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Autore: Vicarious10    10/11/2020    1 recensioni
Una nuova minaccia incombe sul mondo. Tocca al Team Dark combattere per portare la pace, nel loro primo anno di attività per conto della G.U.N.
Riuscirà Shadow the Hedgehog a fermare i peggiori criminali del pianeta?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: OC, Shadow the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Team Dark
Anno Uno

 
3.
L’odore della notte
 
 
Rouge the Bat, la ladra più famosa al mondo, volava libera nella notte sopra la villa di Mammoth Mogul. Rimaneva lì a sorvolare dall’alto la situazione, con la sua visiera notturna datagli dall’armeria della G.U.N. . Nessun movimento sospetto, a parte quelli del suo amico riccio, l’arma vivente più letale al mondo. Era sicura della buona riuscita della missione, visto che, dopotutto, era di Shadow che si stava parlando. L’aveva visto affrontare situazioni ben più intricate e ne era sempre uscito vittorioso. C’era qualcosa di strano, però, qualcosa che i suoi sensori non riuscivano a rilevare.
Come mai non c’era nessun movimento all’interno della villa?
 
Stordire le guardie ai cancelli fu facile. Mentre percorreva furtivo il viale che conduceva all’entrata dell’edificio, Shadow the Hedgehog si chiedeva come mai avesse accettato tutto questo. Era davvero stanco della pace che si era conquistato? Oppure era semplicemente la noia e la voglia di emozioni forti che lo muoveva?
Ormai era tardi per i ripensamenti, aveva accettato quel lavoro, anche se non aveva idea di quello che stesse facendo. All’esterno della villa, trovò una grata che conduceva all’interno tramite un impianto di ventilazione. Una volta dentro, percorse qualche metro prima di attivare il comunicatore nel suo orecchio destro.
- Rouge, mi ricevi? Sono dentro -
- Forte e chiaro Shadz. Ti vedo. Dovresti trovarti sopra il salotto dell’abitazione -
Shadow uscì dal condotto, stando attento a fare meno rumore possibile. Con cautela, arrivò sul pavimento e si guardò attorno. Le luci erano spente e non sentiva nessun rumore che potesse indicare la presenza di altre guardie. Evidentemente, tutti dovevano essere coinvolti nei preparativi della festa per questo Mammoth Mogul. Camminando per i corridoi al primo piano dell’abitazione, Shadow notò vari dipinti appesi alle pareti. Alcuni erano ritratti di vari paesaggi, altri ritraevano il possente Mammoth in giacca e cravatta. Doveva essere uno molto egocentrico, secondo il riccio. Shadow aprì con cautela una porta, trovandosi in quella che doveva essere la sala da pranzo, secondo le indicazioni fornitegli da Rouge via radio.
- Shadow, qualcosa non va -
La voce allarmata del pipistrello fece bloccare il riccio.
- Non ti vedo più sui radar. Ci deve essere qualcosa che disturba il segnale -
- Di che parli? - chiese il riccio guardandosi attorno.
Prima che potesse ricevere risposta, il comunicatore emise un suono distorto che infastidì l’udito del riccio. Questo prese l’apparecchio e se lo tolse, gettandolo a terra. Prima che potesse chiedersi cosa stesse succedendo, le luci nella grande sala si accessero, mostrando al stanza in tutta la sua sfarzosità. Qualcuno era lì con lui, la Forma di Vita Definitiva lo percepì chiaramente.
- Spero che il posto ti piaccia, amico -
Shadow si girò, trovandovi un mobiano maschio di tipo donnola, dal colore viola. Aveva un cappello simile a quello dei cowboy dei film western e una cintura di pelle marrone a cui era legata una pistola, probabilmente un revolver 44 Magnum. Un’arma micidiale, secondo il riccio nero.
- Oh, scusami.. le buone maniere prima di tutto. Io sono Nack the Weasel - disse la donnola sorridendo beffardo.
- Qualcosa mi dice che sai già chi sono io - disse Shadow.
- Ovvio! Come si fa a non conoscere Shadow the Hedgehog! Lo sai che ti credevo morto? -
Shadow non rispose. Stava ben attento a scrutare i movimenti del nemico. Da quella distanza, se avesse fatto fuoco, Shadow sarebbe stato spacciato. Si concentrò a incanalare l’energia del Chaos Control senza dare nell’occhio.
- Beh, dopo questa notte.. lo sarai di certo - continuò Nack.
Quello che seguì accadde in una frazione di secondo. La donnola tirò fuori il revolver, mentre il riccio nerò alzò il braccio sinistro lanciando una Chaos Spear. Il proiettile e la saetta si scontrarono, generando una piccola esplosione che fece sobbalzare all’indietro entrambi. Ripresosi, Shadow indietreggiò ulteriormente saltando, mentre Nack continuò a sparargli altre tre volte.
- Però.. sei un osso duro, Shadow - commentò Nack mentre premeva il grilletto - Avrò di sicuro un aumento quando ti avrò fatto fuori! -
Shadow arrivò a saltare sopra il grande tavolo della sala, cominciando a lanciare Chaos Spear contro l’avversario. Questo non aveva di certo l’agilità del riccio nero, ma riuscì comunque ad evitare i colpi spostandosi con rapidità. In quella frazione di secondo, la donnola smise di sparare e Shadow colse al volo quel momento. Si avviciò all’avversario, colpendolo con un pugno dritto al volto. Il colpo ebbe l’effetto sperato e Nack venne scaraventato contro il muro, cadendo sul pavimento in marmo come un sacco di patate.
- Wow.. ora si che mi hai fatto incazzare - disse Nack alzandosi in piedi.
Ne seguì uno scontro corpo a corpo tra il riccio e la donnola. Shadow, forte dei suoi riflessi e della sua agilità, evitò i pugni dell’avversario mentre aspettava il momento giusto per contrattaccare. Quando provò a farlo, il riccio venne colpito con un calcio allo stomaco, cadendo a terra. In un attimo, Nack riprese la pistola e fece fuoco, ma il riccio nero fu più svelto e riuscì ad evitare per un pelo il proiettile.
Shadow lanciò un’altra Chaos Spear, disarmando l’avversario.
- Finisce qui - disse il riccio.
Nack fece una smorfia, trattenendo a malapena la rabbia. Qualcosa, però, lo fece ritornare a sorridere. Qualcosa che si trovava proprio alle spalle di Shadow.
Il riccio se ne accorse e si voltò, trovandovi una figura più alta di lui e decisamente più massiccia. Il pugno che seguì scaraventò Shadow contro il muro, formando varie crepe. Caduto a terra, il riccio nero alzò lo sguardo; Mammoth Mogul era lì, vestito elegante che lo squadrava con sufficenza.
- Mi deludi, Nack. Il nostro ospite respira ancora - commentò seccato il possente mammoth.
Shadow partì alla carica, furioso per l’affronto subito. Un altro pugno lo raggiunse, scaraventandolo contro la finestra al loro fianco che per poco non si ruppe.Shadow sputò sangue, mentre Nack riprese la pistola.
- Addio, Shadow - disse la donnola prima di premere il grilletto.
D’un tratto, la finestra venne sfondata dall’esterno, fermando Nack prima che potesse uccidere l’avversario. Rouge the Bat afferrò il compagno a terra e prese il volo, lasciando la villa alle loro spalle.
Mogul osservò la scena disgustato, per poi rivolgersi alla sua guardia del corpo.
- Ce la fai da questa distanza? - chiese il mammoth.
Nack the Weasel puntò la pistola verso i fuggitivi, ormai molto lontani. La donnola sorrise e fece fuoco.
Il proiettile riuscì a prendere Shadow alla schiena, facendolo grugnire a denti stretti per il dolore.
Il piano era fallito miseramente.
 
Raggiunta una collina circostante alla villa, Rouge the Bat planò dolcemente con Shadow al suo fianco.
- Oddio, Shadz! - commentò il pipistrello osservando la ferita del suo compagno.
Il riccio nero cadde a terra in ginocchio, sputando sangue come non aveva mai fatto prima d’ora. Sentiva la rabbia e il dolore invadergli ogni cellula del suo corpo, mentre stringeva i denti cercando di fare mente locale.
Qualcuno aveva parlato; evidentemente, Mammoth Mogul aveva abbastanza soldi da potersi permettere una talpa all’interno dell G.U.N. . Shadow si sentì uno stupido. Era stato preso in giro come un perdente e gliele avevano suonate di santa ragione. Stava morendo, lo sentiva chiaramente mentre il sangue macchiava l’erba sotto di lui. Quel Nack era un cecchino coi fiocchi.
- Resisti, i soccorsi saranno qui a breve! - disse Rouge allarmata dalla situazione.
Quando la ragazza fece per controllare la ferita, Shadow la cacciò via con un gesto.
- Stammi lontano! - ringhiò la Forma di Vita Definitiva.
Questo scomparve in un fascio di luce verde, lasciando Rouge da sola e i soldati della G.U.N. a poca distanza da lei. Il pipistrello si guardò attorno, sapendo benissimo che senza delle cure mediche immediate Shadow sarebbe morto di sicuro.
- Dove diavolo è andato!? - si chiese ad alta voce la ladra.
 
Il cimitero era silenzioso e lugubre come sempre.
Le varie tombe stavano lì ad ornare quel vasto pezzo di terra al chiaro di luna, mentre il gracchiare dei corvi risuonava tra i monumenti i marmo di chi non c’era più. Ai piedi di un cipresso, vi era la tomba di una bambina bionda, amata da tutti e spezzata dalla malvagità degli uomini. Maria Robotnik era nata con una malattia incurabile che forse solo Shadow avrebbe potuto porvi rimedio, con il suo codice genetico, ma così non fu. I soldati distrussero tutto e tutti all’interno della ARK e il resto è solo storia. Una triste storia.
Shadow comparve di fronte la tomba dell’amata amica. Gattonò dolorosamente fino ad arrivare al blocco di marmo su cui era inciso il nome della bambina.
- Maria.. - sussurrò il riccio nero.
Un colpo di tosse lo assalì, facendogli sputare sangue.
Stava morendo, ormai era solo questione di minuti. Si era fatto sconfiggere come un idiota, sbeffeggiato e deriso dal nemico. Immaginava quel Nack vantarsi di essere riuscito a colpirlo, facendogli esplodere il cuore per la rabbia. Più di ogni altra cosa, però, era l’immagine di Mammoth Mogul a fargli ribollire il sangue.
Aveva perso, era finita. Il nemico, per la prima volta nella sua vita, aveva vinto. Lacrime di rabbia gli rigarono il volto, era la prima volta che succedeva.
- Maria.. cosa devo fare? - chiese a fatica il riccio nero - Questo mondo.. io non lo capisco.. dicevi che valeva la pena lottare.. per un mondo migliore.. ma io vedo solo morte attorno a me.. -
Inaspettatamente, Shadow capì. La sensazione che provava in quel momento, il sentimento che lo attanagliava togliendogli il fiato, quel demone che si insiedava nel suo cervello per deporre le uova.
La paura.
Paura di fallire, paura di morire, paura di scoprirsi piccolo, paura di essere solo. Ora capiva. La paura era la chiave di tutto. Shadow si tirò faticosamente in piedi. Non sarebbe morto lì, ai piedi di quella tomba e del suo passato. La paura era l’unica cosa che quel nuovo e violento mondo capiva. Finalmente Shadow comprese il perché era tornato. C’era una guerra da combattere. Contro Eggman, contro Mammoth Mogul e contro chiunque minacciasse la vita degli innocenti come Maria. Ora Shadow sapeva esattamente cosa doveva diventare per fermare il male che attanagliava mobiani e umani.
Il riccio nero sorrise e scomparve in un fascio di luce verde.
 
Con le ultime energie, Shadow comparve nell’infermieria della centrale operativa della G.U.N. . Rouge era lì, esterrefatta dalla comparsa del suo compagno.
Rimettetemi in sesto, aveva detto ai dottori presenti.
C’è una guerra da combattere.
Dopo l’intervento, durato qualche ora, Rouge osservava il silenzioso riccio nero dall’altro lato della stanza d’ospedale. Stava già guarendo, o almeno così gli avevano detto i dottori. Shadow guardava di fornte a sé con sguardo deciso, come se stesse pensando alla sua prossima mossa.
- A che pensi? - chiese il pipistrello.
Il riccio non rispose. Era lì steso sul lettino, troppo impegnato ad architettare la sua rivincita contro le forze del male. Dopo qualche minuto in silenzio, Shadow proferì parola.
- Chiama Tower -
- Cosa? Perché? - chiese Rouge incuriosita.
- C’è un lavoro da fare e ho bisogno di lui. Digli di attivare Omega -
Rouge sgranò gli occhi per lo stupore. Come poteva Shadow pensare già alla loro prossima mossa in quelle condizioni?
- Cos’hai in mente, Shadz? -
- Un messaggio - rispose il riccio.
Shadow si girò verso l’amica, mostrando un malevolo sorrisetto.
 
Il giorno dopo l’irruzione di quello stupido riccio alla sua villa, Mammoth Mogul si godeva la festa in suo onore nel più lussuoso ristorante di Central City. Gli umani ridevano e chiacchieravano tra loro mentre il possente festeggiato osservava soddisfatto il mondo che aveva creato. Non c’era niente che non avesse conquistato con le sue sole forze e con il suo denaro. Giudici, polizziotti, avvocati.. tutti alle sue dipendenze. L’industria bellica, ormai di sua proprietà, era solo l’inizio. Il mondo delle droghe era il futuro. Era pronto ad inondare le strade del mondo con il toxin, una nuova e potente sostanza, a cominciare da Central City. Nel grande sala da ricevimento del ristorante, un’enorme fiamma artificiale era cirocandata dalla moltitudine di persone, gli invitati e i camerieri. Questi ultimi tutti mobiani, sotto richiesta del mammoth.
Ora che era diventato consigliere del sindaco, la strada per il suo nuovo impero era tutta in discesa.
La criminalità organizzata di quel nuovo mondo era ai suoi piedi, pronta ad eseguire ogni suo ordine. Nel suo elegnate completo nero, Mogul si ritrovò a pensare a quanto fossero patetici i tentativi della G.U.N. di fermarlo.
Era riuscito a sconfiggere Shadow the Hedgehog con un paio di pugni. Niente avrebbe ostacolato la sua corsa al potere.
D’un tratto però, le luci della grande sala si spensero. Rimase solo la grande fiamma al centro della stanza come illuminazione. Il mormorare della gente si fece sempre più insistente, più allarmato. Gli uomini della sicurezza irruppero nella sala con i loro fucili automatici, mentre Mogul si guardava attorno con nervosismo.
Le grandi finestre che comunicavano con il giardino esterno esplosero in una miriade di frammenti di vetro, mentre le persone urlarono per lo spavento. Una grossa macchina da guerra comparve di fronte ai loro occhi.
- Proiettili anti sommossa pronti all’uso - disse Omega puntando i fucili contro gli uomini della sicurezza.
In un attimo, il caos scoppiò nel ristorante. I proiettili di gomma colpirono chiunque provasse a fermare l’unità da combattimento più letale al mondo. Gli sgherri di Mogul caddero a terra uno dopo l’altro, tutti urlando per il dolore. Le urla degli invitati che scappavano di qua e di là erano musica per Omega.
Quando smise di sparare, la grande sala era stata totalmente distrutta dai suoi colpi. Non c’era più nessuno che potesse interferire. Fu solo a quel punto, sotto gli occhi pieni d’odio di Mogul, che Shadow comparve in mezzo alla sala.
Il riccio si avviciò a passo lento alla grande fiamma, per poi volgere lo sguardo attorno a sé. Uomini d’affari impauriti lo guardavano con grande terrore, mentre Mogul malediva tra sé e sé di non aver ucciso quel riccio lui stesso.
- Signori - cominciò solennemente Shadow - Vi siete divertiti a dispetto del mio mondo troppo a lungo. Avete divorato la sua vita per troppo tempo. Ora è il momento di dire basta -
Con un gesto, Shadow evocò una Chaos Spear nel palmo della sua mano sinistra.
- Da oggi in poi, nessuno di voi sarà più al sicuro - concluse il riccio nero.
Questo lanciò la saetta contro la grande fiamma, spegnendola.
Con il favore delle tenebre, Shadow e Omega scomparvero senza lasciare traccia.
La guerra era appena cominciata.
  
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