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Autore: Nalu93    21/08/2009    0 recensioni
-"Hai detto di chiamarti Alan,Alan Woods"- continuò la ragazza imperterrita sapendo che tra poco il ragazzo l'avrebbe uccisa con lo sguardo -"Ma non ti credo"- il ragazzo le ripuntò lo sguardo addosso.La ragazza sospirò-"Quale è il tuo vero nome?"- Gli occhi del ragazzo si ristrinsero a due fessure come quelli di un gatto in balia della luce,il suo volto parve per un attimo quello di un altro,poi il ragazzo si voltò -"Alan"- disse infine allontanandosi.
Una tipica gita scolastica,un incidente ed un verdetto : "Nessun superstite". Questa è la storia di un ragazzo che riniziò la vita da zero dopo essere stato miracolosamente salvato da un ciliegio in fiore; ma se non fosse tutto così tranquillo? Se quella ragazza si mettesse in testa che lui sta mentendo? Se quella ragazza scoprisse il suo più grande segreto?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia tichettava battente sui finestrini,con quel suono un pò rozzo e un pò nuovo che si sforzava inutilmente di sovrastare le grida degli altri ragazzi,che non curanti si esibivano in manifestazioni di gioia per la gita scolastica.
Era il pomeriggio del 7 Giugno. Una giornata scura e con davvero poca speranza per il futuro. Eppure i ragazzi in quel pullman lo ingoravano,si esibivano in canti spensierati e in svariate offese alla scuola che venivano subito frenate dall'apparizione di un insegnante,che scoccava occhiate decise e furenti ai giovani.
L'autista scuoteva il capo inutilmente:l'insegnante aveva ben poco da dire, erano pur sempre ragazzi di quindici anni non poteva pretendere che stessero zitti e fermi come giovani militari al termine del loro addestramento.
-"Indovina un pò Foxfoot?!Un ora e saremo arrivati!"-
esclamò una voce diretta verso un ragazzo dai capelli corvini e lo sguardo perso nel vuoto.
-"Da quando in qua hai preso a chiamarmi anche tu con questo nome?" replicò spostando lo sguardo dalla pioggia al ragazzo paffuto che gli si avvicinava ondeggiandosi.
-"Da quando ti ho visto scribacchiarlo su quel quaderno"- rispose l'altro prontamente quasi cercando di difendersi.
-"Non mi arrabbio per così poco,Liam"- disse riappoggiando gli occhi neri sulle gocce.
Liam roteò gli occhi,era da un pò di tempo che il suo amico scriveva con odio su quel quaderno nero la parola "Foxfoot",il nome lo aveva creato lui stesso eppure da quando tutti lo avevano iniziato a chiamare così aveva smesso di firmarsi in quel modo come se il suo segreto fosse stato svelato e lui l'avesse voluto dimenticare.
-"Stai pensando a come distruggere il mondo?"
-"Non è ancora il mio obbiettivo Liam dovresti saperlo" spostò il suo sguardo glaciale sul ragazzo difronte che per un attimo parve sostenerlo,ma che poi lo abbassò noncurante come sottomettendosi.
Il ticchettio della pioggia si fece più forte,squarciando le grida dei compagni di classe e facendosi largo tra la folla.
Alcuni ragazzi sbuffarono non si erano accorti della pioggia che ti batteva sul pullman fino a quando questa non aveva chiesto l'aiuto di un tuono,e ovviamente di suo fratello il lampo per zittire quelle orride grida di festa.
Il tempo non ama essere ignorato e Foxfoot lo sapeva bene.Aveva continuato ad osservarlo per tutto il viaggio,notandone le evoluzioni i richiami e le implorazioni che tutti ignoravano scatenando così la sua ira.
-"A che stai pensando?" chiese Liam squarciando i pensieri dell'amico
-"Ad un nuovo nome,come puoi notare Foxfoot  è già troppo usato"- replicò con disinteresse l'altro.
-"Avevi già qualche  idea?"
-"Sinceramente  no,pensavo di metterci un aquila o un falco da qualche parte,ma mi accontento anche di un corvo"
-"Un corvo? E che ha di speciale un corvo?"
Stava per replicargli che l'amico aveva una mentalità troppo stretta ma qualcosa lo fece tacere.
Sul ponte poco più in là una grossa lastra di brina prendeva spazio sull'asfanto fondendosi con esso.
Si stropicciò gli occhi,ed esso era sparito. Probabilmente era solo un allucinazione da pioggia.
-"Tutto ok?" chiese Liam osservando lo sguardo del compare.
-"Si nessun"-
In quel momento la paura prese possesso degli studenti,lo stridere dei freni sull'asfalto e le manovre strane che l'autista faceva con il volante era un chiaro segno di preoccupazione.
Qualcuno gridò,mentre le  ruote slittavano sopra l'asfalto e il fianco destro del pullman si schiantava contro quello che doveva essere un guardrive.
Il vetro dell'autista si ruppe ,mentre lo specchietto destro si staccava dall'auto e andava a schiantarsi contro un auto dietro di loro.
Il freno a mano si staccò dalle mani dell'autista rispecchiando il panico generale degli studenti che ora correvano infondo al pullman cercando di bilanciarne il peso;ma fu tutto inutile: l'autobus si incrinò sotto il suo stesso peso sottraendo così anche le ruote posteriori a quello che prima era un ponte,ma che ora si allontanava mano a mano che il pullman cadeva di sotto.
Lo squarciarsi delle acque e poi..il silenzio. Le macchine sopra il ponte erano ammutolite ,nessuno aveva il coraggio di chiamare aiuto . Il gracchiare di un corvo,ecco cosa si sentiva:nient'altro.
Ci vollero giorni per portare a galla quello che restava del pullman , tirare fuori dal fiume tutti i corpi possibili e dichiarare il triste verdetto: Nessun superstite.

Barcollava nel buio della notte con i vestiti fradici e si dirigeva silenzioso fuori dagli abissi marini.
Era passata una settimana dall'accaduto,e lui non smetteva che incolparsi.
Lui era vivo,i suoi compagni di classe no.
Intorno a lui non vi era che desolazione verde o nera,se non per la rosea chioma di un ciliegio che si eregeva silenzioso ai margini del fiume.
Il vento ne oscillava i petali richiamando l'attenzione del ragazzo.
-Sono qui- sussurrò il vento silenzioso  
-"Lo so,ti sento"- replicò il ragazzo tranquillo oltrepassando il ciliegio -"Mi chiedo solo perchè mi hai salvato"-
Il ciliegio parve non replicare,ma un grosso scossone di vento lo travolse quasi iracondo con lui: era ovvio,il ciliegio lo aveva salvato contro il volere del tempo,ma a lui non importava. I petali del ciliegio si staccavano ora dall'albero come un tornado  facendolo rabbrividire. L'albero rimase spoglio e si mostrò per quello che era: un albero vecchio che non sarebbe durato più di qualche secondo. L'ultimo petalo si staccò dall'albero e oscillò con poca forza verso il ragazzo che aprì leggermente le mani per ospitarlo.
-"Così è questo che vuoi? Dare a me quello che tu non hai mai avuto? Ma lo sai che mi stai anche maledicendo dal mio genere?"- chiese il ragazzo osservando il petalo. Nessuna risposta.
Il ragazzo sospirò
-Suppongo che non si possa far altro che andare avanti- sussurrò stringendo la mano intorno al petalo con delicatezza.
Il ragazzo che tutti avevano conosciuto con il soprannome di Foxfoot ,ora aveva cancellato tutto di se ricercando un nuovo nome.
Un corvo si appoggiò sul ciliegio morto e in risposta gracchiò in modo angusto e triste,segno che rendeva onore al ciliegio .Poi prese il volo spiegando le grandi ali e passando sulla testa del ragazzo.
Aveva deciso,d'ora in poi sarebbe stato Croweyes.Il vento si alzò in un unica folata accarezzando e scomipgliando i capelli del ragazzo.
Poco dopo due corvi si libravano in cielo con noncuranza e del ragazzo non vi era più traccia.

   
 
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