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Autore: IdeaHunter    15/11/2020    0 recensioni
Una misteriosa Famiglia italiana fa visita a Tsuna e ai suoi guardiani e quel pazzo di Reborn ne approfitta per mettere alla prova il suo pupillo (AKA cercare di farlo ammazzare). Riusciranno Tsuna e i suoi a dimostrare il loro valore?
(Ambientata tra l'arco della cerimonia di successione e quello della maledizione degli Arcobaleno)
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo nemmeno due minuti il parco era in vista, e iniziavano a sentirsi vivaci schiamazzi provenire dal suo interno. I ragazzi entrarono ansimanti per la corsa, ma sentivano comunque l’adrenalina scorrere nelle loro vene, rendendoli vigili e scattanti; intanto, in una piazzetta accanto ad una fontana, quattro dei guardiani dei Vongola stavano chiacchierando pacificamente con sei ragazzi all’incirca della stessa età di Priamo, che tutto sembravano meno che mafiosi. Reborn, da sopra la spalla di Dino, li osservò bene: «Vedo che due dei tuoi guardiani sono donne» L’altro lo guardò: «E allora? Sono ugualmente spaventose» Tsuna le guardò: una era alta, snella, con i capelli lunghi e quasi bianchi, ma aveva un’espressione dura e ostile, come una bestia selvaggia tenuta al guinzaglio. L’altra, invece, era assai più allegra e spontanea, con i capelli corti e vari orecchini che brillavano al sole; aveva delle…forme assai più abbondanti dell’altra, e la scollatura della giacca di pelle non aiutava certamente a nasconderlo. Tuttavia, Tsuna sentiva una specie di scintilla pericolosa provenire dai suoi occhi; guardò Reborn: «Quelle due mi fanno un po’ paura…» L’altro boss annuì: «E fai bene. Quelle due sono matte che la metà basta. Vieni, te le presento!» e così dicendo prese Tsuna per la spalla e lo trascinò, suo malgrado, verso il gruppo, che in quel momento li vide. Yamamoto fece un gran sorriso: «Eccovi finalmente! Sono dieci minuti che vi aspettiamo!» Gokudera fu lì lì per ucciderlo, ma Ryohei lo trattenne: «Sì, eravamo occupati a conoscere il loro Boss. È veramente un tipo estremo!» Priamo lo guardò perplesso: «Chiedo scusa?» Uno dei guardiani dei Bellarosa, dai tratti sudamericani e vestito come fosse Ferragosto, fece un largo sorriso: «Lo so! Se non lo fosse, non mi sarei proposto come suo guardiano!» Tsuna lo guardò sgranando gli occhi: «Ti sei proposto di tua spontanea volontà?! Ma lo sai di cosa fai parte, almeno?» L’altro lo guardò con uno sguardo allegro: «Certo! Gli serviva un guardiano del sole, ed eccomi qui!» Priamo sospirò: «Non è andata proprio così, sai Riccardo? Diciamo che ti ho accettato per sfinimento» Il boss dei Vongola lo guardò senza cambiare espressione: «Addirittura?» L’altro annuì: «Ha continuato a tartassarmi con questa storia per un mese di fila, chiedendomelo dannatamente ovunque: sugli autobus, a scuola, al lavoro…Maremma, mi chiamava persino mentre facevo la doccia!» Tsuna non sapeva se ridere o se essere preoccupato, però su una cosa aveva ragione: Ryohei sarebbe andato d’accordissimo con questo tizio.
La ragazza dall’espressione dura si avvicinò a Tsuna, squadrandolo come un generale fa con una recluta: «E questo qui sarebbe il boss della terrificante famiglia Vongola? Ma siamo sicuri?» Priamo gli mise una mano sulla spalla: «Calma, Pente. È il FUTURO boss dei Vongola; deve ancora maturare un po’, ma per il resto è lui.». L’altra fece un’espressione sofferente: «Non mi convince. Sembra troppo fragile e delicato» Questo fu il preciso momento in cui Gokudera s’infiammò: «Come osi parlare in questo modo del Decimo, delinquentella insolente da due soldi?! Un’altra parola così e sarà l’ultima della tua vita!» Se lo sguardo potesse uccidere, Gokudera sarebbe morto sul posto: «E tu chi sei per rivolgerti così a una signora, vermiciattolo dei Vongola?» Priamo prese la ragazza dalle spalle, mentre Tsuna e Yamamoto fecero lo stesso da Gokudera: «Pentesilea, Pente, stai calma…stai pur sempre parlando a un guardiano dei Vongola…».
«Gokudera, datti una calmata. Non è il caso di prendersela per così poco».
I due guardiani sembrarono non sentire le parole dei loro boss, e continuarono a guardarsi in cagnesco: «Io sono il braccio destro del Decimo, e Guardiano della Tempesta dei Vongola. Fossi in te, calerei i toni» L’altra diede una risata beffarda: «Tutto qui? Sei al cospetto della futura moglie del Boss dei Bellarosa nonché la tempesta furiosa che protegge la famiglia, qui quello che deve calare i toni sei tu» La risposta lasciò tutti i Vongola presenti di sasso, mentre fissavano l’improbabile coppia “guardiana mezza matta-Boss beneducato”. I guardiani dei Bellarosa, dal canto loro, fecero dei versi sconsolati; Riccardo roteò gli occhi: «Pentesilea, ne abbiamo già parlato. L’esserti autoproclamata promessa sposa del boss non ti dà il diritto di parlare in questo modo alla gente.». Priamo si grattò la testa: «Ha ragione. E poi io non ho mai acconsentito a questa storia» Tsuna sentì una certa familiarità nella scena, qualcosa che gli ricordava una tale Haru... intanto Gokudera mandò uno sbuffo e si mise le mani in tasca, limitandosi a guardare male la ragazza che ricambiò con lo stesso trattamento di sguardi in cagnesco. Intanto un altro guardiano si era fatto avanti, ma con espressione e atteggiamento ben diversi: era un ragazzo dai capelli biondissimi, con un’aria tranquilla al limite dell’estasi e un portamento così ostentatamente nobile da essere comico. Questi si avvicinò a Priamo con un’espressione beata: «Mi dica, beneamato capo, codesti individui con cui abbiamo piacevolmente conversato finora sarebbero i famigerati guardiani dei Vongola?» L’altro annuì, con l’aria di chi sa bene a quale idiozia sta pensando il suo sottoposto: «Le presentazioni le faccio io, non preoccuparti Nap.» Il ragazzo si scostò i capelli dal volto con un gesto plateale: «La prego di chiamarmi col mio vero e completo nome, capo. È la cosa cui tengo maggiormente a questo mondo, invero» «Uff, va bene. Napoleone» Il Guardiano fece una faccia ancor più soddisfatta e indietreggiò di qualche passo, mentre il suo Boss si passò una mano sul volto con fare stanco: «Se non è Pentesilea, sarai tu a farmi impazzire Nap…oleone» Sospirò, cercando di non abbreviare il nome del ragazzo. Poi guardò Tsuna e Reborn: «Allora, vogliamo fare le dovute presentazioni come si deve?» Il tutor sghignazzò: «So io cosa ci vuole in occasioni simili…» Tsuna fece per fermarlo, ma l’altro non gli diede il tempo: «…un bel combattimento amichevole!» Priamo lo guardò assai perplesso, mentre Dino, che era rimasto zitto tutto il tempo, rise: «Sei sempre il solito! Per te ogni scusa è buona per mettere in pericolo il boss dei Vongola!» Reborn sorrise: «Eccerto, deve rafforzarsi. E questo metodo è perfetto, sia per lui sia per i suoi guardiani» Priamo sembrava non capirci una mazza, ma tutti i suoi guardiani sembrarono abbastanza contenti della proposta; invece, Tsuna era di tutt’altro avviso: «E-e-ehi, aspetta! Priamo è venuto fino a qui proprio per evitare una guerra tra le famiglie, non sarebbe controproducente una battaglia?!» Reborn lo guardò duro: «Quale parte di “AMICHEVOLE” non hai capito? È solamente per dimostrare all’altro che non siete delle mezze calzette, non dovete scannarvi sul serio. Detto ciò…» Lo prese dalla collottola e lo tirò a mezzo centimetro dal suo volto: «Guai a te se ci fai fare brutta figura, intesi? Se non dai il massimo, giuro sulla mia testa che ti faccio pestare da Hibari a cadenza giornaliera per i prossimi dieci anni» Tsuna si sentì cedere le gambe al pensiero, ma riuscì a tenersi in piedi e ad annuire. «Perfetto allora» Il tutor lo lasciò andare per poi saltare in spalla a Dino e guardare i presenti: «Ormai si è fatto tardi, quindi per oggi non se ne parla. Faremo domani, iniziando alle 7, così potremo finire tutto se non per pranzo almeno per cena. I Bellarosa possono seguire i Vongola se non sanno dove andare» Pentesilea fece una smorfia contrariata ma non disse nulla, mentre Priamo annuì. Tsuna lo guardò: «Dove starete per la notte?» Priamo lo rassicurò: «Non ti preoccupare di questo, abbiamo prenotato delle stanze all’Hotel vicino la stazione» Reborn sorrise calcandosi il fedora in testa: «Bene allora, ci vediamo domani. Non fate tardi» E si allontanò con Dino, mentre tutti gli altri si avviarono per i fatti loro
 
 
Nel campo da tennis della scuola, a cui era stata preventivamente tolta la rete, i tredici ragazzi s’incontrarono all’ora stabilita preparati per l’incontro (o quasi: un paio di loro non avevano dormito bene quella notte, ed erano tutti in generale sonnolenti. A parte Ryohei, ovviamente). Reborn era seduto sulla seggiola dell’arbitro indossando un completino a tema, mentre Dino e Bianchi erano seduti sugli spalti a guardare. La tensione era palpabile: a parte Tsuna, tutti sembravano ansiosi di iniziare e di mostrare il loro meglio. Il boss dei Vongola guardò i guardiani davanti a lui. Erano tutti tipi belli eccentrici, chi più chi meno: la ragazza che aveva sfuriato contro Gokudera, la tale Pentesilea, teneva in spalla una specie di ascia con cui giochicchiava in preda al nervosismo, mentre il ragazzo dal modo di parlare astruso, Napoleone, aveva uno stocco minuziosamente decorato che guardava come se fosse un suo animaletto domestico.
Dall’altro canto, l’altra ragazza si era portata dietro una chitarra elettrica esageratamente grande, mentre un ragazzo accanto a lei finiva di esaminare una canna da pesca violastra. Insomma, erano un gruppo bello strano ma Priamo era quello che più metteva a disagio Tsuna: non sembrava essersi portato nessuna arma, ma ciò nondimeno sembrava abbastanza sicuro di sé.
Reborn soffiò in un fischietto, richiamando l’attenzione dei presenti: «Molto bene, vedo che ci sono tutti!» Yamamoto si guardò intorno: «Un attimo…dov’è Hibari?» Priamo guardò Reborn: «Ha ragione, ve ne manca uno! Sta male per caso?» Il tutor lo guardò tranquillo: «No, è semplicemente fatto così: fa un po’ quel che gli pare» Il boss dei Bellarosa sospirò: «Fammi indovinare…è la nuvola?» L’altro annuì, poi tornò agli altri: «Saranno battaglie uno contro uno, da un solo round. Avete a disposizione tutto il campo da Tennis, ma non di più. Le regole sono semplici: si vince se l’avversario va fuori dal limite del campo, se non riesce più a muoversi o se si arrende. Lambo è l’unica eccezione a quest’ultimo punto» Tsuna lo guardò visibilmente preoccupato: «Aspetta, perché lui?» «Se valesse anche per lui, scommetto che si arrenderebbe dopo appena un colpo. Durante il suo scontro, la resa dovrà essere accettata dall’avversario o non sarà valida» A Tsuna partì il cuore in gola: se il guardiano del fulmine fosse stato un pazzo furioso come Levi, dieci a uno Lambo sarebbe morto. Guardò Priamo: «A voi sta bene?» Lui annuì: «Non preoccupatevi per lui, vedremo di regolarci. Non me lo perdonerei se gli succedesse qualcosa» Queste parole rincuorarono Tsuna di un pochino, ma troppo poco per farlo rimanere tranquillo. Dal canto suo, Lambo sembrò capire poco o niente del discorso, occupato com’era a guardare una farfalla volargli vicino al naso.
Reborn prese un foglio: «Il primo scontro sarà tra i guardiani del sole. Tutti gli altri raggiungano Dino e Bianchi sugli spalti» Ryohei ridacchiò scrocchiandosi le dita, mentre dall’altra parte Riccardo fece saltelli sul posto con un’espressione entusiasta. Una volta che tutti furono seduti, Reborn guardò il campo: i due guardiani si erano messi agli estremi del campo, e stavano finendo gli esercizi di riscaldamento: «Siete pronti?» Ryohei si tolse la felpa, rimanendo a torso nudo e pantaloncini: «Il round può iniziare quando vuoi!» Riccardo si bendò le mani e iniziò a molleggiare sul posto: «E allora non perdiamo tempo!»
Reborn sorrise: «Molto bene. La battaglia del sole inizia…» I due si misero in posizione di guardia «ORA!»
   
 
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