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Autore: Adelhait    21/08/2009    5 recensioni
Lei era lì, con i piedini accanto a quel liquido salmastro e cristallino.
Era titubante, mentre osservava gli altri bambini lanciarsi tra le piccole onde.
Strinse di più al petto il suo orsetto bianco. Mise un piede nell’acqua ma veloce lo ripose dov’era prima...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Orgoglio

 

 

Lei era lì, con i piedini accanto a quel liquido salmastro e cristallino.

Era titubante, mentre osservava gli altri bambini lanciarsi tra le piccole onde.

Strinse di più al petto il suo orsetto bianco. Mise un piede nell’acqua ma veloce lo ripose dov’era prima.

Quell’acqua era fredda, e poi aveva paura.

Non conosceva nessuno.

Restò a fissare quei bambini.

Che ridevano.

Che giocavano.

Lei era lì, in piedi da sola.

Sentì una stretta al cuore. Eppure quel giorno aveva messo il suo bel costume azzurro, con tante farfalline che danzavano.

Quanti capricci aveva fatto per obbligarlo a comprarglielo. Ricordò la faccia del suo genitore, che sospirava sconfitto e lei vittoriosa che sorrideva.

Ora invece era sulla battigia delusa dal suo comportamento.

Abbassò il visino, e sospirò.

Era meglio ritornare sotto l’ombrellone dal suo genitore, che come il solito era attorniato da quelle stupide donne.

Non capiva il perché quelle femmine si comportassero così con lui. Corse veloce, lasciando cadere a terra il suo orsetto, e si lanciò sulla sua gamba destra come a voler dire: Lasciatelo in pace! Lui è mio!

La strinse di più e guardò con astio quelle donne, che stizzite, protestarono. Una di loro tentò di cacciarla via, ma lo sguardo severo del suo genitore la fece desistere.

Se ne andarono, anche se borbottarono un po’. Purtroppo lei non le poteva sentire, ma meglio così.

Poggiò il viso su quella gamba, così calda. Lui capì che c’era qualcosa che non andava.

Poteva domandarglielo, ma poi comprese il perché. Guardò verso la riva e vide tanti bambini che giocavano. Comprese che la sua figlioletta aveva timore verso quella gente così diversa da lei.

Lei era menomata.

Lei era incapace di sentire le loro voci.

Lei era incapace di parlare.

Lei non sapeva nuotare.

Si trovò a provare pena.

Pena? Lui un essere superiore che provava questo insulso sentimento umano? Era inconcepibile.

Eppure lo sentiva.

Provò un impeto di rabbia. Abbassò il viso verso sua figlia e la strinse tra le braccia, e la sollevò da terra.

La piccola non si oppose, ma rimase leggermente turbata da quest’azione.

Che cosa era accaduto?

Lo guardò dritto negli occhi per carpire qualcosa di utile ma nulla.

Andiamo è ora che tu impari a nuotare.

Lei restò senza fiato.

Suo padre voleva fare il bagno con lei e insegnarle a nuotare. Si trovò a sorridere di gioia. Allacciò le sue esili braccia intorno al suo collo, e attese di immergersi in acqua.

Era orgogliosa di suo padre. Voltò il capo verso la spiaggia e vide quelle donne di prima che, la fulminavano con lo sguardo.

Lei alzò il mento in segno di vittoria.

Lui era suo e di nessun’altra.

D’un tratto sentì qualcosa di freddo e bagnato avvolgerla. Rabbrividì, ma quella sensazione svanì presto per poi lasciare il posto alla gioia.

Era in acqua.

Cominciò a muovere i piedi facendo volare in aria le goccioline che, al sole brillavano come tanti diamanti.

Restava ancora attaccata a lui. Quando la lasciò andare. Andò giù.

Chiuse gli occhi. Si sentiva strana. Ebbe paura ma veloce riemerse. Sentiva gli occhi pizzicargli, mentre cercava di rimanere a galla.

Annaspava.

Perché suo padre aveva fatto questo?

D’un tratto sentì le sue mani intorno alla sua vita. Lui l’era accanto, non l’aveva abbandonata.

Anzi la incitava a nuotare. Si aggrappò alle sue mani e si lasciò andare. Si sentiva leggera e sicura. La paura era svanita.

Sorrise di nuovo e cominciò a muovere i piedi. Guardò dritto negli occhi di suoi padre. Occhi color del sole, dove poteva capire cosa fare. Come muoversi.

Si lasciò andare.

Era un tutt’uno con il mare. Si sentiva libera.

Come d’incanto aveva imparato a nuotare. I bimbi di prima si fermarono di botto, mentre lei sicura nuotava.

Che invidia ora provavano. Loro, con i braccioli non avevano imparato nulla. Lei senza niente sì.

Ma lei aveva il migliore insegnate del mondo…suo padre.

Non un umano qualsiasi, ma un Youkai.

Nuotò per tutta la mattina. In quel momento Sesshoumaru sentì un altro sentimento crescere in lui.

Orgoglio.

Sì, era orgoglioso della sua bambina.

Di quello scricciolo umano che, ora riempiva la sua vita.

Continuava a ripeterselo ogni dì.

Questa piccola Ningen mi sta cambiando ogni momento della mia vita.

Fine

 

 

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Piccola shot senza senso. Scritta così di getto. E poi era da qualche tempo che volevo scrivere una storia breve.

Ho ripreso il solito filone di shot dove, vede per protagonisti Rin e Sesshoumaru. Ma come padre e figlia ^^. Un filone nato tempo con la shot: Non è male fare il padre.

Un bacio e ringrazio di cuore chi la leggerà e chi vorrà recensirla.

   
 
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