Cap.3
“Ti
prego. Ci serve
assolutamente un favore da cui dipende la nostra vita. Puoi
aiutarci” implorò Elly,
unendo le mani al
petto.
“Qualsiasi
cosa per degli
amici” rispose Crilin,
chiuse gli occhi e sorrise, mettendo le mani sui
fianchi.
Elly
sorrise sorniona,
giocherellando con la sua treccia bionda.
“Verrai
con noi su Nameck.
Partiamo oggi” disse.
“Cosa?!” gridò
Crilin.
Elly
rispose: “Ti ho scelto
come mio testimone di nozze alla cerimonia matrimoniale namecciana”.
“La
prossima volta devo
chiedere prima di accettare!” gemette
Crilin, nascondendosi il viso tra le
mani.
Elly
si piegò in avanti.
“Pensavo
mi avresti aiutato. Credevo
fossimo amici. Tu sei quasi come un mentore per
me…” gemette. I suoi occhi
erano liquidi.
Crilin
roteò gli occhi.
“Va
bene, ma se verrò ucciso da 18 la
colpa ricadrà su di te” mugolò.
Elly
lo abbracciò con slancio.
“Grazie!”
strepitò.
Crilin
domandò: “Per quanto tempo
staremo via?”.
Elly
assunse un’aria pensierosa.
“Fino
a Natale, all’incirca. Non solo
c’è il viaggio, ma dobbiamo anche fare un bel
viaggio” rispose.
Crilin
si mordicchiò il labbro.
“D’accordo.
Spero che a 18 non
dispiaccia l’idea di visitare Nameck”
borbottò.
***
Elly
si sporse in avanti, porgendo un cacciavite a
Bulma.
“Avete mai
pensato di avere altri figli, tu e Junior?”
domandò Bulma, da sotto la
navicella. Allungò il braccio e afferrò lo
strumento.
Elly
giocherellò con la sua lunga treccia di capelli
biondi.
“Ammetto
di no. Quel parto è stato già abbastanza
difficile e crescere Jaden non è una passeggiata.
È un bambino dolcissimo e
molto ubbidiente, ma ha dei poteri molto difficili da gestire.
Inoltre
fare la madre non è per niente semplice”
rispose.
“Mnh. Ti
capisco. Io e Vegeta non avevamo previsto di averne neanche
uno” ammise Bulma.
Elly
ridacchiò.
“Strano.
Vegeta è sempre circondato da mocciosi, mi
sembrava il tipo che non vedesse l’ora di averne
uno” sussurrò. Piegò di lato
il capo. “Pensi che questa navicella riuscirà a
portarci in fretta su Nameck?”
domandò.
“Ovvio.
Come tutto quello che inventa la grande Bulma
Briefs” si vantò la scienziata.
<
Di sicuro lei e Vegeta condividono lo stesso
orgoglio > pensò Elly.
“State
attenti. Re Yammer ha concesso a qualche altro
saiyan di vivere su Neo-Vegeta-sei. Parecchie specie aliene non
l’hanno presa
bene e potrebbero attaccare dei saiyan trovandone sulla loro
strada” spiegò
Bulma.
Elly
la rassicurò: “Staremo molto attenti”.
***
Sprout
si grattò la cicatrice all’altezza del naso e
si piegò in avanti, battendo un paio di volte le palpebre.
“Pà,
ma ti piace davvero?” domandò.
Indietreggiò,
posando le mani sui fianchi muscolosi.
Radish
sorrise al figlio, mentre continuava a girare
il sugo. Si voltò, facendo ondeggiare i capelli mori, che
gli arrivavano alle
ginocchia, legati in una coda che gli ricadeva sulle spalle.
“Sì,
certo”. Socchiuse gli occhi. “So che non
è una
cosa comune tra noi saiyan” rispose. Vide che il sugo stava
bollendo e mise il
coperchio sopra la pentola. “Però anche tua nonna
era una cuoca”.
Sprout
corrugò la fronte e si appoggiò contro una
parete, incrociando le braccia al petto.
“Cosa
ci trovi?” domandò. Posò il piede
contro il
muro.
Radish
guardò il figlio fissarlo con espressione
accigliata.
“A
me non piace solo mangiare, ma anche creare i cibi
più sfiziosi, sorprendenti. Sia per me stesso, che per farne
dono alle persone
a cui tengo” spiegò. Si abbassò e
controllò la torta che stava lievitando nel
forno.
Sprout
si grattò la testa, i suoi capelli mori
sparati, dalle ciocche larghe tre dita, gli ricadevano lungo tutta la
schiena.
<
A me non dispiace, devo dire. Mamma non sa
completamente cucinare e se non fosse per lui sarei morto di fame.
Solo
che non comprendo perché preferisca stare dietro
ai fornelli che su un campo di battaglia. L’unica cosa che
voglio creare sono
gli attacchi energetici più innovativi e potenti >
pensò.
“Beh,
io ho fame. Spero sia pronto presto” borbottò,
mentre il suo stomaco gorgogliava.
Radish
ridacchio, grattandosi l’orecchio. Al braccio
aveva una fascetta rossa.
“Non
temere. Puoi cominciare ad apparecchiare” disse.
Sprout
sbuffò.
“D’accordo,
pà” borbottò. Si allontanò,
dimenando la
coda dalla peluria castana. Indossava solo dei pantaloncini di tela blu
strappata, una cintura a placche oro scuro e un triangolo di metallo
all’altezza del suo inguine.
***
“Pensi
io stia facendo la scelta giusta?” domandò
Piccolo.
“Sposala,
prima che arrivi qualche altra principessa
elfica che ha intenzione di portarti via da lei”
ribatté secco Vegeta.
Il
namecciano sospirò.
“Bah,
ti ascolterò scimmione” borbottò.
Vegeta
gli posò una mano sulla spalla, rassicurandolo:
“Ottima scelta, muso verde. Staremo qui ad aspettarti,
tanto”.