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Autore: Volerofinoatoccareilcielo    12/11/2020    0 recensioni
[…] Tratto dal capitolo 1
-Conviene che ci presentiamo, io sono Amy Dalila Velasco, figlia di Eris dea della discordia e del caos- disse con aria fiera la ragazza. Percy guardò Annabeth, non capiva perché avesse fatto una domanda del genere. Se non fossero semidei allora perché erano stati inseguiti da dei mostri.
Ma allora per quale motivo il ragazzo non poteva entrare?
La risposta arrivò pochi attimi dopo quando il ragazzo si presentò, scioccando e spaventando tutti i presenti
-Io, invece, sono Andreas Arias Santiago, figlio di Crono, Titano del tempo-
[…]
La speranza è sempre l'ultima a morire, soprattutto la speranza dei mostri quando si deve prendere a calci Percy nel suo bel sederino. Quando tutti pensavano che finalmente potevano avere un minimo di respiro ecco che spunta un nuovo nemico...Questa volta riuscirà a mettere in ginocchio Percy Jackson e i suoi amici? Chi sono questi due nuovi personaggi che arrivano al campo? Passato e futuro si incontreranno e chi vincerà lo scontro? Beh, leggete e saprete. Buona lettura a chiunque voglia aprire la mia storia.
Baciusss
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Nuovo personaggio, Piper McLean, Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jo torreggiava sopra Reyna con un sorriso sornione stampato in faccia. Aveva appena rotto una gamba ad Annabeth Chase, che adesso era svenuta dietro di lei, e stava per uccidere la prima semidea romana nella sua vita. Si chiamava Reyna, da quello che aveva capito, e da come era vestita Jo intuì che aveva anche un ruolo importante nel campo romano. Il prossimo della lista.

 

Reyna ringhiò e cercò di schivare un altro potente fendente di Jo, ma la spada della ragazza era troppo veloce e le procurò un taglio profondo sulla spalla, a causa del movimento improvviso e del dolore, le gambe di Reyna cedettero e cadde per terra. In lontananza sentiva le urla dei semidei che combattevano disperati i mostri, appena ne uccidevi uno ne spuntavano due e così via, riducendo allo stremo delle forze i poveri ragazzi che adesso non cercavano più di proteggere il campo, ma cercavano solo di riuscire ad uscire vivi da quella battaglia di cui ancora non si riusciva a vedere la fine. Jo caricò l'ennesimo fendente con tutta la forza che aveva, ma Reyna, trovando quel briciolo di energie che le era rimasto, frappose la sua spada riuscendo a bloccare quella della sua avversaria. Così facendo però si ritrovò a dover reggere tutto il peso della ragazza e la forza del colpo che la stava costringendo a inginocchiarsi perché le sue gambe non riuscivano più a mantenerla in piedi, schiacciate da quella ragazza che era più mostro che umana. Stettero in quella posizione per un tempo che a Reyna sembrò infinito, si dice che il tempo passi più lentamente quando stai soffrendo e Reyna capì in pieno che cosa significasse quella frase. Il dolore allucinante alla spalla, la vista sfocata che riusciva a mettere a fuoco solo gli occhi glaciali del suo avversario, le gambe doloranti che non riuscivano a reggere il suo peso, il sentire tutto ovattato perché hai sbattuto la testa e il sapore metallico del sangue in bocca. Per un breve istante pensò di arrendersi, di lasciarsi uccidere da quella ragazza, pensò che ormai non aveva più senso continuare quella battaglia e che poteva sentirsi bene se moriva cercando di proteggere i suoi amici. Ma fu solo per un istante. Lei era Reyna Ramìrez-Arellano, figlia di Bellona e pretore di Roma, era sopravvissuta a 2 guerre e aveva completato missioni impossibili, non poteva arrendersi, non poteva arrendersi di fronte a niente e a nessuno ben che meno quella stronza che continuava a sorridere mentre cercava di ucciderla

 

-Sei troppo debole romana, non hai possibilità contro di me- disse Jo aumentando sempre di più la forza e cercando di far cedere Reyna

 

-Mai- rantolò Reyna, lei non era debole e non si era mai arresa quando tutti credevano che lo avrebbe fatto, non poteva certo arrendersi, non in quel momento, non adesso. Ma anche se il suo cervello e il suo cuore dicevano di non arrendersi, il suo corpo era davvero stanco e mal ridotto, la sua gamba destra cedette e il ginocchio colpì la terra, un dolore partì dalla rotula poggiata terra e il bruciore per il sangue alle spalle le fece lacrimare ancora di più gli occhi.

 

Con un movimento fluido Jo disarmò la romana e mandò la spada lontana vicino ai piedi di Annabeth, che ancora non si riprendeva, con un calcio in pancia fece cadere del tutto Reyna che adesso la fissava con espressione terrorizzata. Eccola, l'espressione che adorava, l'espressione di pure terrore che mostravano i suoi nemici mentre la guardavano togliergli la vita, e quella volta fu molto più bello perché stava vedendo lentamente gli occhi della tigre spengersi ed essere sostituiti dagli occhi del puro terrore.

 

-Odio davvero i romani- disse Jo guardando negli occhi Reyna e cambiando l'espressione divertita a una più dura e crudele. Reyna spalancò di più gli occhi e si diede della stupida perché, prima di morire, pensò ad Andreas e al loro primo incontro, pensò che quella frase gliel'aveva già detta il ragazzo prima di baciarla su quel letto nell'infermeria.

 

Jo alzò lentamente la spada e sorrise ancora di più mentre l'abbassava velocemente in direzione del collo della ragazza dove le aveva inferto già un taglio abbastanza profondo. Reyna chiuse gli occhi e si aspettò di riaprirli nei campi elisi, ma continuò a vedere buio e sentì il rumore del ferro di due spade che cozzavano.

 

Aprì gli occhi e vide, a pochi centimetri dalla sua faccia, una lama che tremando cercava di fermare quella ragazza che adesso aveva un'espressione sorpresa e rabbiosa sul volto. Si girò di scatto verso chi impugnava la spada e incrociò gli occhi verdi di Andreas, subito la ragazza perse un battito e quasi tirò un sospiro di sollievo capendo che era arrivato lì solo per salvarla. Ma notò che il ragazzo, per la prima volta di fronte a lei, stava utilizzando un'espressione rabbiosa e nostalgica. Facendo forza con le gambe e con le braccia fece scattare le spade verso l'altro e tirò un calcio nella pancia di Jo che ormai era scoperta e con le braccia alzate. La ragazza, a causa della forza del calcio, si sbilanciò indietro e si allontanò definitivamente da Reyna, si risollevò e sul volto di Jo tornò il solito sorriso sordonico e scoppiò in una risata che fece venire i brividi alla figlia di Bellona

 

-Andy, finalmente hai fatto vedere il tuo bel visino. Sei venuto a farti prendere a calci in culo di nuovo- disse Jo sorridendo alla vista del ragazzo. Del suo ragazzo. I suoi occhi si illuminarono a vedere l'espressione di Andreas che la guardava con un misto di rabbia e nostalgia, ma Jo vi lesse dentro e vide che dietro quella maschera da guerriero c'era quella cosa che l'aveva fatta innamorare perdutamente. 

 

Si tirò su e guardò Andreas, facendo incrociare i loro sguardi e facendo legare i loro animi come succedeva quando ancora stavano insieme, quando ancora potevano amarsi liberamente. 

 

Anche Andreas si rialzò e con un movimento della mano trasformò la sua spada in una falce. Era pronto a combattere, si mise in posizione di attacco e aspettò che anche Jo si posizionasse. Con un movimento fluido anche la ragazza si mise in posizione di attacco e senza aspettare oltre attaccò. 

 

Entrambi respirarono all'unisono e con lo stesso ritmo, anche se Jo attaccava e Andreas difendeva, i loro respiri erano in sincronia. Inspiravano ed espiravano insieme, allo stesso ritmo e lo facevano senza rendersene conto, lo facevano come se fosse naturale, avere lo stesso ritmo respiratorio.

 

Andreas allargò le gambe per avere più stabilità mentre Jo abbassava la sua spada in direzione della testa del ragazzo. La lama della spada e il bastone della falce cozzarono creando un suono stridulo e ferroso.

 

Jo sorrise a cercò di aumentare la forza per far perdere l'equilibrio ad Andreas, ma il figlio di Crono lo aveva previsto e con un movimento della falce la cercò di colpire con la lama, ma lei lo schivò e Andreas riuscì ad allontanare Jo. La ragazza si toccò il collo e notò che Andreas era riuscito a ferirla e adesso dove la lama l'aveva graffiata aveva un taglio superficiale da dove scendeva un rivolo di sangue.

 

Finché la ragazza stava lontana aveva più possibilità di vincere in quanto la sua arma era molto più lunga, ma mai dire mai, infatti Jo scattò in avanti e quando Andreas tentò di colpirla lei si abbassò e l'arma del ragazzo falciò l'aria e portò via solo un  po' le punte dei capelli della ragazza. Jo dopo aver superato la lama si rialzò e tentò un affondo, Andreas riuscì a schivarlo per un pelo, ma comunque la spada di lei riuscì a ferirgli superficialmente il fianco. Il figlio di Crono strinse i denti e la colpì con il bastone della lama sulla schiena facendole perdere l'equilibrio, ma al posto che tentare di colpirla con la lama decise di allontanarsi per riprendere fiato e vedere in che condizioni fosse la ragazza. Jo non era caduta per terra, ma la spinta che le aveva dato con il bastone della sua falce le aveva fatto male alla schiena e adesso stava un po' curvata in avanti, il taglio sul collo, anche se non era profondo, continuava a sanguinare e le aveva sporcato la maglietta. Entrambi i ragazzi avevano il fiatone, ma la ragazza era un po' più stanca del ragazzo, anche se non le avevano fatto granché comunque Annabeth e Reyna erano riuscite a stancarla.

 

Stava vincendo e di questo era felice, finalmente avrebbe messo fine a quella stupida guerra ancor prima che iniziasse. Ma allora perché il suo cuore faceva male, perché al suo cuore faceva male il pensiero che stesse per uccidere la sua ormai ex ragazza. Lei aveva deciso di tradirlo, lei lo aveva abbandonato per unirsi ai suoi nemici, lei lo aveva lasciato e gli aveva spezzato il cuore eppure lui lo sapeva che non avrebbe mai potuto ucciderla. Per questo si era portato dietro Amy, almeno sperava che lei la uccidesse prima di lui, riuscendo così a mettere in pace l'animo del ragazzo. Ma così non fu, "il destino fa schifo ricordatelo sempre, ma non è detto che non può essere riscritto" gli ripeteva sempre suo nonno quando stava ancora a Cuba, e aveva proprio ragione: il destino è bastardo, e prima o poi frega chiunque. 

 

Andreas ringhiò di rabbia e chiuse gli occhi. L'avrebbe uccisa lui, era deciso da qualcosa di più grande di loro, e il figlio di Crono non si sarebbe mai tirato indietro. Mai. Non importava se amasse ancora la ragazza, se così facendo si sarebbe sentito in colpa per il resto della sua vita, Jo quel giorno doveva pagare per la distruzione e la morte che aveva portato e stava portando, doveva mettere fine a tutto questo e lo avrebbe fatto ponendo fine alla vita di Jo. Aprì gli occhi e indurì lo sguardo ancora di più, Jo aveva abbassato la guardia, avrebbe messo fine a quel combattimento adesso. La fissò con espressione truce e Jo rabbrividì sotto quegli occhi mentre il suo cuore perdeva un battito prima di iniziare a correre più velocemente. Eccola la cosa più bella che aveva Andreas, l'espressione più bella contro cui nessun uomo poteva competere, l'espressione che l'aveva fatta innamorare. Stavano a meno di 10 metri di distanza, Jo era stanca morta e aveva capito che Andreas stava per attaccare, lo avrebbe schivato, poteva farcela il ragazzo era lontano e il tempo che faceva quei passi, lei sarebbe riuscita a spostarsi di lato. Il tempo però di battere le ciglia che si ritrovò Andreas a pochi centimetri dal suo corpo. Ancora il trucchetto del fermare il tempo, quel ragazzo era proprio antico. E anche se sapeva che il ragazzo utilizzava quel trucchetto la ragazza non fece in tempo a spostare il corpo, ma riuscì comunque a parare il colpo della falce con la sua spada. La lama di ferro della spada colpì il manico della falce bloccando la lama ricurva di quest'ultima a pochi millimetri dalla testa della ragazza, restarono in quella posizione per alcuni secondi, fino a che Jo non aumentò la presa sul manico della sua spada e mettendo un po' più di forza riuscì ad allontanare la falce dalla sua testa. Ma il movimento improvviso e la stanchezza di Andreas fecero perdere la presa sulla falce che ormai era troppo pesante anche per il ragazzo che sbilanciato indietro lasciò andare la falce che di sicuro l'avrebbe fatto cadere se continuava a tenere la presa sul manico. Nello sbilanciarsi però Andreas colpì la mano della ragazza, che teneva la spada, con un calcio e le fece perdere anche a lei la presa sull'arma che finì lontano dai due ragazzi. Sia Jo che Andreas erano entrambi disarmati. Ma il figlio di Crono aveva un asso della manica che tirò fuori mentre cambiava espressione, mentre si toglieva la sua maschera e mostrava il vero volto di Andreas Arias Santiago.

 

Reyna vide che entrambi i ragazzi erano disarmati, ma che quella situazione di stallo si stava per interrompere con una vittoria di Andreas quando il ragazzo cambiando espressione estrasse un pugnale che si andò a piantare nella pancia di Jo. L'espressione nuova fece rabbrividire Reyna, ma la romana non ci fece molto caso: con quella pugnalata avevano vinto e quella battaglia si era conclusa. Andreas aveva mantenuto la promessa di uccidere la regina e tutto sarebbe finito lì in quello spiazzo poco distante dal campo.

 

Ma non fu così. Prima regola di un semidio, non cantare vittoria fino a che non vedi il tuo nemico morto, e Jo era ancora in piedi. Anche se il sangue colava sulla mano di Andreas che non aveva ancora tolto la presa dal manico del pugnale che stava ancora nella pancia di Jo, la ragazza continuava a sorridere e per poco non scoppiò a ridere. Con un calcio allontanò Andreas che cadde all'indietro vicino Reyna, ancora con quell'espressione in viso, ma che piano piano stava venendo sostituita da quella di paura.

 

-Sai io e te abbiamo sempre avuto una cosa in comune. Una cosa che legava i nostri animi anche se eravamo così diversi. La cosa che pochi uomini hanno, quella cosa che mi ha fatto innamorare di te...- iniziò a dire Jo mentre si guardava il coltello infilato in pancia

 

-...e vuoi sapere che cosa è? ...- continuò la ragazza estraendo il coltello dal suo corpo. Si fermò per pochi secondi il tempo di ascoltare una persona che le stava parlando telepaticamente, subito dopo un portale fatto di una nuvola nera bluastra si aprì alle spalle di Jo. Ma la ragazza decise di concludere prima di attraversarlo e scomparire definitivamente

 

-...la malvagità. Tu Andreas sei davvero malvagio e si è visto dalla tua espressione quando mi hai infilzata con questo coltello- disse la ragazza tirando il coltello vicino alla testa di Andreas che gli fece un taglio sull'orecchio prima di piantarsi sul terreno dietro di lui. La ragazza scomparve nell'esatto momento in cui la lama si piantò.

 

L'unica cosa che riusciva a pensare Andreas era che la ragazza era immortale.

   
 
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