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Autore: ElfaNike    08/11/2020    1 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Mamma! Per favore, non puoi farmi questo!-
-Mi dispiace, Merida. Non ho scelta.-
-Ma non hanno ancora trovato Rapunzel e Jack Frost! Non posso abbandonarli così! Ti prego! Non costringermi!-
Invece la costrinse.

Merida, ingessata nel suo abito più bello, veniva sballottata dalla carrozza verso Ba Sing See, mentre si chiedeva con rabbia che cosa passasse per la testa a sua madre. Non poteva credere che dopo tutto quello che aveva passato, il rapimento, l’allenamento, la donna si ostinasse ancora con quella storia del matrimonio.
Si ripeté in silenzio la spiegazione di dama Elinor: -Se non ti troviamo un fidanzato prima che si espanda completamente la voce del tuo dominio sbagliato, Merida, rischi di essere rovinata per la vita. Per quanto capisca che le ricerche dei due discepoli di Monaco Norbu abbiano la priorità assoluta, non posso comunque lasciar perdere il tuo futuro, figlia mia. Credimi, lo faccio con un peso sul cuore: vorrei mille volte che i due ragazzi siano ritrovati, prima di dover pensare di nuovo a queste questioni.- ma temeva non ci fosse abbastanza tempo. Le voci, specie se maligne, si diffondono a una velocità spaventosa, e i DunBroch si rendevano conto che, mentre loro erano rallentati dalla loro emergenza, tutto il resto della nobiltà del Regno della Terra aveva il tempo di sparlare in tutta tranquillità.
Per convincerla definitivamente, Dama Elinor si era offerta di restare alla loro dimora per affiancare personalmente il marito.
Quindi ora Merida viaggiava per il palazzo dell’Imperatore a Ba Sing See e si chiedeva che ne sarebbe stato di lei se le cose fossero continuate in quel modo.

Il suo arrivo fu imbarazzante. Le guardie accettarono il suo invito e la ammisero alla sala da ballo, e lei vi entrò con l’orribile sensazione di avere lo sguardo di tutti puntato addosso. Probabilmente MacIntosh aveva già avuto il tempo di rovinarla definitivamente.
Sola nella folla, la ragazza vagò per la sala strapiena alla ricerca del buffet, nella speranza che mangiucchiare qualcosa le facesse passare un po’ il tempo.
Sua madre l’aveva istruita con cura: doveva dare un’ottima impressione e intrattenersi il più possibile coi giovani nobili di Ba Sing See, per tastare un po’ il terreno intorno a lei.
-Sorelle, guardate un po’ chi c’è.- esclamò una voce acuta -Con quale coraggio si presenta alla corte di nostro padre?!-
Merida sospirò e si voltò. Si aspettava un benvenuto del genere: le figlie dell’Imperatore si erano avvicinate a lei, le bocche compostamente nascoste dietro i ventagli aperti, e la fissavano con occhi di ghiaccio.
-Sua Maestà l’Imperatore ha indirizzato il suo invito alla mia famiglia e io sono venuta qui per non disonorare questo privilegio.- rispose con un’espressione altrettanto affilata.
-Infatti ti sei presentata da sola... tua madre si vergogna troppo della sua condizione per presentarsi con te?-
-Mia madre è rimasta alla nostra tenuta per risolvere problemi di massima importanza...-
-C’è forse qualcosa di più importante dell’invito dell’Imperatore?- la interruppe la principessa -Puoi dire tranquillamente che sapeva benissimo che un’adultera non ha posto alla corte dell’Imperatore.-
-Mia madre non è un’adultera. E se ricordate i ricevimenti in cui è venuta accompagnata da mio padre ne troverete certamente le prove.-
-Davvero?- le principesse si avvicinarono a lei, sempre semi-nascoste dai loro ventagli -‘Tuo padre’ è un rinomato Dominatore della Terra, mi sbaglio?-
-Il più rinomato della nostra regione.- confermò con orgoglio Merida.
-E tu, invece, che cosa sei?- sibilò allora la principessa -Perché, a quanto abbiamo sentito, non puoi fregiarti dello stesso titolo...-
Merida aprì la bocca per rispondere ma non trovò niente da dire. Abbassò la testa.
-Ti ordiniamo di andartene. Alla corte dell’Imperatore non c’è posto per una bastarda.-
-Voi non potete...-
-Sappiamo perché sei qui, sai?- ridacchiarono loro -Ma non farti illusioni: nessuna famiglia nobile avrà mai la voglia di impelagarsi con una parentela così scomoda.-
Merida scosse la testa: -Ma io non sono la figlia di Avatar Darje!-
-No, in effetti nessuno può provare che fosse proprio l’Avatar.- consentirono loro -Ma lui non viaggiava solo, no? Era venuto assieme al suo seguito di Dominatori del Fuoco, mi sbaglio?-
-Cosa osate dire...- Merida sentì il cuore battere a mille.
-Che non hai nulla per provare di essere puramente nobile. Per questo ti ordiniamo di lasciare la nostra corte.- le sussurrò all’orecchio una delle principesse.
-Suvvia, Vostre Maestà.- intervenne allora una voce melliflua, che giunse suadente da dietro di loro: -Sono sicuro che Sua Maestà l’Imperatore vostro padre non apprezzerebbe sentirvi parlare così a una sua invitata.-
Le principesse si voltarono: -Ministro Pitch Black.- salutarono con un cenno.
L’uomo, alto, diafano, andò con passo dolce accanto a Merida: -Quello che voi avete sentito sono sicuramente voci di corridoio che Sua Maestà l’Imperatore vostro padre ha già valutato, prima di mandare i suoi inviti. Sono sicuro che le Vostre Maestà non oseranno mai mettere in dubbio il suo giudizio.-
Le principesse rimasero interdette dietro i loro ventagli, così lui continuò: -Permettetemi di dirvi che, in questo momento, non è il caso di dare un eccessivo spettacolo a questa storia. Posso tuttavia assicurare alle Vostre Maestà che ogni misura è stata presa per tenere ogni forma di vergogna lontana da questa corte.-
Le principesse annuirono: -Se questa è la volontà di sua Maestà l’Imperatore nostro padre...- dissero, e si allontanarono.
Merida le guardò andare via, rigide e sempre nascoste dal ventaglio, e si rivolse al ministro: -Vi ringrazio.- mormorò.
-Faccio solo il mio lavoro, damigella DunBroch.- rispose atono lui.
-Avete preso misure...?- chiese allora lei, titubante.
-Concorderete che questa storia sia decisamente scandalosa, madamigella.- spiegò lui, sullo stesso tono piatto -E capirete che l’Imperatore non può commettere leggerezze.-
-Cosa sarebbe successo, se mia madre fosse venuta al ricevimento?-
-Non sarebbe stata fatta entrare. Nonostante l’invito. Capite...- si chinò leggermente verso di lei -...per dare un segnale forte. Credetemi, vostra madre non è l’unica che ha qualcosa da nascondere.- e con questo si allontanò, lasciando Merida sola e senza fiato.
Non aveva più voglia di mangiare. Vagò per un po’ nel salone, fra la gente, quando una mano si posò dolcemente sulla sua spalla: -Merida?- chiese una voce dubbiosa.
Merida si voltò, per trovarsi davanti un volto bianco come la ceramica, labbra rosse come il sangue e capelli corvini raccolti in uno chignon morbido. Il cuore le si allargò di contentezza: -Mulan!- esclamò sollevata. Finalmente un viso amico!
-Finalmente sono riuscita a raggiungerti! Ero trattenuta da non so più che principe di che feudo quando sei entrata... e ho visto che le principesse sono venute a darti il benvenuto.-
-Già. Abbiamo dato tanto spettacolo?-
-Più loro che tu, credimi.-
In quel momento furono raggiunte dai nobili Fa, che la salutarono calorosamente: -Merida, quanto tempo! Abbiamo sentito le orribili storie che si dicono sul vostro conto... sono sconvolta!- esclamò subito dama Fa Li.
-Speravamo di incontrare i tuoi genitori a questo ricevimento per poter esprimere loro tutti il nostro sostegno...- continuò desolato Fa Zhou.
I nobili Fa erano amici stretti della famiglia DunBroch, e le due dame avevano scoperto di aspettare un erede nello stesso periodo. Avevano condiviso lo stesso attimo di felicità, e questo li rendeva dei testimoni preziosi, nonché dei carissimi amici di cui Merida aveva, in quel momento, un gran bisogno.
-Purtroppo dei contrattempi hanno impedito loro di venire a Ba Sing See, oggi. Ma comunicherò con piacere le vostre parole.-
Dama Li annuì con un sorriso: -Se possiamo fare qualcosa per voi non esitate a dircelo...-
Merida e Mulan si scambiarono un’occhiata e la figlia esclamò: -Potrei portare io il vostro messaggio ai genitori di Merida... che ne pensi, mamma?-
-Mi sembra un’ottima idea!- esclamò la donna con un sorriso.
Merida cercò di calmare gli entusiasmi: -Però di recente nella regione ci sono stati dei rapimenti...-
-Allora manderemo degli uomini a vostro sostegno. Sono sicuro che saranno molto utili a tuo padre!- si offrì Fa Zhou.
Merida annuì con gratitudine.
In quel momento fu annunciato l’arrivo dell’Imperatore, e calò il silenzio finché l’uomo, nella sua tunica gialla, la lunga barba bianca, non fece la sua apparizione, rispondendo con un gesto paterno al saluto corale che gli fu rivolto.
La festa poté quindi proseguire. I nobili Fa lasciarono sole le due damigelle, e le due ragazze corsero al buffet ridacchiando: -Sono contenta che tu venga da me... ho davvero tante cose da raccontarti!-
Mulan sorrise a sua volta: -Sì, anche perché proprio non riesco a immaginarti a Dominare il Fuoco! Non so cosa si sia immaginato quel MacIntosh... devi proprio averlo fatto disperare perché decidesse di rompere con te!-
-Le cose sono molto più complicate di così, Mulan.- sospirò Merida -Stasera ti racconterò tutto, promesso!-
Si nascosero accanto una finestra, dietro una tenda tutta drappi verde e oro, per poter chiacchierare in santa pace. Fu in quel momento che Merida sentì un sussurro che le fece drizzare le orecchie: -Quindi i DunBroch cercano ancora i ragazzi scomparsi?-
La ragazza fece segno a Mulan di fare silenzio e prese ad ascoltare: -Che scusa sciocca: due giovani dai domini invertiti non sono così complicati da trovare. Secondo me è solo una scusa per non venire ad affrontare la loro vergogna in pubblico!-
Merida sentì il cuore nelle orecchie e scostò di qualche millimetro la tenda per vedere chi stesse parlando: una dama dai ricci neri si stava intrattenendo con Pitch Black, ridendo nel suo abito rosso. Il ministro rispondeva come se sapesse molto più di quello che dava a mostrare.
Merida fece segno a Mulan: -La conosci?-
Mulan allungò il collo: -Sì: è dama Gothel. Il suo feudo è tra la tenuta dei tuoi e quella dei miei. Perché me lo chiedi?-
Merida sentiva brividi di speranza e rabbia in tutto il corpo: -Perché forse i miei sono alla fine delle loro ricerche.-

Monaco Norbu fu interrotto nella sua meditazione da un bussare forte. In realtà, la tempesta si era già annunciata dalla voce di dama Elinor, che era arrivata attutita dal corridoio: -Merida... Merida... almeno bussa, non lo disturbare così all’improvviso!-
Merida attese appena di sentirlo pronunciare le prime lettere di ‘Avanti!’ per aprire la porta e precipitarsi nella stanza senza fiato: -So dove sono Rapunzel e Jack Frost!- esclamò ancor prima che dama Elinor chiudesse la porta dietro di lei.
Il monaco inarcò le sopracciglia: -Calmati, damigella Merida. Calmati e siediti.-
La ragazza obbedì, ma era abbastanza sicura che, dei due, quello davvero agitato fosse lui.
-Sono appena tornata dal ricevimento a Ba Sing See e credo di sapere dove si trovino Rapunzel e Jack Frost!-
Monaco Norbu si accomodò davanti a lei: -Dimmi tutto.-
Merida riferì quello che aveva sentito e dama Elinor, che era rimasta in piedi alla porta, sospirò: -Questo non è un vero indizio, Merida. Dama Gothel avrebbe potuto parlare per sentito dire.-
-Ma voi non avete detto a nessuno dei domini invertiti, mi sbaglio? Allora lei come avrebbe potuto sapere di questo dettaglio?-
Monaco Norbu la calmò con una carezza al braccio e un sorriso: -Si tratta sicuramente di una nuova pista. Ti ringrazio molto per essere venuta a dirmelo immediatamente. Parlerò io stesso con questa dama.-
Merida gli sorrise e dama Elinor consigliò: -Sarebbe meglio aspettare domani nel primo pomeriggio. Se mia figlia è tornata adesso che è notte fonda vuol dire che anche dama Gothel sarà rientrata tardi. Potrebbe riposare tutta la mattina, e sarebbe sconsigliabile disturbarla in maniera inopportuna, se cerchiamo la sua collaborazione.-
Monaco Norbu assentì e sorrise ancora a Merida: -Ti ringrazio. Ti ringrazio davvero dal profondo del cuore per il tuo aiuto.-
La ragazza sorrise di rimando e sua madre la spedì subito nelle sue stanze.
Merida obbedì senza fiatare e appena fu in camera sua si tolse tutti i gingilli che sua madre le aveva infilato fra i capelli per il ricevimento.
Mulan era già in veste da casa, si era seduta su uno scranno alla finestra e la osservava svestirsi il più velocemente possibile.
-Cosa ti ha risposto, il tuo monaco?-
-Che andrà domani.- Merida si tolse anche lo stretto abito azzurro e raddoppiò la sua capacità polmonare di colpo. Inspirò profondamente.
-Tu andrai con loro?-
-Vorrei, ma mia madre lo sconsiglia. Non vuole che salti fuori che ho origliato.-
-Quindi andrà da solo?-
-No. Chiederò a qualcuno di fidato di accompagnarlo...-
-Chi?-
Merida si infilò la veste da casa ed estrasse un lungo fagotto da sotto il letto: -Adesso vedi.- le disse con un sorriso.

Hiccup fu scosso nel sonno. Si svegliò di soprassalto per trovarsi Merida che gli faceva segno di fare silenzio e di seguirlo. Lui obbedì, e i due se la svignarono dalle stanze degli ospiti facendo ben attenzione a non svegliare la Maestra Valka, che dormiva nella camera accanto.
Arrivarono di corsa al giardino zen dove Merida si allenava al Dominio del Fuoco e dove ora li attendeva Mulan.
-Lui è Hiccup, il figlio della mia maestra.-
-Lei chi è?- chiese invece lui.
-Lei è Mulan, un’amica d’infanzia.-
Mulan lo salutò con un rapido inchino, poi chiese: -Hai una maestra? Ero convinta che i tuoi si fossero arresi al fatto che non fossi una dominatrice.-
Merida ridacchiò imbarazzata, e spiegò: -In realtà MacIntosh non ha inventato proprio... tutto. Vuoi vedere?-
Mulan annuì e Merida si esibì nel suo miglior Dominio del Fuoco, mostrando tutto quello che aveva imparato nel suo allenamento, in un gioco di luci e colori che lasciò Mulan a bocca aperta.
Quando finì e tornò la luce bianca della luna, la giovane ospite non trovò le parole: -Tu... domini il fuoco? Ma mia madre... ma tua madre... e tuo padre... cosa? Che cosa?!-
Hiccup sorrise al suo stupore e Merida lo indicò: -Abbiamo i domini invertiti.-
-Cosa?!-
Hiccup non disse niente e assunse la posizione di base. La ghiaia del giardino zen e i massi che lo decoravano si sollevarono e si librarono sopra le loro teste a formare disegni tridimensionali. Hiccup fece qualche altro gioco, poi li fece posare esattamente dov’erano prima, i massi al solito posto e la ghiaia tornò a formare delle onde precise. L’allenamento con il Maestro Calmoniglio dava i suoi frutti. (In realtà Hiccup si era rivelato anche molto rapido ad apprendere, ma lui non confidò mai a nessuno che tutta la sua precisione era dovuta agli anni in cui aveva dominato il ferro per creare oggetti che richiedevano una certa precisione.)
Mulan abbassò lo sguardo sui due ragazzi: -Non ci posso credere.-
-Dovrai, invece.- Merida rise alla sua espressione.
Hiccup invece chiese: -E invece tu? Sei una dominatrice?-
Mulan scosse la testa, ma Merida prese la parola: -Ma anche lei ha il suo segreto!- poi le fece una smorfia d’intesa: -Continui a spiare gli allenamenti del campo militare, vero?-
Hiccup le guardò perplesso, così Mulan spiegò, mostrando il fagotto che Merida aveva preso da sotto il letto: -Nella mia regione ci sono parecchie rivolte. Per risolvere il problema il generale Shang ha mandato un distaccamento nel campo militare della zona.-
-E perché dovresti spiarli?-
-Perché sono molto preoccupata. Le rivolte sono spesso sanguinose e ho paura che possano raggiungere la mia famiglia. Mio padre è già rimasto ferito in battaglia, e vorrei essere in grado di proteggerlo se dovesse rivelarsi necessario.-
-E quindi come fai?-
-Il figlio del generale si occupa di allenare le truppe. Io li guardo da un promontorio del mio giardino. Sono circondata dai bambù e non mi hanno ancora beccata, e intanto imparo un sacco di cose!-
Merida scambiò con lei uno sguardo d’intesa, poi disse a Hiccup: -Adesso ti fa vedere.-
E Mulan si lanciò in una dimostrazione con la spada, che Hiccup guardò affascinato: -Ti sei mai battuta contro un vero avversario?-
Mulan scosse la testa: -Lo so che senza esperienza non serve a molto. Ma è meglio che niente, no? Intanto mi immagino i combattimenti e spero di non doverli mai usare in vita mia.-
Hiccup si trovò d’accordo.
Continuarono a parlare e ad allenarsi per quasi tutta la notte, e Mulan poté trovare finalmente dei veri avversari.

Il giorno dopo Monaco Norbu partì senza neanche pranzare. Merida e Mulan rimasero a casa col fiato sospeso. La sacerdotessa Valka e Hiccup, invece, andarono con lui.
La speranza apriva il volto del monaco in tante espressioni differenti, e la dura preoccupazione aveva di nuovo fatto spazio a uno sguardo gentile.
Arrivarono alle porte della villa di dama Gothel e Champa atterrò dolcemente.
Le guardie puntarono loro addosso le lance: -Dichiaratevi!- ordinarono.
-Siamo umili viaggiatori. Sono alla ricerca dei miei discepoli e speravo che la padrona di casa potesse aiutarmi a ritrovarli.- si presentò Monaco Norbu.
Una guardia entrò ad annunciarlo senza aggiungere una parola. Tornò poco dopo e gli fece cenno di seguirlo.
Monaco Norbu, la sacerdotessa Valka e Hiccup furono fatti passare, ma non fu permesso loro di andare molto più in là dei portoni d’ingresso del giardino.
Dama Gothel venne loro incontro con un sorriso acido: -A cosa devo questa sorpresa, monaco?-
-Cercavo i miei discepoli, dama Gothel, e speravo che voi foste in grado di aiutarmi.- ripeté il monaco.
-Che cosa vi fa pensare che io possa aiutarvi?-
-La speranza, nobile dama. Sono spariti da troppo tempo e io non so più dove cercarli. Si tratta di una giovane nomade bionda e di un ragazzo albino della Tribù dell’Acqua.-
Dama Gothel aveva tutto il peso su una gamba e guardava il monaco con le braccia incrociate e un sopracciglio inarcato: -Posso comprendere il vostro turbamento, monaco.- disse, sotto lo sguardo inquisitore di Hiccup, che era rimasto un po’ indietro, accanto a sua madre -Ma qui non troverete chi state cercando. Sono desolata, ma devo chiedervi di andarvene.-
Hiccup spalancò gli occhi, mentre Monaco Norbu provava a insistere: -Non vi è proprio arrivata nessuna notizia? Si tratta di due giovani molto speciali.-
-Tutti i discepoli sono speciali agli occhi del loro maestro. Cosa credete, monaco, che io abbia tempo di occuparmi di ogni notizia relativa al popolino?-
Monaco Norbu rimase senza parole, e lei concluse: -Adesso andate. La mia giornata è già abbastanza impegnativa.-
Il monaco annuì compìto: -Posso solo chiedervi di riferirci ogni più piccolo indizio che doveste incontrare?-
-Certo, certo.- la donna agitò la mano e i tre furono accompagnati fuori. Hiccup non staccava dalla nobile uno sguardo di fuoco.
-Andiamo, Hiccup.- gli disse il monaco -A quanto pare non sono qui.-
I cancelli si richiusero pesantemente dietro di loro e dama Gothel osservò Champa decollare e sparire in lontananza.
-Dama Gothel?- chiese allora una voce gentile -Scusatemi, vi disturbo?-
La nobile si voltò verso Rapunzel, che la stava raggiungendo con dei panni umidi al braccio: -Dimmi, tesoro. C’è qualcosa che posso fare per voi?-
-Non credo possiate fare più di così, dama Gothel. Jack Frost si sta riprendendo bene dalle ferite, e tutto grazie al vostro intervento tempestivo.-
La donna le sorrise e le accarezzò la testa: -Non potevo non aiutare due giovani in difficoltà.-
-Siete riuscita ad avere notizie dai DunBroch? Sono sicura che il nostro maestro si sta preoccupando tantissimo...-
-Purtroppo i miei messaggeri non riescono a raggiungerli. Le rivolte nella regione impediscono ogni collegamento.-
-Accidenti. Se solo avessimo Champa...- Rapunzel sospirò -Siete davvero buona con noi. Ma vi confesso che non vedo l’ora di riabbracciare il mio maestro...-
Dama Gothel continuò ad accarezzarle la testa: -Presto, tesoro. Sono sicura che accadrà presto.- “Ma non prima che tu sia arrivata a fidarti completamente di me, piccola Avatar. Potresti risultarmi davvero utile in futuro.”
Rapunzel le sorrise con affetto e le due donne si avviarono alla dimora di dama Gothel.

 




Angolino dell’autrice:
C’è Mulan! Grossa novità! In realtà, ho deciso di inserirla per un motivo ben preciso: se fino adesso mi sono concentrata sulla missione di Monaco Norbu, cercando di riprodurre un po’ ‘Piccolo Buddha’, ad un certo punto dovrà fare irruzione il mondo bello pimpante di ‘Avatar’, per cui i personaggi di soli quattro film non bastano. Quindi Mulan anticipa questo mondo pimpante che arriverà presto!
Mulan è senza alcun dubbio il mio personaggio Disney preferito, e mi dispiace tantissimo privarla qui di tutto il percorso di crescita di cui godiamo nel suo film... ma non è la protagonista, quindi pace. Tuttavia confesso che mi mancava un personaggio non dominatore forte (Ricordate Sokka, o Asami?), e quindi chi inserire se non la fanciulla più forte dell’universo Disney?
Anticipo una cosa: pensando a come inserirla, poiché è impensabile non renderla una guerriera, ho voluto ispirarmi al personaggio di Wing Chun, una fanciulla cinese che, secondo la leggenda, per proteggere il suo villaggio dagli invasori ha inventato uno stile di combattimento che ha poi preso il suo nome (per godervi questo stile andate a guardarvi i film di Ip Man, è roba buona.) Quindi! Se ogni dominio ha il suo stile, lo stile di Mulan è il Wing Chun (senza spade, ma ci arriveremo).
Poi: Rapunzel e Jack Frost sono da Gothel, ma lei non li vuole ‘restituire’. Perché? Lei non li vuole particolarmente per sé, suppongo, ma vuole assoggettare l’Avatar: siamo tutti d’accordo che in vista di macchinazioni future avere un personaggio potente dalla tua sempre utile, no?
In ultimo: rileggendo i vecchi capitoli mi rendo conto che lo stile sta decadendo, ma se aspetto di avere tempo per curarlo possiamo vederci direttamente a giugno... e io ho voglia di scrivere ora. Chiedo scusa ai vostri bulbi oculari.
Passo e chiudo
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