erano quasi le cinque di mattina. Il giorno prima, era corsa all'appartamento di Chloe, la sua amica, rotta da una crisi di pianto, dopo aver trovato nel suo armadio una camicia di Lucifer, aveva bisogno di lei, molto più di Michael. Appena Chloe si era un po' calmata, lasciandola nelle mani di Linda, era corsa in ospedale da Michael, trovandolo immerso nei sogni.

Ella non sapeva spiegarlo, ma Michael che era così meno chiuso di Lucifer, gli aveva ispirato molta empatia, sentendosi a suo agio dormendo con lui nello stesso letto. Con delicatezza, Ella pose una mano sulla guancia sinistra di Michael, decidendo di conoscere meglio quel fratello di Lucifer.

FINE PRIMA PARTE….
   
 
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