Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: findtheargusapocraphex    13/11/2020    1 recensioni
2025: i Thirty Seconds to Mars si sono sciolti da qualche anno e la band è diventata un ricordo nelle vite dei suoi componenti, che hanno preso ognuno la propria strada dedicandosi ai propri interessi in modo del tutto individuale. Nella notte tra Natale e il proprio compleanno, tuttavia, a Jared capita di ripensare (a causa di una delle solite chiamata d'auguri) all'uomo che è stato in passato e a tutto ciò che ha fatto follemente e con orgoglio nell'arco della sua esistenza, per cui nel profondo sente ancora scorrere dell'adrenalina. Scatta inevitabilmente il clic, contornato come per magia da piccoli avvenimenti che sembrano essere legati a qualche segno del destino, ed inizia il lungo e non poco nostalgico viaggio nei ricordi, in cui si rivivono le sensazioni di tutte le esperienze fatte e si rivedono i volti delle persone amate, arrivando addirittura a pensare di poterne ascoltare ancora la voce quando tutto intorno tace. Sarebbe giusto lasciare tutta quell'energia sprecata tra le pareti della propria mente?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A R., ricordando con affetto tutto ciò che è stato.
So che saresti stata felice di vedermi ricominciare.
Ti voglio bene.

ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ ❝  Santa Claus through the backdoor ❞

ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ  25.12.2025

Aveva visto apparire in lontananza la prima stella in cielo, nonostante la volta celeste si fosse presentata quella sera nuvolosa e abbastanza cupa in generale. Che cazzata il Natale, pensava. Da buon egocentrico qual era si concentrava molto più sul fatto che il giorno dopo sarebbe stato il suo cinquantatreesimo compleanno e che si era ritrovato senza nulla di organizzato, che fosse una stupida cena con della stupida gente che nemmeno conosceva o un viaggio last minute per qualche posto perduto nel culo del mondo. Il punto, tuttavia, era che ci pensava e ne era anche piuttosto contento. Aveva perso l'abitudine da un po', a dirla tutta, di prendere quei colpi di testa improvvisi e fare un po' come gli pareva tenendo spento il cellulare e arrivando in mezza giornata di volo chissà dove, chissà con chi, mentre amici e parenti a Los Angeles o in qualsiasi altro posto non sapevano dove si fosse andato a cacciare.
L'età non era tanto il fattore a cui tutto ciò era dovuto, ma Jared aveva realizzato — dopo lo scioglimento della band — di aver perso gran parte dei propri stimoli e, se prima si divertiva a vedersi da trottola impazzita sempre al lavoro su qualcosa in diverse parti del globo, che fosse per la musica o la costruzione e la riscoperta di sé, in quel momento storico della propria vita preferiva starsene chiuso in casa, nel proprio studio, a scrivere e lasciare fogli in giro come un folle, con una chitarra in un angolo e un paio di cuffie in un altro, perdendosi da solo per ore e ore nel processo di creazione che era l'unica cosa — letteralmente — a non averlo abbandonato né che avesse lui abbandonato. Nonostante fosse quella la notte di Natale, non avrebbe passato il tempo in modo differente: aveva già preparato i soliti tristi popcorn e messo sul tavolo basso dell'enorme salone carta e penna, con la fedele chitarra acustica poggiata contro il divano. Al diavolo tutto, sul serio.
L'unica vera brutta abitudine che aveva assunto in quegli anni era il fumo, difatti si trovava in quel momento con una sigaretta tra le labbra a gironzolare attorno alla piscina svuotata e coperta in giardino, macinando passi a vuoto in attesa che il cilindo bruciasse fino in fondo, mentre osservava le luci d'addobbo colorate dalle case lontane accendersi e spegnersi nei loro giochi intermittenti e, in sottofondo, ascoltava anche la risata di qualche bambino. Constance l'aveva chiamato per fargli gli auguri quella mattina e di certo l'avrebbe chiamato anche il giorno dopo, mentre di Shannon nessuna traccia. Se ben ricordava doveva essere in un posto tipo Bahamas, o forse erano le Fiji? Insomma, sicuramente se la stava passando bene e lui non era quel tipo di persona che se la prendeva se il fratello non lo chiamava per fargli gli auguri di Natale; anche quello che era stato il batterista dei Thirty Seconds to Mars aveva cambiato le sue abitudini dopo la svolta definitiva, riprendendo i contatti con Antoine Becks e facendo serate una volta ogni tanto, ma si dedicava principalmente al lavoro dietro le quinte seduto al proprio strumento. Nemmeno da Tomo, pensò di sfuggita, nessun cenno. Non lo sentiva da anni. Avevano provato a mantenere i rapporti dopo il 2018 ma in pochi mesi i buoni propositi erano sfumati, lasciando spazio ad un silenzio ed una lontananza tacitamente accettati da entrambe le parti e, se Tomo portava ancora sulle spalle l'amarezza di aver dovuto scegliere di abbandonarli, Jared era troppo orgoglioso per cercare di tenersi stretto almeno il legame amicale che avevano costruito negli anni.
Tra un pensiero e l'altro non solo la sigaretta era bella che andata, ma erano oramai le dieci di sera e lui non aveva messo mano nemmeno ad una riga d'inchiostro, quindi se ne ritornò dentro e cominciò a buttare giù qualcosa su una linea melodica che aveva trovato interessante da sviluppare la sera prima, annotando minuziosamente sequenze e ritornelli.
Passata la mezzanotte e anche la ciotola con dentro i popcorn, il cellulare prese a squillare. Shannon.
« Shannon? » Rispose posando la penna accanto ai fogli oramai imbrattati. Dall'altro lato, musica scadente e grida da posti in cui ci trovi tutto tranne che la compostezza.
« Adoro gli orologi paralleli che ti calcolano il fuso orario, cazzo, li adoro! Benedetta tecnologia! Tanti auguri! » Nemmeno a dirlo, era ubriaco marcio. Jared guardò per un attimo lo schermo dello smartphone con un sopracciglio sollevato e poi tornò a poggiarlo all'orecchio.
« Grazie, ma ti sento malissimo, dove sei? » 
« Una festa in spiaggia, non sono nemmeno le nove e sono già tutti ubriachi, ci si diverte! »
« Qualcosa mi dice che tu non sia l'eccezione. » E non essere l'eccezione in quel caso, a cinquantacinque anni, non era proprio il massimo.
« Scherzi?! Se vado dall'altra parte del globo non è certo per starmene a guardare gli altri che si divertono al posto mio. »
« Giustamente. »
« Volevo dirti anche un'altra cosa, sì, ah—... come si chiama, ah già, mi è arrivato un messaggio di Scarlett. »
« Sì? »
« Le ho detto che dovrebbe contattare te e non me se intende farti gli auguri, ma dice che non sa se ti farebbe piacere. »
« La richiamo domattina. »
« La richiamerai, eh? »
« Buona serata, Shannon, e grazie per gli auguri! » Mise giù. Aveva già capito dove volesse andare a parare il fratello ed era naturalmente fuori discussione, ma per cortesia avrebbe davvero fatto quella chiamata appena possibile almeno per ringraziarla del pensiero. 
Il tempo di adagiare il cellulare sul tavolo che lo schermo tornò ad illuminarsi, quella volta per un messaggio.
ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ « Stronzo » 
Al più grande dei due l'ultima parola.

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Salve a tutti!
Wow, questo ritorno su questa piattaforma pare assurdo, sul serio, anche se nel profondo sembra che non sia passato nemmeno un giorno dall'ultima volta che pubblicai qualcosa, naturalmente su altri lidi. 
Che dire? Spero che questa storia vi piaccia, anche se siamo solo all'inizio! Naturalmente specifico che, nonostante la fanfiction ruoti attorno a personaggi realmente esistenti, non mi arrogo nessun diritto nel dire o nell'affermare che ciò che accade sia nel passato che nel presente che nel futuro narrato sia vero, reale e concreto. Tutto è frutto della mia fantasia e gli elementi che sono reali si sfumano di continuo con ciò che reale non è, quindi prendete ciò che avete letto per quello che semplicemente è: una storia inventata. 
Nemmeno a dirlo, una recensione è sempre e comunque gradita, non avete idea di quanto sia importante per noi autori avere dei feedback... quindi vi aspetto!
Bacioni grandi a tutti e ancora grazie.
   
 
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