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Autore: rachelesogna    16/11/2020    0 recensioni
Grethe, vive la sua semplice vita in un paesino scozzese, dividendosi tra il lavoro da infermiera e le giornate passate con l'amica.
Quando però uno strano ospite bussa alla sua porta, la sua vita cambia radicalmente.
Cosa succede quando i miti e le leggende diventano reali?
Cosa succede quando la verità irrompe nella tua vita, sconvolgendola?
Semplice.
Si scatena una tempesta.
"Con il giusto lupo al tuo fianco qualunque foresta, di notte, è piena di rivelazioni."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Un leggero bussare la distolse dal programma di cucina americano che stava facendo una triste rivisitazione della pasta al pomodoro.

Anche se non era di origini italiane non era sicura che il ketchup fosse un buon condimento.

Guardò schifata la televisione e si diresse verso la porta sorridendo apertamente mentre l'apriva.

Leila Collins era ferma sulla soglia di casa sua, infagottata in un pellicciotto nero pece con i piedi infilati in un paio di scarponcini da trekking.

"Sei pronta?" la sua voce sorridente la fece sbuffare.

"Ti avevo detto che non avevo voglia" borbottò Grethe lasciandola entrare.

"Vuoi morire di fame per caso?" Leila si tolse il pellicciotto restando in gonna, collant e maglioncino poi frugò nella dispensa alla ricerca del buonissimo tè ai frutti rossi speziati che tanto piaceva a Grethe e glielo mise sotto al naso.

"Non puoi vivere di tè! Quindi vestiti e andiamo a comprare tanto cibo!" le ordinò Leila.

" Come se avessi bisogno di altro cibo!" borbottò Grethe abbracciandosi il corpo un po' troppo morbido.

Lo sguardo che le rivolse l'amica avrebbe potuto uccidere, invece si limitò a sibilare uno "stai zitta" e a spingerla verso la sua camera.

Da quando aveva conosciuto Leila – nel più famoso e unico pub di KinLoch Rannoch- avevano stabilito che un giorno alla settimana sarebbero andate a fare la spesa insieme nel piccolo alimentari vicino alla scuola elementare.

Le era sempre piaciuto fare la spesa con la sua amica, anche se le faceva comprare molte schifezze che lei puntualmente mangiava e accumulava sui fianchi.

Ma quel lunedì non aveva proprio voglia, non dopo che quel lupo era sparito nel nulla.

Si era svegliata alle 9.00 di mattina e già il mastodontico lupo si era dileguato, ma cosa peggiore non riusciva ancora a capire come fosse uscito. Non c'erano porte o finestre aperte, neppure graffi che indicavano il tentativo d'apertura della porta. Si era dissolto nel nulla non lasciando dietro di sé nessuna traccia. E questo invece di renderla irrequieta, la rendeva solo molto triste.

Voleva ancora vedere quel bellissimo animale e risentire il morbido pelo sotto le mani.

Un fremito la scosse e piccole farfalle le svolazzarono nello stomaco.

Scosse la testa e uscì dalla sua stanza indossando il giubbotto imbottito color giallo canarino.

"Ce l'hai fatta! Forza andiamo."

A braccetto scesero la collinetta e a piedisi diressero verso il Sharon Market.

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Sharon MacDowall era una signora di appena 60 anni che viveva in una casettina in riva al lago con suo marito Alecxander.

Sharon era la donna più energica di tutta la città ed era conosciuta per il suo piccolo alimentari e per la sua voce non così intonata.

Alecxander la seguiva ovunque assecondandola in tutte le sua pazzie.

Il loro amore era invidiato da tutti al villaggio.

Proprio per la particolare personalità della donna, Grethe e Leila adoravano fare la spesa da lei.

"Buongiorno splendori" sorrise Sharon.

"Buongiorno Sharon" risposero in coro le due ragazze.

"Come state? È così bello vedervi qui, non venite mai a farmi visita!" brontolò indispettita.

"Scusaci Sharon...è che la nostra cara Grethe non ama venire a fare la spesa...dice che le faccio comprare tutte cose che la fanno ingrassare!" risposeLeila gesticolando.

La castana le rivolse uno sguardo di fuoco ed ignorando lo sguardo accusatoria di Sharon si allontanò verso il reparto confetture: aveva voglia di fare una crostata e la marmellata di albicocche era finita.

Leila le corse dietro alzando gli occhi al cielo, oramai la conosceva abbastanza bene da sapere che non era veramente arrabbiata ma solo infastidita.

"Dai idiota vieni qui! Stavo scherzando" le stringe piano una mano chiedendole implicitamente scusa.

Grethe sorrise tranquilla.

"Lo so"

Iniziarono a girare per gli scaffali riempiendo il cestino di parecchie cose, così non sarebbero dovute tornare durante la settimana.

"Devo andare a prendere le uova per la crostata, mi aspetti qui?" chiese Grethe iniziando ad incamminarsi.

"Vado a prendere un pacco di biscotti, ci vediamo qui fra poco" sorrise Leila.

Lo scaffale delle uova era vicino a quello del latte, nascosto nell'angolo più lontano del negozio. Ci andava di rado Grethe perché non le piacevano per niente le uova, quando le comprava era solo per fare dolci.

Sapeva che prima di arrivare a quell'angolo c'era lo scaffale delle tisane ad infusione e lei stava finendo il suo quindi avrebbe svaligiato completamente lo scompartimento del tè rosso speziato.

Era quasi arrivata alla sua meta quando un forte odore di bosco la fece bloccare sul posto. Le tornò in mente il maestoso lupo nero sparito nel nulla e il suo profumo, lo stesso che le riempiva le narici ora.

Alzò lo sguardo e nel suo campo visivo entrò un petto ampio fasciato in uno spesso maglione grigio antracite.

Sollevò ancora di più la testa e vide un robusto collo abbronzato reggere un viso duro e mascolino circondato da neri capelli acconciati in una crocchia.

Era l'uomo più bello che avesse mai visto a KinLoch Rannoch o in tutto il mondo.

Era un uomo volitivo e abituato ad avere il controllo, ad imporre la propria supremazia...lo si notava dalle spalle ben aperte e dalla posa rigida quasi militaresca.

Era affascinante, magnetico, selvaggio.

E profumava di bosco.

"Ciao" un sussurro roco raggiunse le orecchie di Grethe facendola sciogliere come neve fresca al sole.

"Ciao" gracchiò lei schiarendosi subito dopo la gola imbarazzata.

L'uomo sorrise deliziato guardandola con occhi caldi che, se solo ne fosse stata in grado, l'avrebbero fatta arrossire.

Grethe si appoggiò allo scaffale, troppo destabilizzata per restare in piedi sui suoi piedi.

L'uomo si spostò in avanti, pronto a sorreggerla in caso di bisogno, portando con sé quel forte profumo che tanto le piaceva.

"Si sente bene?" chiese con la sua voce maschile, così profonda da risultare quasi cupa.

"Tutto...tutto bene" rispose la donna prendendo un profondo respiro...peggiorando la situazione.

I suoi polmoni si riempirono del suo profumo mandandola in visibilio.

"Sicura? Siete molto pallida" mormora l'uomo pensieroso.

"Sto bene, non si preoccupi" lo rassicurò la donna.

"È che il suo profumo è così forte" continuò poi.

Il sorriso che le rivolse le fece tremare le ginocchia.

"Mi dispiace per il mio profumo, spero di riuscirmi a far perdonare con una cena. Questa sera, alle 8."

"Ci sarà" la voce di Leila giunse improvvisa facendo sobbalzare Grethe.

"Questa sera alle 8 vi troverete da Gillis, così ti farai perdonare" continuò Leila guardando l'uomo e scatenando lo sgomento dell'amica.

"Leila!" scattò infatti la diretta interessata.

"Che c'è? Gillis non va bene?" domandò lei inarcando un sopracciglio.

"Si che va bene è che..." mormorò impacciata alternando lo sguardo dall'uomo alle sue spalle, alla donna davanti a lei.

"È che non conosci neanche il mio nome..." sussurrò l'uomo avvicinando il viso all'orecchio della donna, facendola rabbrividire.

"Si..." mormorò Grethe girando impercettibilmente il viso verso di lui.

L'uomo si raddrizzò, superò Grethe e Leila e si diresse verso l'uscita lasciando dietro di sé una scia di profumo.

Poco prima di uscire definitivamente, l'uomo si fermò e con occhi brillanti si volse a guardare Grethe.

"Nikolai" parlò

"Il mio nome è Nikolai."

E poi se ne andò. 

   
 
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