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Autore: JennyPotter99    15/11/2020    0 recensioni
Sono qui, adesso.
Sto guardando le mie mani tremare e credo che quelle che scendono sulle mie guance siano lacrime.
In realtà non so perché sono dispiaciuta, lo conosco da neanche due mesi.
Eppure, mi dispiace, perché mi rendo conto che si è creato qualcosa di speciale.
Qualcosa che nemmeno lui si aspettava di trovare.
Lui è uno di loro ed io non posso farci niente.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Rumancek, Roman Godfrey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Roman ci condusse tutte in un’ampia stanza con vecchie panche rotte e delle scalette che portavano ad un soppalco dove c’era un organo impolverato.
-E’ una chiesa?- mi accorsi, confusa.
-Sì, gli operai erano persone abbastanza religiose.- rispose Roman, legando la corda ad un vecchio tubo.
-E ora che si fa?- domandò Letha, sedendosi su una delle panche, affaticata.
Voltai lo sguardo verso la luna, ormai era alta in cielo.- Aspettiamo che venga a prenderci.-
Nei minuti successivi, mi misi seduta con Christina sul pavimento, legando la corda fino a farne un cappio.
Non era da me uccidere gli animali, ma dovevo fermarlo.
-Sai che al ballo d’inverno ho scoperto che Tyler Ferguson aveva una cotta per te?- intervenne Christina, giocherellando con i suoi capelli.
La guarda confusa.- Cosa? Non mi ha mai nemmeno rivolto la parola.-
-Sono andata lì come un’idiota per chiedergli di uscire e lui mi ha detto che non ero il suo tipo.-
Tutto ciò mi fece ricordare la mia storia con Peter.
Chissà dov’era finito.
-I ragazzi sono degli stronzi, Christina.- commentai, alzando le spalle.
D’un tratto, la sentii accarezzarmi i capelli.- Hai davvero dei bei capelli.-
-Sono i capelli di una zingara, ricordatelo.-
-Sai, ad inizio anno avevo in testa questa cosa di voler entrare a far parte delle cheerleader: Brooke non mi aveva nemmeno preso in considerazione.- raccontò.
Non me lo aveva mai detto.
-Perché volevi entrare nelle cheerleader? Quelle ragazze sono così false, vogliono solo apparire e tu non sei così.- ribattei, prendendole la mano: doveva esser stato un periodo davvero duro.
-Proprio come faceva Melanie: ricordo ancora quella sera in cui è diventata reginetta del ballo insieme a Tyler…Cazzo, avrei voluto ucciderla.-
Le parole che stava usando non mi piacevano per niente.
-E poi, le gemelle…Dio, quanto le odiavo. L’anno scorso, per Halloween mi hanno portato qui…Volevano spaventarmi, quelle stupide puttane e hanno ripreso tutto…Se lo sono tenuto per se.- spiegò, sputando fra i denti.
Deglutii nervosamente, vedendole l’odio negli occhi.
-Volevo essere più forte di così, volevo farmi valere. Stavo facendo una passeggiata nel bosco, quando l’ho visto: era bellissimo, nero e possente.- continuò, facendomi capire che avesse incontrato Peter durante la luna piena. -Sul terreno c’era la sua impronta….-
Oh mio Dio.
-Christina, che cosa hai fatto…?-
Mi ritornò in mente la visione che avevo avuto nella camera di Shelley, il manto bianco del Vargulf.
Proprio come i suoi capelli.
Era lei.
Divenne seria improvvisamente e mi guardò con degli occhi freddi. -Credevo di volerti uccidere, ma ho cambiato idea, perché sei mia amica e ti voglio bene.- affermò, prendendomi le mani.- E so che odi Letha da morire perché è andata al letto con il ragazzo che ami, perciò uccidiamola insieme, Lily, io e te, quella troia.-
Tutto d’un tratto, le ossa della sua schiena iniziarono a scricchiolare, fino a rompersi.
Le sue unghie divennero artigli sulle mie mani e dalla sua bocca umana fuori uscì il muso di un animale con denti affilati.
La sua pelle cadde e si trasformò in una pelliccia bianca, come quella che avevo visto io.
Ringhiò verso di me e la prima cosa che feci fu mettergli il cappio al collo, scivolando via velocemente.
Ma lei ebbe abbastanza forza da liberarsi e si avventò su di me.
Tentai di tenerla lontana con le gambe, mentre la sua bava cadeva sulla mia faccia.
In quell’istante, Roman la scansò via con l’ascia e mi aiutò a rialzarmi, spingendomi poi dietro di se.
-Dai, vieni, puttana.- la provocò Roman, con l’arma pronta.
Il licantropo prese la rincorsa e gli saltò addosso, atterrandolo.
Roman conficcò la parte legnosa dell’ascia dentro la sua bocca, ma lei era abbastanza forte da spezzarla in due, lasciandolo indifeso.
Le diedi un calcio, facendola volare via e chinandomi su Roman per vedere se stesse bene.
-Grande, ora che si fa?-
-Non lo so!-
Quando il lupo stava per riattaccare, Roman mi strinse a se per proteggermi, ma, a quel punto, un altro lupo si mise in mezzo.
-Peter!-
Era vivo e stava combattendo contro quello bianco, all’ultimo sangue.
Si azzannarono e graffiarono, fino a che Christina non addentò Peter alla gola.
-No!-
Con le zanne piene del suo sangue, il lupo bianco ci corse in contro, ma prima di morderci, qualcuno intervenne: Shelley afferrò l’animale di scatto e, con forza disumana, lo strinse talmente forte fino a soffocarla ed ucciderla.
Non sapevo da dove fosse comparsa, ma ci aveva salvati.
Io e Letha si accasciammo sul lupo nero: avvicinai l’orecchio al suo cuore, non batteva.
-Ti prego, no!-
Gli posai la testa sulle gambe, iniziando a piangere.
Era morto.
Non avevo avuto occasione di dirgli niente.
-Q-Questo è Peter?- mi domandò Letha, scioccata.
Annuii lentamente, accarezzandogli la testa pelosa e ancora piena di quel buon profumo di muschio.
Avrei voluto fare di più, avrei voluto salvarlo.
-Mi dispiace…-
D’un tratto, sulla piattaforma dell’organo, notai lo sceriffo Swarn: aveva visto tutto e la sua pistola era puntata su Shelley.
-No, si fermi!- gli gridai, ma era troppo tardi: sparò due colpi a Shelley e lei, spaventata, fuggì via, rincorsa da Roman.
Era tutto un vero casino.
Ma non mi importava, il mio migliore amico era morto.
Riuscii a malapena a scansare il suo corpo, quando osservai che Christina era tornata umana.
Bisognava tagliarle la testa.
Di cose orribili ne avevo viste abbastanza, quella notte e di certo potevo affrontare anche quella.
Presi da terra la metà spezzata dell’arma con la lama e la strinsi bene tra le mani.
Sentii poi quella di Roman accarezzarmi la spalla.- Facco io…- mormorò.
-No.- affermai, scuotendo la testa.- Ce la faccio.-
Christina, l’unica vera amica che io avessi mai avuto oltre a Peter.
Guardai solo per un attimo, solo per prendere la mira, non riuscii a vedere la sua testa staccata dal resto del corpo.
Lasciai andare l’arma e Roman mi abbracciò, baciandomi la nuca.- E’ finita.-
Già, è finita.
E’ finita con la morte di Peter.
Non riuscivo a smettere di singhiozzare.
Ad un certo punto, Roman mi batté sulla schiena.- Lily, guarda!-
Seguii il suo sguardo e vidi Peter, di nuovo umano, che alzava lentamente la testa.
-Peter!-
Mi sedetti accanto a lui, prendendogli la testa fra le mani, era vivo.
-Abbiamo salvato il mondo?- bofonchiò.
Le lacrime di tristezza si tramutarono in lacrime di gioia.- Sì! Sì è tutto finito!- affermai, abbracciandolo.
Finalmente era finita.
***
Ci volle un po' per spiegare a Letha tutto l’accaduto, ma lei promise di non raccontare mai niente a nessuno.
Come Shelley, anche lo sceriffo Swarn era scomparso.
Capivo il suo dolore per la morte delle figlie: vedendola uccidere Christina, Swarn credeva che Shelley fosse la colpevole.
Ora vagava chissà dove, ferita.
Avrei tanto voluto cercarla, ma delle mie visioni, di nuovo nessuna traccia.
Non ne capivo il perché, per quanto mi sforzassi.
Riuscii finalmente ad accettare la relazione tra Peter e Letha e forse anche Roman.
Era il mio migliore amico e lo sarebbe stato per sempre, malgrado le difficoltà.
E c’era un motivo se riuscivo a passarci sopra: perché il ragazzo del soffitto azzurro, il ragazzo nella stanza, nella villa dei Godfrey, che mi aveva fatto sentire così bene, anche se solo nella mia testa, quello era Roman.
Non che ne fossi felice, di essermi innamorata di lui.
Si dice che al cuor non si comanda, ma Roman era un Upir.
Avevo letto solo alcune cose, non sapevo bene cosa significasse davvero essere un Upir.
Chissà, magari mi ero innamorata di un mostro.
   
 
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