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Autore: Ghostro    17/11/2020    15 recensioni
A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte. A solo pochi eletti la luce dell’aurora. (Emily Dickinson)
Mikke è un ragazzo come tanti. Un artista, e come ogni artista che si rispetti è guidato da una musa. Una molto particolare e gloriosa, che ammira e ama...
Questo racconto partecipa al contest "Tra i il Dove e il Quando" indetto da Earth sul Forum di Efp.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’insegna al neon era spenta, l’algido soffio invernale la faceva oscillare e gemere. I piedi, che affondavano in un manto bianco che risaltava nell’oscurità e nella quiete, si poggiarono cautamente su gradini incrostati di ghiaccio.
La serratura, vecchia e consunta, scattò sferragliando. La porta si aprì e forte fu il ruggito delle raffiche che spingevano la neve a entrare.
Granelli di polvere galleggiavano rimandando la sensazione che il tempo fosse sospeso: una dormiente apparenza. I tavoli giacevano affiancati all’immensa vetrata che dava verso la strada, come bambini che si accalcavano per sbirciare da inferiate celanti ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. Rosso il bancone scheggiato, caro compagno delle notti insonni trascorse a sognarla, a disegnarla. Anche quel mattino lo osservò sorseggiare da una tazzina fumante. I suoi occhi erano gli aloni di luce riflessi dalla cucina contro la superficie lucida.
Mikke prese un ultimo sorso di caffè e guardò al cellulare: le sei del mattino.
 
Un’ampia piazzola pianeggiante, come un vasto balcone senza ringhiere, era il punto perfetto dove ammirarla. Gli bastò ripulire la sedia dal nevischio e gettarci sopra un telone, prima di sedersi e attendere, stretto nel suo cappotto pesante. D’estate o d’inverno, con la pioggia o il sereno, ogni mattino da quando aveva quindici anni sgattaiolava fuori di casa e lo raggiungeva. Era il suo romantico ritrovo avulso dalle leggi dell’uomo e del tempo, dove ammirare la gloria dell’alba.
Ed eccola, principessa splendente che varcava l’orizzonte! Un grigio argenteo la precedeva aprendole la strada, nobile cavaliere che plaudiva l’avanzare di una pia dama. Il suo tocco donava vita e calore, mani di luce che carezzavano le cime infreddolite delle ville a schiera.
«E vennero a trovarci le prime luci del mattino, come se fossero le prime parole di una storia d’amore» recitò in saluto, incapace di trattenere un sorriso.
Era innamorato di lei dal giorno in cui l’aveva vista per la prima volta. Giungeva in punta di piedi, silenziosa, portando in dono all’uomo argento e oro. Chi le rendeva omaggio tubava silenzioso, o gracchiava, consegnando echi di gloria a un paesaggio immoto e suggestivo. Il tocco della sua mano fatta di luce li raggiunse, tutti. Calore che lambiva il viso: una carezza, un sussurro benevolo. Mikke chiuse gli occhi per assaporarne l’effetto rinvigorente e inspirò aria fresca a pieni polmoni.
Al sorgere del sole la vita si accendeva. Ma c’era un momento, mentre fendeva l’oblio notturno con la sua spada di luce, nel quale tempo e spazio si annullavano. Un momento epico, e romantico; dolce, e ispiratore. L’alba era la sua musa, la sposa del suo estro. Mikke, il cavaliere giurato pronto a imprimerne la bellezza su tela e muro, e prosa, scolpendola nelle menti di chi, troppo indaffarato negli affari mondani, non aveva tempo di alzare la testa e ammirarla e lasciarsi contagiare dal senso di pace, di libertà, che lei offriva.
Lasciando che l’alba, quel momento indimenticabile, potesse infiammarli come luce che scacciava il freddo e la notte donando il giorno...

 
   
 
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