Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Animer_otaku    11/11/2020    2 recensioni
«Perché litigare…» La ragazza fece vagare lo sguardo sull’intero refettorio. Eren la guardava stupito, Jean con sospetto -e una vaga punta di disprezzo. «…quando possiamo ballare e cantare?!»
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren Jaeger, Sasha Braus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime Isayama; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. La canzone presente nel testo, che dà anche il titolo alla fanfiction, è “Ballo in fa diesis minore”, di Angelo Branduardi e Luisa Zappa.


La tensione cominciò a farsi davvero pesante. Il silenzio calò sul refettorio mentre lo sguardo di Eren si assottigliava e quello di Jean si faceva sempre più beffardo. Quella sera non sarebbe finito tutto con una rissa.
Mikasa era perfettamente immobile. Armin era congelato nella sua espressione di pochi istanti prima e non riusciva nemmeno a parlare per tentare di trattenere l’amico. Reiner osservava Eren come per valutare la sua reazione. Seduta al fianco di Annie, Mina deglutì e tentò di guardare da un’altra parte. E poi…
«Fermi tutti!» Eren e Jean sussultarono più di tutti. Una gonna marrone volteggiò per la stanza mentre Sasha, accesa in volto, con un agile salto si issava sul tavolo e allargava le braccia. «Perché litigare…» La ragazza fece vagare lo sguardo sull’intero refettorio. Eren la guardava stupito, Jean con sospetto -e una vaga punta di disprezzo. «…quando possiamo ballare e cantare?!»
Senza attendere risposta, Sasha si afferrò la gonna con le mani, chiuse gli occhi e intonò una canzone mentre la ragazza prendeva a danzare con agilità. Il tavolo sobbalzò sotto ai colpi delle sue scarpe e la sua voce venne catturata da ciascuno dei suoi compagni.

Sono io la morte, e porto corona
Io son di tutti voi signora e padrona


I volti perplessi dei ragazzi si sciolsero in sorrisi accesi. Il litigio venne dimenticato. Corsero parole di versi che pian piano si fecero sempre più fortii e convinti. Le mani si alzarono al cielo ed iniziarono a tenere il ritmo della canzone. Il Ballo in fa diesis minore era celebre all’interno delle mura. Era una delle ballate che più venivano suonate alle feste di distretto e di paese.
Molti si alzarono in piedi e presero a ballare e cantare come Sasha. Eren e Jean si scambiarono un ultimo sguardo attonito prima che Eren venisse catturato dalla presa di Connie, Jean da quella di Reiner che aveva cominciato a cantare a gran voce. Entrambi i contendenti finirono per perdersi di vista nella calca di cantanti e ballerini. Sasha sorrise e continuò, mentre ballava e fingeva di rivolgere un immaginario inchino alla Morte.

E davanti alla mia falce, capo tu dovrai chinare
E dell’oscura morte al passo andare


Stavano cantando della morte proprio loro, che stavano addestrandosi per diventare soldati che avrebbero giurato di dare la vita per l’umanità. Loro, di cui alcuni -forse- sarebbero entrati nel Corpo di Ricerca. Ma in quel momento non importò a nessuno. La ballata era semplicemente troppo bella. Nessuno all’interno delle mura sapeva resistere al suo ritmo, alla sua ironia, al desiderio di ballo e canto quando la si sentiva.

Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suoniamo
Posa la falce e danza tondo a tondo
Giro di una danza e poi un altro ancora…
E tu del tempo non sei più signora!


A quel punto erano tutti su di giri. Sulle panche non era rimasto seduto più nessuno. Con taciti accordi i cadetti si divisero in più cori e cantarono secondo le varie sfumature della ballata. Altri presero ad imitare il ritmo di sottofondo con la propria voce. Ballerini si lanciarono nei tipici passi su cui la canzone veniva danzata. Per il refettorio volò persino qualche piatto mentre Sasha dimenticava il motivo di fondo per cui aveva cominciato a cantare, pensava di non essersi mai divertita tanto e guidava i suoi compagni, e tutti pensavano che mai avesse avuto idea più bella.


Trascinato via da Connie, Eren si guardò intorno alla frenetica ricerca di Mikasa ed Armin senza riuscire a trovarli. I volti, le facce e le espressioni si confondevano le une con le altre. Dove prima si trovava un cadetto l’attimo dopo ce n’era un altro. Il ballo si stava facendo frenetico. C’era troppa gente ammassata.
Connie l’aveva lasciato andare e ormai era partito -era salito sullo stesso tavolo di Sasha e aveva cominciato a ballare con lei mentre entrambi per metà ridevano e per metà cantavano: stordito, con la sensazione di non trovarsi nemmeno lì, Eren tentò di farsi largo tra i compagni cadetti. Non ci stava capendo più nulla. Voleva cercare Armin e Mikasa, ma non gli sembrava così necessario. Voleva andarsene, ma anche restare e lasciarsi trascinare dall’atmosfera poteva essere un’alternativa. Quando per sbaglio gli arrivò una gomitata nelle costole nemmeno se ne rese conto. Ad un certo punto, ebbe la sensazione di intravedere Jean che gli gridava qualcosa a qualche metro da lui; in ogni caso non si fermò né si voltò. Non ci stava capendo più nulla.
Qualche secondo dopo l’aria che sentiva sulla pelle era cambiata. Chiedendosi come diamine avesse fatto, Eren alzò lo sguardo e incrociò un cielo scuro. C’era silenzio. Alle sue spalle, qualche passo più indietro, il refettorio esplodeva della musica e del canto dei suoi compagni. Era uscito.
Boccheggiò e si massaggiò la tempia destra mentre iniziava a riprendersi dallo stordimento e i pensieri tornavano a farsi più chiari. Jean che lo provocava come suo solito… il litigio sul punto di degenerare… Sasha che iniziava a cantare... E poi… Eren aprì la bocca, ma non ne uscì alcun suono. “E poi, il Ballo in fa diesis minore.” All’improvviso aveva realizzato ogni cosa.
«E così sono crudele, così forte sono e dura, che non mi fermeranno le tue mura» citò Eren in un soffio, ricordando la ballata. Ironico.
Il ragazzo si lasciò cadere nell’erba. Improvvisamente si sentiva le gambe troppo deboli per sorreggerlo.
Jean aveva ragione. Avevano tutti ragione.
La morte sarebbe arrivata per tutti. Lui non avrebbe potuto fare nulla; né per lui né per l’umanità che già aveva giurato di proteggere distruggendo tutti i giganti. Prima o poi sarebbe morto in spedizione. Probabilmente durante la sua prima missione. Il suo sacrificio non sarebbe servito a nulla, era quella la realtà. Succedeva sempre così. Non era vero che negli ultimi anni avevano raccolto nuove informazioni sui giganti. Semplicemente avevano perso nuove vite umane.
Avesse avuto la straordinaria forza di Mikasa o Annie, o l’abilità strategica di Armin… Certo, forse allora sarebbe stato diverso. Ma non le aveva. Lui era Eren Jaeger, lo stereotipo che nessun distretto o villaggio poteva farsi mancare: l’incapace, megalomane, tipico pazzo suicida che giurava di tornare vivo dalle missioni oltre le mura e che poi, alla prima missione, veniva riportato ai suoi genitori come cadavere -o peggio.
Alla fine lo aveva capito.
Alle sue spalle la festa e la musica ovattata continuavano. Eren si prese la testa tra le mani e lì rimase.


La porta del refettorio si aprì e si richiuse con un tonfo sordo. Due guance arrossate e un sorriso acceso illuminavano un volto attorniato dai capelli castani.
Lo individuò subito. «Eren!» Sasha si affrettò verso il compagno e si sedette al suo fianco, tentando di rifarsi la coda che si era mezza sciolta durante la canzone. Sorrideva come non aveva mai fatto in vita sua. «Scusa la canzone, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Non potevo lasciare che tu e Jean vi picchiaste un’altra volta!» Sasha gli fece l’occhiolino, allegra. «Che dici, almeno? Carina, vero?»
Le rispose soltanto il silenzio. Sasha dimenticò la coda e perse l’aria spensierata quando l’amico nemmeno si voltò verso di lei e continuò a fissare il vuoto. «Eren…?»
“Ti ringrazio, Sasha. Perché sei stata la prima che mi ha davvero fatto capire le cose come stanno.”
 
 

ANGOLO AUTRICE:
Prima fanfiction nel fandom de L’attacco dei giganti! ^w^ Eren non rientra tra i miei personaggi preferiti (anzi diciamo che mi sta abbastanza antipatico ^^’’), ma quando ho ascoltato questa canzone di Branduardi (che vi consiglio vivamente di ascoltare :3) non ho potuto fare a meno di associarla a questo personaggio. Senza contare che L’attacco dei giganti è uno dei miei anime preferiti, non potevo non scriverci qualcosa! (per vostra sfortuna, ehehe >:)) E poi a Eren ho affiancato Sasha, che personalmente adoro, quindi mi ritengo a posto. :)
Detto questo ringrazio chi mi ha aiutato a revisionare questa fanfiction (all’inizio non mi convinceva per niente) e chiunque si sia preso la briga di leggerla!! :) Un abbraccio e alla prossima ;),

Animer
   
 
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