Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: LadyHeather83    10/11/2020    2 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

BEST FRIENDS

*

Capitolo 11 – L’ ultimo bacio

*

Marinette sospirò e si lasciò cadere sul materasso, aveva appoggiato come al solito la cartella sulla sedia della scrivania, riposandosi, prima di iniziare a studiare e a fare i compiti assegnati.

“Stai bene, Marinette?” Chiese Tikki avvicinandosi alla padrona.

“No”. Rispose secca portandosi entrambe le mani sugli occhi.

“Ne vuoi parlare?”.

La guardiana dei miraculous sospirò, non ci sarebbe stato molto da dire e nessuna l’avrebbe potuto darle un aiuto concreto.

Doveva decidere tra chi dei due ragazzi, amava di più, tra Chat Noir ed Adrien.

Una scelta difficile.

Adrien, lo vedeva tutti i giorni a scuola, ed aveva notato un cambiamento nei suoi confronti, sembrava essere più freddo e distaccato del solito.

Si limitava al saluto, non le rivolgeva più la parola come faceva prima.

Che si fosse in qualche modo stancato della sua goffaggine?

Era intenzionata ad affrontarlo nei prossimi giorni, le dispiaceva che non ci fosse più il feeling di prima, doveva capire se questo, dipendeva da lei.

Dall’altro lato, aveva le attenzioni di Chat Noir, anche se, non si faceva vedere da circa una settimana, e quella lontananza, la stava uccidendo interiormente.

Era stata lei a cacciarlo via l’ultima volta, senza ulteriori chiarimenti, e si era ripromessa, nel caso in cui si fossero rivisti, di spiegargli il perché di quell’allontanamento.

“Non sai chi scegliere vero?”.

Marinette si sedette al bordo del letto.

“Credo di amarli entrambi, anche se questo non è possibile”.

“Prova ad analizzare la situazione, Marinette

“Come farebbe LadyBug?”

“Tu sei LadyBug, Marinette. Non provare nemmeno a pensare di non essere la stessa persona.”

Tikki aveva ragione.

“A volte lo dimentico”. Sospirò guardando fuori dalla finestra, come se dovesse aspettare l’arrivo di qualcuno.

“Non devi mai e poi mai dubitare delle tue capacità, nemmeno difronte ad una situazione amorosa.”

“Fare una scelta, non è facile, potrebbe rivelarsi sbagliata.”

“Se la fai con il cuore, non sarà mai sbagliata, anche se questa non ti porterà a quello che cercavi.”

“Credo…credo che Adrien, sia la scelta giusta.”

“Ne sei sicura?”

Marinette annuì con il capo “C’è sempre stato lui, anche se non mi dispiacciono le attenzioni che mi dà Chat Noir, ma se mai lo rivedrò, come Marinette s’intende” Precisò poi, in quanto, sicuramente lo avrebbe rivisto nei panni di LaduBug “…dovrò dirgli come stanno le cose, che non possiamo continuare così”.

“Lo sai che volesse, ti rivelerebbe la sua identità”.

“Non dovrà accadere, Tikki”.

*

“Era ora, ti sei deciso allora, moccioso?” Incalzò Plagg.

Adrien sospirò “Non sarà facile, ma è giusto che glielo dica”.

“E’ la cosa giusta da fare, anche se questo le spezzerà il cuore”

“Ma io la amo, Plagg, e credimi, non è facile lasciarla”.

“Basterà che ti dichiari come Adrien”.

“E quando scoprirà che sono io Chat Noir, come la prenderà?”

“Non è tenuta a saperlo” Il piccolo kwami della distruzione, addentò con noncuranza un pezzo di formaggio.

Adrien non era molto d’accordo con quell’affermazione, era sempre stato del parere che non avrebbe mai nascosto la sua identità, alla ragazza che amava.

“Non sarebbe giusto, metti caso che io e Marinette, ci mettessimo insieme, e per qualche strana ragione Papillon attaccasse, che scusa potrei inventare per allontanarmi da lei?”.

“Tempo al tempo ragazzo mio”.

“Ancora questa frase” Sbuffò “…mi fai venire strani dubbi”.

“Tipo?”

“Che Marinette e LadyBug, siano la stessa persona”.

Plagg sputò tutto il formaggio che stava masticando, sulla camicia del biondo, che fece una smorfia disgustata, cambiandosi d’abito.

“E cosa te lo fa credere?”

“Il tuo atteggiamento, non sai mantenere un segreto, e so che tu sai chi è in realtà LadyBug, ma non me lo vuoi dire, per torturarmi”.

Tikki lo avrebbe probabilmente ucciso, se avesse solo accennato alla cosa.

“Toglitelo dalla testa, moccioso. Non pensare più a chi si nasconde dietro la maschera di LadyBug”.

“Tanto prima o poi lo scoprirò, con o senza il tuo aiuto”.

“Sicuramente senza il mio aiuto”. Plagg portò su il mento in segno di offesa.

“Comunque ora, dobbiamo andare a spezzare il cuore ad una ragazza.” Sospirò.

“Non farlo, se non è quello che vuoi”.

Plagg, trasformami!” Gli ordinò prima di cambiare idea.

*

Chat Noir, rimase immobile sulla balaustra del terrazzino qualche minuto, pensando alle parole più giuste da dire.

Era anche intenzionato a raccogliere una rosa da portarle come dono, ma sapeva già, che dopo il suo discorso, probabilmente Marinette, avrebbe usato la punta per trafiggergli un occhio.

Fece un bel respiro profondo e bussò alla botola.

A Marinette improvvisamente le si seccò la gola, ed iniziò a tremare vistosamente, dopo aver udito il picchiettare sulla porta.

Era lui.

Era arrivato.

“E’ qui, Tikki”. Non era mai stata così terrorizzata.

“Apri, no?”

Deglutì rumorosamente e prendendo coraggio, aprì la botola e facendo entrare Chat Noir.

Entrambi concordavano, nel loro inconscio, che non potevano andare avanti così.

Lui era andato da lei per dirglielo.

Lei lo aspettava, per dirglielo.

Si guardarono negli occhi senza dire niente, ma con uno sguardo si capirono, ed ambedue avevano già capito, che quello sarebbe stato il loro ultimo incontro.

Si avvicinarono ed abbracciarono, Marinette poggiò la testa nell’incavo del suo collo, lui la cinse la schiena.

“Mi sei mancata” Le sussurrò.

Anche lui gli era mancato, e tanto anche.

Una lacrima le rigò il volto.

“Non piangere, principessa. Ti prego, non per colpa mia.”

“Chat, baciami” Suonò come una supplica, un bisogno di sopperire alla mancanza dei giorni precedenti.

Non se lo fece ripete due volte, Chat Noir posò dolcemente le labbra a quelle di lei.

Marinette lo abbracciò più stretto, ne aveva bisogno.

Si coricarono, senza staccarsi, sulla chaise longue, mentre i loro baci diventavano sempre più passionali.

Iniziando facendo incontrare le loro lingue, in una danza senza fine.

Si staccarono solo qualche secondo, per riprendere fiato e guardarsi negli occhi carichi di desiderio.

Marinette, addentrò le mani nei capelli biondi e setosi di lui, l’unica cosa che poteva toccare sentendola autentica, come la parte del suo volto, scoperto dalla maschera nera.

Gemette quando sentì le mani guantate di Chat Noir, insinuarsi dentro la maglietta e sfilargliela.

Lo lasciò fare senza obiettare, il contatto con la sua tuta e la pelle, era caldo, contro ogni aspettativa, si ritrovò a pensare che il travestimento, fungesse da seconda pelle.

In tutti quei mesi, non aveva avuto bisogno di chiederselo.

Si unirono di nuovo, e Marinette, iniziò ed esplorare il corpo di lui, pensando di chiedergli di sciogliere la trasformazione, solo per sentire il contatto pelle con pelle, avrebbe spento la luce, per non rivelare l’identità del super eroe.

Ma si bloccò, quando, in un momento di lucidità, considerò il fatto che avrebbero potuto andare ben oltre al semplice bacio e strusciarsi a vicenda.

C’erano tutti i presupposti.

E se doveva accadere, non sarebbe stato di certo quella notte, non così.

Era incredibile come Chat Noir, tremasse al passaggio delle sue mani, dapprima sulla schiena, per poi scendere sempre più giù, arrivando fino a metà gluteo.

La prima volta che si erano lasciati andare, non si erano spinti così avanti.

C’era stato più di qualche bacio e qualche carezza, ma nulla più.

Ora era diverso, si desideravano sempre di più e sembrava che non ne avevano mai abbastanza l’uno dell’altro.

Con naturalezza, e facendosi trasportare dal momento, Marinette aprì le gambe, facendolo sistemare meglio sopra di lei, e perché il peso del suo corpo, sugli arti, le stava bloccando il sangue, facendole intorpidire.

Iniziarono a muoversi, a strusciarsi, provocandosi piacere a vicenda.

Marinette, poteva sentire solo qualcosa di compatto spingere sulla sua intimità, era il rinforzo della tuta di Chat Noir, messa apposta perché non si facesse male durante il combattimento.

Non se n’era mai accorta, anche perché quello era l’ultimo dei suoi pensieri.

Arrossì, pensando a cosa ci poteva essere lì sotto, portando la sua mente, altrove.

Lo strofinare diventò sempre più frenetico, come i loro baci, sempre più avidi e desiderosi.

Le venne da stringere gli occhi, e soffocò un gemito dentro la sua bocca, quando dei piccoli spasmi, che s’intensificarono sempre di più, iniziarono a pulsarle dal basso ventre.

Chat Noir, si bloccò di colpo, e anche lui soffocò i suoi gemiti, quando sentì del liquido uscire da lui.

La sensazione più bella mai provata fino ad ora.

Chat Noir staccò le labbra dalla bocca, iniziando a darle dei baci in tutte la parti del corpo, passando dal lato della bocca, fino a tracciare un percorso dal collo, fino all’ombelico, le baciò anche un seno, la parte che rimase scoperta dall’intimo di pizzo nero.

Ed infine appoggiò la testa nell’incavo del collo, cullato dal petto che si alzava ritmicamente ad ogni suo respiro.

Intrecciarono le dita della mano, sembravano così diverse all’apparenza.

Sfiorò l’anello del gatto, quando iniziò a suonare, guardarono entrambi l’ora: mancavano cinque minuti alla mezzanotte.

“Sei peggio di Cenerentola” Lo schernì.

“Uff…sarei stato volentieri un altro po'” Sbuffò rimettendosi seduto.

Marinette raccolse la maglietta dal pavimento e se la infilò, senza il calore di Chat noir, sentiva freddo.

“Ti avrei ospitato tutta la notte”.

Le prese entrambe le mani, e la guardò dritta negli occhi “Mi basta una parola per farlo”.

Doveva sbrigarsi a dirgliela, i gommini sull’anello stavano diventando due.

“Vai, non costringermi a fare qualcosa di cui ci pentiremo entrambi”.

A malincuore, dovette rispettare la sua scelta e s’incamminò verso la botola, per poi librarsi sui tetti di Parigi.

Chat Noir si voltò verso di lei, non sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista, ma questo lei non lo poteva sapere.

Marinette, io…”

“Ti prego non dirlo” Lo zittì con un dito.

Aveva ragione, dirle che l’amava, avrebbe reso quell’addio ancora più doloroso per lei.

Doveva confessarle quello che provava come Adrien, e non come Chat Noir.

Il gatto sorrise “Ci vediamo, principessa”.

“Addio, Chat Noir”. Lo salutò con un sorriso appena accennato e gli occhi lucidi.

*

continua

*

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: LadyHeather83