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Autore: Tale Vivo    08/11/2020    7 recensioni
Dopo secoli trascorsi nell'ufficio del preside di Hogwarts, tra la creazione di canzoni in attesa del primo settembre di ogni anno e le chiacchiarate con chi popola il castello, il Cappello Parlante è pronto a ritirarsi. O almeno di ciò è convinto, finché la possibilità di qulcosa di interessante non gli fa rivedere il suo desiderio di pensione.
Ritirarmi definitivamente, questo è quello che chiedo. In fin dei conti, il mio dovere l’ho fatto. Ho servito Hogwarts sin dalla sua fondazione, per secoli ho creato canzoni nuove per ogni cerimonia e smistato migliaia di studenti nelle rispettive Case senza mai sbagliare - chi dice il contrario, mente.
[Questa storia è arrivata terza al contest "Ignotus - Indovina Chi (Edizione Deluxe)" di Nirvana_04]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cappello Parlante, Corvonero, Hermione Granger, Priscilla Corvonero
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Pensieri di stoffa

 

Non un’altra testurbante. 
Sono vecchio e stanco, e, anche se solo una volta l’anno, queste ore pesano ormai troppo. Non chiedo molto, dopotutto: essere sostituito da qualcuno di più giovane, fatto di una stoffa nuova e resistente, non stropicciata e rattoppata come la mia, così da potermi ritirare nella comodità del mio posticino, sullo scaffale più alto nell’ufficio caldo e accogliente di Silente. Ritirarmi definitivamente, questo è quello che chiedo. In fin dei conti, il mio dovere l’ho fatto. Ho servito Hogwarts sin dalla sua fondazione, per secoli ho creato canzoni nuove per ogni cerimonia e smistato migliaia di studenti nelle rispettive Case senza mai sbagliare chi dice il contrario, mente. 
Rimembro ancora la prima cerimonia, quando tutto ciò che provavo erano ansia e la voglia di fare bene. Ricordo gli occhi gelidi di Salazar Serpeverde che minacciavano di tagliarmi a pezzettini se avessi sbagliato a smistare qualcuno di non puro nella sua Casa. Al lato opposto del lungo tavolo, sedeva Godric Grifondoro, goliardico e orgoglioso, che sorrideva verso la tavolata dei Grifondoro, mentre, di tanto in tanto, accarezzava l’elsa della sua spada. Tra loro, le due donne, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero, splendide nei loro abiti. Il sorriso calmo e accogliente di Tassorosso non era riservato solo agli studenti della sua Casa, ma tutti ne potevano godere. Quasi a bilanciare il calore di Tosca, Priscilla Corvonero emanava una malinconia profonda, difficile da nascondere anche dietro quello che sembrava il sorriso più dolce mai esistito. 
Rimembro ancora la sera in cui smistai Albus Silente, il dubbio che potesse essere un Serpeverde e l’improvvisa scelta di metterlo tra i Grifondoro. Ora, dopo anni e avvenimenti più e meno lieti, trascorre buona parte del suo tempo nel suo ufficio, e le nostre chiacchierate non mi dispiacciono. In quest’ultimo periodo, però, è più turbato, meno ilare e parla molto meno del solito dovrò indagare. 

 «Interessante. Vedo sete di sapere … coraggio e lealtà …. Ma dove ti metto?»

Non un’altra testurbante.
Rimembro ancora quei lunghissimi cinque minuti e trenta secondi che mi ci vollero per smistare Minerva McGranitt. La sua calma mi mandava ancora più in panico e sentivo le cuciture allentarsi a causa dell’ansia di poter sbagliare. Ma io non sbaglio mai. Ricordo gli occhi malinconici di Priscilla Corvonero fissi su di me, mentre il suo sorriso dolce mi diceva che non potevo sbagliare, perché lei mi aveva fornito dell’intelligenza necessaria per compiere sempre la scelta giusta. Dovevo prendermi il tempo necessario per ponderare la mia decisione, e così feci ma lei aveva già abbandonato il quadro da cui mi stava osservando. Che sapesse quale decisione avrei preso e che non avrebbe avuto una brillante strega nella sua Casa? 
Vecchio e stanco, ripeto. Voglio solo riposare e, magari, chiacchierare un poco con i quadri e i fantasmi, giusto per tenermi aggiornato su ciò che succede tra queste mura e poter parlare del più e del meno con chi mi va - non che io sia curioso dei fatti altrui, sia chiaro. Inoltre, vorrei non dover affrontare un’altra testurbante, come invece sembrerebbe ora. Rimpiango le scelte lampo, quelle che mi chiedono letteralmente un secondo, il tempo di sfiorare i capelli del ragazzino o della ragazzina.
Non rimpiango il suo smistamento. Rimembro che fu probabilmente il più rapido della storia di Hogwarts, ma anche il più emotivamente disturbante. La sete di potere, la totale mancanza di empatia, il desiderio di comandare e il disprezzo assoluto per chiunque non fosse come lui: era come trovarsi a smistare un piccolo Salazar Serpeverde, ma dal sangue più freddo. Ancora oggi tremo al ricordo di quella freddezza e di ciò che percepii. Oh, se solo ne fossi stato certo! Avrei potuto avvertire qualcuno, magari Silente, e quel periodo nefasto si sarebbe potuto evitare - o almeno combattere meglio. 

«Difficile, molto difficile. Dove. Ti. Smisto?»

Siamo vicino ai cinque minuti, lo so. A quanto pare, mi trovo nuovamente a dover smistare una testurbante, ma sono troppo stanco per queste cose. Non ho più la forza di inventarmi canzoni per ogni settembre, di leggere la mente di svariati ragazzetti e ragazzette ogni anno per un paio di ore, di indagare tra le loro paure e speranze più recondite. Non ho più voglia di rischiare di dover compiere ancora uno smistamento come il suo, che mi lasci scosso nel timore di ciò che sento e leggo. La paura che potesse capitare nuovamente non mi ha mai lasciato. 
Oh, Priscilla mi sta guardando, come l’ultima volta. Mia cara, capisci sempre quando sono in crisi e sai che il tuo sorriso riesce a calmarmi. Grazie di essere qui.

«Molto bene. GRIFONDORO!»

Non si è trattato di un’altra testurbante, ma il rischio è stato alto. Su quante teste ancora mi dovrò poggiare, prima di trovare un altro o un’altra testurbante? E prima di trovarne un altro come lui? No, questo è impossibile. Non potrà mai esservi un altro essere umano come lui, perché umano non era. Salazar Serpeverde ne avrebbe avuto timore, ne sono certo. Godric Grifondoro lo avrebbe affrontato e sfidato senza paura, ma non lo avrebbe mai sconfitto, nemmeno sopraffatto. 

 

Altri studenti si sedettero sotto il Cappello Parlante, quella sera del 1 settembre del 1991.
Oltre alla signorina Granger, solo un altro paio di loro furono degni della sua attenzione e della sua curiosità. 
Un altro mago si avvicinò a essere un testurbante - Neville Paciock. 
Poi, la professoressa McGranitt lesse un nome sulla pergamena.
Il Cappello Parlante rizzò la punta, incuriosito e, anche se non voleva ammetterlo, preoccupato.

 

Come? A chi tocca ora, Minerva? Ne sei certa?

«Harry Potter … interessante … »

Non agitarti, ragazzo. Smistarti in Serpeverde mi spaventa quanto spaventa te. Cosa? Grifondoro? Certo, potrebbe essere un ottimo posto per te, visto il coraggio che percepisco. Non Serpeverde, uh? Capisco il perché, giovanotto. Smetti di agitarti, altrimenti divento balordo e rischio di confondermi ancora di più. Va bene, se insisti ...

«GRIFONDORO!»

Sono stanco e vecchio, è vero, e vorrei solo ritirarmi ma, forse, posso bazzicare qui un altro po’, ora che le cose si fanno interessanti.



 
   
 
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