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Autore: freya magic    12/11/2020    2 recensioni
Nel diciottesimo secolo, prima della Guerra Santa, una ragazza viene catapultata nel futuro, in avanti nel tempo, per compiere il suo destino.
Death Mask sta rientrando da una missione quando si imbatte in lei.
Ma chi è la ragazza di preciso? Che cosa ha a che fare, lei, con il futuro ed i futuri cavalieri d’oro? E soprattutto, che genere di destino le è stato predetto il giorno della sua nascita?
Volete sapere come andrà a finire? Allora entrate a leggere 😉
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cancer DeathMask, Cancer Sage, Gold Saints, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1:

La scelta dell’armatura”

- parte 2 -



Ker



I duelli iniziarono con la contesa per l’armatura della vergine.

Due tizi che non avevo mai visto in vita mia iniziarono a prendere posizioni all’interno dell’arena. Si salutarono in gesto di sportività e, dopo appena pochi istanti, iniziarono a combattere.

Ero un fascio di nervi.

Forse non avevo preso la miglior decisione della mia vita, ma non sapevo se pensavo ciò per via della paura o perché ne ero realmente convinta. Purtroppo avevo il brutto vizio di agire d’istinto, di fare le cose cavalcando l’impeto del momento, e spesso, ahimè, ne pagavo le conseguenze. Dovevo imparare ad essere più razionale, a non farmi trascinare dalle mie emozioni… Death Mask me lo diceva spesso. Ed io quasi mai lo ascoltavo. Ed ecco le conseguenze: da sola, in mezzo a degli esaltati di tutto il mondo, pronta a farmela quasi sotto dalla paura.

Perfetto. Bravissima Ker, me ne compiaccio.

Riuscivo quasi a sentire la voce ironica di Death Mask che mi riprendeva ogni qual volta facevo una cazzata. Cioè quasi sempre, a detta sua, anche se… in effetti, quasi quasi ora mi pentivo della mia scelta di poco fa, di voler partecipare al torneo.

Alzai lo sguardo verso gli spalti del Colosseo per poter incrociare lo sguardo del mio maestro. Vidi il Grande Sacerdote, Sion, con lo sguardo concentrato, impegnato ad osservare ogni singola mossa dei ragazzi che si stavano ammazzando fra di loro al centro; vidi alcuni vecchi cavalieri chiacchierare fra loro molto pacatamente e quasi scherzosamente; e poi lo vidi. Lui. Nero in volto come se l’avessero appena picchiato.

Distolsi immediatamente lo sguardo da Death Mask. Era chiaro come il sole che avessi fatto una cazzata. Il problema ora era: come diavolo ne uscivo da questo errore?

I duelli continuarono a svolgersi senza sosta, uno dietro l’altro. Per fortuna, stavolta, tutte le armature riconobbero i loro nuovi possessori, senza creare nuovi intoppi anche al Grande Sacerdote stesso. Una ad una tutte le armature d’oro furono prese dai miei “colleghi di avventura”. Una ad una, finché non rimase solo lei: l’armatura d’oro del cancro.

Mi venne quasi un collasso quando anche l’ultimo incontro giunse al termine con la ben riuscita della scelta dell’armatura.

Che cos’hai Ker? Sei pallidissima in volto”

Temo di non sentirmi bene, Leo”

Ed era vero, stavo davvero per sentirmi male.

Andrà tutto bene, stai tranquilla”

Mugugnai come risposta, facendo intendere che mi sentivo tutt’altro che serena, e quando il Grande Sacerdote fece il mio nome, chiedendomi di raggiungere il centro dell’arena, mi mossi con estrema fatica.

Alla fine arrivai e mi soffermai nel punto prescelto, come da sua richiesta, ma non feci in tempo a rilassarmi che il nome del mio avversario mi fece gelare il sangue nelle vene.

Altair, figlio di Ioria del leone e Marin dell’aquila, prendi posto accanto a Ker, di grazia”

Sì, Sommo”

Mi voltai di scatto non appena realizzai che il mio avversario fosse effettivamente lui. Accidenti. Dannazione! Potevo essere più sfigata nella mia vita?

Lo guardai negli occhi e gli domandai, prima di iniziare:

Da quando sei del segno del cancro?”

Lui mi squadrò dall’alto in basso prima di rispondere, freddamente:

Dal giorno della mia nascita”

Ma va? Gente, abbiamo un futuro comico fra noi.

Assottigliai lo sguardo in segno di sdegno e mi girai dall’altra parte, offesa ed adirata.

Tipico di Altair dare certe risposte. Non dovevo neanche meravigliarmene più di tanto visto che era uno di quelli che mai si era degnato di rivolgermi la parola perché troppo “strana” per i suoi standard. Che poi lui fosse un invasato dei cavalieri, specie quelli d’oro come suo padre, quello era tutta un’altra cosa. Per gente del genere o la pensavi come lui oppure non eri degno neanche di respirare la sua stessa aria, neanche di essere notato, figuriamoci se potevi essergli amico. Anche se, oltre a Leo, non è che io avessi avuto modo di stringere amicizie al Grande Tempio dal mio arrivo. Ero sempre troppo strana per la gente, troppo riservata rispetto agli altri bambini… troppo… tutto. E nessuno aveva mai voluto neanche darmi una chance per dimostrare quanto fossi, in realtà, una ragazza - ed un’amica – leale.

Se ci ripensavo, non facevo che intristirmi e basta.

Ker, focalizzati sulla battaglia”

La voce di Leo mi riportò alla realtà. Aveva ragione. Il Sommo Sacerdote stava rileggendo il regolamento prima della battaglia, per assicurarsi che fosse un combattimento onesto e leale. Anche se, da come la vedevo io, non c’era nulla di onesto nel combattere contro un ragazzo che aveva ricevuto un addestramento da cavaliere fin dalla nascita. Alla fine erano solo 10 anni che mi allenavo. Uno sputo a confronto.

Quindi quel regolamento era quel che si dice tutto fumo e niente arrosto.

Che gli sfidanti prendano posizione, prego”

Mi voltai verso Altair con la stessa flemma con cui lui si voltò verso di me.

Che arrogante.

Il Grande Sacerdote iniziò il conto alla rovescia, prendemmo posizione e nel giro di poco iniziammo a duellare.



Death Mask



Ero in ansia. Come mai lo ero stato nella mia vita.

Per ora ancora non era successo nulla di grave, dovetti ammetterlo, ma vedere Ker che prendeva colpi da quella miniatura di Ioria, proprio non riuscivo a digerirlo. Certo, non è che le prendesse solo, le dava anche, ma ero comunque in ansia. E poi: da quando in qua Ioria aveva sfornato un figlio del cancro? Io ero ancora perplesso pure su questo punto.

Death Mask, rilassati”

Quando si parla del diavolo… Ioria fece la sua comparse accanto a me e mi cinse il collo con un braccio, amichevolmente. Anche se io, personalmente, non ci vedevo nulla di amichevole in tutto ciò, ma vabbé, dettagli.

Sono rilassato” risposi, non levando mai gli occhi dalla mia piccola peste e continuando a seguire lo scontro, colpo dopo colpo.

Piuttosto mi domandavo…” iniziai, invece “Da quando tuo figlio è del segno del cancro?”

Beh, da quando è nato, mi sembra evidente”

Alzai gli occhi al cielo, tralasciando lo squallore della sua battuta da quattro soldi, e ritornai al punto principale:

Credevo avessi due figli, entrambi nati sotto il segno del leone”

In effetti… il giorno in cui è nato Altair poteva trarre in inganno, essendo l’ultimo giorno del cancro, ma, ahimè, dopo aver consultato anche le carte astronomiche devo confermare che è nato, effettivamente, sotto il segno del cancro, e non del leone”

Maledizione. Ed io come cazzo facevo a non saperlo?!

Ah, ora comprendo” mi limitai ad affermare. Poi continuai a seguire l’incontro, concentrato, ma Ioria non ne volle sapere del mio silenzio e mi domandò:

Invece, ora ho io una domanda da chiederti”

Alzai un sopracciglio, perplesso. Ora cosa aveva che non gli tornava?

E cioè?”

Il volto di Ioria si fece più serio, più tetro. Abbassò la voce e continuò:

Hai mai fatto caso a quanto il cosmo di Ker sia…”

Potente?” cercai di scherzai.

Oscuro” senza riuscire nel mio tentativo.

Se ne era accorto. Dannazione! Ed assieme a lui chissà quanti altri se ne erano resi conto ne corso degli anni.

Ker pensava che il motivo per cui non fosse ben vista al Grande Tempio fosse perché riusciva a vedere i fuochi fatui e parlava con le anime dei defunti, io sapevo invece quale fosse la realtà: la gente aveva paura. Paura di lei e del cosmo oscuro che, senza neanche farci troppo caso, emanava anche solo respirando. Era così da quando l’avevo trovata, dieci anni prima, in quel vicolo all’ingresso del Grande Tempio. Ed era così anche oggi. Era rimasto tale anche negli anni, ed anzi, più andava avanti col tempo e più questo emanava una coltre oscura, buia, che difficilmente si riusciva a celare. Ovviamente glie ne avevo parlato, ma lei era convinta che il suo misero cosmo – così lo definiva lei – c’entrasse poco e che la gente non la volesse perché la reputassero strana.

Purtroppo la realtà era ben diversa da quella che una ventenne riusciva a scorgere con i suoi occhi.

Sentii un cosmo enorme sprigionarsi nell’aria e mi focalizzai di più sull’incontro, lasciando perdere Ioria e le sue congetture.

Altair iniziò ad espandere il suo cosmo fino al limite estremo, schizzò alla velocità della luce in direzione di Ker e, con un colpo fulmineo, la scaraventò all’indietro, verso il muro alle sue spalle.

Deglutii, perplesso per quello che era appena accaduto. Ma sopratutto, per quello che sarebbe potuto accadere da un momento all’altro. Quando Ker perdeva il controllo… beh… era incontrollabile, e speravo davvero che questa volta si desse un contegno.

La mia piccola peste emerse dalle macerie da lei prodotte e si avventò su di lui ad una velocità impressionante.

Niente, aveva perso le staffe, come sue solito.

Iniziarono a scannarsi a suon di colpi prodotti a velocità impressionanti, per essere due allievi privi di armatura, e si atterrarono e si rialzarono più e più volte. Fino a che non accadde quello che temevo. Fino a che Ker non perse completamente il controllo.



Ker



Stavo perdendo. Me lo sentivo.

Eppure io, non volevo affatto perdere. Non volevo affatto risultare sconfitta per mano di Altair, il figlio di Ioria. No, non volevo. Per questo mi rialzai dal terreno, pronta a combattere ancora.

Ero dolorante ed avevo iniziato a sanguinare dalla testa; la vista era leggermente offuscata e faticavo a respirare, probabilmente per via di alcune costole incrinate.

Combattere contro di te è solo un’offesa per me, arrenditi, così questa tortura finirà!” esordì il mio avversario, con disprezzo.

Mai!” sputai io con tutto il mio fiato in corpo. Non ero tipa che si arrendeva facilmente, figuriamoci con uno sbruffone ed esaltato quale era lui. (L’ho già detto quanto Altair mi stesse sulle palle, vero?)

Allora perisci sotto i miei colpi, donna!”

Caricò il suo colpo nella mia direzione. Un pugno mi fece piegare in due ed una presa da karate mi fece atterrare al suolo sulla schiena, facendola inarcare. Lui si sporse sopra di me, per osservarmi con disprezzo, dopodiché caricò un altro colpo ed affermò:

E’ finita, Ker”

Girai la testa di lato aspettando il colpo da un momento all’altro, ma questo non arrivò mai.







Fluttuavo immersa nell’oscurità. Accanto a me decine e decine di fuochi fatui volteggiavano, sparsi qua e là, illuminando di poco lo spazio presso cui mi trovavo.

Atterrai lentamente sul suolo e sempre lentamente mi tirai su col busto, per osservare dove mi trovassi.

Di fronte a me si ergeva una distesa di fuochi fatui, un sentiero tortuoso in mezzo al terreno, ed ai lati di esso si ergevano delle gabbie, altezza umana, con altri fuochi fatui al suo interno.

Il resto era completamente buio.

Ma… dove sono?”

Una lieve brezza accarezzò i miei capelli argentei, liberandoli dalla stretta dei nastri e facendoli librare al vento.

Mi voltai a 360 gradi per cercare di capire come ci fossi arrivata in quel luogo e quando mi ricordai di aver fluttuato nell’aria poco prima, alzai lo sguardo sopra di me, notando la forma della struttura presso cui mi trovavo. Dovevo essere caduta in una specie di conca, una conca buia, desolata e completamente avvolta nelle tenebre.

Come ci ero finita là dentro? Come avevo fatto ad entrare in un luogo simile?

Ricordavo la battaglia e poi… un colpo che non era mai arrivato, ma non ricordavo di essere caduta o di essere sprofondata nel terreno.

Doveva essere successo qualcosa, ma cosa?

Un bagliore dorato catturò tutta la mia attenzione. Strizzai gli occhi a causa della troppa luce, alzai lo sguardo e mi ritrovai con l’armatura del cancro che fluttuava proprio sopra la mia testa. D’istinto allungai la mano destra, mi alzai sulle punte dei piedi e con le dita la toccai quel poco che bastava per far sì che essa illuminasse tutta la sala e diffondesse la sua luce ovunque. Fui inondata dal suo bagliore anche io e quando riaprii gli occhi mi ritrovai di nuovo nell’arena.

Le urla degli spettatori avevano lasciato il posto ad un vuoto imbarazzante. Il silenzio regnava sovrano ed anche il vento pareva essersi ammutolito per chissà quale motivo. Mi voltai di colpo, alla ricerca del mio avversario, e quando le mie iridi incontrarono le sue color mare, quasi il mio cuore perse un battito.

Altair mi guardava, senza parole, grondante di sangue, in ginocchio, tenendosi le costole sinistre con il braccio destro e con lo sguardo corrucciato. Solo una frase riusciva a pronunciare mentre mi guardava:

Non è possibile”

Mi resi conto che effettivamente guardava me, ma non incrociava più il mio sguardo, bensì le vesti che indossavo in quel momento. A quel punto mi costrinsi a guardarle anche io e rimasi… senza parole.

La voce del Grande Sacerdote si levò fra gli spalti, arrivando forte e chiara a tutti i presenti.

L’incontro è così concluso. L’armatura ha deciso: salutate Ker, il nuovo cavaliere del cancro!”

Stavolta collassai per davvero e nel giro di poco tempo tutto fu di nuovo buio.





Angolo Autrice:

Buonasera a tutti! ^^ chiedo scusa per il ritardo, visto che avrei dovuto aggiornare ieri, ma ultimamente il lavoro non ne vuole proprio sapere di mollarmi, per questo ho potuto aggiornare solo adesso... spero che il capitolo vi sia piaciuto :) così come spero che vi abbia intrigato un pochino di più dei precedenti ;)

Dovrei aggiornare mercoledì prossimo, salvo complicazioni. Nel frattempo ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito i precedenti capitoli (grazie davvero ^^), ma anche chi ha solo letto ed ha dedicato un po' del proprio tempo a leggere la mia storia.

Grazie a tutti <3 A presto, baci baci, Freya

   
 
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