Cap.2
Junior
premette i seni sodi di Elly con entrambe le
mani. Le sue lunghe unghie aguzze e nere graffiarono la pelle chiara.
Il
demone ritrasse le mani, mentre rivoletti di sangue
scivolavano sulle coppe piene di lei.
“Non
ti fermare" lo pregò lei, stringendo le
ginocchia sui suoi fianchi.
<
Non per una volta che possiamo approfittare del
fatto che Jaden sia rimasto a dormire con un amico >
pensò.
Junior
la guardò, insieme alla sua lussuria crebbero i
suoi canini, scivolando fuori dalle sue labbra.
<
Il desiderio che provo per te, mia stella, temo
sempre possa divorarmi > pensò. Il suo corpo
muscoloso dalla pelle verde
svettava su quello pallido di lei.
Junior
le mordicchiò il collo, mentre le accarezzava
la schiena, graffiandola involontariamente.
<
Quando stiamo insieme sembra sempre esprimere una
guerra che ha dentro > si disse Elly.
“Non
posso continuare a permettere alla mia natura
demoniaca di avere il sopravvento” esalò Junior.
“Non
lo farai” rispose Elly. Gli accarezzò le labbra,
aveva gli occhi liquidi.
Junior
sospirò.
“Spero
tu abbia ragione” gemette.
***
Vegeta
si agitava nel sonno, mugolando e scalciando.
Rivoli di sudore gli scivolavano lungo il corpo.
Vegeta
impallidì, guardando
Winter avanzare con il capo chino, le scarpette candide che si
macchiavano del
sangue viola delle vittime che avevano creato delle pozzanghere.
“Imperatrice,
voi non
dovreste scendere dalla navicella” disse, raggiungendola.
“Vostro padre ha dato
ordini chiari”.
Winter
annuì, facendo
ondeggiare i lunghi capelli mori. Alzò lo sguardo ed
incontrò quello del
giovane principe, che arrossì.
Winter
arricciò la coda
bianca e si voltò, guardando le case.
“Qui
si stava svolgendo
una festa prima che iniziasse la conquista, vero?”
domandò. I suoi occhi
liquidi fissarono delle girandole di carta colorate, macchiate di
sangue. La
punta di due era annerita e bruciacchiata.
Braci
spente erano un po’
ovunque, tra gli edifici distrutti.
Vegeta
inghiottì saliva.
<
Non voglio che lei
veda tutto questo >. Si guardò i guanti sporchi di
sangue e strinse le
labbra fino a farle sbiancare. < Non voglio che veda quello che
ho fatto.
Lei
è troppo delicata per
questo > pensò.
Le porse il
braccio.
“Venite
con me, vi
riaccompagno” disse.
Winter lo
prese
delicatamente, una lacrima le rigò il viso lì
dove c’era la lunga striscia
nera.
“Po-possiamo
fare una
festa alla base… Per festeggiare questa vittoria”
propose il principe dei
saiyan.
Winter si
arrestò e
gl’indicò delle luminarie bianche che pendevano da
un albero, delle lunghe
strisce di luce color ghiaccio.
“Non
sono bellissime?”
domandò.
Vegeta
guardò come si
riflettevano nei suoi occhi e mosse nervosamente la coda dalla peluria
castana.
“Sono
molto belle, sì”
ammise. Tornò a condurla con sé.
“Ora
andiamo, prima che
prendiate freddo” si preoccupò.
<
Lei è così diversa da suo padre….
> pensò.
Vegeta
gridò.
“Non
morire… N-non…” gemette.
“Vegeta,
Vegeta svegliati! Vegeta è un incubo” lo
chiamò Bulma.
Il
principe dei saiyan aprì gli occhi e trovò il
viso
della donna a due dita dal suo.
“Tutto
bene, era solo un incubo” disse Bulma,
accarezzandogli il viso.
<
Mi sembra di essere tornati a quando eravamo
all’inizi della nostra relazione. Sembra non riuscire a
dormire senza avere un
incubo > pensò.
Vegeta
le fece un sorriso stanco.
“Sì,
era un incubo” mormorò. Si sporse e, chiudendo
gli occhi, le posò un bacio delicato sulle labbra.
<
Il ricordo dell’ennesima persona che ho lasciato
morire > pensò.