Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Sia_    15/11/2020    13 recensioni
“Due minuti.” le sussurrò all’orecchio, divertito.
“Due minuti, cosa?”
“È il tempo che userò per convincerti a venire via con me.” le spiegò, lanciando poi lo sguardo agli altri seduti poco distante: sembravano invece lontani, mentre il respiro di Fred a scaldarle il collo e a smuovere il mondo creava un universo unicamente per loro due.
Così tanti? Lo pensò soltanto, arrossendo appena sulle guance, “Due minuti.” si limitò ad affermare, dandogli ragione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Da VII libro alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La storia nasce grazie alle iniziative "Gioco di scrittura" (1) e "Scrivimi" (2) del gruppo "Caffè e Calderotti" (❤)
(1) Angst, Fred Weasley.
(2) I pacchetti sono di VigilanzaCostante e SeveraBartySha:

Coppia (obbligatoria): Fred/Hermione

Citazione: “Tutto se ne va, tutto ritorna; eternamente gira la ruota dell’essere. Tutto muore, tutto torna a fiorire, eternamente corre l’anno dell’essere”, Nietzsche

Angst (perchè voglio soffrire, palesemente)
 

Spero di andare sul sicuro con una Fred/Hermione che mi pare sia il tuo cavallo di battaglia! Mi piacerebbe che ti lasciassi ispirare da questa strofa de "Il costume da torero" di Brunorisas

"La mia età non è questa, è almeno la metà.

Passami il mantello nero, la mia spada da torero

Oggi salvo il mondo intero con un gioco di magia

Non sarò mai abbastanza cinico da smettere di credere che il mondo possa essere migliore di così"

Genere: A scelta

 

 

Non smise mai



L’aveva osservato per così tanti anni con scetticismo, che adesso sembrava una follia l’idea di riuscire a comprenderlo, l’idea malsana che in fondo non erano poi così diversi lei e Fred.

C’erano ancora barriere a dividerli, eppure Hermione sembrava essersi convinta che non erano gran cosa: aveva dovuto fronteggiare ben altro, come lo sguardo spocchioso delle sue compagne di elementari, l’espressione impaurita di sua madre prima di mandarla via di casa, le voci altezzose degli altri, che davano invece dell’altezzosa a lei. Delle voci, pensò ingenuamente, che non avevano mai smesso di circolare. Persino lui, che adesso era così simile, se ne era andato in giro sporcando le labbra con nomignoli ed epiteti di ogni genere, facendole credere per molto tempo di non poter essere altro che un noioso Prefetto-perfetto

Cominciò a chiamarla Hermione una notte – dipinse quell’istante come uno dei pochi ricordi che non avrebbe mai dovuto perdere. 

 

“Che ci fai in giro a quest’ora?” lo ammonì, piantandosi in mezzo al corridoio.

Cacciò lo sguardo negli occhi del gemello, che aveva fermato la camminata e stava prendendo fiato. “Il solito” le confessò, inclinando di poco il capo: la luce della luna sul suo volto si spostò, rivelando un mezzo sorriso malandrino. 

“Come dovrei interpretarlo?” chiese, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto. 

“Dipende se me lo stai chiedendo da Prefetto o da Hermione.” 

“Cambierebbe qualcosa?” 

Mi piace pensare di sì.”

 

Rimase Hermione, non tornò mai più ad essere Prefetto.

Rimase Hermione e lui diventò Fred: si rese presto conto che non era poi così difficile distinguerlo dal gemello perché c’erano delle timide differenze a palesare l’esistenza di due individui diversi, per quanto cercassero di essere identici. 

Fred fu d’improvviso certezza e sicurezza, distruggendo ogni giorno l’immagine di mascalzone che s’era fatta di lui. No, non era davvero senza speranze come gli diceva sempre, ma era uno che di speranza riempiva l’universo: non smise mai di credere che il mondo potesse essere migliore di così. Incantava con semplici trucchi di magia, rompeva il silenzio con una risata che sapeva di vita, riempiva l’aria di erba tagliata e polvere da sparo. 

La chiamò Hermione e ci mise troppo poco a diventare indelebile.

 

“Due minuti” le sussurrò all’orecchio, divertito.

“Due minuti, cosa?”

“È il tempo che userò per convincerti a venire via con me” le spiegò, lanciando poi lo sguardo agli altri seduti poco distante: sembravano invece lontani, mentre il respiro di Fred a scaldarle il collo e a smuovere il mondo creava un universo unicamente per loro due. 

Così tanti? Lo pensò soltanto, arrossendo appena sulle guance. “Due minuti.” Si limitò ad affermare, dandogli ragione.

 

Fred non smise mai di essere troppo – troppo impulsivo, troppo esuberante, troppo appassionato, troppo determinato. Viveva di quello, tornava a tingere sempre le giornate di un miscuglio di eccessi che spesso si declinavano in scherzi, fughe e punizioni. Chi altro, alla fine, si sarebbe impegnato tanto per sentire una risata? Chi altro, alla fine, avrebbe sempre cercato di tirare fuori il meglio dalle persone? 

Glielo suggeriva spesso, di venire con lui a colorare il mondo: un invito sporcato di un sorriso malandrino, un invito che aveva sempre declinato con una scossa del capo. C’erano muri a separarli che non avrebbero mai abbattuto, nonostante tutto. 

 

“Cederai mai?” le chiese, tentennando sulla soglia del passaggio segreto.

“Cederò mai?” domandò di rimando, imbrattando l'atmosfera quasi silenziosa di un nuovo colore. 

Le sorrise divertito, scuotendo il capo. "Vengo a prenderti in Biblioteca tra qualche ora” disse soltanto, prima di seguire George nel corridoio. 

Non scoprì mai che quel commento sporcò le guance di Hermione di un tenue rossore: s’era preso il diritto di scegliere per lei, senza sapere che, alla fine, era proprio quello che la strega desiderava.

Che fosse troppo persino per Hermione. 

 

Lei e Fred costruivano e distruggevano muri ogni giorno, dall’oggi al domani ergevano muraglie e spianavano colline. Smettevano e tornavano ad essere ogni volta: capirono quanto semplice fosse ritrovarsi in uno sguardo, in un pensiero comune, tanto che al diminuire delle barriere tra loro, cominciarono a costruirne una per proteggersi dagli altri. Cominciarono a costruire un posto che fosse solo loro, che sapesse di regole violate, che sapesse di risate rumorose, che sapesse di vivaci colori rossastri. Un posto dove le dita di Hermione cominciarono a sfiorarlo più del solito, dove le labbra di Fred si spostarono sempre un po’ più verso la bocca di lei. Iniziò con un timido bacio alla base delle scale dei dormitori: annullò la stanchezza e alimentò la voglia di essere troppo insieme. 

 

“Lo pensi anche tu, non è vero?” domandò, interrompendo sia la sua lettura, che il lavoro di Fred.

Era una placida sensazione, quella di essere così giusti, quella per cui la giornata assumeva un senso solo se riuscivano a vedersi almeno cinque minuti, quella dove erano diventati tutto senza mai essere stati niente.

Le sorrise, abbassando la fiamma sotto al calderone, “Sarebbe difficile pensare ad altro.”

 

Insieme prese la sfumatura di tante cose: era passare la notte nella Stanza delle Necessità, era cercarsi segretamente in Sala Comune, era scriversi ogni tanto, era ritrovarsi alla fine dell’estate, era imparare ad amare per la prima volta. Fred le confessò che era come volare e la trascinò sulla scopa per portarla a sfiorare l’atmosfera con le dita delle mani, mentre la stringeva a sé – schiena contro petto, il cuore del gemello non era mai stato tanto rumoroso, nemmeno quando avevano fatto l’amore nel bagno dei Prefetti.

Insieme diventò un po’ cercare di capirsi ed apprezzare le diversità dell’altro. Insieme fu anche scegliere di lasciarsi andare.

 

“Non ho fretta, ti aspetterò” le disse, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, “so che tornerai.”

Lo baciò lei, immergendo le dita nei suoi capelli rossastri: si aggrappò a quell’ultimo contatto come se ci dovesse respirare con le labbra di Fred.

Fu anche per quello che fece di tutto per tornare da lui. 

Fu anche per quello che si aggrappò con i denti alla vita.

Fu anche per quello che pensò scioccamente di non avere fretta.

 

Il brutto di un insieme arrivò solo quando l’insieme smise di esistere – ciò che se ne era andato non tornò più e il mondo cessò irrimediabilmente di girare. Nessuno sarebbe giunto a sporcarle l'anima con un arcobaleno, nessuno l'avrebbe tirata su: rimase china a terra, le dita a sfiorare i granelli di polvere sul pavimento di una Sala Comune che era stata testimone di ben altri sguardi. Privi di lacrime, piene di scherzo e amore. 
Rimase china sul corpo di Fred, stringendo infine le mani sul suo maglione: provò a scuoterlo, provò a chiamarlo tra i singhiozzi, cercò perfino di farlo ridere – magari, se avesse finalmente ceduto, sarebbe tornato da lei. Non tornò, lo capì dall'espressione dipinta sul viso di George, lo capì dai sussulti di Molly, lo capì dall'abbraccio disperato che Ginny scambiò con Harry. 

Capì che era arrivata alla fine, fatta di una barriera troppo grande da superare. 

Rimase solo Hermione.

 

Fred non smise mai di essere troppo – troppo pungente, troppo facile da amare, troppo trasparente, troppo buono. Non smise mai di tornare da lei ogni tanto nei pensieri, tingendoli con il ricordo di un malandrino che un giorno finisce per innamorarsi del suo peggior nemico. 

Non smise mai di darle una ragione per continuare a vivere, nonostante tutto: si promise di credere che il mondo potesse essere migliore al suo posto.

 
 
Questa storia partecipa agli Oscar della Penna 2022 indetti sul Forum Ferisce più la penna.
Non scrivevo del sano angst da un po' di tempo, è sempre devastante. Precisamente, trovo che sia ingiusto che Fred debba morire, ma ogni tanto  mi capita di pensare a come sarebbe se e i prompt che mi hanno lasciato non mi davano scampo. Fa male, ecco quello che penso, ma sono anche felice di averci provato, nonostante tutto. Ho colto un po' la palla al balzo, lo ammetto: ho così tante tracce tra le mani, che ho finito per fare un minestrone. Mi trovo nuovamente a sperare di non aver osato un po' troppo e di aver fallito: mi sento come se avessi fatto un passo più lungo della gamba. 
Spendo l'ultima riga per chi è arrivato qui in fondo, ti ringrazio dal profondo del mio cuore. Spero che le mie parole ti siano arrivate, 
   
 
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sia_