Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: vanessie    13/11/2020    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 11

“Sotto processo”

 

    

POV Matt

Proseguimmo con i nostri incontri per le successive due settimane. Kate mi concedeva una giornata durante il weekend, poi nel corso della settimana uscivamo per due serate e infine ogni venerdì sera mi chiedeva di aspettarla intorno all’una. Il punto era che da sempre ci eravamo trovati bene insieme, avevamo necessità della compagnia reciproca, inoltre se ci aggiungevamo la novità del sesso, l’esigenza di vederci diventava irresistibile. Cercavo di rimanere lucido in quella situazione. Spesso riflettevo sul fatto che il giorno stesso o quello precedente lei poteva aver fatto l’amore con Thomas, prima che con me e questo mi procurava fastidio. Non potevo certo pretendere niente da Katelyn. Quello era il suo ragazzo, era normale che avessero dei contatti intimi, inoltre tra circa tre settimane io sarei ripartito per gli Stati Uniti, dunque eravamo stati molto chiari nel dirci che quella non era una relazione, bensì una sfumatura della nostra amicizia. Negli ultimi giorni la vedevo diversa, molto più coinvolta dal nostro legame. Velatamente le avevo fatto intendere di non innamorarsi fino in fondo, più facile a dirsi che a farsi, visto che anche per me valeva la stessa cosa, forse però da uomo riuscivo a essere più distaccato. Kate aveva appena cominciato le ferie dal lavoro, per questo ci vedevamo ancor di più. Oltre ad uscire, stavamo attenti a trovare il momento giusto in cui lei o io avevamo casa libera, insomma ogni tanto era piacevole farlo sdraiati su un letto invece che nel suo garage, o in macchina, o nella mia casetta sull’albero. Avevo avuto occasione di incontrare di nuovo Thomas una sera. Avevo tentato di capirlo meglio, di osservare a fondo i suoi atteggiamenti con Kate…lei ancora non aveva rivelato a Holly e Ben che lui era padre di una bambina. La cosa non mi piaceva, l’avevo più volte invitata a farlo, ma a quel punto mi sentivo un po’ in colpa con i suoi genitori, era come se anch’io stessi mentendo. Ben e Holly non se lo meritavano né da lei, né da me. Mi avevano sempre accolto con affetto, fin da quando ero piccolissimo, mi trattavano come se fossi un secondo figlio, dunque i miei sensi di colpa iniziavano a tormentarmi.

Quella domenica dedicata a noi due andammo al centro benessere. Era favoloso il contrasto acqua calda e fredda, i massaggi con le bolle dei vari getti, la sauna aromatica, quella cromatica, il bagno turco. Avevamo stabilito di passare lì quasi l’intera giornata, da metà mattina a tardo pomeriggio. “Mi sento così bene!” esclamò quando eravamo immersi fino a collo nella jacuzzi “Oh, anch’io, starei qua almeno una volta a settimana” risposi “Dopo un anno di lavoro era ciò che mi serviva, il modo migliore per cominciare le ferie” puntualizzò. Restai a osservarla, mentre stava ad occhi chiusi e aveva reclinato la testa poggiandola sul bordo. “Anche perché è un mese che mi fai stancare” affermò dopo un pochino “Io?” “Quello che facciamo è abbastanza impegnativo e frequente” alluse al sesso “È così anche per me, che credi?” “Oh di sicuro tu sei più abituato, immagino che funzioni in modo simile a New York” “No, direi di no. Non dico che lo faccio di rado, però non così spesso. Che pensi? Sono uno studente serio io” ribattei “Questo lo so” “Credimi, se lo facessi così tanto non sarei in pari con gli esami, è debilitante” scherzai, facendola ridere. Nella sala non c’era nessuno in quel momento, si avvicinò per darmi un bacio. Catturai la sua lingua e la rincorsi per un po’.

 

giphy

 

“Mangiamo qualcosa insieme stasera?” proposi “D’accordo. Dopo un giorno al centro benessere però restiamo salutari anche per cena” “Ok” risposi. Optammo per il giapponese, il pesce e le verdure erano l’ideale per non appesantirsi. Verso le 18.15 lasciammo la zona benessere e ci ritirammo ognuno nel proprio spogliatoio per una doccia e per rimettere i vestiti. Riposi poi nello zaino il costume bagnato, le ciabatte, un asciugamano usato per la doccia. Chiusi la cerniera, aprii quella più piccola posta all’interno e indossai l’orologio. Per ultima cosa aprii la tasca anteriore, misi in tasca le chiavi di macchina e controllai il telefono.

 

Ciao amore, so che non potrai rispondere, dunque ti scrivo. Papà mi ha fatto una sorpresa e dopo pranzo siamo partiti per una gita fuori porta. Torneremo domani nel pomeriggio!

 

Una volta letto il messaggio di mamma, lasciai lo spogliatoio e tornai nell’atrio ad aspettare Katelyn. Mi raggiunse poco dopo “Certo che io ho accettato di andare al ristorante, ma non pensavo mica al fatto che sono totalmente struccata e vestita comoda!” esclamò “Non fa niente, anch’io sono vestito comodo e comunque sei bella lo stesso” la rassicurai.

Mi ringraziò con un bacio sulla guancia. L’orologio dell’auto segnava le 19, con calma mi avviai verso il ristorante giapponese del centro città. Percorremmo un tratto a piedi, poi arrivammo al locale. Era carino, non ci ero mai stato, forse lo avevano aperto negli anni in cui ero mancato. Uno sguardo al menù, ordinazioni e chiacchiere varie nell’attesa dei piatti. Ce li gustammo con le tipiche bacchette orientali, anche se lei sembrava esperta, io un impedito. Questo le suscitò una grande ilarità, si divertiva a prendermi per il culo ogniqualvolta mi cadeva qualcosa nel piatto, poiché le bacchette non facevano la giusta presa. “Sarai stronza!” le dissi con un sorriso all’ennesima presa in giro, lei rise “Sei troppo impacciato” “Sembro un cretino, lo so, potresti anche non sottolinearlo” ribattei per giocare “Abbiamo trovato una cosa che non sai fare, mr. perfezione” continuò “Ah, ah che ridere” replicai. A fine cena bevemmo il sakè, il tipico alcolico giapponese. “Sono solo a casa, ti fermi da me?” domandai sperando che accettasse “Potrei” “Da cosa dipende?” chiesi curioso “Da quanto sei rilassato dopo il centro benessere” affermò. Mi stava provocando, lo avevo intuito “Sono parecchio rilassato, ma sono anche un ragazzo di 25 anni che per tutto il giorno si è accontentato di due semplici bacetti, nonostante tutta questa nudità in costume” “Interessante” disse maliziosa. Mi bagnai le labbra e restai a osservarla negli occhi “Stavo scherzando, lo sai?” mi domandò, annuii “Resti o no?” “Direi di sì, Matt” concluse.

Come annunciato a casa mia non c’era nessuno. Lasciammo gli zaini in soggiorno e ci spostammo in camera mia. Facemmo quattro chiacchiere sul letto, con il sottofondo di alcuni brani che avevo messo in esecuzione. Quando i nostri sguardi si incrociarono in quel modo profondo, capimmo che era ora di spogliarci. Lo facemmo a vicenda, togliendo un capo alla volta, che puntualmente finiva sul pavimento. Avevamo preso una certa confidenza fisica ormai, l’impaccio o la vergogna dei primi giorni erano svaniti. Furono dei preliminari parecchio intensi e lunghi, giocammo a turno con il corpo dell’altro, facendo crescere il desiderio di appartenerci.

 

giphy

 

Era fisicamente pronta ad accogliermi, lo avevo sentito. Scivolai dentro di lei e cambiammo posizione frequentemente, sia per concederci delle sensazioni di piacere diverse a seconda del fatto che fossi io o lei a dominare la situazione, sia per continuare a farlo un po’ più a lungo. Sapevo che nella fretta non avevo messo il preservativo, sapevo anche che mi sentivo quasi pronto per concederle il mio amore finale. Era carponi davanti e me, il petto poggiato quasi sul lenzuolo. Capii che non fosse in grado di rendersene conto, ansimava e mugolava di piacere, dunque trovai la forza di sussurrare, solo dopo molte spinte da quel pensiero “Kate, dobbiamo fermarci un attimo” “Adesso?” domandò quasi allarmata “Sì lo so” risposi capendo che stesse per avere l’orgasmo “No Matt, ti prego, ancora un po’” supplicò “Non credo di farcela” ammisi. La accontentai per qualche spinta “Kate sto seriamente rischiando grosso” “Oh ti prego” “Facciamo un casino” bisbigliai con il respiro corto e poca convinzione. Era ovvio che non volessi togliermi di lì, era fantastico anche per me. “Facciamolo così” sussurrò “Kate” “Dai” implorò. Restai dentro di lei e quando la sentii raggiungere l’apice, lasciai che accadesse.

Ero infastidito dalla luce. Mi stropicciai gli occhi, voltandomi con la faccia contro il cuscino per oscurare la visuale. Era troppo presto per svegliarmi. Riuscii a riprendere sonno, ne avevo una vera necessità. Aprii gli occhi a fessura dopo almeno un’oretta. Mi sentivo sfiorare la schiena nuda, lungo la colonna vertebrale. Mi voltai, Kate abbozzò un sorriso “Scusami, non volevo svegliarti, però avevo voglia di toccarti” bisbigliò. Aprii meglio gli occhi, non ero del tutto pronto a parlare “Mi perdoni?” domandò, annuii. Passò ad accarezzarmi il viso “Sai che devi venire a pranzo dai miei oggi?” mi ricordò “Giusto” proferii parola. “Mamma ci tiene così tanto, avrà preparato non si sa quante cose! Di sicuro è da ieri che è in cucina” mi informò “Non era necessario” “Lo so, ma che vuoi farci? Lei ti vuole bene” rispose. “Buongiorno comunque” mi ricordai di salutarla mettendomi seduto.

 

cap-11

 

“Buongiorno a te” “Sono così rincoglionito” spiegai e lei sapeva il motivo. Non era solo colpa del sesso, era l’idea di cosa fosse accaduto ad avermi dato la voglia di staccare il cervello per non impazzire, davanti al fatto che quel rapporto le avesse lasciato qualcosa di me. Speravo ovviamente che fosse solo qualcosa di temporaneo, di certo nessuno dei due voleva concepire una vita, non stavamo nemmeno insieme. Lei sorrise “Beh allora diciamo che sei come tutti i giorni” mi sbeffeggiò “Sei un tesoro a dirmi che sono rincoglionito di natura” “Tanto lo sai che mi piaci lo stesso” continuò “Troppo tenera” “Direi che dobbiamo alzarci” concluse. Aveva ragione, bevvi giusto un caffè, Holly e Ben ci aspettavano tra una trentina di minuti e di certo non potevo fare colazione rischiando di essere scortese mangiando quasi niente a pranzo. Andammo a casa sua a piedi, era vicino. L’aria esterna perlomeno mi fece riprendere. I suoi genitori ci accolsero con calore. Rimasi con Ben in salotto, mentre Kate andava a rinfrescarsi e cambiarsi e Holly sistemava alcune cose in cucina. Kate andò ad aiutare sua madre, feci capolino “Posso fare qualcosa?” domandai alla padrona di casa “Non preoccuparti, tesoro, è tutto quasi pronto e tu sei ospite” rispose Holly “Se posso dare una mano lo faccio volentieri, sono abituato” “So che a casa aiuti e che vivi da solo lontano dalla famiglia, per cui sai cavartela, ma adesso non è necessario che tu faccia niente” concluse, invitandomi a prendere posto a tavola con suo marito. Feci come voleva. Ben mi suggerì di sedermi alla sua sinistra, lui era capotavola, avrei avuto davanti Holly e di lato Kate, anche lei capotavola. Obbedii e sorseggiai il vino che Ben mi aveva appena messo nel bicchiere, facendogli compagnia. Le due donne ci raggiunsero in breve, portando in tavola la prima portata. Mangiai con appetito, non avevo fatto colazione e la mattina dopo il sesso avevo sempre fame. Inoltre Holly era brava in cucina, i sapori d’Irlanda mi mancavano. Parlammo tutti insieme, commentando le cose più disparate. Mi trovavo bene con loro, avevo frequentato quella casa per molti anni ed ero a mio agio. Kate portò via i piatti sporchi, sua madre si occupò di servire il secondo e le verdure. “Che bello averti qui a pranzo, proprio come quando eri un ragazzino” affermò Holly, le sorrisi “Anche per me” “Ricordi quando ti portavamo con noi per far compagnia a Kate, se facevamo un weekend fuori?” mi chiese Ben “Certo, la prima volta avevo 7 anni, l’ultima quasi 18” ricordai “E adesso siete così cresciuti!” precisò sua madre osservandoci. Mi voltai verso Kate e la vidi sorridere a sua volta. “Vuoi ancora carne?” mi chiese Holly “No, ti ringrazio” “Avrai spazio per il dolce però” “Sì, per quello non manca mai” scherzai. Anche il dessert era squisito, mi ero praticamente sfondato di cibo quel giorno. Ben portò in tavola qualche digestivo alcolico e mi fece scegliere quale desideravo.

“È stato un bel momento, un pranzo in famiglia con i fiocchi, dovresti tornare più spesso” suggerì Ben “Sì volentieri” “Ed è così che immagino un pranzo in famiglia ora che Kate è cresciuta, in attesa che si faccia la sua famiglia con i miei nipotini” scherzò Holly, rivolgendo però a sua figlia uno sguardo quasi di ammonimento “Non farci caso Matty, adesso deve farmi il sermone perché non ho mai portato qui Thomas a pranzo” spiegò Katelyn. Rimasi stupito, uscivano da due anni, pensavo che i suoi lo conoscessero meglio. Iniziarono un botta e risposta madre figlia, a cui non potei far altro che assistere. “Penso che quando una ragazza della tua età sta con un ragazzo, ci sia la volontà di stare insieme anche in famiglia, proprio come fai con Matt” la ammonì sua madre “Non puoi paragonare Matt a Thomas, né a nessun altro” “Forse perché Matt non ha nessun problema a stare qui” aggiunse Holly “Vuoi dirmi che tu e papà avreste con Thomas lo stesso atteggiamento che avete con Matthew?” la sfidò.

 

tumblr-o4we3j-YJRE1txfqepo9-250

 

“Certo che no, lui è come un figlio per noi, gli vogliamo bene e sappiamo che lui ne vuole a te, ti rispetta. Thomas non vuole neppure mettere piede qui, questo lo chiami rispetto verso di te?” domandò sua mamma alzando il tono. Stavo scoprendo un sacco di cose che non sapevo quel giorno. “Solo perché sembra che tu e papà non facciate altro che metterlo sotto accusa, processando anche me” rispose la mia amica “Kate, ma che dici? Nessuno ti sta mettendo sotto processo” intervenni. “Tutti quanti non fate che giudicare, non vi chiedete cosa ne penso. Adesso anche tu Matt” “Sai benissimo che non è così” mi giustificai “Avanti Matt, tu che sei il suo migliore amico dille cosa ne pensi di questa storia” si intromise Ben. “Le ho già detto che secondo me deve rifletterci. Deve capire che cosa vuole per il suo futuro, deve essere sincera con se stessa e con voi” spiegai. Osservai Katelyn intensamente, sperando che cogliesse l’occasione per dire la verità fino in fondo. Era il momento giusto di annunciare che lui aveva una figlia, c’ero io presente e i suoi genitori si sarebbero limitati nella reazione. Lei titubò, la invitai con lo sguardo “Ti ho già detto che ci sto riflettendo Matty” “Anche sulla sincerità?” la sfidai, era l’ora che uscisse allo scoperto “Sì” rispose.

 

giphy

 

Capii che non glielo avrebbe detto, né quel giorno, né a breve. Era ridicolo stare nella menzogna, inoltre ci aveva fatto affondare anche me ed io non volevo un giorno sentirmi dire dai suoi genitori, che c’erano rimasti male perché a mia volta avevo mentito. “Hai raccontato ai tuoi genitori che Thomas ha una figlia?” dissi liberandomi di quel peso. Kate aprì la bocca del tutto stupita dalla mia confessione. “Cosa??? Una figlia?” domandò Ben “Ditemi che è uno scherzo, vi prego. Kate? Come puoi aver omesso un particolare tanto importante?” aggiunse Holly. Lei rimase in silenzio, mi guardò malissimo. “Devo andare, avete di che parlare” mi congedai “Grazie tesoro” rispose sua madre e poi aggiunse “Devo scoprire le cose da lui invece che da te” rivolgendosi alla figlia. Uscii e andai a casa mia, l’avevo tradita, lei me lo aveva confessato in confidenza, ma lo avevo fatto per il suo bene.

 

NOTE:

Ciao! Ormai è inutile negare che il loro coinvolgimento è alle stelle, entrambi si raccontano che quella è solo amicizia, che non devono farsi prendere troppo a vicenda, ma dentro di loro sanno che è già troppo tardi e lo dimostrano anche nei fatti, in quel rapporto fisico in cui non contano le conseguenze ma solo la voglia di amarsi. La novità del capitolo arriva durante il pranzo a casa di Katelyn. I suoi genitori adorano Matt, li hanno visti crescere fianco a fianco e anche lui gli vuole bene. La discussione tra Holly (la madre di lei) e Kate, porta alla luce dettagli che Matt non conosceva, è l'occasione per spronare Kate a dire tutta la verità sull'uomo che frequenta, ma il suo tirarsi indietro fa sì che lui decida di sparare quella notizia bomba. Come prenderà questo "tradimento" Katelyn? E voi cosa ne pensate? Lui ha fatto bene o no?

Vi aspetto la prossima settimana,

Vanessie

Vi ricordo ancora una volta che se volete vi aspetto su facebook, sulla mia pagina: Zac Efron Italy e che, se vi interessa, potete leggere i capitoli dedicati a Matt e Kate da ragazzini, all'interno della fanfiction Following a star, capitoli n°218, 219, 221, 222, 224, 225, 226, 228, 229. Inserisco qui il collegamento diretto al cap.218 per maggiore praticità: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3909240

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: vanessie